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martedì 30 maggio 2017

CONTINUIAMO A PARLARE DI BANCHE: BANCA POPOLARE DI VICENZA E VENETOBANCA

Governi, ministri dell'economia, Bankitalia in questi ultimi anni si sono trovati sempre d'accordo nel lanciare messaggi tranquillizzanti circa il vero stato di salute del nostro sistema bancario. Erano ben consci che se si fosse aperta una breccia avrebbe potuto innescarsi un pericoloso meccanismo di sfiducia che avrebbe potuto avere effetti devastanti.
Li capisco e giungo fino al punto di approvarli se, contestualmente, si fossero messi in campo provvedimenti per correggere una linea di tendenza che non poteva non essere chiara a qualsiasi occhio attento e, a maggior ragione, ad organi istituzionali. Invece non è stato fatto niente. Non è stata minimamente contrastata la scelta strategica degli Istituti di maggiori dimensioni di fare "finanza" piuttosto che banca, sono stati portati ai vertici di troppi istituti personaggi dalla moralità discutibile, i controlli sono stati poco efficaci e sempre "ex post". Il sistema è sporofondato sempre più in una melma senza fondo che nascondeva, nascondeva, nascondeva all'opinione pubblica, ai risparmiatori, ai cittadini, la realtà. In qualche precedente post ho definito il nostro sistema bancario "marcio come una triremi romana affondata nel mare nostrum illo tempore". Confermo.
Facciamo il punto:
- 4 banche sono "fallite", tra di esse Banca delle Marche e Popolare dell'Etruria. Il governo Renzi affermò che erano state salvate. Resta il fatto che chi aveva investito nel loro capitale ha perso tutto e che chi aveva sottoscritto obbligazioni subordinate attende il rimborso secondo le modalità previste dal "decreto salva banche"(ci vuole una bella faccia tosta a fare certe affermazioni) del Novembre 2015.
- il Montepaschi è nelle condizioni che tutti sappiamo. Solo la nazionalizzazione potrebbe salvarlo (a spese di noi cittadini contribuenti) ma la nazionalizzazione non si può fare per vincoli comunitari. Si stanno cercando tutti gli escamotage per una soluzione "border line". Anche sul Montepaschi Renzi ancor poche settimane prima che volassero gli stracci aveva fatto dichiarazione "milk and honey", lui per primo avrebbe investito tranquillamente in una banca solida e di tradizione come MPS. Certe dichiarazioni bisognerebbe ricordarsele.
- ma l'urgenza in questo momento è rappresentata dalla situazione di VENETO BANCA e BANCA POPOLARE DI VICENZA. Una prima osservazione si impone: fare un disastro di tale grandezza in una regione che è stata negli ultimi trenta anni la più dinamica sul piano industriale, con migliaia di aziende diversificate per dimensioni e aree operative, un disastro simile potevano farlo o degli imbecilli assoluti o ...........dei corrotti. La seconda..........a mon avis. Nessuno si era mai accorto di nulla. Le risorse da immettere nei due Istituti Veneti sono enormi; del resto il governo a trazione integrale Renzi/Gentiloni non può dare l'impressione di fare due pesi e due misure. Nessun bail in - si affretta ad affermare il ministro dell'economia. Vorrei ricordargli che "excusatio non petita, accusatio manifesta". E bail in non ci sarà. La BREXIT  e i "bizzarri comportamenti" - chiamiamoli così - del neo presidente USA Donald (come Paperino) Trump rendono il nostro Paese più importante e più strategico e non possiamo essere buttati a mare. Resta il fatto che, nella sostanza, le due banche venete sono due buchi neri.
E poi ora il problema dei problemi è di vedere se andremo a votare con il PORCELLUM, il MATARELLUM. l'ITALICUM, IL ROSATELLUM o qualche altro UM.
Per non parlare di SILVIO nostro il quale, come titola LIBERO, è RISORTO. Ha cominciato dando il biberon agli agnellini. Il look è quello di uno dei componenti della famiglia Adams; le idee - si fa per dire - sono quelle di una volta.
SILVIO, tu che sei un latinista, ricordati che "est tempus in rebus, omnibus"
Te l'ho scritto in azzurro, l'azzurro di Forza Italia. Che ce ne vuole tanta di forza a stare in questo Paese (con la P maiuscola, malgrado tutto)


martedì 23 maggio 2017

ABBOZZO DI UNA TEORIA GENERALE SUL POTERE E LA GES...

Alberto Pirani: ABBOZZO DI UNA TEORIA GENERALE SUL POTERE E LA GES...: Questo post avevo pensato di scriverlo e pubblicarlo tra qualche giorno ma gli eventi incombono per cui anticipo un abbozzo della teoria di...

Ritengo utile pubblicare nuovamente, nel giorno della strage di Capaci, questo post di fine 2012 nel quale iniziavo a sviluppare le mie idee in ordine ai meccanismi attraverso i quali il potere si afferma e si consolida nel nostro Paese. Il primo di una serie di post che reputo di un qualche interesse

CAPACI 23 MAGGIO 1992 - 23 MAGGIO 2017

Alberto Pirani: FINE AGOSTO 2013 IL PUNTO: La terza fase  Dalla fine della prima Repubblica ai giorni nostri Gli anni 1992/93 sono gli anni decisivi della nostra storia più recent...

25 anni fa, Capaci. I ricordi si confondono nella mente di tutti noi. Non mi sembra inutile pubblicare nuovamente, per capire, l'articolo di cui sopra 

venerdì 19 maggio 2017

PIRANI, GIOVANARDI E LA CANNABIS

Da qualche giorno è stata legalizzata nel nostro Paese la vendita di"cannabis" a fini terapeutici, come del resto già consentito nella gran parte degli Stati occidentali.
Studi sperimentali approfonditi e diversificati hanno da tempo verificato che il principio attivo contenuto nella pianta è di grande aiuto terapeutico nelle malattie neurodegenerative (Parkinson, Sla, Alzheimer ecc) nei soggetti a crisi epilettiche, in tutte le situazioni in cui sia necessario "distendere" il sistema nervoso, con benefici notevoli nella riduzione dei dolori osteoarticolari e neuropatici.
L'onorevole, si fa per dire, Giovanardi alla notizia è stato colto da ictus e giace immemore nella sua  casa di Modena. Molti altri hanno esultato.
Chi scrive, senza grosse illusioni ma con atteggiamento aperto alle sperimentazioni, si accinge invece - con una dose (sic) notevole di autoironia - alla soglia dei settanta anni prevista per il 15 Settembre p.v., dopo aver trascorso una vita senza fumare una sigaretta e senza mai farsi uno spinello, a provare le emozioni che in genere si provano a 14 anni o giù di lì.
Debbo essere in ritardo in qualche cosa ma non ho capito in cosa. Certo è che se mi passano i dolori al collo e alle spalle, Giovanardi ritornerà prontamente memore visti i calci nel sedere che andrà a prendersi.
Riferirò sugli sviluppi

BANCA DELLE MARCHE - VECCHIA E NUOVA

Sul fronte marchigiano ci sono evoluzioni, al momento, solamente per NUOVA BANCA DELLE MARCHE che, come noto, è stata acquisita dal Gruppo UBI insieme ad altre due banche risolte, Banca Etruria e Carichieti. Si chiamerà BANCA ADRIATICA fino alla fusione in UBI con buona pace di coloro che, nel corso degli anni, hanno sempre sostenuto la necessità assoluta che la Banca non perdesse il suo marchio di marchigianità e il contatto con il territorio.
Ma "nomina sunt consequentia rerum"; il cambiamento di nome si inserisce nel contesto del piano industriale UBI che prevede nuovi esuberi tra le 400 e le 600 unità, 270 già concordati con il "fondo di risoluzione", la chiusura di 80/90 sportelli, soprattutto nelle province di Ancona e Macerata, e il trasferimento delle attività finora svolte a Fontadamo di Jesi.
Le uscite avverranno senza traumi con esodi volontari ed utilizzando gli strumenti legislativi in vigore. Ma era chiaro ed evidente che non era pensabile che il piano di salvataggio potesse attuarsi senza sacrificio di posti di lavoro. 
VECCHIA BANCA DELLE MARCHE
Tutto tace, o almeno sembra.
I piccoli azionisti e le fondazioni hanno perso tutto e ormai ne hanno preso coscienza. I responsabili del Crac finora hanno pagato poco o niente sia sotto il profilo civile che penale. Ma ciò che è grave è che i rimborsi ai sottoscrittori di obbligazioni subordinate, sbandierati con enfasi dal governo Renzi al momento in cui fu emanato il "Decreto"che regolava le sorti delle quattro banche "risolte", sono al palo.
Il decreto, lo rammento, fu emanato il 23 Novembre 2015. 
Non è il caso che ci si muova per sbloccare la situazione? E' un problema di giustizia, di equità, di credibilità, per il governo e per le forze parlamentari

mercoledì 17 maggio 2017

EMANUELE FIANO E LA CLASSE DIRIGENTE DEL PD

Quando appare sullo schermo televisivo, e accade spesso , la persona di Emanuele Fiano, qui in un epico confronto con Matteo Salvini,
 

debbo correre a prendere un antiistaminico per prevenire crisi allergiche che potrebbero essere gravi e pericolose, e - subito dopo - un MAALOX.
Emanuele Fiano rappresenta al meglio la classe dirigente del PD, ne è quasi lo stereotipo, i cui tratti distintivi - parlo dei componenti del cerchio magico che affianca il segretario - sono arroganza, genetica attitudine a suscitare reazioni di antipatia e rigetto, incapacità di ascolto, arroccamento sulle proprie posizioni, scarsa capacità di avere visioni globali delle problematiche e assoluta mancanza di veduta lunga. Non entro nel merito delle competenze tecniche.
E il risultato quale è? Che il Paese è "in the shit"sotto il profilo economico, morale e delle prospettive. La mia generazione ha davanti a sè un tempo limitato e ha riserve sufficienti per arrivare non proprio nudi alla meta. Voi più giovani fate qualche riflessione; che a tornare nella situazione in cui l'Italia si trovava all'inizio del secolo precedente si fa presto. E non era un bel vedere.
Preciso: non è che negli altri partiti o movimenti pascoli molto di meglio ma, sarà perchè le "apparizioni" sono più rare, l'effetto è meno dirompente.
Ulteriore chiarimento: sono pienamente convinto che il compito di guidare il Paese in questa fase spetti alla generazione dei quarantenni, non certo alla mia che è entrata nella fase dell'esaurimento, ma non è facile non osservare che nella fase del suo più rapido sviluppo in questo dopoguerra l'Italia poteva contare su Fanfani, consentitemi, migliore di Renzi. Anche tra Moro e Gentiloni una qualche differenza la colgo. Anche quella tra Salvini e Almirante. Per non parlare di Malagodi che non può essere nemmeno lontanamente assimilabile a Berlusconi. Non vedo successori di Spadolini. E tra i socialisti alla Nenni, Pertini e, mettiamoci pure, Bettino Craxi, e Nencini, attuale leader del Partito Socialista, io vedo differenze di peso e di statura. Voi no?

domenica 14 maggio 2017

L'EUROFESTIVAL E LA GLOBALIZZAZIONE

Ieri sera ho assistito, dopo decenni, all'Eurofestival che si svolgeva a Kiev in Ucraina. Mi incuriosiva vedere come sarebbe stato accolto e giudicato il pezzo che rappresentava l'Italia, Occidentalis Karma cantato da Francesco Gabbani.
Stupore dopo stupore, mi si è presentato un mondo completamente diverso dagli scenari del passato.
Innanzitutto tanti nuovi protagonisti, molti nati dalle evoluzioni politiche del più recente passato, altri entrati per successivo allargamento del concetto di Europa.
L'inglese come veicolo principale se non unico di comunicazione all'interno della comunità internazionale, parlato benissimo da tutti gli artisti e dai presentatori televisivi.
Un linguaggio musicale unificato e globalizzato come unificati e resi "visibili" all'istante abbigliamenti, modo di porgersi, comportamenti, quello che sinteticamente chiamiamo "look". Rischio di omologazione, vero, ma anche sintomo di conoscenza ed apertura.
La cantante dell' Azerbajan avrebbe potuto rappresentare la Spagna o la Croazia, il complesso rock norvegese, la Germania (che, poverina, arriva sempre ultima), quello di Cipro avrebbe potuto essere inglese, il nostro Francesco avrebbe potuto essere cittadino di uno qualsiasi dei 42 stati che partecipavano alla manifestazione: la sua "Occidentalis karma"coinvolge e mette in discussione tutto il mondo occidentale, il nostro modo di pensare, le nostre priorità, le nostre sedimentate abitudini,
Nel complesso una gradevole sensazione, quella di un mondo che conosce gli altri, che li imita anche, che si lascia omologare, spesso, che attraverso la musica si libera dei propri pregiudizi, delle barriere e degli steccati costruiti in secoli.
L'Europa la fanno e la faranno la musica, le scienze, le arti, tutti i linguaggi che hanno carattere di universalità. 
Il nostro rappresentante non ha vinto e non è riuscito a dare corpo alle aspettative della vigilia. Poco importa
Ha vinto il Portogallo con una canzone che smentisce tutto quello che ho detto finora: una canzone anni 60', intimistica, che riporta ad atmosfere antiche.
Va bene così; la globalizzaazione può appiattire molto ma c'è sempre un momento in cui si riafferma l'individualità e questo strano mammifero cordato chiamato "uomo" reclama la sua libertà 

venerdì 5 maggio 2017

Alberto Pirani: FILIPPO DI EDIMBURGO PRINCIPE CONSORTE

Alberto Pirani: FILIPPO DI EDIMBURGO PRINCIPE CONSORTE: Ho sempre considearto il Principe Filippo come una delle persone più insulse che abbiano attraversato l'ultimo secolo. Arrivato a oltre ...

CLIO COMPIE NOVE ANNI


Oggi 5 Maggio Clio, la nostra superadorata Beagle, compie nove anni. Così almeno c'è scritto sulla sua "carta di identità" che ci venne consegnata nel momento in cui, Giugno 2008, Clio entrò nella nostra vita.
E ci entrò del tutto casualmente.
Avevamo avuto per lunghissimo tempo una micia, che si chiamava CIOPPI, che gli alunni di mia moglie avevano salvato dai calci degli operai che lavoravano nel cortile della scuola e avevano infilato nel cassetto della cattedra. Scriverò in un altro post la storia tutta particolare di questa gattina. Cioppi ci aveva lasciato dopo 19 anni nel Giugno 2002 dopo averci regalato a piene mani affetto e calore. Avevamo deciso di non avere più animali per non soffrire al momento del distacco.  Poi............nella primavera del 2008 ci eravamo messi in moto per prendere un cane contattando il canile di Busto Arsizio. A mia moglie, però, era stata contestata una non piena idoneità visto che non aveva mai avuto cani. Terminato l'incontro  con un "cretina" rivolto di tutto cuore all'addetta, avevamo deciso di desistere. Ai primi di giugno partimmo per la Sicilia per un soggiorno di almeno due mesi a Marina di Noto. Arrivati, io avevo bisogno di costumi da bagno nuovi, mia moglie di altre cose oltre che di prodotti per la casa, per cui decidemmo che la CARREFOUR di Siracusa era il punto vendita più fornito per fare acquisti. Entriamo; lunga scala mobile al termine della quale, sulla sinistra, un bel negozio con il marchio ANIMAL HOUSE ed in vetrina, arrivata da non più di due ore, vecchia di quaranta giorni, triste e solitaria.................LEI.
Amore a prima vista.
Era piena di vermi, poverina, e c'è voluto un po' per liberarla. 
Volevamo per lei un nome corto che richiamasse la Magna Grecia. Milena scelse CLIO, la musa della storia.
Adesso è una signora di mezz'età perfettamente a suo agio in famiglia




La adoriamo e lei adora noi. E' buona e dolce con tutti un po' testarda come tutti i beagle, ma tanto paziente.
 Buon compleanno, Clio, e grazie per tutto quello che ci hai dato e che ci dai.

mercoledì 3 maggio 2017

REPORT DELL'8 MAGGIO - BANCA DELLE MARCHE

Lunedì 8 Maggio REPORT tratterà il tema delle banche italiane con particolare rilievo per le banche fallite tra le quali Banca delle Marche. Da parte mia sto cercando di "tradurre" in un libro gli oltre 200 post che ho dedicato a Banca delle Marche negli ultimi anni. Il lavoro procede molto lentamente perchè non sto bene. Ma va fatto bene o non va fatto. Il taglio che voglio dare al libro mira a cercar di far capire i retroscena, i protagonisti, gli intrecci di interessi, il ruolo della massoneria, dei DS di Siena e nazionali, le strette interconnessioni con le vicende del Montepaschi. Nulla è avvenuto per caso, questa la mia opinione