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mercoledì 31 luglio 2013

SILVIO BERLUSCONI E LA SENTENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE SUI DIRITTI TELEVISIVI MEDIASET

Slitta a domani la sentenza della Corte di Cassazione che tutto il mondo attende.
Sento puzzo di compromesso  in salsa "larghe intese". Intravisti arrivare gli equilibristi del circo Medrano e l'ambasciatore Sergio  Romano. Parigi val bene una messa, disse Enrico IV di Borbone, il padre di Luigi XIII e nonno di Luigi XIV " Il potere logora solo chi non ce l'ha"diceva Andreotti ed è arrivato a 94 anni per nulla logorato. "Chi ha dato, ha dato da dato, chi ha avuto ha avuto ha avuto"dicono a Napoli.
Questa mi sembra la sintesi politica dell'attuale momento

MARE MARE MARE UN MARE DI MUSICA DI MARE


martedì 30 luglio 2013

IL D DAY DEL CAVALIERE

Oggi è il D Day del Cavaliere. I media ce lo descrivono nervoso come un leone in gabbia lì ad Arcore. E noi gli dedichiamo un'ora abbondante di "relaxing music", quanto di meglio per prendere sonno, per rilassarsi, per cominciare bene il nuovo giorno. Il mio comincia in questo momento. Dietro le "Grigne" ed il "Resegone"cominciano ad intravedersi le prime luci dell'aurora, dalle rosee dita come diceva Omero. La pioggia di ieri ha spazzato via l'afa e la giornata si preannuncia bellissima.
DEUS SIVE NATURA

domenica 28 luglio 2013

SILVIO BERLUSCONI E LA SENTENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE SUI DIRITTI TELEVISIVI MEDIASET LA GUERRA DELLA ROSA LA MIA TESTIMONIANZA

Il 30 è ormai vicino e tutto lascia presumere che la Corte di Cassazione deciderà, che non ci saranno rinvii. Come deciderà, ovviamente non ci è dato sapere ma se confermerà la sentenza di secondo grado della Corte d'Appello di Milano, che a sua volta confermava la sentenza di primo grado del tribunale di Milano, per l'ex premier si apriranno l'interdizione dai pubblici uffici e l'affidamento ai servizi sociali. In pratica la vita pubblica del personaggio che, nel bene e nel male, ha condizionato e riempito di sé due decenni della nostra storia, sarà giunta al capolinea. In tal caso il Cavaliere verrà ricordato dai posteri abbinato ad Al Capone, anche lui scivolato sulla buccia di banana di reati fiscali. E i posteri conserveranno di lui l'immagine di un vecchio puttaniere, barzellettiere da bar sport, bugiardo seriale, che ha occupato per venti anni le Istituzioni solamente per fare i propri interessi. All'estero verrà ricordato come esempio insuperabile dell'"estrosità" italica e dell'italico "genio", che si esprimono al meglio nei campi in cui hanno operato Cicerone, Virgilio e Lucrezio, Dante, Leopardi e Manzoni, Michelangelo, Leonardo e Raffaello, Verdi, Bellini e Puccini, Valentino, Ferrè, Cavalli e Versace, Enzo Ferrari,Visconti, Rossellini e Fellini, Renzo Piano, Massimiliano Fuksas, Vittorio Gregotti, Toscanini, Abbado e Muti , Volta, Marconi, Montalcini, Fermi, Hack, Natta ma che, in politica, non temperati da una personalità superiore ed eticamente strutturata, si rivelano solamente degli ostacoli ad un "razionale"governo della "polis", della cosa pubblica, dello Stato.
Dottor Berlusconi, glielo dico con il cuore. Lei ha avuto l'occasione unica nella storia del nostro Paese, per l'indubbio consenso popolare che Lei ha saputo conquistarsi, per la capacità di attrazione e per aver saputo suscitare speranze, per il carisma che ha saputo esercitare sugli italiani, Lei ha avuto l'occasione unica, dicevo, di poter essere ricordato come un grande statista che, presa in mano la Repubblica dopo lo sfascio della prima, aveva saputo ridare alle Istituzioni, all'economia, alla società nel suo insieme, dignità, consapevolezza di sé, prestigio.TELLUS STABILITA. Invece di Lei resteranno le Olgettine, Ruby Rubacuoti, le goliardate con Putin e con Gheddafi, le figure da persona "non all'altezza" fatte in tante occasioni. Dall'Obama "abbronzato", alla Merkel "culona inchiavabile", allo Schultz "kapò", alle offese alla premier finlandese e ai finlandesi che nemmeno sanno cosa è il prosciutto per non parlare della gelida reazione di Elisabetta seconda di Inghilterra e del disprezzo che emanava da quel "ma perché deve gridare?" 
E poi circondarsi di personaggi come Brunetta, Alfano, Ferrara, Sallusti, Belpietro, Schifani, Cicchitto, la Santanché, la Gelmini e la Minetti, Maurizio Lupi,, Denis Verdini,, per non parlare di Dell'Utri, cavaliere, ma come si fa? Ma la mia domanda è retorica: non poteva che circondarsi di persone siffatte.
Fatte queste premesse, ho già dedicato due post alla imminente sentenza della Corte di cassazione
- nel primo ripercorrevo le tappe attraverso le quali si è giunti al giudizio in Cassazione e ricordavo i capi di imputazione in base ai quali l'ex premier è stato condannato
- nel secondo ho ricostruito i passaggi che hanno portato il Gruppo Finivest a costituire, ad opera dell'avvocato Mills un gruppo di 64 società off shore attraverso le quali nel corso degli anni sono stati costituiti "fondi neri" di notevole consistenza evadendo il fisco e che sono gli strumenti attraverso i quali è stato commesso il reato per il quale SB è stato condannato
- nel terzo, quello che state leggendo, parlerò dell'utilizzo fatto di quei fondi neri.
Ritorniamo indietro per un attimo alla perizia. KPMG indica i settori nei quali le società del Gruppo B hanno operato e precisa che il denaro che affluiva nel comparto B era destinato a "transazioni di importanza strategica ed economica". Tra di esse la più importante la scalata alla Mondadori che fu fatta per il tramite della Sede di Milano del Banco di Santo Spirito dove chi scrive occupava una posizione di rilievo e che ha gestito per sette anni (dal 1985 al 1992) i rapporti con il Gruppo.
All'uopo furono accesi presso quella sede quattro conti a nome di 4 delle socieetà del perimetro Mills: le quattro società si chiamavano "ANTARES" "CRESCENT HOLDING"NEW HOLLAND""NEW MAHANATTAN"sui cui conti affluivano giornalmente flussi di denaro pari a quelli necessari per comperare in borsa titolo Mondadori o A.M.E. Gli acquisiti venivano effettuati dalla Commissionaria Orefici e i titoli intestati alla "Fiduciaria Orefici" che schermava l'operazione. Di quanto precede ho assoluta certezza in quanto occorreva la mia firma di autorizzazione all'acquisto titoli da parte della Commissionaria Orefici visto che le coperture avvengono, come ben sanno tutti gli operatori bancari, con due giorni di valuta.
Chi scrive ovviamente non poteva sapere, allora, che i fondi accumulati  "abroad" erano frutto di evasione fiscale, e, avendo poi ovviamente seguito nel corso degli anni, anche quando non gestiva più il Gruppo l'evoluzione delle vicende, si pone davanti ad una certezza e ad una domanda:
La certezza è che le società del Gruppo B esistevano veramente e che quindi Silvio Berlusconi ha detto palesemente il falso quando, nella fase iniziale delle indagini ed in opposizione palese  ed irritata alle risultanze della perizia KPMG, dichiarò che "L'ipotesi di fondi neri Fininvest è incoerente e del tutto fantasiosa". Che Silvio Berlusconi non abbia grosse remore a dire bugie è cosa risaputa. Il caso specifico non è altro che una conferma del resto già accertata giudizialmente.
La domanda che mi pongo invece è questa. Ma se la scalata alla Mondadori è stata fatta con fondi neri frutto di evasione fiscale, non potrebbe essere configurata l'ipotesi che l'acquisizione della Mondadori debba essere rimessa in discussione fin dall'inizio e che la "Guerra della Rosa" possa aver avuto un altro vincitore cambiando gli sbocchi "economici" del Gruppo Mondadori.?Questo, prima e indipendentemente - tengo a chiarire - dalle vicende del "Lodo Mondadori" Le conseguenze politiche sulla storia dell'intero Paese, per contro, sono un dato acquisito e non controvertibile.
Sarà interessante la giornata di Martedì. Il sottosegretario Biancofiore, meno conosciuta della Santanché ma altrettanto determinata nella difesa del Capo, stamattina in una intervista rilasciata a "Repubblica"ha parlato di dimissioni già pronte, sue e dei suoi colleghi, nel caso che "una sentenza politica" confermi la condanna a Berlusconi. Ha parlato anche di "mobilitazione di piazza del popolo  che sta con il nostro leader". Altro che senso dello Stato, altro che lealtà verso il governo, qui si minaccia uno scontro "ferro ignique"che si giocherà ancora una volta sulla pelle del Paese.
Dal 31 Luglio, comunque - ha ragione la Biancofiore - nulla sarà come prima.

Dalla terrazza di via Fagnano 27 Domenica 28 Luglio Anno Domini 2013

sabato 27 luglio 2013

BANCA DELLE MARCHE MOVIMENTO 5 STELLE BLOG DI BEPPE GRILLO E LA SCOPERTA DELL'ACQUA CALDA

Mi rimbalza dalle Marche la notizia che sul blog di Beppe Grillo c'è un articolo esplosivo su Banca delle Marche. Vado a vedere, leggo e scopro, invero con una certa qual sorpresa, che è all'impegno del movimento grillino, ed in particolare a quello della deputata Donatella Agostinelli, che dobbiamo se finalmente sappiamo quale è la reale situazione di Banca delle Marche. Il blog precisa che la deputata Agostinelli, laureata in Giurisprudenza, è specializzata in criminologia e, udite, udite è esperta sulle manipolazioni in campo mediatico. Il pezzo continua con una serie di idee a mio avviso strampalate in materia economica finanziaria e termina con l'invito a contattare gli onorevoli Agostinelli, chiamata anche"l'esperta", nonché i suoi colleghi Andrea Cecconi e Patrizia Terzoni per saperne di più.
Debbo dire che alla lettura, e rilettura, del testo mi sono fatto una sana risata, soprattutto al pensiero delle capacità intuitive e di analisi dell'esperta in criminologia (osservo solamente che se per scoprire i crimini ci mette il tempo  che ha impiegato a scoprire la reale situazione di Banca delle Marche, coloro che hanno commesso i crimini, cioè i criminali, fanno in tempo a morire di morte naturale). Sono invece d'accordo sul fatto che la Agostinelli sia una "esperta sulle manipolazioni in campo mediatico", e anche di notevole livello, osservo io.
Ora io non voglio fare il "pierino" e se intervengo è solamente perché ritengo che nel nostro Paese sia tempo, tempo scaduto, per cominciare a smettere di "parlare a vanvera"e a millantare meriti che non si hanno.
Anzi, visto che i tre onorevoli grillini sanno tutto su Banca delle Marche, penso che sarebbe opportuno che qualcuno, Cronache Maceratesi, ad esempio, organizzasse una serata/dibattito sul tema.
All'incontro potrebbero/dovrebbero partecipare Alessandra Pierini e Marco Ricci di Cronache maceratesi, qualche piccolo azionista ben documentato, ad esempio Giuliano Nardino e Gianni Grati, ma ce ne sono altri e, se fosse ritenuto opportuno, potrebbe partecipare anche il sottoscritto che tutti i giorni, al risveglio, riconosce  di aver tanto da imparare, tanto da approfondire, tanto da pazientare.

venerdì 26 luglio 2013

SILVIO BERLUSCONI E LA SENTENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE SUI DIRITTI TELEVISIVI MEDIASET - IL COMPARTO B

Avevo terminato il mio ultimo post con l'invito, a chi fosse interessato, a leggere l'articolo apparso su "Repubblica" il 7 Aprile 2001 a firma Carlo Bonini e Federico Fedrizzi dal titolo "Ecco le società off-shore di Silvio Berlusconi"
Ad uso di chi non lo avesse fatto o di chi, pur avendolo fatto, non avesse chiari tutti i passaggi, cercherò di sintetizzarne il contenuto.
Dunque il 23 Gennaio 2001 viene depositata in cancelleria del Tribunale di Milano una perizia di 800  pagine della KPMG, una delle più importanti se non la più importante società di revisione del mondo, perizia redatta a richiesta del tribunale che stava svolgendo una inchiesta per sospetto falso in bilancio del Gruppo (allora il falso in bilancio era reato), E' l'analisi tecnico/contabile di sette anni di bilanci (dal 1989 al 1996) del gruppo che fa capo a SB. La perizia - precisano gli uomini di KPMG - può essere lacunosa per difetto in quanto molti paesi e molti interlocutori non hanno risposto alle richieste loro avanzate.
Comunque KPMG ricostruisce che Fininvest operava attraverso due comparti: il Gruppo A - ufficiale - ed il "Gruppo B", diciamo "riservato" "very discreet" in modo che non emergesse alcun collegamento con il Gruppo Fininvest.
La KPMG individua 64 società off-shore su tre livelli appartenenti al comparto B
a) al primo livello appartengono 29 società distribuite in 4 aree:21 con sede nelle isole vergini, 5 nel Jersey, 2 alle Bahamas e 1 a Guernsey
b) al secondo livello appartengono 13 società, controllate da società del primo livello dalle quali non si distinguono né per funzioni né per organizzazione.
c) al terzo livello appartengono altre 22 società.
Al vertice di queste 64 scatole la CMM, finanziaria di cui è custode l'avvocato Mills.
Si tratta quindi delle 64 società costituite ad  iniziativa dell'avvocato londinese per supportare le operazioni "border line" e "over line" del Gruppo.. 
Le 64 società hanno infatti una caratteristica comune: sono prive di organizzazione propria e non hanno dipendenti in quanto - è la KPMG che lo dice - "la gestione è a cura di amministratori e personale del Gruppo Fininvest"
Dunque le 64 società costituivano un comparto riservato amministrato di fatto da Fininvest appoggiandosi ad una rete di banche e fiduciarie. KPMG individua la Società di Banca Svizzera di Lugano, la Barclays Bank Plc di Londra, la Banca della Svizzera italiana di Lugano, la Finter Bank di Nassau,  la BIL di Lussemburgo, la Citibank di Jersey, la Midland Bank Plc di Londra, il Banco di Santo Spirito di Milano (oh, poffarbacco!) 
La struttura, alla quale avevano accesso i maggiori dirigenti del Gruppo (Livolsi, Foscale, Gironi, Vanoni, Messina ecc) aveva il compito  di utilizzare il denaro che affluiva nel comparto B per "transazioni di importanza strategica ed economica"
E la KPMG indica anche i settori di intervento:
1) settore televisivo (controllo delle reti di tele+, Telecinco e compravendita di diritti TV con i Gruppi Fininvest e Telecinco) . Venivano utilizzate le società Horizon, Pennine,Wincanton,C.I-T:Solidal , New Mahanattan, All Iberian)
2) settore della grande distribuzione (compravendita di azioni Standa e CE-DIS( venivano utilizzate Antares, Cedar Vale, Henwood, Marble, Marche, Crescent Holding, New Manhattan)
3) settore editoria (compravendita azioni Mondadori attraverso le stesse società)
In definitiva, a cosa servivano le società del comparto B?
E' sempre KPMG a dirlo:
- esercitare il controllo con interposta persona o fiduciari sulle quote di partecipazione in emittenti tv che le normative italiane ed estere non avrebbero permesso (è il caso di Tele+)
- alterare la rappresentazione del bilancio consolidato Fininvest
- detenere quote di società quotate senza informare la Consob e le società partecipate
- detenere quote di partecipazione in società non quotate italiane tramite interposta persona
- erogare finanziamenti tramite terzi
- intermediare tra società del Gruppo Fininvest l'acquisizione di diritti televisivi ed interporsi come fornitore di diritti tv(è il cuore del problema sul quale la Cassazione dovrà pronunciarsi)
- ricevere fondi da terzi per il finanziamento di operazioni effettuate da Fininvest per conto terzi.
Insomma, un gran numero di attività di cui - dice sempre KPMG - SB era a conoscenza-
Tra il 1989 e il 1996 - conclude KPMG - attraverso il comparto B furono stornati dai bilanci Fininvest 884 miliardi e 500 milioni.
Dopo il 1996 questi conti cominciano a non essere più utilizzati e i flussi migrano verso le Bahamas appogginadosi soprattutto sulla FINTER BANK (ve le ricordate le sedute di jogging mattutino di Silvio e i suoi impeccabilmente biancovestiti alle Bahamas?)
Mi auguro di essere riuscito ad illustrare con sufficiente chiarezza "come funzionava" , "quali erano gli scopi", "quali erano i canali utilizzati."
CONTINUA

SILVIO BERLUSCONI E LA SENTENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE SUI DIRITTI TELEVISIVI MEDIASET

Si sta avvicinando il 30 Luglio, giorno in cui la Corte di Cassazione deciderà se confermare o meno la sentenza del Tribunale di Milano in secondo grado in merito all'acquisto di diritti televisivi che ha condannato l'ex premier per frode fiscale a quattro anni di reclusione e  a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. Se la Cassazione confermerà la sentenza di secondo grado la condanna sarà definitiva; il cavaliere difficilmente, vista l'età, entrerà in carcere ma sarà interdetto dai pubblici uffici: non sarà perciò rieleggibile in parlamento né potrà ricoprire cariche pubbliche.
Gli organi di stampa ci riferiscono di un cavaliere parecchio nervoso dietro la maschera che l'avvocato Coppi ha voluto che indossasse. La strategia di Coppi è semplice: mostrare piena fiducia nella magistratura, dichiarare che anche in caso di condanna non ci saranno ripercussioni sul governo (ma Brunetta ha precisato che non ci saranno ripercussioni sul governo perché si andrà subito a votare, visto che una sentenza di condanna sarebbe un attentato alla democrazia (questi del PDL hanno uno strano concetto della democrazia e di quello che si può fare o non si può fare in democrazia). Per ora, dunque, un Berlusconi statista che deve fare parecchia fatica, dicono nell'entourage, per frenare i cani da sbrano del partito, in particolare Brunetta e la Santanché. Ma tutti conosciamo il carattere dell'arcorauta; sentendosi come si sente vittima di un complotto più che ventennale della magistratura e delle potenze plutocratiche, convinto come è, e del tutto in buona fede, osservo io, di non aver mai commesso alcunché di male, il 31 - in caso di condanna - secondo me scatenerebbe tutta la sua potenza di fuoco, guidata dai due organi ufficiali del MINCULPOP, "Il giornale" e "Libero", per convincere l'opinione pubblica, cioè l'elettorato, circa la natura "eversiva" delle sentenze della magistratura.
Immagino che grande lavorio ci sia dietro le quinte, in questi giorni. A me l'imminenza della sentenza ha fatto ritornare alla mente un vecchio post che ho scritto  il 29 Gennaio 2011 e che si intitola "Al Capone e la condanna per evasione fiscale". Ho sempre trovato parecchie analogie tra i due personaggi e non mi meraviglierebbe se il nostro, sopravvissuto a tante pesanti e cruente, per il Paese, battaglie, scivolasse sulla buccia di banana di un reato fiscale. Vi consiglio di andare a rileggerlo, quel post, come ho fatto io.
Ma per comprendere bene perché è stato condannato l'ex premier occorre aver chiari tutti i passaggi.
La vicenda inizia ufficialmente nel 2003, ma di fatto molto prima, quando la Procura della Repubblica di Milano ritiene di avere le prove che SB aveva costituito fondi neri pari a 280 milioni di euro eludendo il fisco e commettendo frode nei confronti degli azionisti. Solamente nel 2006, dopo tre anni occupati da manovre dilatorie della difesa di Berlusconi, tra le quali la richiesta d trasferire il processo a Brescia, si arriva al rinvio a giudizio per frode fiscale, falso in bilancio e appropriazione indebita. Ma è solo il 25 Ottobre del 2012 che si arriva alla sentenza di primo grado che condanna SB a 4 anni di reclusione e 5 anni di intrdizione dai pubblici uffici per frode fiscale.
La corte d'Appello di Milano in data 8 Maggio 2013 conferma la condanna a 4 anni di reclusione, di cui tre coperti da indulto, e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici per frode fiscale. Con la stessa sentenza viene condannato anche Frank Agrama del quale parlerò più sotto.
La difesa di Berlusconi ricorre in Cassazione il 9 Luglio; l'udienza viene fissata al 30 Luglio ;abbiamo seguito tutti le polemiche che hanno investito la Cassazione per la non consueta celerità ma c'erano problemi di prescrizione e la Corte non poteva comportarsi altrimenti.
Ma quale era il meccanismo attraverso il quale venivano costituiti fondi neri e frodato il fisco?
In verità un meccanismo molto semplice.
Le tre reti Mediaset trasmettono 24 ore su 24 ed hanno bisogno di notevoli "quantità"di materiale da trasmettere. L'acquisto di materiale cinematografico/televisivo veniva effettuato dal sopra citato Frank Agrama, egiziano, personaggio ben introdotto nell'ambiente delle "Majors" (Metro Goldwin Meyer, Fox, Paramount ecc) che per la sua attività percepiva una provvigione. Facciamo il caso che Agrama avesse acquistato 100 puntate di Dallas più 50 puntate di Rin-tin-tin per 1 milione di dollari. L'acquisto non veniva fatturato all'azienda italiana del Gruppo che si occupa istituzionalmente di ciò - troppo facile - No, l'acquirente era una società estera riferibile al Gruppo residente, la butto lì, alle Caymans, che rivendeva lo stesso materiale a 1.200.000 dollari ad un'altra società estera sempre riferibile al Gruppo residente, che so, nelle "Isole del Canale"- nella Manica tra Francia e Inghilterra - che lo rivendeva a 1.400.000 dollari ad un'altra società residente, non so, a Singapore che - finalmente - rivendeva a 1.600.000 alla società italiana competente.
Si ottenevano due risultati entrambi rilevanti economicamente ma entrambi compendio di reato:
a) la società italiana pagava 1,6 quello che era costato effettivamente 1. Nel suo bilancio i "costi" risultavano gonfiati, di conseguenza l'utile minore e, ulteriore conseguenza, il carico fiscale nettamente inferiore. Di qui la "frode fiscale"
b) il Gruppo si trovava ad avere consistenti fondi all'estero utilizzabili per le finalità più diverse:
- corrompere Ufficiali della Guardia di Finanza, magistrati (andate a rivedervi le vicende del lodo Mondadori), altri pubblici ufficiali
- comperare il voto di deputati e senatori (basti pensare alle dichiarazioni del senatore De Gregorio)
- far giungere il mensile alle Olgettine tramite il rag. Spinelli (Silvio non ha mai pagato una donna. dice lui)
- tacitare quella stronza di Ruby Rubacuori che come una sanguisuga bussa continuamente a denaro. Come ha osservato giustamente Crozza 4 milioni e mezzo di euro per non farci niente(entrambi hanno negato con decisione di aver avuto rapporti sessuali), bisogna proprio essere cretini
- comperare un giocatore per il Milan(pagato parte in bianco e parte in nero)
- avere grosse disponibilità liquide ed occulte da utilizzare per contrastare un concorrente, acquistare aziende, fare operazione finanziarie ed industriali di ampio respiro che, lecite in sè, presentano invece gravi opacità se fatte con fondi la cui origine è frutto di illecita sottrazione al fisco dell'imponibile.
Ma, mi chiederà qualcuno, queste società estere di labili tracce, quali erano?
Risposta. Venivano utilizzate le società del "perimetro Mills", cioè alcune delle 64 società costituite in paradisi fiscali dal potente avvocato d'affari londinese proprio per supportare operazioni "border line" o "over line" del Gruppo.
Ma di questo parleremo in un prossimo post. Chi volesse approfondire fin d'ora può trovare interessante materiale in un articolo apparso su Repubblica a firma Carlo Bonini e Pierfrancesco Pedrizzi in data 7 Aprile 2001 nel quale si commentava la perizia della KPMG, una delle più importanti società di revisione del mondo, sulle società offshore del Fruppo.
Mi limito a ricordare, nell'invitarvi alla lettura (Google-ecco le società offshore di Silvio Berlusconi) che la reazione del Gruppo fu questa: "l'ipotesi di fondi neri Fininvest è incoerente e del tutto fantasiosa. La posizione della Fininvest è soltanto quella di acquirente di diritti di utilizzazione di film, il cui corrispettivo è stato regolarmente pagato alle società venditrici e registrato nella contabilità come verificato dalla stessa KPMG"
Evidentemente i giudici di primo e secondo grado non ci hanno creduto. Vediamo la Cassazione.

giovedì 25 luglio 2013

BANCA DELLE MARCHE - BREAKING NEWS

L'ultimo numero di Cronache Maceratesi contiene un lungo articolo di Marco Ricci che ricostruisce una opaca operazione del 2011(in epoca quindi non sospetta per la maggior parte degli osservatori) tesa a favorire il direttore generale Bianconi nel rapporto di lavoro con l'Istituto senza alcuna ragione apparente e senza alcuna motivazione. Ottimo esempio di giornalismo di inchiesta, l'articolo di Ricci, che conferma - se mai ce ne fosse stato bisogno -  la "collusione" tra CDA e direttore generale. Niente è avvenuto per caso, nella vicenda DBM ed è sempre più necessario accertare le responsabilità pregresse, civili e penali, per poter avviare un lucido programma di rilancio dell'Istituto.
Da parte mia osservo che viene confermato una volta di più il detto che"...............a pensar male si va all'inferno...............ma quasi sempre ci si azzecca"

mercoledì 24 luglio 2013

TORNEO DR. WHY AL BILLIARD CAFE' DI BUSTO ARSIZIO

Ieri sera si è svolta la finale del terzo torneo 2013 al Biliard Café di Busto. Risultato:
primo: Frank Boll, secondo Luigi XIV, cioè io, terzo TOP DI GAMMA.  La classifica esprime fedelmente le gerarchie. A parte Amilcaree che è ancora una spanna sopra tutti, per il resto qui in Provincia di Varese siamo otto/dieci più o meno sullo stesso livello. Ammetto peraltro, dopo essermi congratulato con Frank Boll, che comincio ad essere un po' stanco di arrivare sempre secondo. (Nel torneo precedente ero arrivato secondo dietro "Bunga Bunga"). Perciò quando i tornei riprenderanno in Settembre è opportuno che cominci a vincere.

martedì 23 luglio 2013

ANCORA SU BANCA DELLE MARCHE - IL FATTO QUOTIDIANO: "BANCHE IN SOFFERENZA - SCOPPIA IL CASO MARCHE"

Due sono i quotidiani che compero regolarmente: "Repubblica" in quanto condivido da sempre la linea politica, culturale, morale di Eugenio Scalfari; "Il fatto quotidiano" perché fa giornalismo d'inchiesta e, sebbene orientato a sinistra, non fa sconti a nessuno anche perché se facesse sconti perderebbe la sua credibilità che è l'unica cosa sulla quale si regge in mancanza di sovvenzioni pubbliche.
Stamane il Fatto titola: "Banche in sofferenza- scoppia il caso Marche." All'interno un "tonico" articolo di Giorgio Meletti che dà però l'impressione di chi è appena sceso in campo e non conosce retroscena, dettagli, persone, intrecci.
Due sono gli errori di prospettiva che secondo me Meletti fa (apro una parentesi; l'articolo è bello e il mio giudizio  per nulla negativo)
- Quando titola "Nelle Marche sta scoppiando un altro caso Montepaschi"
- Quando afferma che " i guai della banca derivano dall'aver ignorato i segnali che venivano dal mercato immobiliare ed aver continuato a largheggiare nel sostegno al settore.
Non è così. Quanto al primo punto Banca delle Marche non è un altro caso Montepaschi. E' una continuazione e una "derivazione" del caso Montepaschi. Unico "Fil rouge" che lega PCI, PDS, DS e massoneria. Stessi nomi, stesso ambiente, stessi legami. Quanto al secondo punto non è che CDA e Direttore Generale hanno finanziato il settore immobiliare per incapacità di vedere l'evoluzione del mercato. Già sarebbe gravissimo il fatto di avere una percentuale di crediti deteriorati pari al 19,7% degli impieghi dopo gli abbattimenti dell'ultimo bilancio. No, qui si tratta di persone (il direttore generale Bianconi senz'altro ma con la collusione "necessaria" di tutto il CDA o di una parte di esso) che hanno deliberato affidamenti ed in cambio si sono fatte intestare immobili, erogare "elargizioni". E non è casuale che la cosiddetta "cricca" coinvolta nella ricostruzione dell'Aquila ed in altre opere pubbliche avesse i conti in "Banca delle Marche". Questi sono comportamenti che violano le leggi, non errori.
Io ho scritto su Banca delle Marche decine di articoli il primo dei quali in epoca lontana e non sospetta. Ho cominciato a scriverli perché ogni giorno di più monta la nausea per essere cittadino di uno Stato e vivere in uno Stato dove tutto è stato saccheggiato e che si ritrova oggi come un territorio africano dopo il passaggio delle cavallette. Qualche filo d'erba è rimasto; coltiviamo e "bagnamo"con attenzione quei pochi fili. Anche nel più arido dei deserti c'è vita. Cerchiamola, cerchiamola, cerchiamola. 

NORMA di VINCENZO BELLINI

Domenica pomeriggio intorno alle 18 dopo un pranzo gradevolissimo sulla terrazza di casa in compagnia del nostro caro vicino Antonio e la necessaria "siesta" Milena mi fa; ho la Norma registrata, ti va di vederla? E perché no?
Premetto: il pranzo era stato sublime; piatto forte salmone accompagnato da una salsa di lamponi e zenzero creata dalla fantasia di Moreno Cedroni, lo chef della "Madonnina del Pescatore" di Senigallia, che da sola vale le due stelle Michelin di cui il locale si fregia. Un prosecco di buonissima qualità portato da Antonio, conversazione serena e rilassata, insomma tutte le condizioni per sostenere anche l'impatto con un'opera come la NORMA nel tardo pomeriggio di una domenica di piena estate. Ricordo che NORMA fu rappresentata la prima volta alla Scala il 26 Dicembre 1831. Musica di Vincenzo Bellini (1801-1835) libretto di Felice Romani.
 La trama in sintesi: c'è Pollione che di mestiere fa il proconsole romano in Gallia (hai detto niente) il quale nel molto tempo libero lasciatogli dalla funzione intreccia una relazione con Norma, sacerdotessa druidica e "sibilla" dalla quale ha due figli. Ovviamente il tutto di nascosto visto che lei fa la sacerdotessa. Alla quale la situazione nel complesso non dispiace tanto che alle sollecitazioni del suo popolo per opporsi all'invasione prende sempre tempo e risponde:" non è ancora ora" "ci vuole Marte in Giove" e così via, così lei dopo il TI GI si fa due chiacchiere con Pollione. Il quale, str.... come tutti gli invasori, che ti fa?: ti seduce Adalgisa, giovane novizia la quale gli promette di seguirlo a Roma. Ma così tradisce il suo popolo e il dio di cui deve fare la sacerdotessa: è lacerata e si confida con Norma la quale la libera dai suoi impegni visto che è ancora novizia e visto che così trionfa l'amore. Ma come si chiama il fortunato? chiede Norma ad Adalgisa. Veramente non è di qui, è nato a Roma. "Cristo"........reagisce Norma (veramente non può aver detto Cristo visto che siamo nel primo secolo a.c. ) non sarà mica.........si è lui.
Vendetta, tremenda vendetta. Ricordandosi di aver letto la "Medea"pensa di uccidergli i figli. Ma poi in lei prevale la madre e decide di uccidersi lei dopo aver raccomandato ad Adalgisa i figli, che li adotti e li porti a Roma. A questo punto scatta l'amor proprio di Adalgisa che decide di lasciare Pollone e di convincerlo a ritornare con Norma. Ma non ci riesce ed allora Norma scatena i suoi. E' venuto il tempo di cacciare i Romani. E sta per pronunciare il nome di chi ha tradito e che, quindi, va sacrificata: Adalgisa. Ma riflette sul fatto che la colpa di Adalgisa è anche la sua.  Pollione entra nel campo dei Galli per rapire Adalgisa. Norma lo ferma  e in un colloquio con lui gli chiede di lasciare Adalgisa. Pollione non ci sente. Allora Norma decide di pronunciare il nome della colpevole, Adalgisa, ma tra lo sbigottimento generale pronuncia il suo. Commosso, Pollione decide di morire con Norma e i due salgono insieme sul rogo.
Come potete vedere mentre nel primo atto la trama è lineare e comprensibile, nel secondo si complica e arriva faticosamente alla conclusione.  E veniamo al mio giudizio:
- il libretto di Felice Romani è patetico in molti passaggi e conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che i libretti risentono irrimediabilmente del passare del tempo, dell'evoluzione dei gusti e dei costumi.
- la musica di Bellini è immortale. Bellissima la sinfonia dell'ouverture, bellissima l'aria "Casta Diva" esempio inimitabile delle difficoltà di cui i maestri di primo ottocento infarcivano la partitura e banco di prova per le migliori soprano del mondo. Accanto a questi alti momenti anche "musichetta" di livello ben inferiore. Comunque nel complesso NORMA è un'opera che merita di essere passata alla storia.
E veniamo all'allestimento che abbiamo visto: quello dl 2006 a Monaco di Baviera
Direttore F. Haider: non mi è piaciuto; troppo lenta la conduzione e senza carisma
Norma: Eta Gruberova. Voce ancora fredda nel CASTA DIVA che arriva quasi subito; po la voce si schiarisce ma a mio avviso la Callas, la Sutherland e anche la Caballé sono su un altro pianeta. Non ho rintracciato il tenome del tenore che fa Pollione: ottima presenza scenica, voce buona ma non eccelsa.
Ma mi soffermo sulla regia; per carità di patria non cito il nome del regista. Io capisco l'esigenza di portare innovazione e idee nuove nel repertorio classico ma mi si vuole spiegare perché:
- Pollione va in giro con una divisa militare francese armato di mitra? Oltretutto il mitra è talmente leggero che sembra un giocattolo.
- Norma e le donne "galliche debbono andare in giro vestite come donne mussulmane con tanto di velo islamico? Io continuo ad aspettarmi i Galli, gli uomini come Calderoli, le donne come Rosy Mauro (che fine avrà fatto?)
- i due figli di Norma debbono stare in scena coperti solamente da capi intimi( mutandoni e maglietta di fustagno invernale color cacchetta al cui confronto anche la lana prodotta dal glorioso lanificio "Pirani Giuseppe e Figli" - stesso color cacchetta - sembra lana di Missoni). Forse perché dovendo stra nascosti stanno empre in casa?
- e perché quando i Galli decidono per la ricolta, le "Galliche si passano con circospezione i mitra dietro le spalle?
E potrei andare avanti. Per rasserenare il clima e superare l'arrabbiatura vi metto CASTA DIVA cantata dalla Callas. Toute autre chose.

lunedì 22 luglio 2013

LAURA PRATI

Laura Prati aveva, ha, 48 anni, un marito due figli. Era, è, sindaco di Cardano al Campo, importante comune della Provincia di Varese, per il Partito Democratico. Il 2 Luglio un ex vigile era entrato nell'edificio che ospita il Comune e le aveva sparato. 20 giorni in cui speranza e disperazione si sono alternate. Non ce l'ha fatta, malgrado le cure dei  medici, l'affetto della famiglia e la solidarietà di tanti. Non la conoscevo personalmente ma sapevo che unanime era l'apprezzamento che la sua attività di amministratrice riscuoteva. Di fronte ad una tragedia di questo genere, che colpisce una persona che ha dedicato energie e qualità al bene della "polis", la politica gridata che ci esaspera ogni giorno dovrebbe tacere e farsi da parte, nascondersi nel più profondo della selva, perché si possa ritornare alla riflessione, al ristabilimento delle gerarchie di valori, al giusto apprezzamento delle persone, delle loro qualità, dell'impegno reale al bene di tutti. 

sabato 20 luglio 2013

ANCORA SU BANCA DELLE MARCHE

La situazione di Banca delle Marche evolve come era facile prevedere. Il direttore generale Goffi (il lavoro sporco lo fanno fare a lui) ha incontrato le parti sociali ed ha anticipato che il piano industriale in corso di definizione prevede la cessione di Cassa di Risparmio di Loreto (sarebbe interessata la Banca Popolare di Vicenza), la cessione di 50 sportelli  e l'esternalizzazione  del Centro Contabile. I sindacati hanno già preannunciato la mobilitazione e giornate di sciopero che, a mio avviso, non servono assolutamente a niente. Bisogna vigilare prima; fare la voce grossa "dopo" è un mero esercizio retorico.
Piuttosto mi preoccuperei dell'interesse della Popolare di Vicenza , banca che mi convince poco. Accertino bene, proprietà e forze sindacali, la portata degli impegni che l'acquirente andrebbe ad assumere e le garanzie che andrebbe a dare perché si potrebbe perdere  la "marchigianità" dell'Istituto senza acquistare alcunché in termini di gestione. Poi occorre che la "cordata" di imprenditori esca chiaramente allo scoperto quantificando il loro impegno. Sarebbe poco serio che "cordata" ed "acquirente esterno" fossero solo paraventi  e che la maggior parte dell'impegno finanziario fosse accollato al "pubblico indistinto", dato per scontato che le Fondazioni non hanno liquidità. E poi bisogna vedere i risultati della semestrale, incrociando le dita nella speranza che non emergano ulteriori sorprese.

giovedì 18 luglio 2013

HANNO ARRESTATO I LIGRESTI IN BLOCCO

Avevo completamente dimenticato i Ligresti. Pensavo fossero tutti in galera da tempo; invece ci sono andati ora. Un'altra cronaca di morte annunciata.
L'ingegner Ligresti, originario di Paternò, salì a Milano tanto tempo fa e si mise a fare il costruttore. Siccome a Milano comandavano i socialisti e le mazzette le prendevano i socialisti, si proclamò socialista. Oltre alla benevolenza di Craxi e dei suoi, l'ingegner Salvatore poté contare sull'appoggio di Enrico Cuccia, siciliano anche lui. E questa è l'ennesima ombra sulla figura  di chi è stato ritenuto il miglior banchiere italiano di tutti i tempi e che invece, secondo me, ha rallentato la crescita dell'economia italiana ingessandola e subordinandola agli interessi del "salotto buono". Già venti anni fa l'ingegnere aveva fatto "crac"coinvolto pesantemente nelle vicende di tangentopoli. L'aveva salvato Mediobanca( ma no) organizzando un piano di ristrutturazione del debito del Gruppo al tasso del 3% quando i tassi erano al 12. Il sacrificio fu accollato ai soci delle banche che parteciparono al salvataggio. Chi scrive gestì a partire dal '93 la complessa posizione debitoria del Gruppo per la parte relativa all'Istituto per il quale lavorava e ne è quindi testimone diretto In cambio Mediobanca pretese ed ottenne fedeltà assoluta ed obbedienza assoluta e il Gruppo fu utilizzato in varie operazioni di riequilibrio di poteri all'interno del salotto buono. In questo contesto Salvatore Ligresti non poteva che ottenere stima e considerazione da parte di Cesare Geronzi che del capitalismo di relazione è stato teorico assoluto e principale protagonista nel panorama finanziario degli ultimi trenta anni.
Negli ultimi anni  la famiglia( l'ingegner Salvatore e i suoi tre figli) ha dedicato le sue attenzioni prevalentemente al comparto assicurativo dove controllava l'importante compagnia FONSAI che la famiglia ha letteralmente "spolpato" nel corso degli anni nel silenzio assoluto degli organi di controllo (CONSOB e COVIP in primis) confondendo con allegra "nonchalance"il patrimonio della compagnia con quello privato. Oltretutto, trattandosi di "managers" di indubbio livello si sono sempre dati "stipendi" e "fringe benefit" adeguati al loro standing. La solidarietà prontamente manifestata dalla signora Santanché ne è conferma al di là di ogni ragionevole dubbio.
Ora salta fuori che in FONSAI c'è un "buco enorme" (così titolavano oggi i principali organi di informazione) e li hanno arrestati (tutti tranne Paolo che risiede in Svizzera e che là rimane) unitamente ad alcuni top manager del Gruppo.
Ma cosa volete che sia!!! Questa è l'Italia di inizio millennio. Intanto il Paese è angosciato di fronte al dilemma: Alfano si deve dimettere o no? That is the question. Alfano che è cresciuto politicamente, insieme a Totò Cuffaro, alla scuola di Calogero Mannino
Ma mi faccia il piacere, avrebbe detto il Principe De Curtis, ma mi faccia il piacere.

lunedì 15 luglio 2013

IL PERTICARI ANNUARIO 1861-2011 SECONDA PARTE

Dal primo impatto con l'annuario sono emersi ricordi di compagni e compagne. E i professori? Faccio una premessa: il Perticari veniva unanimemente considerato un ottimo liceo dove si studiava molto e dove i professori "pretendevano"molto. Visto a posteriori non mi sembra che ci fosse una qualità così elevata. Certo è, invece, che ci fosse molta serietà e una disciplina di ferro. Preside, nei miei anni, era una signora piccolissima di statura, si chiamava Ilda Finzi Buonasera e era un "sergente di ferro". Si diceva che aveva vissuto il trauma dei campi di concentramento nazisti e questo ne giustificava gli eccessi. Al ginnasio il punto di riferimento fu il prof.Grifa. Ci faceva italiano, latino, greco, storia; metà delle ore le passavamo con lui. Ne ho un ottimo ricordo anche se una volta la settimana ci interrogava, noi dei primi banchi, sui verbi irregolari greci. Era un tormentone. Si andava alla lavagna e "orao, opopa, ommai" e così via. Al liceo una varietà di professori. Il prof.Drago insegnava matematica e fisica, era siciliano, era al termine della carriera e soffriva  di arteriosclerosi. Ogni tanto mentre era alla lavagna a spiegare un teorema si inceppava e non riusciva ad andare avanti. Noi capivamo e restavamo in assoluto silenzio. Dopo un po' aveva un gesto di stizza nei confronti di se stesso e ci diceva che avrebbe continuato la lezione successiva. Ma il prof. Drago era famoso per i giorni delle "stragi."Capitava che ci chiedesse delle cose tipo "Cosa è il segno meno?" Becci rispondi...............e la povera Daniela si arrampicava per dare una risposta plausibile. E lui: non capisci niente, ti do "cuaccio". Pericoli, rispondi: professore il segno meno  è...................... No, no tutto sbagliato. Ti do ctre-Pirani allora cosa è il segno meno. Professore è......................Non capisci niente ctre.E così avanti. Il segno meno, ignoranti che non siete altro, è una lineetta. Per fortuna i voti di quei giorni non facevano media- Ma grande era la soddisfazione di noi maschi perché nei giorni delle stragi anche le "bravissime" prendevano delle sonore insufficienze, altrimenti impensabili.
Poi c'era il professor Curi di scienze. Professore non ho capito. Non c'è niente da capire, tutto da studiare. .............Professore, non ho studiato. Non c'è niente da studiare, tutto da capire. E allora? Comunque la chimica la spiegava bene. Curi aveva un'altra caratteristica. Tutti i giorni dell'anno, nessuno escluso, faceva un bagno in mare. Vi assicuro che a Gennaio a Senigallia fa freddo ed  il mare..............immaginatelo voi.
Il professore di italiano, al liceo, era Giuseppe Amati, il papà di Silvana. Gli anni che lo avemmo noi come docente non furono certo quelli in cui si espresse al meglio per pesanti problemi personali. Sono cose lontane e comunque di dominio pubblico per cui non violo alcunché a riferirle. Il prof. Amati era preside delle magistrali ed aveva intrecciato una relazione con una studentessa minorenne, la sorella del mio compagno di banco. Ve lo immaginate lo "scandalo"in una città di provincia dei primi anni sessanta? Aveva dovuto lasciare l'incarico alle magistrali ed era arrivato al Perticari dove in classe aveva la figlia Silvana, nei confronti della quale doveva mostrarsi assolutamente imparziale per non dare adito a commenti negativi, ed il fratello della persona per la quale aveva lasciato la moglie.Debbo riconoscere che gestiva la situazione con molto equilibrio e con molta leggerezza. Aveva una caratteristica: ci chiamava per nome e quando riconsegnava i temi corretti ci chiamava alla cattedra e li riconsegnava commentando il lavoro. Una volta, arrivato il mio turno mi chiamò tutto allegro:Albertino vieni Visto il tono allegro ero sicuro di aver preso un bel voto.Quattro più, nelle note che ti ho messo capirai il perché-
Latino e greco ce li faceva il professor Gambini: cattolico vicino alla nascente "Gioventù Studentesca" di Don Giussani. Strano personaggio. Storia dell'Arte era materia della professoressa Giambartolomei della quale ricordo una frase ricorrente: "Notate il panneggio"
Ma l'insegnante che più ha contribuito a formarmi ed alla quale sento di dovere molto è stata la professoressa Giuseppina Giomini, storia e filosofia. Una austera signorina poco più che cinquantenne magra e con capelli grigi riuniti a crocchia che ci dava del lei. Spiegava filosofia camminando tra i banchi e fumando durante un'ora di lezione una o due sigarette puzzolenti come poche. Camminando tra i banchi mi dava l'impressione di una moderna Socrate che esercitasse su di noi la "maieutica", come una levatrice che cercasse di far venire alla luce il meglio che c'era in noi. Kantiana fin nel midollo, vicina all'idealismo tedesco (in seconda liceo adottò come uno dei testi "la missione del dotto" di Fichte,) cercava - l'ho capito dopo - di formarci come menti autonome e come cittadini consapevoli. Mi voleva bene: non me lo ha mai fatto capire ma il fatto che mi sopravalutasse (non valevo gli otto che mi dava) era forse dovuto al fatto che aveva intravisto delle qualità in me e, sapendo che venivo da un piccolo paese e da una famiglia di modesto livello culturale (i miei genitori si erano fermati all'ottava), il largheggiare nel giudizio poteva voler essere un aiuto ed un incoraggiamento a colmare il gap iniziale, a vivere i miei studi come ascensore sociale oltreché come momento formativo. Non so se quello che sento corrispondesse alla realtà; so  solamente che quello che sono lo debbo in buona parte al suo magistero. Ed infatti ogni tanto mi capita di  dire, di fronte a certe mie  intransigenze,  " a me mi ha rovinato la Giomini"Mi hanno detto che è mancata solo pochi anni fa, molto anziana. Le debbo molto e mi piace riconoscerlo pubblicamente.
Questi i professori, questo l'ambiente di un liceo degli anni sessanta.
E gli amori? mi ha sollecitato via mail una cara amica. Degli  amori, le ho risposto, meglio parlarne a voce e non su un blog.
Una notazione finale. L'annuario contiene un bellissimo contributo di Roberto Paradisi. Non lo conosco: scrive benissimo ed ha una cultura digerita, assimilata, diventata "fondante" della sua personalità. Nel suo intervento riporta uno stralcio dell'articolo scritto dal prof.Amati in occasione dell'annuario del 125° - venticinque anni fa; parole bellissime che vi giro senza commenti:
E' nostro , di oggi, il dramma di Ulisse, di Dante, di Galileo, nostra l'ira e il pianto di Achille, nostro lo strazio di Andromaca, nostra la pena esistenziale di Lucrezio, di Virgilio, di Seneca"
In quel nostro, osserva Paradisi, c'è tutto il senso della cultura classica.Condivido, senza alcun dubbio

Dall'hotel Ritz di Senigallia.

domenica 14 luglio 2013

ANCORA SU BANCA DELLE MARCHE

Stavo iniziando a scrivere per commentare l'intervento del Consigliere Regionale del PD Enzo Marangoni quando, aprendo Cronache Maceratesi, trovo una lettera aperta di un piccolo azionista della banca, Giuliano Nardino, che mi "risparmia la fatica". Sottoscrivo e condivido la lettera pienamente e  sotto tutti gli aspetti. E' sempre più irritante assistere ad interventi di esponenti politici di vari livelli e di vari orientamenti  caratterizzati da scarsa conoscenza degli argomenti sui quali intervengono, da oggettiva arroganza e da assoluta mancanza di proposte concrete e realiste per risolverli, i problemi. Marangoni si occupi di far accertare le responsabilità passate che hanno portato all'attuale situazione (osservo che sarebbe stato suo compito, come politico, di vigilare e monitorare continuamente l'attività di quella che è oggi la più grande realtà industriale della regione). Tremila dipendenti sono tanti, dietro c' l'indotto e dietro ci sono famiglie alle quali bisognerebbe pensare  con attenzione sempre e non solamente alla vigilia di tornate elettorali. Marangoni lasci fare a chi sa fare, reciti un "mea culpa" per mancato controllo ed eviti di dire stupidaggini.

sabato 13 luglio 2013

IL PERTICARI ANNUARIO 1861-2011 I PRIMI 150 ANNI

Passeggio per il Corso di Senigallia e vedo esposto in vetrina di una delle librerie l'"Annuario" del "Perticari", il glorioso liceo classico di Senigallia che in 150 anni di attività ha formato generazioni e generazioni di Senigalliesi e di giovani provenienti dai paesi dell'entroterra di Senigallia. Tra essi, io.
Entro, chiedo di farmelo vedere, lo sfoglio rapidamente, lo prendo. 10 euro: mi sembra un prezzo equo.
Lo sfoglio con più calma una volta terminata la passeggiata e, ovviamente, vado a cercare l'elenco dei "maturati" dell'anno 1965-1966. Lo trovo e altrettanto ovviamente ci trovo anche il mio nome.. Allo scorrere quell'elenco, quanti ricordi, quante domande, quante risposte e quante parziali risposte. Uno per uno in ordine alfabetico:
Silvana AMATI : è senatrice per il Partito Democratico eletta qui nelle Marche. Un personaggio publico. L'ho rivista qualche volta da allora- Le è stato chiesto di scrivere della sua esperienza al Perticari e Silvana ha scritto un bel pezzo, asciutto, s:enza alcuna retorica, bello. L'ho apprezzato.
Marcello ARCANGELI : ho stentato solo un attimo a farlo riemergere alla memoria. Aveva il naso fortemente schiacciato: probabilmente un incidente. Chissà che fine ha fatto.
Daniela BECCI : le più brave della classe lei ed Eleonora Bellocchi. Ha insegnato tutta una vita latino e greco in un prestigioso liceo fiorentino. Ci siamo rivisti regolarmente in questi anni al teatro greco di Siracusa. Lei accompagna ogni anno una classe alle rappresentazioni della stagione al teatro greco, ci mettiamo d'accordo in quale data andare a vedere gli spettacoli che vedono Milena e me assidui spettatori.
Eleonora BELLOCCHI : la più brava con Daniela- Ci siamo visti qualche volta a Bologna durante gli anni dell'Università, poi persa di vista. So che insegnava a Bergamo
Giancarlo BOZZI CIMARELLI : era piccolo di statura, questo me lo ricordo bene, ma non lo ho più rivisto. Google mi rimbalza su un assistente amministrativo nato nel 46 inserito nelle graduatorie del ministero della pubblica istruzione delle Marche. Potrebbe essere lui.
Paolo FANESI detto il nez: tutti lo prendevano in giro per il suo nasone (anche io non stavo male, al riguardo). Non lo ho più rivisto. Google non mi fornisce elementi.
Antonio FENUCCI : non mi dice alcunchè. Siamo sicuri che era in classe con noi?
Stefania FERRETTI: suo papà faceva il medico a Montignano. So che si iscrisse all'ISEF dopo il liceo. Mai più rivista. Google non mi aiuta-
Nadia GIANFRANCESCHI:  la dolce e simpatica Nadia. E' rimasta a Senigallia dove ha insegnato per tanti anni. In anni ormai lontani mi è capitato di incontrarla in estate più volte. Ma da parecchi anni non l'ho più rivista.
Dionigi GIORDANO: piccolotto e tracagnotto. So che ha fatto il medico- Lo ho rivisto qualche volta
Gino IRRERA : anche lui ha fatto il medico. Lo ho rivisto una volta solamente
Carmen LATINI: veniva da una facoltosa famiglia di costruttori. Mai più rivista
Sila Maria MALFAGIA: ho ricordi vaghi. Era entrata nella classe successivamente. Mai più rivista
Massimo Massi: è stato mio compagno di banco per lungo tempo. Ha intrapreso la carriera direttiva in polizia. L'ultima notizia che ho di lui  me lo dava vicequestore in Emilia.
Marco NICOSIA: si era iscritto a medicina. Non lo ho più rivisto.
Guglielmo PERICOLI : quello cui ero più legato. Studiavamo spesso nel  bel palazzo nobiliare di Ostra che apparteneva alla sua famiglia. Soffitti altissimi, un freddo cane, e le sue vecchie zie nubili che ci facevano avere una tazza di te tra le cinque e le sei del pomeriggio.  Cominciavamo con una partita di scacchi, spesso ne facevamo una seconda, poi parlavamo di politica o di altro. Insomma si studiava poco ma ci si arricchiva molto. Ci siamo visti nel corso degli anni (ha fatto l'avvocato a Roma e poi qui nelle Marche); l'ultima volta al cimitero di Ostra: Io ero davanti alla tomba della mia famiglia, lui davanti a quella della sua. Ci siamo voltati, riconosciuti ed abbracciati con vera amicizia che ha meravigliato anche le nostre consorti. Caro Memmo
Alberto PIRANI : mi conoscete
Giuseppe POMA: era figlio di un ufficiale della Polizia Stradale. Stessa carriera la sua. L'ultima notizia che ho di lui me lo dava capo della polizia stradale di Sondrio
Riccardo ROSSI RICCI  veniva da Corinaldo. So che si è laureato in agraria ed ha lavorato per la FAO ed altri organismi internazionali. Mai più rivisto.
Gentile SORCI: mi pare che fosse figlio di ferroviere deceduto in servizio. Giocava bene a pallone. Mai più rivisto.
Gabriella STEFANINI. ha insengato matematica una vita. Ha sposato un importante manager del gruppo MERLONI. Lo scorso anno ci siamo sentiti più volte per vederci con rispettivi consorti.  Non è  stato possibile per reciproci impegni.
Valeria TARSI.  alta, riservata, di una famiglia di imprenditori. So che ha insegnato a Bergamo.
Luciana VECCHI : la più bella di tutte. Mai più vista.
Questo il mio liceo quale è emerso dall'annuario. Spero di non averne fatto una cosa alla Pupi Avati. A dir la verità spero di aver fatto qualcosa di simile.


venerdì 12 luglio 2013

IL MIO RAPPORTO CON IL PARTITO DEMOCRATICO

Alcuni amici mi hanno scritto, altri telefonato, chiedendomi: ma come fai a restare ancora nel PD?In particolare dopo quello che è accaduto ieri in parlamento.
Risposta: "io veramente il PD lo ho lasciato e pensavo che il mio post del 25 Giugno nel quale commentavo l'uscita di scena del prof. Prodi fosse chiaro al riguardo. Visto che così non è, allego  il testo della lettera che ho inviato al Segretario del circolo di Busto che mi sembra esaustiva ed il cui contenuto, peraltro, ho provveduto a confermare successivamente.

SILVIO BERLUSCONI IL PROCESSO SUI DIRITTI TELEVISIVI MEDIASET L'UTILIZZO EVERSIVO DELLE ISTITUZIONI

Ciò che è accaduto ieri in Parlamento è di una gravità assoluta. Ne hanno parlato tutti i media, italiani ed esteri, per cui non mi dilungherò a ricostruire analiticamente i fatti.
Mi limito a dire che ieri il Capogruppo del PDL alla camera, Renato Brunetta, ha chiesto di interrompere i lavori del Parlamento per tre giorni in quanto la fissazione da parte della Corte di Cassazione dell'udienza del processo sui diritti televisivi Mediaset al 30 Luglio prossimo (atto dovuto ) sarebbe l'ennesima prova - secondo il PDL - della volontà di estromettere SB dalla vita pubblica per via giudiziaria. Ricordo che tale processo si è concluso in primo grado con una condanna a 4 anni oltre all'interdizione dai pubblici uffici, sentenza confermata dalla Corte d'Appello di Milano. Una eventuale conferma da parte della Cassazione renderebbe definitiva la sentenza e scatterebbe l'interdizione. Ho scritto più volte che questo è il processo che SB teme di più perché è quello più vicino alla sentenza definitiva. Di qui l'inaudita reazione del PDL e del suo leader che non hanno alcun scrupolo ad "usare" le Istituzioni e a cavalcarne lo sfascio pur di salvaguardare i propri interessi privati. Ed è di uno squallore infinito il fatto che il Partito Democratico, diviso anche ieri, si sia arrampicato sugli specchi per concedere una sospensione di quattro ore che, sul piano del principio, equivale ad aver assecondato la richiesta eversiva del PDL. PDL che è in grado di ricattare in ogni momento il governo e che non esita a ricorrere a tutti i mezzi per difendere gli interessi del leader.
Gravissimo episodio, ripeto ,perché segna un punto di non ritorno nel rapporto tra SB e il Paese, perché mette scientemente a rischio la democrazia, perché stravolge tutti i principi di uno stato di diritto e quelli sulla separazione dei poteri dello Stato.
Giunti a questo punto ognuno di noi deve, a mio avviso, mettere in moto tutte le proprie energie per contrastare l'eversione oggettiva insita nelle prese di posizione dell'ex premier e dei suoi scherani . I tempi sono stretti ed il pericolo grande. Non è tempo di esitare.

giovedì 11 luglio 2013

ANCORA SU BANCA DELLE MARCHE

Un post flash sull'Istituto della mia regione. Le notizie dell'ultima ora:
- Rainer Masera ha preso in mano con decisione il timone della banca e ha già fissato un incontro con i sindacati i quali avranno un ruolo importante nell'azione di rilancio dell'Istituto. La definizione di un piano industriale credibile e con obbiettivi realistici passa attraverso un confronto serio e di reciproco rispetto tra le parti, come ho già avuto modo di sottolineare in miei precedenti post
- Mediobanca sta cercando partner industriali disposti ad investire in BDM. Questo significa che la cordata di imprenditori marchigiani - l'avevo già scritto - non è in grado di assicurare una copertura sufficiente alla necessità di aumentare in tempi brevissimi il capitale di almeno 300 milioni. I tempi sono stretti anche perché il TOTAL CAPITAL RATIO oscilla pericolosamente intorno all'8%, percentuale al di sotto della quale scatterebbero meccanismi di restituzione di somme che la banca ha ricevuto a titolo di finanziamento dalla BEI (Banca Europea degli Investimenti)
Seguo gli sviluppi e consiglio chi è interessato alle vicende della banca di leggere gli articoli che Marco Ricci firma quasi quotidianamente per "Cronache maceratesi". Da parte mia continuo a sottolineare che non va assolutamente allentata l'azione di ricerca delle responsabilità che hanno determinato la "decozione" della banca evitabile soltanto con una massiccia iniezione di capitali freschi.

martedì 9 luglio 2013

ANCORA SU BANCA DELLE MARCHE

Giornata importante, oggi, per Banca delle Marche. Rainer Masera è stato nominato all'unanimità Presidente del Consiglio di Amministrazione. La Banca può quindi contare su una persona di altissimo profilo che assicura un immediato recupero di credibilità all'Istituto, che aveva assoluto bisogno di un segnale forte per il mercato, il territorio, le forze sindacali, i dipendenti. Ma non è che il primo tassello. Ne mancano molti altri. Innanzitutto la individuazione di un Vicepresidente di altrettanto alto profilo. Poi va chiarito, subito, il reale contenuto dell'impegno finanziario della cordata degli imprenditori marchigiani. Sarebbe fortemente deludente e pericoloso se l'intervento si limitasse ad una operazione di facciata lasciando il "grosso" dell'onere al territorio (cioè ai clienti soci, ai dipendenti, a chi - nella regione - ritenesse di dare il suo contributo per salvare "la marchigianità" della Banca). Alcune dichiarazioni a caldo di esponenti politici locali, ad esempio quella del sindaco di Jesi, vanno in una direzione già vista che va, a mio avviso, stigmatizzata. Poi c'è il problema della scelta di chi dovrà guidare operativamente l'Istituto. Come ho già scritto, la presenza nel capitale sociale di sessanta, o quelli che saranno, industriali locali, fa sorgere un problema di "plurimo" conflitto di interessi. E non può essere Goffi, con tutto il rispetto, a gestire questa fase della vita dell'Istituto. Troppo "marchigiano" e troppo "invischiato", suo malgrado, in problematiche locali. Ci vuole un manager, sempre a mio avviso, di altissimo profilo tecnico e di ancor più alto spessore morale che lo ponga "naturaliter"al di sopra delle parti. Occorre inoltre un piano industriale realistico, non velleitario, al limite distribuito su un arco temporale più lungo, che si ponga obbiettivi raggiungibili da un personale della banca che è giunto stremato a questa fase. Perchè, alla fine, i progetti, gli obbiettivi, i disegni, si reggono sulle gambe degli uomini ai quali non può essere chiesto l'impossibile. AD IMPOSSIBILIA NEMO TENETUR, lo avevano già capito i nostri progenitori.
Ed infine, "last" ma assolutamente non "least"occorre cercare con determinazione a chi vanno addebitate le responsabilità dello sfascio dell'Istituto, che nella semestrale del 2012 presentava un utile di 42 milioni e che poi chiudeva l'esercizio con una perdita di 518. E bene hanno fatto i sindacati a evidenziare come prioritario questo passaggio nel documento che hanno  consegnato al neo presidente.
Per chi volesse approfondire ulteriormente, mi permetto rimandare al lungo, documentato, chiaro e comprensibilissimo articolo che Marco Ricci ha firmato oggi per "Cronache maceratesi".

lunedì 8 luglio 2013

ANCORA SU BANCA DELLE MARCHE

Apprendo attraverso le sempre ben fatte "Cronache maceratesi" che si profilerebbe una soluzione alla vicenda. Il professor Masera sarebbe disponibile ad entrare in consiglio. Si è infatti fatta avanti una cordata di imprenditori marchigiani (si parla di 60 imprenditori) disposti a sottoscrivere l'aumento di capitale. Allo stato mi sembra la miglior soluzione per evitare il commissariamento o l'intervento di forze esterne alla Regione.
C'è un solo rischio, grosso come una casa, come si direbbe da noi. Un gigantesco conflitto di interessi. Per evitare che esso dispieghi le sue negatività, c'è una sola via. La scelta di un amministratore delegato/direttore generale di assoluta competenza tecnica e, soprattutto, di assoluta tempra morale. Non ce ne sono molti in giro, a mio avviso, ma sono sicuro che lo si possa trovare.



Dall'hotel Ritz di Senigallia

domenica 7 luglio 2013

MARCHE RITORNO AL FUTUsRO

Sono nelle Marche e ci resterò fino a Domenica prossima. In queste ultime settimane  gli articoli su Banca delle Marche sono stati i più letti e il legame con la mia terra torna a rafforsarsi. Regione poco conosciuta, le Marche, ma piena di tesori nascosti, di squarci di panorama esaltanti, di colline che disegnano un insieme di dolci rilievi ondulati che raramente si mostrano aspri. Una regione che favorisce il relax e che ha dato i natali a tanti personaggi che hanno segnato la storia.
Innanzitutto Giacomo Leopardi, ma con lui  Raffaello, il Bramante, Rossini, Pergolesi, Spontini, Papa Pio IX. Una regione che poggia su solide basi, una regione dove si mangia benissimo (ma questo vale un po' per tutte le regioni italiane) e si beve meglio Il "lacrima di Morro d'Alba, il Verdicchio dei Castelli di Iesi, il Rosso Piceno ,il Rosso Conero,, il "Bianchello del Metauro" una regione con splendide città (Urbino, Ascoli Piceno, Macerata, Fabriano, Ancona, Senigallia, Fermo) e ancor più splendidi paesi. La mia regione vorrei fosse consciuta da tutti. Lo merita.

giovedì 4 luglio 2013

RE LEAR

Chi mi segue ha notato che da qualche tempo non parlo praticamente più di Silvietto nostro. Ho scritto tanto in passato, ho coniato per lui neologismi che mi è piaciuto coniare: (le bienaimé -mutuandolo da Carlo VI di Francia - l'arcorauta, Silvietto nostro), ho cercato di far capire il mio punto di vista sul personaggio, ho cercato di illustrare attraverso quali meccanismi - secondo me - si muoveva e gli obbiettivi che perseguiva. Ma ora.................in questa ultima fase ...............parlarne mi è apparso del tutto inutile. Circondato da una magistratura ossessionata  - dice lui - dal volerlo escludere dalla vita pubblica "per via giudiziaria", con la mente che oscillava  tra  il processo"Ruby" e quello sui  diritti televisivi Mediaset, tra il lodo Mondadori e quant'altro, sembrava un vascello esposto ad ogni vento sul quale sarebbe stato poco fine infierire. Comunque è mia personale convinzione che l'unico processo che lo preoccupi veramente è quello sui diritti televisivi Mediaset; c'è già una sentenza di condanna a 4 anni in appello, che comporta l'interdizione dai pubblici uffici. Ma di questo parleremo, se del caso, a tempo debito.
Poi negli ultimi giorni i media hanno diffuso con molta enfasi la notizia che il cavaliere ritorna alle origini e dà vita nuovamente, dopo venti anni, a Forza Italia di cui assumerà ovviamente la leadership e che lascerà a tempo debito a sua figlia Marina, come si fa abitualmente nelle dinastie.
E allora, come non parlarne.
Al leggere la notizia mi è venuto in mente, non so perché, RE LEAR e le considerazioni che il vecchio re fa sull'ingratitudine umana. Ne ho un vago ricordo. Entro su Wikipedia e trovo i versi:
"...........Crack nature's mold, all gemens spill at once that make ingrateful man"
" Disperdi tutti e tutto insieme ai germi onde si genera, mostro di ingratitudine, l'uomo"
A questo punto vado a rivedermi la trama, di cui  conservo vaghissimi ricordi.
Il vecchio re, ormai stanco (verosimile), decide di abdicare a favore delle tre figlie; a questo punto mi ricordo che la trama è complicatissima. Dunque Re Lear ha tre figlie (come Silvio.). C'è una figlia prediletta,Cordelia(Marina).l'unica differenza è che Cordelia è la minore, Marina la maggiore.Al momento della divisione del regno e dei suoi beni  chiede alle tre figlie di dichiarare il suo amore per lui( che abbia dei dubbi mi sembra inverosimile ma visto che si sente vicino alla fine forse ci sta) E mentre le due figlie maggiori esprimono con enfasi il loro amore per il padre, Cordelia/Marina, che è l'unica ad amare veramente il padre, si sottrae dall'adularlo e si limita a dire che ama il padre nè più nè meno di quello che deve fare una figlia.(Patos estremo,tanto forte è la delusione che la disereda) Il re di Francia decide comunque di prendere come sua sposa Cordelia, e con loro si schiera il duca di Kent(Gianni Letta) che a sua volta viene esiliato. Ma il duca/Gianni Letta, che ama Lear come un padre, segue il re in incognito in quanto, avendo attribuito le sconsiderate decisioni del re a  demenza senile, cerca di aiutarlo(tutto assolutamente verosimile, oserei dire ..."vero") Ma le due figlie maggiori, conseguito il loro scopo e conquistato il potere, affiancate dai due truci loro mariti, rivelano subito il loro animo malvagio e vengono meno alla promessa fatta al padre di ospitarlo per un mese, a turno, nelle loro magioni e così il povero Lear/Silvio si vede costretto ad errare in una notte di tregenda accompagnato solamente dal suo "matto"(Giuliano Ferrara). Ed io me lo vedo stanco, nella notte, vagare tra Arcore e Macherio, tra Casatenovo e Zoccorino).A questo punto si inserisce la storia parallela del conte di Gloucester Il conte di Gloucester (Sandro Bondi) prova pietà per il vecchio re ma il figlio illegittimo Edmund/(Matteo Renzi) che voleva per sè il regno del padre,lo accusa apertamente di complicità( in termini politici,........inciucio) con il Partito Democratico ed il povero Gloucester/Bondi viene fatto accecare dal perfido Duca di Cornovaglia(Alfano), marito di una delle due figlie maggiori del re. Cieco  e disperato il conte di Gloucester/Bondi accompagnato da Edgar, suo vero figlio che gli impedisce di suicidarsi, girovaga come mendicante e folle. Lear/Silvio toccato dal dolore, impazzisce ((Calo VI di Francia, le bien-aimé) e sarà Kent/Gianni Letta a condurlo in salvo a Dover da Cordelia/Marina. Intanto le due perfide sorelle maggiori, entrambe innamorate di Edmund/Matteo Renzi si uccidono. Ma anche Edmund muore non prima di aver dato l'ordine di impiccare Cordelia e il padre. La revoca dell'ordine giunge troppo tardi per Cordelia. Intensamente drammatica la scena finale nella quale Re  Lear appare portando il cadavere di Cordelia, la figlia prediletta, dopo aver ucciso il servo che l'ha impiccata. Poi muore anche LUI, di dolore.(DEL TUTTO INVEROSIMILE)
Finirà così? Solo il DIO lo può sapere
E' tempo di andare, io a morire, voi a vivere. Quale delle due sorti sia migliore, solo il DIO lo può sapere (Platone-Apologia di Socrate)

AIMEZ VOUS RACHMANINOV?

Tanto tempo fa uscì un film dal titolo "Aimez-vous Brahms? La stessa domanda ve la pongo per Rachmaninov. Sembra che sia l'unico antidoto efficace contro le esternazioni di Brunetta.
Vi propongo il concerto n 2.

ANCORA SU BANCA DELLE MARCHE

La vicenda di Banca delle Marche si aggroviglia sempre di più. La riunione del Consiglio di Amministrazione convocata per oggi per la nomina del Presidente non si terrà. Non c'è accordo tra le fondazioni o, più semplicemente, non si trova nessuno disponibile ad assumersi l'onere,
Come al solito, mentre la casa brucia, i comproprietari, invece di ritrovarsi uniti a combattere il fuoco, continuano a farsi la guerra, di potere o presunto tale.
Guardate che se la casa brucia, brucia per tutti.

martedì 2 luglio 2013

PAPA FRANCESCO E LO IOR BREAKING NEWS

Nell'ultimo post dedicato allo IOR (venerdì 28 Giugno) avevo scritto che se la linea del Papa  fosse prevalsa il primo segnale sarebbe stato il siluramento del direttore generale Paolo Cipriani. Ebbene, ieri hanno dato le dimissioni sia Cipriani che il suo vice Tulli.
Il prossimo sarà il Presidente von Freyberg.
GO FRANCIS GO (perdona la confidenza)