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mercoledì 31 gennaio 2018

L'ITALIA E L'ECONOMIA 4.0


Non riesco da giorni a trovare la mia carta d'identità. L'ultima volta che son certo averla vista risale al 16 Novembre quando l'ho presentata all'accettazione dell'ospedale di Trescore Balneario. L'ho rimessa al suo posto nel portafoglio, per quattro settimane non ne ho avuto bisogno, poi non so...........non la trovo.
A questo punto, visto anche che entro il 2018 la carta di identità cartacea andrà sostituita da quella elettronica, mi attivo per chiedere quest'ultima.
Vado al comando dei carabinieri di Busto  per sporgere denuncia di smarrimento. Non c'è da attendere ed in cinque minuti ho in mano la ricevuta della denuncia.
Proseguo la pratica al comune. Vado all'Ufficio anagrafe di Palazzo Gilardoni, sede del comune. Debbo andare - mi dicono - all'Ufficio Relazioni con il Pubblico di Via Alberto Da Giussano per prenotare un appuntamento..............con l'Ufficio Anagrafe. 
Vado stamattina in via Alberto da Giussano dove all'Ufficio Relazioni con il Pubblico ci sono due gentili signore. Non ho nessuno davanti a me. Il computer sentenzia che il primo appuntamento utile è il 22 Febbraio. Visto che il 19 entrerò di nuovo in clinica per un ricovero di tre/quattro giorni per rivalutazione clinico/terapeutica suggerisco di chiamare l'Ufficio Anagrafe per verificare se qualche appuntamento è stato disdettato onde possa inserirmi. Niente di irregolare; capita con il CUP e con tutti gli uffici prenotazioni. L'Ufficio Anagrafe risulta perennemente occupato. Passano alcuni minuti e visto che alle 12 debbo prendere due pillole delle mie chiedo la cortesia di un bicchiere d'acqua che, sempre cortese, la signora mi fornisce. Dietro di me non c'è nessuno in attesa. Faccio passare altri cinque minuti. Rinuncio al riscontro con l'Ufficio Anagrafe e, considerato che il 22 non ci sarò, l'appuntamento è fissato per il 2 Marzo ore 9,30 all'Ufficio Anagrafe di Palazzo Gilardoni.
Quali documenti debbo portare?
- vecchia carta di identità cartacea o..........denuncia di smarrimento(ce l'ho)
- codice fiscale ce l'ho)
- una foto senza occhiali (ce l'ho)
- euro 22,21 da versare in contanti (ce l'ho ma è mai possibile che a quasi 15 anni dalla introduzione dell'euro si vada ancora avanti con queste cifre spezzate?)
Il 2 Marzo avrò la mia carta di identità elettronica? No di certo perchè mi verrà inviata per raccomandata dal Ministero. Secondo me a fine Marzo.
Ora a me sembra che due mesi per avere una carta di identità siano troppi. E che questo piccolo episodio rifletta la realtà di un Paese che ha assoluta e urgente necessità di chiarirsi le idee su cosa vuole essere e fare e come farlo.     

lunedì 29 gennaio 2018

BUSTO ARSIZIO LA GIOBIA( SI PRONUNCIA GEBIA, I GIOVANI PADANI LAURA BOLDRINI IL SINDACO ANTONELLI

Ho scritto in passato che il sindaco Antonelli, esponente di spicco di Forza Italia che guida la giunta di centrodestra che governa la città, è un ottimo commercialista - probabilmente - ma ha anche non irrilevanti limiti nella valutazione dei fatti della politica  e nella capacità di relazionarsi con la città e con le persone. Un "coeur simple" lo si potrebbe definire mutuando da Gustave Flaubert.
Mi spiego; i fatti.
A Busto Arsizio, come in molte altre località, è tradizione sul finire dell'inverno "bruciare la vecchia". Si fa un falò di un "pupazzo" con le sembianze di una vecchina che simbolezza  "lasciarsi alle spalle"il freddo e il gelo ed avviarsi alla buona stagione. A Busto la tradizione è particolarmente sentita. La "brucianda" si chiama GIOBIA (si pronuncia GIOEBIA, la O quasi non si sente) e viene bruciata in Piazza San Giovanni l'ultimo Giovedì di Gennaio. Chiunque può andare in Piazza a bruciare la sua Gioebia, si crea una specie di gara a quella che è la più originale perchè nel corso del tempo la GIOEBIAha assunto le caratteristiche dei carri di carnevale: figure di cartapesta con notazioni satiriche a carico di personalità della città o conosciuti a livello nazionale(politici, cantanti, personaggi televisivi ecc). E tradizione che siail sindaco ad appiccare il fuoco alle gioebie.
Cosa è successo Giovedì scorso!? che i giovani padani hanno preparato per essere bruciata una GIOBIA, un pupazzo conla faccia(in foto) della uscente Presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini. la quale veniva ritratta a bordo di una nave dal nome COSTA DISCORDIA(al timone Schettino) pronta alla partenza il 4 Marzo per l'Africa, viaggio della risorsa. Parecchio pesante ma si sarebbe potuto dire: una ragazzata di dubbio gusto e di infimo livello di un gruppo di "ragazzi" appunto.  Eh, no. Perchè ad appiccare il fuoco, come da tradizione, è stato il sindaco Emanuele Antonelli. L'Istituzione sindaco ha bruciato l'Istituzione Camera dei deputati e il suo Presidente e questo non si fa; un sindaco avveduto avrebbe dovuto capirlo
Rebus sic stantibus, la Boldrini, che è una dura e pura, visto anche che siamo in campagna elettorale, ha mobilitato la sua parte politica (ha aderito a Liberi e Uguali) e chi si riconosce nell'area di centro-sinistra e ieri pomeriggio si è presentata, bellicosa e senza un filo di ironia, in piazza San Giovanni dove ha trovato ad accoglierla molti suoi sostenitori ma anche i suoi avversari politici che l'hanno accolta a fischi e pernacchi. La Boldrini è arrivata cantando "Bella Ciao", che va sempre bene ma forse è un po' abusata, ed ha trovato a sostenerla, tra gli altri, Salvatore Vita, ex segretario del PD di Busto  e candidato alle prossime elezioni regionali per "Liberi e Uguali, il Professor Cosimo Cerardi, l'uomo che viene direttamente dalla terza internazionale; tra i suoi avversari non poteva mancare Checco Lattuada, figura storica dell'estrema destra in città. C'è stata tensione ma le forze dell'ordine hanno tenuto sotto controllo la situazione senza troppe difficoltà. Il leghista Speroni ha regalato alla Boldrini un libro sulla tradizione della Gioebia probabilmente per convincerla che non c'era alcun intento denigratorio in quello che era successo. ma sono state le dicharazioni del sindaco a riempire la scena. Il primo cittadino ha dichiarato che:
- la Boldrini dovrebbe chiedere scusa alla città. Sinceramente non capisco perché ma mi pare di aver capito che siccome la signora non ha capito niente dello spirito della Gioebia, di fatto ha diffamato la città attribuendole sentimenti che non ha
- chiederà alla Boldrini il risarcimento dei danni. Perchè mai, ci si potrebbe chiedere. Perchè, è la motivazione, con la sua venuta a Busto ha costretto l'amministrazione a tenere in servizio, in un giorno festivo, un elevato numero di dipendenti comunali e chi paga gli straordinari a tutta questa gente? Il comune di Busto, ovviamente e questo, dice il sindaco, non va bene. Il ragionamento non fa una piega ma è la prima volta che lo sento. Ho l'impressione, però, che l'ex sindaco e futuro sindaco Gigi Farioli, che è un "matelot" di lungo corso, non lo avrebbe mai fatto.

sabato 27 gennaio 2018

27 GENNAIO GIORNO DELLA MEMORIA

Il 27 Gennaio, giorno del 1945 nel quale le truppe russe entrarono ad Auschwitz, è stato scelto come giorno della memoria perchè non vada perduta memoria della SHOAH, il genocidio di olre sei milioni di ebrei - ma ancne di disabili fisici e psichici, di zingari, omosessuali, oppositori politici- ad opera del regime nazista.
Mi chiamo Pirani di cognome, un cognome di chiara origine ebraica, e sento il problema sulla pelle. Anche se non mi sono mai sentito ebreo, come non mi sento  cristiano, peraltro. Ritengo le religioni monoteiste responsabili di tante efferatezze nel corso dei secoli che non mi sento di salvarne alcuna e, oltretutto, non mi danno alcuna risposta ai quesiti dell'esistenza
Vorrei che IL GIORNO DELLA MEMORIA fosse utilizzato per trasmettere memoria alle nuove generazioni non solo della SHOAH ma di tutti coloro che sono stati vittima nel corso della storia della follia, dell'intolleranza, della prevaricazione, di loro simili. Le razze non esistono; esiste la SPECIE UMANA che, lo ricordo, è costituita da tutti coloro che, accoppiandosi tra loro, generano un soggetto fertile. Specie umana che in molte,troppe circostanze ha dato pessima prova di sè
Vorrei pertanto non fossero dimenticati i  quasi 20.000      abitanti della città d Beziers - nel sud della Francia - che il 22 Luglio 1209  furono massacrati dai "crociati", provenienti dal nord della Francia, che Papa Innocenzo III aveva mobilitato contro i CATARI, un movimento che sosteneva la necessità che la Chiesa tornasse a stili di vita più aderenti al messaggio evangelico. Veramente a Beziers i catari (chiamati altresì Albigesi dal nome della città di ALBI, loro roccaforte) erano non più di 500 su una popolazione di 20.000 ma così rispose il comandante dei crociati Amaud Amaury ad un soldato che gli chiedeva come poteva distinguere gli eretici dagli altri:"ammazzateli tutti, Dio riconoscerà i suoi"
E vorrei fosse conservato il ricordo degli ugonotti di Parigi massacrati casa per casa nella notte tra il 23 e il 24 Agosto 1572 - notte di San Bartolomeo - per ordine del cattolicissimo re di Francia Carlo IX spinto dalla regina madre Caterina de'Medici
E vorrei che le nuove generazioni sapessero e ricordasssero che nell'isola greca di Cefalonia nel settembre 1943 furono fucilati sommariamente e in totale dispregio delle convenzioni internazionali, visto che era stata dichiarata resa incondizionata, migliaia di nostri soldati ed ufficiali 
E non devono andare dimenticati  i circa 10.000              ufficiali e sottoufficiali polacchi fucilati a freddo dai russi nella foresta di Katyn, oggi in territorio bielorusso, nel 1940
Memoria, Memoria abbiamo il dovere di conservare memoria del passato perchè senza di essa non si può capire il presente nè intravedere il futuro. Nell'illusione che la conoscenza ed il ricordo delle nefandezze del passato aiuti la nostra specie ad evitare di commetterne in futuro. 

mercoledì 24 gennaio 2018

LA DEINDUSTRIALIZZAZIONE DEL SISTEMA iTALIA

L'articolo di ieri è stato letto, e, mi sembra, apprezzato, da un discreto numero di persone. E allora resto sull'argomento per qualche ulteriore riflessione.
Mettiamo a confronto l'anno in corso con.................il 68. (Questi 50 anni sono volati e mi viene da pensare a quel bel pezzo di VASCO " eh gIà, e sono ancora qua................"
Considero il '68 come l'anno culmine di un ciclo iniziato il 25 Aprile '45 nel corso del quale il Paese ha avuto il più lungo e più imponente processo di sviluppo della sua storia, trasformandosi da Paese prevalentemente agricolo in Paese industriale, dotandosi di un sistema di infrastrutture al passo con i tempi e mettendo in piedi lo "stato sociale"(scuola, sanità, pensioni) che stiamo smantellando con colpevole leggerezza senza renderci conto di ciò che questo comporta
E allora, mi si potrebbe obbiettare, è da imputare al 68 il processo involutivo che ha caratterizzato i decenni successivi. Assolutamente no, rispondo. Il 68 è stata una occasione irripetibile, per l'Italia e per l'Europa, per fare un ulteriore salto di qualità, distribuendo la ricchezza su un sempre maggior numero di cittadini, riducendo gli squilibri sociali, creando i presupposti  per un benessere diffuso in una società con meno tensioni, più equilibrata e, in definitiva,  più giusta, e, aggiungo, più felice. Una società che potremmo chiamare a buon diritto: socialdemocratica
E invece:
- gli Stati Uniti videro ciò che succedeva in Europa come un tentativo da parte dell'Unione Sovietica di non rispettare gli equilibri di Yalta e...........................reagirono con la strategia della tensione
- si decise di smantellare 'IRI", a mio avviso il più grosso errore strategico del dopoguerra, e l'ENI continuò a perdere peso sulla scena internazionale dopo che Enrico Mattei, che dava parecchio fastidio alle compagnie petrolifere statunitensi era stato eliminato nel 1963 con il sabotaggio dell'aereo che lo riportava a Milano dalla Sicilia e che era precipitato nelle campagne di Bescapè in provincia di Pavia
- la classe imprenditrice, che già aveva  masticato amaro con la nazionalizzazione dell'energia elettrica e i primi governi di centro sinistra, credette ormai imminente l'assalto al Palazzo d'Inverno e si richiuse
- il PCI, che di fantasia ne aveva avuta sempre poca, si lasciò travolgere dalla "fantasia al potere" e cominciò a capire sempre meno di ciò che stava evolvendo
- i SINDACATI, euforici per l'importanza che il loro ruolo aveva assunto, cominciarono ad elaborare bizzarre teorie come quella del "salario variabile indipendente"
- la CHIESA............si riempì di massoni. Lo sapevate che Marcinkus entrò in massoneria nel 1967 e che risulta compreso nella lista di 121 ecclesiastici massoni pubblicata da OP, l'Agenzia di Mino Pecorelli, poi ucciso in circostanze poco chiare? Il filo c'è sempre se si sa come cercarlo-.
Ma torniamo al confronto tra i due anni:
- nel '68 l'Italia era ormai "motorizzata". La FIAT aveva il 70%  del mercato auto che venivano prodotte a Mirafiori, a Cassino, a Termini Imerese
- i pneumatici li fabbricava la Pirelli alla Bicocca, viale Sarca Milano
- le batterie le produceva la MAGNETI MARELLI a Milano
- il cemento per costruire la rete autostradale, i ponti, i viadotti, lo forniva l'Italcementi del Gruppo Pesenti di Bergamo
- il mercato delle moto era dominato dalla Piaggio di Pontedera con la sua Vespa. Ma anche la Lambretta fabbricata a Milano si difendeva  bene. Entrambe esportavano parecchio.
- Fiat Veicoli industriali era nettamente leader nel settore
- Breda Ferroviaria e Fiat costruivano motrici di treni e vagoni competitivi sui mercati.
- non c'erano i computer e i telefonini. Olivetti ad Ivrea era leader nel settore delle macchine da scrivere conosciute  in tutto il mondo. I telefoni li fabbricava la Italtel e Torino e a Caserta
- avevamo scoperto le gioie della lavatrice e della lavastoviglie. Leader il marchio Ignis di Varese, affiancato dalla Indesit del Gruppo Merloni, dalla Candy di Muggiò. Il caffè lo facevamo con la Moka della Bialetti fabbricata sul lago d'Orta
- la nostra industria siderurgica era la più importante d'Europa in competizione con quella tedesca e quella francese. Siderurgia pubblica (Italsider a Genova, a Terni, a Taranto) e privata (Falck a Sesto S,Giovanni che non a caso  veniva chiamata la Stalingrado d'Italia) Lucchini a Brescia, Riva)
-dai cantieri navali di Genova, Trieste, Ancona,uscivano navi merci e passeggeri a ritmo costante
- presidiavamo bene anche il settore chimico con la privata MONTEDISON (stabilimenti in tutta Italia), la SIR in Calabria, e pubblica(ENI in Sicilia, Puglia, Sardegna) 
- nel settore farmaceutico siamo stati sempre tributari dell'estero ma FARMITALIA aveva una posizione di rilievo anche a livello internazionale; suo ad esempio il brevetto della RIFAMPICINA
- nel settore tessile, la città dove abito, Busto Arsizio, era chiamata la Manchester d'Italia per i suoi cotoni ed i suoi tessuti, il biellese era un distretto concentrato su prodotti di qualità, Prato su prodotti di più bassa qualità ma entrambi vendevano e tanto
- Carrara e la provincia di Massa erano leader a livello internazionale nel settore della lavorazione dei marmi
- producevamo e mangiavamo tanto zucchero. Leader la Eridania del Gruppo Ferruzzi ma c'era tutta una rete di zuccherifici di proprietà italiana (Maraldi, Montesi
- Parmalat si era affermata come primo operatore del settore latte e derivati, Calisto Tanzi guidava l'azienda da Collecchio a pochi chilometri da Parma
- il settore "cioccolato" era saldamente in mano alla Ferrero di Alba (Cuneo) la cui NUTELLA era venduta in tutto il mondo
potrei continuare per ore. Fate mente locale su quello che è rimasto
Si qualche nuovo operatore c'è(le scarpe TODS, i freni della Brembo, gli occhali della Luxottica, molte medie aziende della meccanica fine, le griffe della moda (molte di proprietà straniera) ma il quadro è questo  e bisogna rifletterci su prima di "sparare" ricette economiche " a spanne"Io non sono pessimista per partito preso ma sono una persona adulta e non mi lascio imbonire
... E

lunedì 22 gennaio 2018

LA DEINDUSTRIALIZZAZIONE DEL SISTEMA ITALIA

La campagna elettorale sta entrando nel vivo e si sta caratterizzando, in queste prime fasi, per l'approccio rozzo ai tanti temi davanti ai quali si trova di fronte il Paese e per i messaggi diretti a colpire il potenziale elettore con roboanti promesse di riduzione di imposte, aumenti di bonus, provvedimenti vari a favore dei cittadini, senza alcun ruferimento alle coperture finanziarie, ai vincoli di bilancio, al buon senso.
Contestualmente continua senza soste la deindustrializzazione della nostra economia con una continua emorrargia di posti di lavoro che difficilmente saranno recuperabili. Occorre non dimenticare che la chiusura di uno stabilimento, di un sito produttivo, comporta  effetti sull'indotto diretto e indiretto, e, soprattutto, fa perdere la capacità di creare knowhow nel settore specifico. Con la velocità di cambiamento che caratterizza l'attuale fase restare indietro significa perdere praticamente per sempre capacità competitive. Sono 160, al momento, i dossier all'esame del ministro Calenda, alcuni di notevole importanza.
Ne segnalo i più rilevanti:
- la EMBRACO, azienda piemontese facente capo alla multinazionale statunitense Whirpool, sta licenziando 497 persone
- l'ILVA: lo stabilimento di Taranto è la più grande acciaieria d'Europa sulla quale poggia l'economia di tutta la provincia di Taranto. Già di proprietà pubblica (Iri-Finsider) l'Ilva è stata commissariata nel 2015 (apparteneva al Gruppo Riva). Nel Giugno 2017 la gara per l'aggiudicazione è stata vinta dalla Joint-venture Gruupo Mittal(indiano) gruppo Marcecaglia ma su Taranto ci sono moltissimi problemi perchè le bonifiche ambientali che dovevano essere fatte non sono state fatte. I posti di lavoro a rischio sono migliaia
- ALITALIA: se fosse stata venduta a suo tempo ad AIR FRANCE forse il problema non sussisterebbe; ma un certo Silvio Berlusconi disse che non se ne parlava neanche, c'erano i "capitani coraggiosi" pronti ad intervenire. Probabilmente i capitani tanto coraggiosi non erano perchè se ne è persa traccia. E adesso Alitalia è un buco nero, nessuno la vuole se non a costo zero e continua ad assorbire risorse finanziarie in abbondanza. C'è una offerta Lufthansa che condiziona l'acquisto al taglio di 2.000 posti di lavoro. Sembra sia ritornata in gioco Air France a fianco di Easy Jet; il futuro è incerto.
- IDEAL STANDARD: chi non ha presente i sanitari della Ideal Standard? Bene, la proprietà ha deciso di chiudere lo stabilimento di Roccasecca, nel Lazio. 500 posti di lavoro a rischio.
Questi sono i casi di maggior rilievo che mi sono venuti in mente ma tutta l'economia italiana è così. Come si possa essere ottimisti in un simile contesto non lo so e, soprattutto, considero irresponsabili i messaggi di ottimismo che alcune parti politiche lanciano a soli fini elettoralistici.

sabato 13 gennaio 2018

PARLIAMO DI ECONOMIA LA LEGGE DI BILANCIO POST N-8 SECONDA PARTE



Passiamo ora ad analizzare in dettaglio le misure più significative previste dalla "Finanziaria" - come veniva chiamata - ora "Legge di Bilancio".
MISURE FISCALI
Occorre dare atto al governo che il pacchetto di misure fiscali è "di peso"nel contesto in cui è stato eleborato:
a) non aumentano Iva e accise (sono state neutralizzate le clausole di salvaguardia per cui non ci saranno aumenti nel 2018 su questi importantissimi e pesantissimi tributi)
b) sono stati bloccati per tutto il 2018 i tributi e le addizionali locali. Se qualche comune o qualche regione avesse pensato di aumentare la pressione fiscale locale, non possono farlo
c) sono stati confermate le agevolazioni per gli interventi di ristrutturazione edilizia ed energetica. Tra di esse il bonus mobili. Sono le norme che hanno "salvato" tante aziende artigiane e tante piccole imprese. Molti investimenti le famiglie li hanno fatti proprio e solamente perchè c'erano le agevolazioni assicurando un flusso di ordini continuo e consistente. Ora che abbiamo perso quasi completamente la grande industria, l'apparato produttivo del nostro Paese poggia  in misura determinante su artigianato e PMI. Non dovremmo dimenticarcene. Confermati anche il super ammortamento e l'iper ammortamento.
d) è stata prorogata la cosiddetta "Nuova Sabatini"che consente al settore di accedere rapidamente e con agevolazioni al credito per investimento
e) è stato confermato l'incentivo ai datori di lavoro del settore privato ad assumere giovani con contratti a tutele crescenti. Godranno di uno sconto triennale del 50% sui contributi da versare.Nel complesso un pacchetto di misure che dovrebbe tradursi in una riduzione della pressione fiscale sul PIL e del cuneo fiscale.
MISURE IN MATERIA PENSIONISTICA
Premesso che in questa fase, alla vigilia di un importante appuntamento elettorale, nessuno ha interesse a prendere di petto la mina vagante della "Legge Fornero", il Governo insiste sull'APE che finora ha avuto scarsisimo successo, soprattutto quella "a pagamento" La materia - che è di centrale importanza per il futuro del Paese - andrà ripresa e ordinata nel corso della prossima legislatura in una ottica strutturale e non di emergenza. In questa fase il governo non poteva certo affrontare il problema nella sua complessità.
Molti sono i provvedimenti di notevole peso varati:
a) è stato dato il via al rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Un argomento delicatissimo con contratti fermi da anni
b) è stato prorogato il BONUS CULTURA di 500 euro ai diciottenni per l'acquisto di libri,ingresso ai musei ecc. E' una misura che non mi entusiasma particolarmente. Diciamo che è un benvenuto al cittadino  nel momento in cui raggiunge la maggiore età
c) pacchetto MIUR: sono state stanziate risorse per l'assunzione di nuovi ricercatori, lo sblocco di stipendi fermi da anni e per investimenti. L'UNIVERSITA' - una universita di qualità ed in grado di affiancare il mondo dell'industria nello stare al passo con le nuove tecnologie è di vitale importanza e centralità per il Paese. Siamo in ritardo rispetto a molti Paesi e si è abbassata la qualità del "prodotto" che esce dagli atenei. Ogni misura finalizzata a contrastare questa linea di tendenza è meritevole di un accoglimento senza riserve.
Sono molte altre le misure, di minore impatto, con le quali il Governo ha ritenuto sostenere la ripresa.Vero è, il passaggio era stretto, i vincoli comunitari pressanti, certo è che continuiamo a restare fermi nella lotta all'evasione fiscale e non riusciamo a ridurre i costi della "macchina statale"(stato, enti pubblici economici, enti territoriali) e non abbiamo presso atto (coscienza dovremmo averne presa) che arrestare il declino richiede concretezza, idee chiare, individuazione precisa degli obbiettivi e dei mezzi e delle risorse con i quali si ritiene di raggiungerli. Non mi sembra che le "promesse" a gogò dei leader politici in questo inizio di campagna elettorale vadano nella giusta direzione.
E non è stato un bel segnale per il Paese la "resistenza" che il mondo della politica ha "opposto" alla revisione dei vitalizzi. 
In sintesi, una "finanziaria" interlocutoria, licenziata da un parlamento alla fine del suo mandato, con il mondo della politica già in campagna elettorale, un colpo al cerchio e uno alla botte. Ma ci vuole ben altro passo per portare il Paese fuori dalle secche e non aiuta alla comprensione della realtà il martellante insieme di messaggi tranquiliizanti pieni di ottimismo lanciati quotidianamente dal Governo e dai mezzi di comunicazione "amici" sullo stato del sistema Italia. I problemi sono tanti: classe dirigente politica non all'altezza nè culturalmente nè politicamente nè moralmente Se penso che ad inizio di Marzo saremo chiamati a scegliere, se ci riconosciamo nel centro destra, tra il mummificato Silvio Berlusconi, il ruspante Matteo Salvini con variegate esperienze manageriali nelle zone tra Clusone e Songavazzo, la tosta Giorgia Meloni , cresciuta alla Garbatella dove ha conseguito il diploma di liceo linguistico e che gode di notevole seguito tra i nostalgici della Magliana, e un centrista con la gamba destra più tonica (  c'è anche una quarta gamba della coalizione, e se ci riconosciamo nel centro sinistra, tra il "paraculino di Firenze", con contorno di Lotti e Boschi e tanti altri, lo sperduto Grasso che come primo intervento come leader di "Liberi e Uniti"(sembra uno shampoo) ha sparato la cazzata dell'abolizione delle tasse universitarie, i mummificati D'Alema e Bersani, lo stramummificato, politicamente, Fratoianni, la troupe dei radicali che negli ultimi anni si è caratterizzata per avere poche idee e confuse, i residuati bellici "socialisti" di Nencini e la novità assoluta della neo formazione della ministra della salute
                       MI VIENE DA PIANGERE
Se poi vado a vedere che il candidato premier del movimento 5 stelle, Luigi di Maio, che tutti i sondaggi danno in largo vantaggio, ha il seguente curriculum (pubblicato nel sito della camera dei deputati andate e leggete)
           IL PIANTO DIVENTA INCONTENIBILE
Rimpiangere Razzi e Scilipoti non credo sarà possibile ma certo lo sconforto è tanto.

sabato 6 gennaio 2018

PARLIAMO DI ECONOMIA - LA LEGGE DI BILANCIO - POST N.8

Riprendo a parlare di economia con il post n. 8 di una serie che ho inziato il 23 Agosto con uno scritto introduttivo seguìto il 26/8 da un post dedicato al PIL, quindi in successione il n.3 del 1/9 dedicato al trattato di Maastricht, il n.4 del 24/9 con oggetto il debito pubblico, il n. 5 diviso in due parti (26/9 e 27/9) dedicato al fiscal compact, il n 6 del 15/10 dedicato al DEF e il n 7 del 26/10 con oggetto il debito pubblico. Con questo ottavo post chiudo questa possiamo chiamarla miniserie. Oggi prendo in esame le problematiche della "finanziaria" che, come noto, è stata approvata dalle camere il 23 Dicembre ed è stato l'ultimo atto legislativo prima dello scioglimento delle camere da parte del Presidente della Repubblica.
Come giudicare la Legge di bilancio 2018 ? Faccio una premessa: noi come altri stati dell'Unione abbiamo messo il fiscal compact in Costituzione impegnandoci a mantenere il pareggio di bilancio e a "rientrare"dall'eccesso di debito rispetto ai parametri di Maastricht in tempi stabiliti (cfr post n 5); ebbene la nostra "finanziaria" come altre di altri Paesi sono state "costruite" e approvate  come se questi impegni non ci fossero, avallando l'impressione che le norme sì ci sono ma poi l'ottemperare agli impegni che esse comportano può essere gestito con  elasticità. Posso essere d'accordo ma allora perchè mettere gli impegni addirittura in Costituzione.!?
La finanziaria si muoveva entro binari stretti  ed il governo ha cercato di dare un colpo al cerchio e uno alla botte con alcune misure che cercano di fronteggiare l'emergenza sempre più evidente della povertà per strati sempre più larghi di popolazione, altre che hanno una chiara impronta elettoralistica, altre che cercano di favorire il rilancio industriale con provvedimenti di riduzione del cuneo fiscale.
Ciò che manca, a mio avviso, è una politica industriale di largo respiro e di medio lungo periodo e, soprattutto, si continua a non voler riconoscere che fino a che non si mette punto fermo e non si individuano i veri nodi  strutturali del nostro declino, continueremo a navigare senza rotta e senza una direzione che ci porti fuori dalle secche.
Nodi strutturali che io individuo:
a) pregiudiziale la questione morale. Finchè il livello di corruzione e di malagestione non solo nel settore pubblico rimarranno quelli attuali non c'è alcuna speranza per il sistema Italia di arrestare la decadenza. Ultimi casi di questi giorni, lo scandalo dei prefabbricati consegnati ai terremotati del Centro Italia, il deposito "abusivo" in Lombardia di rifiuti tossici nel quale è scoppiato l'incendio che ha provocato danni ingenti ed ha messo in pericolo tante persone, ma in ogni piega della società si nascondono comportamenti censurabili
b) bisogna prendere atto che i fenomeni di globalizzazione degli ultimi decenni ci hanno fatto perdere competitività in molti settori importanti; oggi siamo schiacciati tra pochi e avanzati Paesi, soli in grado di produrre innnovazione dai quali attingiamo le nuove tecnologie ed i Paesi emergenti e ormai emersi come centri manufatturieri estremamente competitivi nei quali si è concentrata la produzione a più basso valore aggiunto. Unica via di uscita, secondo me, concentrarci nei settori  dove ancora siamo competitivi per sostenere l'apparato produttivo. I settori sono quelli noti e "bastano" per assicurare un buon tenore di vita a 60 miloni diItaliani. Non di più e non di meno. Al riguardo occorre impostare una politica dell'accoglienza sostenibile senza "falsi buonismi" anche per evitare che noi autoctoni veniamo di fatto "cancellati" e sostituiti da popolazioni che non hanno radici sul nostro territorio e che fanno riferimento a principi e valori che non sono i nostri. Quindi accoglienza sì, mescolamento sì ma avendo ben chiaro che non possiamo accogliere tutti e che non possiamo risolvere da soli tutti i problemi del mondo
c) il debito publico è un grosso problema ma non il più pressante se gli osservatori maturano la sensazione che il Paese ha cambiato rotta. Debbo purtroppo rilevare che si continuano dare informazioni fuorvianti. In questi giorni, ad esempio, il governo sta enfatizzando la diminuzione del deficit annuale sul PIL, modesta ma c'è, facendola passare per una riduzione del debito che non "può" esserci fino a che i bilanci annuali chiuderanno in deficit. E infatti anche l'ultimo dato pubblicato da Bankitalia, riferito al mese di Ottobre, è un dato in crescita e secondo dato massimo in assoluto (2.289 mld)
d) il LAVORO è centrale ma occorre avere ben chiaro che il lavoro non scende dal cielo per grazia ricevuta ma viene "creato" dall'impegno e dalla voglia di rischiare e di mettersi in gioco dei ceti imprenditoriali perchè in una economia di mercato globalizzato al centro di tutto c'è l'impresa.E' compito dello Stato e degli enti territoriali non "ingabbiare" le energie positive che emergono dala società, ridurre al minimo gli ostacoli burocratici che condizionano con mille lacci e laccioli l'attività di impresa e riconoscere la centralità di quest'ultima. La quale non può e non deve pensare, però, di poter svolgere la propria attività in un contesto di disconoscimento delle giuste tutele che il mondo del lavoro con il concorso dei sindacati ha conquistato nel secolo scorso. Aggiustamenti sì, stravolgimenti no.
Il lavoro è centrale; impostare una politica economica su basi "ideologiche" pauperistiche non porta da nessuna parte. E' per questo che vedo con sospetto ogni misura che abbia le caratteristiche del sussidio
- lo stato sociale si fonda su tre pilastri che debbono essere rivisti ma non abbattuti: un sistema pensionistico equo, un sistema sanitario efficente, un sistema scolastico all'altezza, sono irrinunciabili. Misure tendenti a fronteggiare disagi evidenti e immediati sono auspicabili ma la via maestra  è quella sopraindicata. Il tema pensionistico è di una importanza cruciale. Tornerò sull'argomento con ampiezza; in questa sede mi sento di poter affermare che l'impostazione che gli ultimi governi si sono dati per affrontare il problema non va nella giusta direzione. La formazione scolastica è altrettanto importante; non si regge la concorrenza internazionale se non si è in possesso di un deguato bagaglio di conoscenze criticamente acquisito.
Mi sto accorgendo che il post rischia di diventare troppo lungo; lo spezzo in due.
Nella seconda parte prenderò in esame le misure più significative della legge di bilancio