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sabato 31 agosto 2013

I QUATTRO NEO SENATORI A VITA

I quattro nuovi senatori a vita sono l'esatta espressione dello spirito della nostra costituzione che all'art. 59 secondo comma recita:
"Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario"
Sono quattro personalità lontane dal mondo della politica che hanno dato lustro all'Italia in campi diversi, di specchiato comportamento, unanimemente stimati sia a livello interno che a livello internazionale per l'eccellenza del loro contributo.
Personalmente sono contento anche perché discutendo qualche mese fa sull'argomento avevo fatti miei i seguenti nomi:
Renzo Piano, Claudio Abbado (in subordine Muti che però è anche molto più giovane: io sono del parere che il riconoscimento vada dato a persone già molto avanti negli anni), Carlo Rubbia e Franco Zeffirelli (in subordine Giorgio Albertazzi). Non conoscevo la Cattaneo.
Le prime critiche: e perché no Silvio Berlusconi?
Rispondo io:
- perché Silvio Berlusconi è un pregiudicato, come giornalmente ci ricordano i titoli de "Il fatto quotidiano"
- perché Silvio Berlusconi è moralmente impresentabile
- perché più che riciclare i soldi della mafia, corrompere tutti(quelli che si sono fatti corrompere), evadere sistematicamente il fisco, aver scippato villa San Martino e tanti altri beni alla erede naturale del marchese Casati-Stampa, non ha fatto
- perché - parole della moglie Veronica Lario - è malato di una malattia che lo rende pericoloso a se stesso, agli altri e alle Istituzioni del nostro Paese
- perché all'estero ci avrebbero riso in faccia anche gli abitanti delle isole Salomone
- perché è tempo, scaduto, che nel nostro Paese si torni a scale di valori più in linea con quelle dei Paesi occidentali più avanzati nel cui novero riteniamo giusto essere inseriti.

FREUDE UND VERTRAUEN

ANCORA SU BANCA DELLE MARCHE

Nel mio post del 29 Luglio 2012, nel quale commentavo l'uscita di scena del Direttore Generale Bianconi scrivevo queste testuali parole: "mi auguro soltanto che il bilancio della banca non riservi sorprese. Talvolta capita".
E se è capitato, come del resto avevo previsto: la semestrale esaminata ieri chiude con una perdita di 232 milioni dopo ulteriori rettifiche su crediti per 451 milioni. Se si sommano le perdite 2012(518 milioni) a quelle della semestrale, la perdita effettiva finora accertata si avvicina agli 800 milioni.
Banca d'Italia, vista la gravità della situazione e visto che il "Total Capital Ratio" è sceso abbondantemente sotto la soglia dell'8%(è al 6,64), ha temporaneamente commissariato la banca per due mesi ai sensi dell'art.76 del Testo Unico Bancario. Ritengo che la decisione dell'Istituto Centrale sia stata presa anche per non coinvolgere il Presidente Masera, insediatosi da poco, fino al perfezionamento dell'aumento di capitale sociale che, a questo punto, è più che mai necessario ed urgente.
E' finita? No, ritengo che ancora non sia stato raggiunto il fondo sia perché, secondo me, le rettifiche su crediti non sono terminate sia perché la crisi che continua a mordere soprattutto nel comparto delle piccole imprese farà aggiungere altro contenzioso, che in altri tempi si sarebbe detto "fisiologico", a quello enorme emerso dalle operazioni "over line"fatte dalla passata dirigenza (CDA e DG).
In questo contesto appaiono disarmanti le dichiarazioni del segretario della CGIL Benfatto che teme il rischio di perdita di autonomia della Banca che potrebbe compromettere il futuro dell'intera economia marchigiana.
Se l'autonomia , osservo io, ha prodotto i risultati che ha prodotto, forse sarebbe auspicabile l'intervento di un Gruppo esterno che operi con professionalità e, soprattutto, con onestà. 

venerdì 30 agosto 2013

FINE AGOSTO 2013 - IL PUNTO

QUALE POLITICA?
La situazione del Paese è pesante, molto pesante, non c'è dubbio. Dobbiamo rassegnarci? Non è possibile prendere delle contromisure?
La mia risposta è che c'è sempre la possibilità di uscire dalle situazioni anche le più difficili. Ma è necessario avere idee chiare, non nascondersi le difficoltà e................volerlo.
Siamo sopravvissuti a Brenno, capo dei Galli, ad Attila, capo degli Unni, ai Lanzichenecchi, a Benito, volete che non si possa sopravvivere a Silvio Berlusconi e al berlusconismo?
Ma è necessario:
- che il sistema Italia ritorni ad avere una impalcatura il più possibile solida a partire dalla scuola. Proprio ieri è stato lanciato un nuovo allarme sulla insufficiente preparazione in matematica dei nostri studenti, nei test internazionali ormai i nostri ragazzi occupano stabilmente i posti di coda; è evidente che c'è qualcosa che non va. A mio avviso, prima di tutto, l'insufficiente carico di lavoro al quale sottoponiamo i nostri studenti e l'insufficiente livello  quantitativo e qualitativo di ciò che da loro si pretende. Famiglie e insegnanti debbono ritrovare un sentire comune che abbia come obbiettivo principale il reale interesse delle nostre giovani generazioni e, con esse, del Paese
- che si ritorni ad un livello di moralità nella gestione della cosa pubblica "sostenibile". Non ho mai pensato che il mondo possa essere sempre e tutto esente da comportamenti censurabili; ma è una questione di limiti. Oggi da noi si è superato ogni limite sostenibile.
- che si faccia un esame "spietato" delle singole voci di spesa pubblica e si scoprirà che dentro le pieghe di bilancio ci sono innumerevoli rivoli di uscite di non chiara origine, di spese comprimibili, di spese razionalizzabili. di corruzione eliminabile. Di pari passo occorre proseguire nell'obbiettivo di recuperare al fisco il più possibile di quanto gli è sottratto con l'evasione fiscale.
- è necessario un decentramento verso il basso delle decisioni di spesa e di ripartizione delle entrate. La Lega su questo punto aveva ragione. Il federalismo è "necessario" perché, fatta salva l'unità dello Stato, i territori siano maggiormente responsabilizzati e gli amministratori locali chiamati a render conto del loro operato al territorio.
- la riforma della giustizia, che semplifichi le procedure e accorci i tempi, è a questo punto ineludibile, ma perché l'amministrazione della giustizia migliori, non per asservirla all'esecutivo come si vorrebbe da taluni.
E sul piano della politica economica prendere atto che nella nuova ripartizione internazionale del lavoro non c'è più posto per noi in molti settori; per contro ci sono settori dove possiamo ancora competere e sui quali vanno concentrati gli sforzi. Turismo, che però ha bisogno di logistica efficiente e di qualità di servizio, "italian style" coniugato in tutte le forme: dai prodotti alimentari di nicchia, agli eventi culturali (con la cultura si mangia, contrariamente a quanto pensa l'ex ministro Tremonti; a proposito, che fine ha fatto?), alle Ferrari agli occhiali di Luxottica, alle scarpe della TODS. Insomma su produzioni di qualità; solo curando la qualità possiamo pensare di conservare un discreto tenore di vita anche in futuro, solo riprendendo coscienza ed orgoglio di essere italiani, solo improntando la nostra personale avventura umana a valori e principi etici possiamo evitare il declino, lo sbrago, la mediocrità. Etica non significa niente altro che orgoglio di sè, della propria autonomia morale e di pensiero, al limite un approccio anche leggermente arrogante ma che conservi a noi stessi e davanti agli altri il senso della propria personale dignità ed autonomia. Etica è essere cittadini e non sudditi, etica è non aver paura di prendere posizione e manifestare le proprie opinioni, etica significa forza, e una società che faccia continui riferimenti all'etica è senz'altro una società dove val la pena di vivere. Utopia: sì, utopia. Ma se qualcuno cinquanta anni fa non avesse detto: "I have a dream" niente sarebbe cambiato. Che ci azzecca - direbbe qualcun altro? Ci azzecca, ci azzecca, a parer mio.

giovedì 29 agosto 2013

FINE AGOSTO 2013 - IL PUNTO

La seconda Repubblica
Ho ovviamente rivisto, prima di pubblicarlo, il video del discorso di discesa in campo di Berlusconi. Tutto condivisibile; peccato non ci sia stata  alcuna corrispondenza tra quello che SB enunciava in quel discorso e i suoi atti di governo e comportamenti successivi e peccato che in venti anni nessuno degli obbiettivi dichiarati sia stato raggiunto
In questi ultimi venti anni è accaduto questo, nel mondo:
- il processo di globalizzazione ha segnato una notevole accelerazione e gran parte della produzione manufatturiera di prodotti a basso valore aggiunto e a forte intensità di manodopera si è spostata in pochi anni in estremo oriente (Cina, Taiwan,Vietnam, Filippine) o nei paesi europei più arretrati (europa dell'est e Turchia).
Si è affacciato un nuovo competitor fortissimo, la Corea del Sud, nei settori a tecnologia medio/alta (televisori, riproduttori di immagini o di suoni, telefonia, elettrodomestici bianchi, impianti di climatizzazione, auto)
- il Giappone ha confermato la sua leadership nel settore auto, investendo molto in ricerca su nuove tecnologie come il motore ibrido, ed in molti settori dell'elettronica di consumo
- la Germania ha conservato la sua leadership nel settore meccanico e chimico e nel settore auto
Gli Stati uniti hanno conservato la leadership nei settori più avanzati e nell'innovazione tecnologica (basti pensare che tutti i "socialnetworks"sono stati concepiti e realizzati negli USA, che i sistemi operativi con cui girano i nostri computer sono americani, che il settore farmaceutico è praticamente tutto in mano a Gruppi USA, così come tutto il settore della ricerca nel campo delle produzioni agricole, per non parlare del settore militare e dell'areonautica civile. Wall Street ha continuato ad avere un ruolo di rilievo assoluto come piazza finanziaria.
- la Gran Bretagna ha puntato sulla finanza e Londra in pochi anni si è affiancata a New York come principale piazza finanziaria d'occidente. In Oriente Tokyo e Hong Kong.
Noi siamo rimasti completamente immobili ed inerti nella totale mancanza di una politica industriale da parte dei governi, abbiamo continuato ad accumulare deficit di bilancio enormi (a fine 2013 il rapporto debito/pil sarà superiore al 130%) senza che fossero stati  fatti investimenti di rilievo(un po'di alta velocità, qualche aeroporto minore r poco più). Abbiamo  vissuto al di sopra dei nostri mezzi e ci siamo cullati nell'illusione che lo stellone italico ci avrebbe per l' ennesima volta salvato. Il tutto alimentato da una irresponsabile visione ottimistica veicolata dal premier Berlusconi Ma anche la sinistra ha enormi responsabilità. Il primo governo Prodi, morto per fuoco amico dopo due anni, nella sua prima fase dovette fronteggiare l'emergenza di raggiungere parametri migliori per entrare nell'euro (e per fortuna ci siamo entrati, altrimenti saremmo già in Argentina o in Grecia) e non ebbe tempo di impostare una politica economica di largo e lungo respiro. Il secondo governo Prodi, durato anche meno per sua debolezza interna, nella sua prima fase dovette prendere misure che invertissero la tendenza ad un aumento esponenziale del debito pubblico. E il compianto Padoa-Schioppa ci riuscì, riducendo in meno di due anni il rapporto debito/pil dal 106 al 103%; ma anche al secondo esecutivo del professore di Bologna mancò il tempo e sempre per tensioni interne. Il governo Monti ha operato bene nei primi mesi quando c'era urgente bisogno di recuperare credibilità, poi si è perso nella mediocrità Bisogna dare atto alla Lega di aver capito per tempo i pericoli che venivano dalla globalizzazione; ma fu la ricetta ad essere completamente sbagliata: richiudersi nelle valli a parlare dialetto e a difendere "la roba" non è mai stato un approccio vincente. Di fronte alle spinte enormi della globalizzazione è stato un approccio che definirei "patetico" anche perché non sostenuto da una adeguata preparazione teorica degli esponenti leghisti. Quanto all'industria,  la parte più dinamica e spregiudicata dell'imprenditoria si è salvata "delocalizzando", talvolta in modo del tutto traumatico come è successo anche in questi ultimi giorni. Alcune grandi dinastie imprenditoriali titolari di marchi prestigiosi hanno preferito vendere: ad acquistare sono stati nella pressoché totalità dei casi gruppi esteri (ultimo il caso di Loro Piana), e, comunque, in pochi anni sono scomparse dalla scena aziende italiane di prim'ordine, non siamo più presenti a livello internazionale in settori importanti ed ha cominciato a soffrire anche la piccola e media industria, che non è più "indotto" di apparati produttivi di grandi dimensioni, non ha economie di scala che le consentano di fare investimenti in innovazione e non ha più sbocchi continuativi di mercato.
Inoltre una acritica adesione da parte nostra alle convenzioni di Basilea 1 2 e tre per il settore creditizio ha comportato un irrigidimento e un blocco nell'erogazione del credito, una situazione che ha assunto le caratteristiche di vero e proprio pericolosissimo"credit crunch"
Riscontro concreto di ciò che vado affermando? Scomparse Olivetti, Falck, ridimensionata drasticamente l'attività di Fiat in Italia, chiuso  lo stabilimento di Arese di Alfa Romeo, la Pirelli ormai produce solamente all'estero. La siderurgia completamente ridisegnata: la mano pubblica di fatto uscita di scena, Taranto in mano ai Riva - con tutte le problematiche - così pure Genova, Terni alla Thyssen, il Gruppo Lucchini - nei giorni scorsi è mancato il fondatore Luigi Lucchini - da tempo ha venduto le attività ai russi. Chiusa la Franco Tosi e ridotte al minimo le attività di Ansaldo. Parmalat acquisita da Lactalis. La cantieristica a Trieste, Genova, Ancona che boccheggia, la chimica di base inesistente,(Montedison ed Enichem accorpate in Enimont,furono uno degli esempi più eclatanti del sistema corruttivo dilagato nei primi anni 90). La chimica fine pure (Gardini  - faccio il primo esempio che mi viene in mente -vendette Farmitalia al Gruppo svedese Pharmacia nel Giugno 1993, poche settimane prima di morire). 
E ricordo che quando chiude uno stabilimento o un impianto produttivo di grandi dimensioni, la chiusura si riflette immediatamente sull'indotto diretto ma anche su quello indiretto (l'azienda che fornisce il servizio mensa al personale, le imprese di pulizia, il bar nel quale  i dipendenti fanno colazione prima di iniziare l'attività produttiva, l'edicola dei giornali, il personale per piccoli interventi di manutenzione o di riparazione ecc.ecc,ecc.) Infine, la conseguenza più grave di tutte, in pochissimo tempo si perde il "knowhow" accumulato magari in decenni e - cosa ancor più grave - si perde la capacità di produrne di nuovo, di "knowhow".
La conseguenza di tutto ciò è che praticamente tutto quello che utilizziamo è di produzione non italiana e ci arriva da aziende e Gruppi  stranieri
Ve ne do rapida dimostrazione e conferma; in questo momento:
- il computer sul quale sto lavorando è un vecchio "Fujitsu Siemens"( Giappone - Germania).
- per monitor utilizzo un televisore Philips (azienda olandese prodotto in Oriente) da 19 pollici.
- la tastiera e il mouse sono Microsoft prodotti, penso, in Cina, la stampante una HP prodotta a Taiwan
- il sistema operativo è un vecchio ma ancora efficace Windows XP (Microsoft ma prodotto in Oriente)
- il telefonino appoggiato sul tavolo è un SAMSUNG Galaxi S 3 (Corea del Sud 
- il telefono fisso è un Gigaset della Siemens
- il televisore principale è un LG 47 pollici 3D, in camera da letto un Samsung led 22 pollici (entrambe coreane)
- l'impianto stereo un vecchio ma ancora perfetto SANSUI (giapponese)
- i climatizzatori SAMSUNG
- la mia auto è una Toyota Prius ibrida.
- le scarpe che indosso sono Asics (azienda italiana) fabbricate in Cambogia
- i Jeans  sono IVI OXFORD (comperati allo spaccio aziendale sito a tre chilometri da casa mia) fabbricati in Indonesia
- la polo una IVI OXFORD fabbricata alle Mauritius
Passando al settore della distribuzione, le catene di ipermercati sono quasi tutte non italiane (Carrefour, Auchan, il Gigante, Billa). Uniche italiane di rilievo, per fortuna, Ipercoop e Esselunga.
Potrei proseguire per ore.
Perché ho fatto questo lungo elenco. Per attirare l'attenzione sul fatto che è del tutto demagogico pensare che si possano risolvere i problemi della nostra economia con un colpo di bacchetta magica o con qualche bel discorso che contenga chissà quante dichiarazione di intenti. 
Ma allora non si può far niente? Si, si può fare. Quello che secondo me si può fare alla prossima ed  ultima puntata.
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mercoledì 28 agosto 2013

FINE AGOSTO 2013 IL PUNTO

La terza fase 
Dalla fine della prima Repubblica ai giorni nostri
Gli anni 1992/93 sono gli anni decisivi della nostra storia più recente. Sono gli anni di Tangentopoli, delle stragi di mafia, del crollo dei partiti della prima repubblica e dell'affacciarsi sulla scena di nuove forze politiche. Le tre cose sono intrecciate e interdipendenti da loro.
Tangentopoli
Il 17 Febbraio 1992 viene arrestato l'Ing. Mario Chiesa, uomo di punta del PSI milanese e amministratore del "Pio Albergo Trivulzio", che i milanesi chiamano affettuosamente "La Baggina ", colto in flagranza di reato con una mazzetta appena incassata, E'  l'inizio di tangentopoli. 
Bettino Craxi definisce Chiesa un "mariuolo" isolato ma quello che emerse nei mesi successivi rese evidente che la corruzione era "sistemica" nei rapporti tra Pubblica Amministrazione" e le aziende. Craxi fu il primo ad accusare il pool di Milano guidato da Borrelli di muoversi dietro un preciso disegno politico.
Le elezioni politiche dell'Aprile '92 furono un primo  forte segnale dei cittadini al sistema dei partiti. I partiti del centro sinistra persero una parte non trascurabile del proprio elettorato, ottennero un grosso risultato la Lega a Nord e la "Rete" al sud. Subito dopo le elezioni le indagini del pool di "Mani Pulite" fecero emergere un numero enorme di casi di corruzione. Nel Maggio '92 il Parlamento fu chiamato ad eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. La candidatura Andreotti fu bruciata dall'uccisione, avvenuta in Marzo, del suo proconsole in Sicilia Salvo Lima e dalla strage di Capaci. Fu eletto Oscar Luigi Scalfaro il quale diede l'incarico di formare il nuovo governo a Giuliano Amato. Si comincio a cercare di "incastrare" Di Pietro ma ormai l'opinione pubblica era in gran parte favorevole all'azione della magistratura. Le indagini continuarono e fecero emergere un panorama  di diffuso malaffare. Nelle elezioni amministrative della primavera 93 DC e PSI ebbero un tracollo di consensi. In Aprile Amato dette le dimissioni e Scalfaro affidò il compito di formare il nuovo governo al governatore della Banca d'Italia Ciampi.
Le stragi di mafia e la "strategia della tensione" di cosa nostra.
Il biennio fu anche caratterizzato da un cambiamento di strategia di Cosa Nostra nei confronti del potere politico. I vecchi referenti furono considerati non più affidabili e si cercò di destabilizzare una classe politica ormai al tramonto.
Fu innanzitutto attaccato Andreotti con:
- l' assassinio di Salvo Lima, proconsole di Andreotti in Sicilia, il 17 Marzo 1992              
-  la strage di Capaci, nella quale muore Giovanni Falcone con la sua scorta, il 23 Maggio 1992
ed infatti Andreotti non venne eletto Presidente della Repubblica
- il colpo finale fu l'assassinio di Ignazio Salvo (uno dei due cugini esattori delle imposte in Sicilia legati a Lima) il 17 Settembre1992
Inoltre vennero annientati i due magistrati  che avevano memoria diretta dei segreti e dei rapporti illeciti tra mafia e politica: Falcone in Maggio e Borsellino in Luglio
- nel Gennaio '93 fu arrestato Riina, dopo una latitanza lunghissima e non casualmente. In seno a Cosa Nostra si fronteggiarono due componenti, una che sosteneva la necessità di cessare con gli attentati ed era capeggiata da Provenzano, l'altra militarista che invece riteneva che si dovesse continuare. Prevalse quest'ultima con una sola riserva: che gli attentati si facessero fuori della Sicilia.
Ed ecco gli attentati:
- 24 Maggio 93: fallito attentato a Maurizio Costanzo
- 27 Maggio 93: attentato a Firenze ai Georgofili
- 27 Luglio 93: attentato a Milano al Padiglione d'arte contemporanea
- 27 Luglio 93: attentati a chiese romane
- 31 Ottobre 93: fallito attentato allo stadio olimpico di Roma
Il tramonto dei Partiti del centro sinistra e l'avvento di nuove formazioni politiche
Ho sostenuto in passato che già da qualche anno i poteri forti di questo Paese, in primis la massoneria, si erano mossi per individuare i referenti che avrebbero dovuto sostituire la classe politica ormai putrefatta che governava  il Paese alla fine degli anni '80
In particolare rimando al mio post del 17 Dicembre 2012   dal titolo "Abbozzo di una teoria generale.........."
Comunque è certo che a metà del '93 venne accelerato il  processo di sostituzione dei vecchi partiti del centrosinistra che avevano governato il Paese dagli anni 60 in poi. Ci furono riunioni tra Silvio Berlusconi e forze imprenditoriali e responsabili di organi di informazione, mentre Dell'Utri si occupò dell'organizzazione del nascente partito di Forza Italia in Sicilia  con riunioni sul territorio. Berlusconi scese in campo pronunciando il famoso di scorso che vi propongo in allegato e alle elezioni politiche della Primavera 1994 Forza Italia ottenne un notevole successo (61 su 61 in Sicilia). Silvio Berlusconi ebbe l'incarico di formare il nuovo governo
Iniziava la seconda Repubblica
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martedì 27 agosto 2013

ANCORA SU BANCA DELLE MARCHE

" GUTTA CAVAT LAPIDEM" dicevano i nostri progenitori. Niente di più vero. Il giornalismo di inchiesta è ormai uno dei pochi strumenti che si hanno nelle società complesse per evitare che realtà scomode, comportamenti censurabili, veri e propri reati, vengano nascosti sotto i tappeti e vengano sottratti all'attenzione della magistratura e dell'opinione pubblica. Gli articoli dell'Espresso e, soprattutto, quelli che "Cronache Maceratesi" dedica giornalmente ai problemi della Banca hanno prodotto un risultato importante. L'attenzione è rimasta viva, anzi cresce man mano che emergono nuovi fatti e nuove circostanze Continuano a volare stracci in terra marchigiana. L'avvocato Ambrosini, ex Presidente della banca in quota Fondazione Caripesaro, ha ritenuto di predisporre un memoriale in risposta alle pesanti critiche avanzate dal Consigliere Grassano, espressione della Fondazione Cassa di Risparmio di Macerata, nel momento in cui ha dato le dimissioni dal CDA.
Cronache Maceratesi ha dedicato ieri a questa fase un lunghissimo e dettagliatissimo articolo a firma Marco Ricci alla cui lettura rimando, per completezza, chi fosse interessato ad approfondire l'argomento.
Da parte mia mi limito ad osservare che la "difesa" dell'avvocato Ambrosini in merito a provvedimenti pesantemente censurabili come aver aderito alla richiesta del direttore generale Bianconi e del suo vice Cavicchia di consentire che i due dessero le loro dimissioni nell'estate 2011 per essere poi riassunti qualche settimana dopo (ciò che ha loro consentito di incassare somme notevoli di buonuscita altrimenti non più percepibili in quella misura per effetto di provvedimenti restrittivi emanati da Banca d'Italia in quel periodo), la difesa - dicevo - si limita a sottolineare che i provvedimenti erano stati presi all'unanimità dal CDA e che le Fondazioni si erano trovate d'accordo. E allora, osservo io? La circostanza non attenua le responsabilità del Presidente. Perché è evidente che il CDA, o almeno una parte di esso, è stato cieco dinanzi alle evidenze, sordo ai richiami di quei pochi che sollevavano dubbi ed invitavano ad approfondire, muto quando invece avrebbe dovuto parlare. Ormai sono emerse talmente tante circostanze sospette e decisioni discutibili, che non si potrà più "insabbiare" nulla. Il che mi sembra un risultato non da poco soprattutto se visto in relazione alla tutela degli interessi delle decine di migliaia di clienti/azionisti che hanno creduto alla Banca e nella Banca e che si sono trovati con pesanti perdite. Al riguardo occorre tenere i riflettori accesi sulle aste settimanali delle azioni (la banca non è quotata) che fanno registrare continui ribassi, ribassi che potrebbero anche essere pilotati e, di conseguenza, fattispecie di reato.
Seguo.

lunedì 26 agosto 2013

FINE AGOSTO 2013 - IL PUNTO

Riprendiamo il discorso interrotto:
La seconda fase - dalla crisi petrolifera al crollo della Prima Repubblica.
La fine degli anni sessanta ha segnato,a mio avviso, il punto più alto della storia del nostro Paese: venticinque anni di sviluppo ininterrotto e di conquiste sociali. L'Italia ne esce completamente trasformata, irriconoscibile rispetto  all'Italia del '45.
I due decenni che seguono, fino alla fine della prima Repubblica, mostrano già i primi segnali di cedimento. La crisi petrolfera d'72. che ci costrinse tutti quanti ad andare a piedi, fu un segnale forte: la stagione dell'energia a buon mercato era finita e si verificava un primo massiccio trasferimento di ricchezza in altre aree del globo, in quel caso nei paesi OPEC, i paesi produttori di petrolio. Ma questo segnale e le prime avvisaglie della globalizzazione non furono avvertiti più di tanto in quanto il Paese per tutto il decennio fu "immerso" e "sommerso" dalla strategia della tensione.
Non è questa la sede per affrontare un argomento così complesso ma penso non si sia lontani dal vero a ritenere che l'insieme di violenze, attentati, stragi che culminò con la strage alla stazione di Bologna dell'Agosto 1980 furono la risposta di chi non voleva il cambiamento nel nostro Paese (Stati Uniti per ragioni di equilibri mondiali nel contesto della "guerra fredda" e forze interne di varia matrice: Loggia P 2 - Gladio - gruppi neofascisti, ).
Non tutti sanno che l'espressione "strategia della tensione" (strategy of tension) fu utilizzata dal settimanale Observer in un articolo del Dicembre 69 per definire la politica degli Stati Uniti, con l'appoggio del regime militare greco, tesa a destabilizzare i governi democratici di paesi con forte importanza strategica dell'area mediterranea, in particolare Italia e Turchia.
La sequenza:
- attentati ai treni dell'estate '69
- strage di Piazza Fontana nel Dicembre '69
- strage di Gioia Tauro nel Luglio '70 (furono sabotati dei binari di treno e morirono 6 persone)
- strage di Peteano del Maggio '72 (morirono tre carabinieri attirati in una trappola. La vettura segnalata come sospetta conteneva un carico di esplosivo che li dilaniò.)
- strage della questura di Milano (4 morti e 46 feriti) il 17 Maggio '73
- strage di Piazza della Loggia a Brescia (8 morti e 102 feriti) del 28 Maggio 74
- strage dell'Italicus (12 morti e 105 feriti) del 4 Agosto '74)
- strage di Bologna del 2 Agosto '80 (85 morti  e 105 feriti)
. coda finale: attentato al treno rapido 904 a San Benedetto val di Sangro (17 morti e 260 feriti) del 23 Dicembre '84
In mezzo l'omicidio Moro del Maggio '78
Dal '69 al '75 si contano più di 4.500 episodi di violenza riconducibili alla strategia di cui stiamo parlando.
Da parte mia, ritengo siano inseribili nella strategia della tensione anche "Portella delle Ginestre" del '47 e l'attentato ad Enrico Mattei (scomodo, troppo scomodo per gli interessi USA).
Come appare evidente tutti gli attentati furono compiuti o in Maggio, alla vigilia delle vacanze estive, o in pieno periodo di vacanza o alla vigilia di importanti festività.
Nel decennio '70 il Paese è frastornato, nervoso, non sa in  che direzione sta andando. Le risorse cominciano a mancare e i governi cominciano a finanziare massicciamente "a debito" le uscite dei conti dello Stato (il rapporto deficit/Pil che era al 37,1 a fine '70 si  porta al 58,25 a fine '79).
Gli anni '80 sono gli anni dell'euforia. L'approccio alla vita è "latu sensu" edonista. Si vive a debito, sia a livello individuale che nella gestione dei conti dello Stato (il rapporto deficit/pil sale a fine '89 al 93,31). I valori cambiano; conta chi vince; non importa come e a quale prezzo La corruzione invade tutti i gangli del'economia. La prima Repubblica sta crollando su se stessa. Le stragi di mafia dell'inizio degli anni 90 preparano il terreno alla seconda Repubblica e ai suoi protagonisti.
Fine della seconda parte - segue.
Post scriptum: non capisco perché ad un certo punto è cambiata la dimensione del carattere. Ad evitare di cancellare tutto (ho sempre sostenuto di essere un "pretecnologico") lascio così.



INCERTEZZA DELLA SITUAZIONE POLITICA

Oggi riprende a pieno ritmo anche l'attività politica che, per la verità, quest'anno non si è mai completamente interrotta.
Il PDL si è riunito  nel "nido dell'aquila" di Arcore, nell'obersalzberg brianzolo. (parentesi: è sempre bene ricordare che SB quella villa l'ha rubata alla marchesina Casati Stampa con la complicità del senatore Bergamasco del PLI e dell'avvocato Previti).
Sembra abbia prevalso la linea dura portata avanti da Verdini, detto "il banchiere" perché si é "arrubbato", come direbbero a Napoli, una banca (cfr. miei post all'oggetto), Daniela Santanché, della quale abbiamo parlato a lungo, e Brunetta, il noto economista prossimo premio Nobel (l'ha detto lui).
In casa PD sembra ci sia una granitica opposizione - non ci credo nemmeno se lo vedo - ad ogni tentativo da parte del PDL di risolvere la "questione Berlusconi", che dopo la "questione meridionale" (cfr. Giustino Fortunato) è stata la più importante dal'unità d'Italia in poi, con una operazione "over line"
Cosa ci riserverà il futuro? E chi lo sa?
Io una prima risposta la trovo nel video che trovate allegato.

domenica 25 agosto 2013

FINE AGOSTO 2013 - IL PUNTO

Da qualche giorno i temporali hanno fatto dileguare la cappa di afa che ha caratterizzato l'estate, le attività produttive stanno riprendendo, la gente è tutta o quasi a casa ormai. Si avverte un clima di incertezza mista a preoccupazione nei volti e nelle parole di tutti la situazione politica è quella che è, cosa ci aspetta nell'immediato futuro? Si può essere ottimisti alla luce di timidi segnali di ripresa che si intravedono o è ancora buio pesto? Io di solito non sono né pessimista né ottimista, a priori; tuttalpiù fortemente scettico e, comunque, realista. E cerco di vedere le cose sulla base dei fatti e non sulla base di quello che si vorrebbe senza chiedersi se ciò è possibile o no.
Faccio qualche passo indietro per cercare di capire cosa dobbiamo aspettarci.
Divido la storia d'Italia del dopoguerra in tre periodi:
- prima fase dal 1945 al 1970
Il nostro Paese ha vissuto in questi 25 anni la fase di più rapido e consistente sviluppo della sua storia trasformandosi da paese sostanzialmente agricolo e povero a paese a forte vocazione industriale.
Questo risultato è stato frutto, secondo me, dell'azione congiunta di quattro forze, sostanzialmente:
a) il piano Marshall: ormai tutti hanno dimenticato il piano marshall ma bisogna riconoscere agli Stati Uniti un ruolo molto importante nella ripresa del primissimo dopoguerra. A Yalta le potenze ormai vincitrici avevano già stabilito che l'Italia rimanesse "di qua". Ciò non toglie che si deve riconoscere a De Gasperi e a Saragat - in primis - il merito di avere condotto con equilibrio il ritorno del Paese alle normali relazioni internazionali
b) una imprenditoria privata motivata, dinamica, capace.
Il ruolo di Fiat, Pirelli, Olivetti, Montedison, Italcementi, Gruppo Borghi, Zanussi, Ferrero, Ferrari, Barilla, Lucchini e tanti altri è indiscutibile. Non c'è crescita, non c'è sviluppo se non c'è una economia forte, competitiva e che crede in quello che fa. 
c)  sistema delle partecipazioni statali: IRI ed ENI, in minor misura Efim, hanno creato milioni di posti di lavoro. L'Eni ha assicurato, sotto la guida di Mattei, una politica di approvvigionamento energetico non subalterna e ha creato centinaia di migliaia di posti di lavoro "veri", portando attività industriali in luoghi dove l'industria non esisteva (basti pensare ai poli petrolchimici in Sicilia e in Puglia). L'IRI è stato il grande motore dello sviluppo industriale del Paese in settori importanti:
- cantieristica con l'Italcantieri a Trieste e Genova
- siderurgia: basti pensare ai poli di Genova, Terni, Napoli, Taranto dell'Italsider
- settore difesa e spazio: con Finmecanica
- infrastrutture con la società Autostrade
- energia con l'Ansaldo
- media con la RAI
ed altri
d) le multinazionali che in quella fase delocalizzavano da noi. Non dimentichiamo che Philips fabbricava televisori a Cinisello Balsamo, che IBM occupava negli anni 60 15.000 persone, che la Hoechst aveva un importante pol farmaceutico in Abruzzo e così via.
In questi venticinque anni si sono accumulate risorse per mettere in piedi lo stato sociale (pensioni, assistenza sanitaria, scuola), per dotare di infrastrutture il Paese(la rete autostradale se non avessimo la quale saremmo completamente tagliati fuori), il tunnel del Monte Bianco, i porti.
Alla fine di questa fase l'Italia si trovò con un apparato industriale importante, con infrastrutture adeguate, con un giusto mix tra grande industria e picola/media).
Inoltre, sulla spinta di sollecitazioni sia interne che esterne si dotò di una legislazione in linea con i Paesi iù avanzati su importanti aspetti della vita sociale. Sono di quegli anni lo statuto dei lavoratori, la legge Basaglia, la legge sul divorzio e tante altre.
Da sottolineare infine che tutto questo fu finanziato praticamente senza ricorso al debito pubblico; nel 1946 il rapporto debito/pil era del 40,02. Nel '70 era sceso al 37,11
Vedo che il post sta venendo troppo lungo. Lo spezzerò in due o tre parti. segue

giovedì 22 agosto 2013

PITONESSE E VIPERE VELENI E L'AVVELENAMENTO DEI POZZI

La signora Daniela Santanché è - come a tutti noto - una tosta signora piemontese, di Cuneo per l'esattezza, esponente di punta del PDL dove è annoverata tra i falchi.
I media la chiamano "la pitonessa" e, debbo confessare, non ho mai capito perché. Se proprio debbo trovare delle assonanze con un rettile, più che ad un pitone, che soffoca lentamente le sue vittime, la vedrei  piuttosto come una vipera, che attacca repentinamente e violentemente la sua vittima cui inietta il suo veleno mortale.
La signora è una imprenditrice di successo: il Billionaire e soprattutto l'amato TWIGA in Versilia, fondato insieme a Briatore, Lippi e al povero Brosio, il quale, dopo l'esperienza con la pitonessa, ha creduto opportuno iniziare un percorso mistico che lo ha allontanato dalla Versilia. Del primo marito della signora abbiamo parlato qualche giorno fa; adesso la signora sta con Sallusti e immagino che serate allegre tra i due quelle poche volte che non sono impegnati in società, come si soleva dire un tempo.
La Santanché, che è anche una illustre giurista, ha sentenziato, sgombrando il terreno da ogni possibilità di equivoco:
Il PD - ha detto - deve salvare Berlusconi. Le sentenze - e qui il veleno mortale che avvelena i pozzi - non contano.
Proprio così, le sentenze non contano. 
Il "Fatto quotidiano" di oggi pubblica una lunga intervista alla pitonessa/vipera (convenite con me che è più una vipera che una pitonessa) di Beatrice Borromeo. Una intervista da incorniciare perché è un concentrato di quel "mondo alla rovescia" di cui parlava ieri Ezio Mauro. Secoli di civiltà giuridica, dalla "Magna Charta Libertatum" a Montesquieu, dai "principes" dell'89 alla "dichiarazione dei diritti dell'uomo" spazzati via  in poche righe dalla Santanché, di Cuneo.
Solo adesso capisco perché il principe Antonio de Curtis, in arte TOTO', diceva sempre: "Io, io, ho fatto il militare a Cuneo"
Per fortuna che, mentre scrivo, sto ascoltando un bellissimo album dei Pink Floyd, il concerto tenuto a Londra nel 94. PULSE. Ascoltatelo, date retta a me, e dimenticate per un attimo la Santanché.

POST SCRIPTUM
Leggo che la signora ha dichiarato che l'appellativo "pitonessa" attiene all'oracolo di Delfi, la Pitia detta anche "la pitonessa". Prendiamo atto della precisazione e ricordiamo alla signora che "la Pitia" vel "Pitonessa"..................era vergine.

RICOMINCIAMO A PARLARE DI MONTEPASCHI

Dopo aver tanto parlato di Banca delle Marche, ma ci sarà da parlare ancora parecchio,  è il caso di ritornare a parlare di Montepaschi. I due "casi" del resto, come ho avuto modo di affermare in passato, sono più intrecciati di quanto non sembri. In questi giorni si sta cercando il nuovo Presidente della Fondazione, e sembra che Bini Smaghi - di cui si era fatto il nome - si sia defilato. Emergono attraverso la stampa i verbali di alcune dichiarazioni, deposizioni fatte alla magistratura da alcuni dei protagonisti del caso. E' soprattutto "Il fatto Quotidiano" a parlarne ma anche altri organi di informazione hanno ricominciato ad interessarsi della storica banca senese ridotta ad un colabrodo da una gestione che chiamare dissennata è dir poco.
Ricostruiamo gli avvenimenti. Il glorioso Montepaschi, fondato nel 1472, si ritrova ad essere a metà degli anni '90 una grande banca regionale con una presenza fortissima in Toscana ma scarsa nelle altre Regioni. Inizia una politica di acquisizioni, politica che, in sé, è del tutto condivisibile, ma.
- nel 1999 acquisisce dal Gruppo Semeraro di Lecce per 2.500 miliardi di lire, una follia, la Banca 121 - già Banca del Salento. L'ha voluta chiamare così il Direttore Generale De Bustis per stare ad indicare che la fregatura te la davano personalizzata (onetoone). Contratti capestro al limite della truffa e nefandezze di ogni specie. per cui si apre un contenzioso a non finire con la clientela. Probabilmente l'hanno comprata a scatola chiusa. Accortisi di cosa avevano comperato invitano De Bustis a lasciare (in cambio di quale corrispettivo?), cercano di nascondere le falle e nel 2010 la incorporano in Montepaschi. De Bustis se ne va in Deutsche Bank dove inonda di derivati "farlocchi" comuni, provincie, regioni, enti ed aziende. Altro contenzioso a non finire. Da lì passa alla Popolare di Bari.
Domanda: chi ha deciso il prezzo? Chi ha fatto le trattative?
- quasi contemporaneamente acquisisce Banca Agricola Mantovana, delle tre acquisizioni la meno sciagurata, che avrebbe dovuto assicurare una presenza forte nel nord-est. E' la banca della razza padana, dei Colaninno, di Chicco Gnutti, dei Marcecaglia, dei Lonati. Chissà cosa ci hanno trovato dentro. Comunque anche BAM viene successivamente incorporata
- finalmente nel 2007 il capolavoro. Acquista da Banco Santander la Antonveneta per la bella cifra d 16,7 miliardi tra prezzo pattutito (10,1 mld) ed accollo di debiti che la banca acquistata aveva nei confronti di ABN AMRO. Ricordiamo tutti che qualche mese prima Antonveneta era stata oggetto di una feroce guerra tra la Popolare di Lodi guidata da Fiorani e la olandese ABN. Alla fine av eva prevalso ABN che pochi mesi dopo la aveva rivenduta a Santander per 6,5 miliardi. Santander la rivende poco dopo a tre volte tanto ai furbi toscani.
A questo punto ci si chiede. Chi ha condotto le trattative? Chi ha determinato il prezzo? E' stata fatta una "due diligenze"? Emergono particolari interessanti:
- il Presidente di Montepaschi Mussari, interrogato dalla Procura di Siena risponde: "Non ricordo come si svilupparono le trattative per l'acquisizione della Antonveneta" Cristo, osservo io: questo spende 16 miliardi di euro e passa, è il Presidente della banca e non si ricorda. Peccato che il "padrone" di Santander, Botin, abbia invece dichiarato "che la trattativa è stata fatta al telefono con Mussari."
Dunque a chi credere? A Mussari che non si ricorda o a Botin che dice di aver trattato con lui al telefono?
Sarà stata fatta una "due diligence"? mi chiedo io. Sembra proprio di no perchè "c'era fretta di chiudere in quanto bisognava sconfiggere la concorrenza di BNP Partibas , anch'essa interessata." Botin invece dice che non si è mai parlato di una offerta concorrente  di BNP.
Esilarante poi la deposizione della dottoressa Tarantola, allora capo della vigilanza di Bankitalia - ora Presidente della Rai - la quale riferisce che in un colloquio intervenuto con i vertici di Montepaschi "si era raccomandata di far bene l'acquisizione" Testuali parole; mi ricorda mia mamma che quando da ragazzino andavo a giocare a pallone mi diceva sempre: copriti e non sudare.
Anche Saccomanni, poi, allora Direttore Generale Bankitalia - ora Ministro dl'economia - che dichiara:"Non so se fu fatta una due diligence per l'acquisto di Antonveneta. Peraltro per prassi  Bankitalia caldeggia sempre che sia fatta la "due diligence" E finisce lì. A cosa serve una vigilanza Bankitalia fatta così non lo so . E infatti in un imminente futuro la vigilanza sarà fatta dalla BCE, si spera con migiori risultati.
E il cda, mi chiedo? Hanno votato alla unanimità: saranno stati informatisimi. Nemmeno per sogno. Mussari aveva detto che bisognava fare in fretta e tutti hanno convenuto con lui. A parte il fatto, osservo io, che la maggior parte dei componenti del CDA di queste cose non capiscono un acca per cui anche se fossero stati informati dettagliatamente sarebbe cambiato poco. L'attuale President della Fondazione, Gabriello Mancini, ad esempio è ragioniere alla ASL di Poggibonsi. Con tutto il rispetto. ............Ma è in quota Margherita......e allora tutto va a posto.
Questa è la classe dirigente del Paese. Altro da aggiungere, oggi, non ho.

martedì 20 agosto 2013

IL MIO CORSO DI ECONOMIA, BORSA E FINANZA ALLA UNIVERSITER DI CASTELLANZA

Ho appena comunicato alla Universiter di Castellanza che quest'anno non terrò il mio consueto corso di economia. borsa e finanza.
Il motivo: molto semplice. Non mi sento in grado, fisicamente e anche moralmente, di tenerlo con la dovuta continuità di impegno e con la dovuta efficacia. Ciò non toglie che sarò sempre disponibile nei confronti dei miei allievi/amici a dialogare in tutte le forme che saranno ritenute possibili. Mi auguro che sia solo un arrivederci e che le energie, che in questo momento mancano, tornino a fluire abbondanti in me.  

domenica 18 agosto 2013

MARTIN LUTHER KING 28 AGOSTO 1963 - BOB KENEDY DISCORSO SUL PIL

Vi sottopongo i video di due discorsi che secondo me marcano la storia. Del primo i prossimi giorni ne parleranno tutti i media. Il secondo mi sembra altrettanto importante. Per ricordare che in politica si può volare alto, se se ne hanno le capacità e la necessaria tensione ideale.



sabato 17 agosto 2013

LA DEMOCRAZIA E IL RICAMBIO DELLA CLASSE DIRIGENTE

In questi giorni stiamo assistendo al patetico tentativo dell'ex premier Berlusconi di ritornare a proporsi alla guida del Paese. Quegli aerei sulle spiagge con lo striscione pubblicitario "Forza Italia - Forza Silvio" sono talmente disarmanti che ogni commento è superfluo. Sembra di essere tornati alle spiagge degli anni sessanta con la pubblicità della cedrata Tassoni e della brillantina Linetti.
Quelle lacrime dal balcone di Palazzo Grazioli, poi, imbarazzanti non tanto per chi le ha viste quanto per chi le ha versate.
Assurdo poi il meccanismo attraverso il quale il cavaliere (decaduto) dovrebbe recuperare "l'agibilità politica": "la grazia".
Precisiamo: la "Grazia" è una forma di clemenza individuale che presuppone:
- un reato grave
- l'aver scontato lunghi anni di pena
- aver dato ampie e reiterate dimostrazioni di pentimento ( recita giornaliera dell'atto di dolore, il presentarsi in pubblico con il capo cosparso di cenere ecc.)
- richiesta motivata al Presidente della Repubblica il quale, dopo aver esperito le opportune indagini, la concede.
Cosa c'entra il caso di Silvio nostro con questo quadro non si capisce. Non ha ancora scontato un giorno di pena, manifestazioni di pentimento non se ne vedono, il reato commesso è grave ma la durata della pena breve, per cui............
E poi, ammesso che venga "graziato", con che faccia può riproporsi al Paese. E' come se Graziano Mesina volesse fare il ministro della Giustizia.
A me l'ex cavaliere ricorda quei soldati giapponesi dispersi in qualche isola del pacifico ai quali nessuno aveva detto che la guerra era finita. Ieri glielo ha detto Feltri ma bisogna insistere.
Bizzarra poi quella tesi secondo la quale, essendo stato votato da 10 milioni di italiani, praticamente ciò lo pone al di sopra della legge. La cifra di 10 milioni è quella sparata dagli esponenti del PDL. In effetti  il PDL ha avuto 7.332.972 voti alla camera e 6.829.587 al Senato; questo per amor di precisione.
Ma tutto ciò è solo una premessa perché il problema vero è un altro: in nessuna democrazia occidentale una leader politico rimane al potere per un periodo così lungo. La democrazia richiede ricambio, avvicendamento, osmosi.
Nel '94 - quando SB scese in campo - Presidente degli Stati Unirti era Bill Clinton al quale subentrò nel 2001 George Bush a sua volta avvicendato nel 2009 da Barack Obama
In Germania era cancelliere il vecchio Kohl al quale subentrò nel '98 Gerard Schroeder a sua volta avvicendato da Angela Merkel.
Nel regno Unito governava Major al quale subentrò nel '97 Tony Blair fino al 2007, poi Gordon Braun fino al 2010 e ora David Cameron.
In Francia nel '94 era ancora Presidente il "vecchio" Mitterand al quale subentrò nel '95 Chirac fino al 2007, poi Sarkosy fino al 2012  e dal 2012 Hollande.
Per cui, caro ex cavaliere, prenda atto del tempo che passa. Avremmo tutti un gran bisogno che di Lei non si parlasse più per un lungo periodo di tempo. Ci verrebbero risparmiate anche le esternazioni di Brunetta, della Biancofiore, di Cicchitto e della Santanchè. Pensi Lei che pace. Un accorato appello: Cavaliere (ex), ci faccia la grazia.

mercoledì 14 agosto 2013

FERRAGOSTO

Il nostro Ferragosto prende nome da una festa istituita all'inizio della nostra era, precisamente nell'anno 18 a.c. dall'imperatore Augusto. Feriae (riposo) di Augusto. La festività aveva lo scopo di assicurare alla gente un giorno di riposo dopo le grandi fatiche nei campi delle settimane precedenti. Nel corso della festività, in tutto l'impero si organizzavano corse di cavalli, gli animali da tiro (asini, muli, buoi) venivano esentati dal lavoro e venivano agghindati con fiori. Se ci si pensa bene nel Palio di Siena rivivono in pieno queste antiche tradizioni; basti sottolineare che oggi, a Siena, il vincitore vince il Palio/Pallium, il drappo di stoffa pregiata che era il premio consueto per i vincitori delle corse di cavalli nell'antichità.
In epoca più vicina alla nostra, il regime fascista valorizzò la festività del Ferragosto; furono istituiti i treni popolari , a prezzi fortemente scontati, che davano la possibilità anche ai ceti economicamente meno favoriti di fare, una volta l'anno, una gita fuori dai comuni orizzonti. Molti, abitando in campagna, videro il mare per la prima volta usufruendo dei treni popolari.
Nel dopoguerra le grandi aziende presero l'abitudine di chiudere quindici giorni o tre settimane in Agosto per cui le attività si ridussero significativamente durante la decade centrale di Agosto e "il Ferragosto" divenne sinonimo di "vacanza".
Per quanto mi concerne, ho sempre preferito andare in vacanza in Luglio (giornate più lunghe, tempo più stabile, minor affollamento e............prezzi più contenuti)
. A Ferragosto in genere restiamo a casa o andiamo in montagna da amici. Quest'anno a casa, a goderci la nostra terrazza dalla quale abbiamo una splendida visuale su 350 chilometri di arco alpino.

martedì 13 agosto 2013

ANCORA SU BANCA DELLE MARCHE

Mi auguravo di poter far passare Ferragosto senza dover parlare ancora di Banca delle Marche ed invece vedo che non è possibile. Perché adesso è il mondo della "politica" a muoversi freneticamente o reclamando maldestramente la primogenitura nell'aver individuato la situazione reale della banca ( i grillini) o "reclamando" - adesso, non prima -  indagini approfondite e senza sconti per nessuno che accertino le responsabilità della passata gestione (è il caso del pd, prima con l'intervento del Consigliere Regionale Marangoni     ed ora con l'intervento del senatore Morgoni - pd ex pci - che ha rilasciato una lunga intervista a Marco Ricci di Cronache Maceratesi)
A questo punto mi sembra opportuno mettere qualche puntino sulle i e qualche punto fermo ad evitare che le acque si intorbidino ulteriormente e che i marchigiani si perdano nel cercar di capire "chi ha ragione". I punti fermi a mio avviso sono i seguenti:
a) quasi dieci anni fa, nell'Aprile 2004, arriva a fare il Direttore Generale in BDM un giovane e brillante dirigente, Massimo Bianconi. Chi è Massimo Bianconi e chi lo manda nelle Marche. 
Bianconi nasce a Norcia nel 1954. Entra in Banco di Santo Spirito dove è seguito e valorizzato dal Vicedirettore Generale Paolo Accorinti l'uomo che di fatto ha in mano l'Istituto  In Banco Santo Spirito arriva ad essere condirettore affari della Sede di Torino nel momento dl fusione del Santo Spirito con Cassa di Risparmio di Roma(1991)
Nel 1995 la Banca Nazionale dell'agricoltura viene rilevata dl Gruppo Banca di Roma e il Dr. Accorinti va ad occupare la carica di Presidente. Negli stesse settimane lascia Banca di Roma anche il Direttore Centrale Mario Petroni che va ad occupare il ruolo di Direttore generale della Banca Agricola Mantovana. Bianconi va ad affiancarlo come Condirettore Generale. Nel 98 Bianconi lascia la Agricola Mantovana e va ad affiancare Accorinti come Amministratore Delegato della BNA.  
Il passo successivo, pochi mesi dopo, lo porta a ricoprire il ruolo di Direttore Generale in Cariverona.
Nel Settembre 2000 viene nominato Direttore Generale del Credito italiano.
Nel Dicembre 2001 viene nominato direttore Generale della costituenda "Private bank" del Gruppo Unicredit
Pochi mesi e nell'ottobre 2002 entra al San Paolo/Imi come responsabile del coordinamento commerciale e del marketing strategico
Nell'Aprile 2004 viene finalmente nominato Direttore Generale di Banca delle Marche
Curriculum strano e sospetto il suo. Non si è mai visto nella storia del sistema bancario italiano un tale vorticoso giro di cariche( e forse mi è sfuggito qualche passaggio) di estremo prestigio in capo ad una sola persona come se quella persona fosse una pedina che qualcuno, Geronzi a mio avviso con l'avallo di Bazoli e di Bankitalia, manovrava a suo piacimento in un momento di estrema turbolenza del sistema impegnato in fusioni e acquisizioni varie e in una feroce lotta di potere.
Arrivato nelle Marche prende le misure, vede che può tenere in mano tutto e tutti  continua a fare quello che aveva fatto nei precedenti incarichi. Fare cioè gli interessi propri con i denari della Banca (affidamenti al Gruppo Casale, affidamenti spropositati al Gruppo Lanari e così via.) Questa è storia più recente e ne ho già parlato
Per aver mani libere si circonda di tre vicedirettori generali di sua ssoluta fiducia ed ottiene l'appoggio di tutto o parte del CDA; in primis quello del Presidente Lauro Costa.
Chi lo ha fatto arrivare nelle Marche? Secondo me - lo ho appena detto - la massoneria e i poteri forti del settore bancario (Geronzi e Bazoli) con la presenza attiva dei DS che controllano MPS e cercano di aumentare la loro presenza nel settore bancario (non è un caso che MPS rilevi la Agricola Mantovana ben prima dell'Antonveneta). E ce lo ricordiamo tutti il ......................." ma allora abbiamo una banca .............." di Fassino al telefono con Consorte durante il tentativo di scalata alla BNL. Banca delle Marche si inserisce, a mio avviso, in questa strategia: non dimentichiamo che a fare il Vicedirettore Generale di Banca delle Marche arriva Claudio dell'Aquila, legatissimo al sindaco di Siena Piccini.
Quindi Bianconi per più di otto anni nell'assoluto silenzio dei sindacati( tutto andava bene, madama la marchesa), delle forze politiche (che si svegliano solo adesso), delle Fondazioni, che avevano il controllo della banca senza doverci mettere un euro, dei piccoli azionisti (la banca andava bene),degli organi di controllo, della Banca d'Italia, degli organi di informazione, che per anni hanno presentato, e lo hanno fatto fino al'ultimo, una situazione idilliaca, Bianconi, dicevo, per più di otto anni ha fatto il bello ed il cattivo tempo. I bilanci erano falsi, perché non venivano  fatti i dovuti accantonamenti, gli affidamenti venivano concentrati su pochi grandi "prenditori"con i quali il Direttore Generale aveva "rapporti d'affari personali"(nel senso che lui dava o faceva dare affidamenti e loro in cambio o vendevano immobili "a prezzi stracciati" a società riconducibili alla famiglia Bianconi o trovavano qualche altra forma per manifestare il loro apprezzamento).
Bianconi ha fatto ciò che in questi ultimi venti anni molti hanno fatto: sicuri dell'impunità e anzi del plauso di chi apprezza i "vincenti" ha fatto soldi, come altri, approfittando delle cariche che ha ricoperto, tutte attribuite per cooptazione dalla casta.
Unici a rompere le uova nel paniere, l'Espresso, che ha dedicato alla BDM vari articoli in tempi non sospetti, "Cronache Maceratesi" che da tempo ha focalizzato l'attenzione  sulle problematiche della banca marchigiana e che ha fatto un ottimo giornalismo di inchiesta, la Gabanelli che ha dedicato alla Banca una trasmissione addirittura nel 2007. Di me non parlo perché non conto e poi perché basta andare a ritroso su questo blog per farsi una opinione.
Questo mi sembra il punto della situazione alla vigilia di Ferragosto, altro che errori tencici, e ritengo sia opportuno, per il bene dell'economia marchigiana e dei risparmiatori marchigiani, che tutti i protagonisti giochino d'ora in poi a carte non truccate.
Non c'è più tempo per le furbizie ed i rimpalli.

sabato 10 agosto 2013

SUN SEA AND SEX

Negli Stati Uniti si dice che l'estate è la stagione delle tre esse:
SUN (sole), SEA(mare) and SEX (itself explaining).
Quest'ultimo meglio se da innamorati, aggiungo io.
Allora auguro a tutti, giovani e meno giovani, un'estate piena di esse e..............se possibile di amore (un po' più difficile per tutti).
Accompagno gli auguri con cinque pezzi uno per il mare, uno per il sole, uno per il sesso, due per l'amore.

venerdì 9 agosto 2013

BARDALONE E LA MONTAGNA PISTOIESE

Dopo aver parlato tanto di Banca delle Marche, di Silvietto nostro e delle vicende economiche del nostro Paese, oggi parleremo di tutt'altro.
Parleremo di un libro scritto dal nostro caro amico Franco Silvestri lo scorso anno in occasione del centenario dalla fondazione della "Società di Mutuo Soccorso e Pubblica assistenza di Bardalone (1912-2012)
Franco è stato un grande e stimato dirigente di Banca in un Istituto difficile ma ha sempre coltivato anche "altro". Ed ora che ha più tempo a disposizione, l'altro sta emergendo attraverso una meritoria opera di riscoperta, e trasmissione, della memoria della sua terra, la montagna pistoiese. Il "nostos" colpisce tutti, perché quello che siamo è innanzitutto frutto delle nostre radici, ed in Franco ha colpito con particolare intensità; mi piace al riguardo citare la dedica che ci ha fatto nel darci una copia del suo libro:
" A Milena ed Alberto, grandi amici, "emigrati" come me"
17/XII/2012 
Il libro si intitola "Mille parole tantissimi fatti" ed è diviso in due parti:
- nella prima parte Franco ricostruisce la storia del territorio e la storia della "Società di mutuo soccorso e pubblica assistenza di Bardalone", una delle tante associazioni che nella prima parte del secolo scorso vennero fondate un po' dappertutto ma in particolare in Italia Centrale per dare pratica attuazione a quegli ideali di solidarietà e giustizia sociale comuni sia al mondo cattolico che alle forze socialiste.
- la seconda parte è un ricchissimo e  documentatissimo "glossario"di parole, espressioni, modi di dire di quella civiltà ancora in gran parte contadina che vide la nascita della "Società", fondata nel 1912, tra l'altro l'anno di nascita di mio padre.
Il libro è un distillato di saperi, sapori, odori di una società che oggi non c'è praticamente più ma sui cui sedimenti poggia l'odierna convivenza di un piccolo paese e di un piccolo territorio del nostro Paese. 
E Dio sa se c'è necessità oggi, in Italia, di un recupero della nostra storia, della memoria di una nazione che ha fatto fatica a "stare insieme"ma che "c'è"
Un ringraziamento particolare, il nostro
Alberto e Milena

giovedì 8 agosto 2013

BANCA DELLE MARCHE - AGGIORNAMENTO

Il giornalismo di inchiesta, se fatto bene e seriamente, svolge un ruolo importante e insostituibile per la comprensione da parte del comune cittadino di fatti ed eventi che altrimenti rimarrebbero nascosti o mal compresi e per mantenere desta l'attenzione su "casi" che correrebbero il rischio di essere insabbiati. Cronache Maceratesi sta svolgendo questo ruolo egregiamente e va riconosciuto al foglio on line di Macerata se ieri è emerso che il nuovo direttore generale Goffi già da mesi aveva presentato due esposti denuncia alla procura della Repubblica di Ancona su episodi e rapporti opachi e non chiari all'interno della banca e della sua società di leasing. Va dato atto a Goffi che si è mosso tempestivamente e con encomiabile riservatezza.
Oggi CM danno la notizia che è stato dato incarico alla società "Accuracy" di accertare l'entità dei danni che la banca e i suoi azionisti hanno subito per il comportamento anomalo dei suoi vertici.
La sensazione che si ha è che ci sia volontà di andare fino in fondo e scoperchiare tutte le pentole. La stessa volontà che ci vorrebbe per i mille casi analoghi che caratterizzano il Paese nel suo complesso. Solo così il Paese si può salvare.
E' un dovere che abbiamo tutti quanti nei confronti delle nuove generazioni

ANCORA SU BANCA DELLE MARCHE

Gutta cavat lapidem, dicevano i nostri progenitori. Ed in effetti l'attenzione costante che "Cronache Maceratesi" dedica  da tempo all'argomento, gli articoli dell'Espresso, interventi diversi, tra i quali inserisco anche il mio, qualche effetto lo hanno prodotto.
A seguito delle risultanze delle indagini legali affidate allo studio "Bonelli, Erede Pappalardo" e degli accertamenti degli organi di controllo interno richiesti dal Direttore Generale Goffi sia per l'attività della capogruppo sia per quella della Medioleasing, controllata al 100%, la Banca ha presentato due esposti denuncia alla Procura della Repubblica di Ancona. Il primo esposto, presentato il 28 Febbraio del corrente anno, riguardava proprio l'attività della società di Leasing ed in particolare i rapporti con dieci società clienti. Un successivo esposto dell'8 Marzo ha riguardato i rapporti con 5 grandi clienti tra i quali il Gruppo Casale, con il quale la famiglia Bianconi aveva rapporti d'affari privati,  il Gruppo Ciccolella e il Gruppo Mazzaro Canio. Mazzaro Canio è l'ex marito della Santanché e nei consigli di amministrazione delle società del Gruppo stesso figurano la Santanché, Luca Bianconi - figlio dell'ex DG - e anche Cirino Pomicino. E anche il vicepresidente Ambrosini è coinvolto. Last but not least, sotto la lente di ingrandimento è finito anche il fatto che la cricca Anemone Balducci avesse in Banca delle Marche il suo punto di riferimento bancario. Ed io proprio da lì sono partito con il mio primo post dedicato a BDM, scritto il 27 Febbraio 2010. Bellissimo l'ultimo articolo di Marco Ricci su Cronache Maceratesi al quale mi permetto rimandare per completezza Sottopongo alla vostra attenzione le parole con le quali Ricci termina il suo scritto:
"L'accertamento della verità e delle responsabilità, che difficilmente possono essere imputate solo all'ex direttore generale Massimo Bianconi, non possono a questo punto essere unicamente il tentativo di riparare alle perdite patrimoniali. Ma un vero e proprio dovere morale nei confronti dei dipendenti, degli azionisti e dell'intera collettività marchigiana"
Sottoscrivo pienamente, come cittadino e come marchigiano.

mercoledì 7 agosto 2013

SIAMO A QUOTA 100.000

Quando stamattina, aprendo il blog, ho realizzato che in giornata sarebbe arrivata la visualizzazione numero 100.000, ho pensato immediatamente ad un grande stadio di calcio. Mi sono sentito come l'unico giocatore in campo davanti agli spalti pieni. Poi ho pensato che gli stadi di oggigiorno non arrivano praticamente mai a 100.000 posti. Piccola ricerca: in Europa in testa alla lista c'è il Camp Nou di Barcellona con 99.354 posti, seguito dal Wembley di Londra a quota 90.000 e dal Santiago Bernabeu di Madrid con 85.354. Se si rimane nel nostro paese il più capiente è San Siro/Meazza con 81.277 seguito dall'Olimpico di Roma con 73.261 e dal San Paolo di Napoli con 60.240.
Se estendiamo la ricerca a livello mondiale al primo posto troviamo il Rungrado May Day di PyongYang (Corea del Nord) con 150.000 posti seguito dal Salt Lake Stadium di Calcutta con 120.000 posti e dallo Stadio Azteca di Città del Messico con 105.000 posti.
Mi sono sentito ancora più piccolo anche perché, e lo ripeto per l'ennesima volta, se le visualizzazioni giornaliere sono tante, ormai quasi costantemente sopra le 200, i commenti, per contro, arrivano con il contagocce. Io sento ( I feel, in inglese è altrettanto efficace) che c'è interesse intorno a quello che scrivo ma è come se scrivessi in un acquario. Nell'acquario ho scritto 1.215 post.
In sintesi, al di là di ogni altra considerazione, ringrazio sinceramente tutti coloro che hanno la bontà di leggere quello che scrivo per l'apprezzamento che mi dimostrano. Il mio è uno spazio che vuole essere a disposizione di tutti coloro che desiderano approfondire problematiche varie in piena libertà ed autonomia di pensiero.
Rubo all'amico Alessandro Berteotti, il quale purtroppo scrive sempre più raramente sul suo, di blog, la frase che ha messo come "fil rouge" del suo pensiero e  che condivido pienamente:
Non ho verità da regalare, solo un pensiero libero, che liberamente lascio al vostro commento.


POST SCRIPTUM Avevo appena pubblicato questo scritto che, andando sul blog di Alessandro, h visto che ha ripreso a scrivere. Un bellissimo articolo che mia moglie aveva già commentato. Buon segno, tutto buon srgno