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venerdì 27 aprile 2018

IL FEDERALE

Ho rivisto l'altra sera in televisione, dopo decenni, IL FEDERALE, il bel film di Luciano Salce del '61 che narra le vicende dell'aspirante Federale Primo Arcovazzi, interpretato magistralmente da Ugo Tognazzi, inviato in missione speciale in Abruzzo nel Maggio 1944 per riportare a Roma prigioniero il Prof. Erminio Bonafè, noto esponente antifascista rifugiatosi nella sua regione di origine ed ispirato alla figura di Ivanoe Bonomi, Gli avvertimenti: "buca", "buca con acqua" con i quali Tognazzi alla guida del sidecar che li riporta a Roma anticipa al Professore, interpretato altrettanto bene da Georges Wilson, un possibile scossone sono passati alla storia del nostro cinema.
Un film ironico, quello di Salce, al limite del sarcasmo, un film amaro nel quale sono presenti tutte le sfaccettature dell' "italico carattere" che riesplode ogni volta che ci si trova di fronte a passaggi importanti della vita del Paese. Basta osservare con un minimo di attenzione quello che accade in questi giorni sulla scena politica per averne plastica conferma. Confronto e scontro tra piccoli personaggi, di modesta capacità di visione e di piccola virtù.

martedì 24 aprile 2018

IL GOVERNO CHE VERRA?

Nel post del 18 Aprile configuravo come soluzione possibile, alla fine, un governo di programma tra 5 Stelle e PD al quale si sarebbero potuti aggregare i parlamentari di Liberi ed Uguali, con Paolo Gentiloni Presidente del Consiuglio. Alcuni amici con i quali ho parlato mi hanno detto.............impossibile.............il Movimento 5 stelle mai farebbe un governo con il PD e il PD da parte sua ha detto in tutte le salse che è una soluzione nemmeno ipotizzabile.
Al punto in cui siamo, dopo il mandato conferito dal Presidente della Repunbblica al Presidente della camera, dopo le dichiarazioni di oggi pomeriggio di Di Maio che ha certificato come "spento" il forno con la Lega e la opposizione del movimento a qualsiasi governo del Presidente, mi sembra che non ci siano più margini: o un governo 5 stelle PD o si torna a votare. Vediamo quale è l' interesse delle parti:
a) 5 stelle non può non fare il governo. Sarebbe una sconfitta pesante. Il movimento ha invece tutto l'interesse  a "cominciare" a governare, a impadronirsi delle leve, a fare esperienza, a contribuire con propri ministri di peso all'attività di governo. Di Maio è giovane e può aspettare un giro. Inoltre se il governo dovesse andar male sarebbe facile scaricare la responsabilità principalmente su chi lo avesse guidato, Gentiloni a mio avviso.
b) il PD non può assolutamente andare al voto: prenderebbe un'altra batosta di quelle che trarmortiscono scendendo sotto il 10. Si dissolverebbe e non c'è un parlmentare PD che uno che rinuncerebbe al suo seggio. E Renzi stavolta non ha margini
c) Il Presidente Mattarella avrebbe il merito di aver portato il Paese fuori dalle secche di una situazione pericolosa
d) Gentiloni sarebbe contento, ovviamente, anche perchè consoliderebbe la immagine che da di se di forza
di governo solida e tranquilla. Gentiloni, inoltre, e questo è molto ma molto importante, sarebbe visto a livello di Unione Europea come soluzione seria e afiidabile.
e) per l'Italia sarebbe comunque la soluzione migliore nell'attuale contesto.
Vedremo se avevo visto bene il 18 e se vedo bene oggi( è più facile)
Mi sembra, però. che il Paese e i suoi problemi, che sono tanti, non siano al primo posto tra i pensieri dei parlamentari, di tutti gli schieramenti, che spendono tutte le loro energie innanzitutto per sopravvivere essi stessi. E questo non è un bel vedere.
 

mercoledì 18 aprile 2018

ILGOVERNO CHE VERRA'

Si farà questo governo o non si farà? Si farà, si farà. Oggi la Presidente del senato ha esplorato, esplorato, ma non ha cavato un ragno dal buco. Domani o dopodomani salirà al Colle - come si suol dire - e riferirà che non ci sono passi avanti. Il suo era un ruolo sacrificale e sacrificale è stato. A questo punto il Presidente inizierà un nuovo giro di consultazioni con le forze politiche dal quale apprenderà che:
- il movimento 5Stelle, dopo aver chiuso un forno, ha concentrato la sua attenzione sull'altro forno ed ha raggiunto un accordo di programma con il Partito Democratico per formare il nuovo governo
- il Partito Democratico per senso dello Stato e per il bene comune ritiene di avere il dovere morale di non far mancare il proprio appoggio ad una soluzione che ha i numeri in parlamento e che evita di dover andare ulteriormente alle urne in tempi brevi.
- Liberi e Uguali - se sarà necessario il loro apporto - non si tireranno indietro
- la LEGA di Salvini si dichiarerà sempre disposta a formare un governo con i 5 Stelle ma non le si può chiedere di spaccare l'alleanza con Forza Italia
- FORZA ITALIA protesterà con forza per la "conventio ad escludendum" che si è palesata e farà notare al Presidente, con la massima deferenza formale, che è la coalizione di centro destra ad aver "vinto le elezioni" per cui qualsiasi soluzione non rifletta questo stato di fatto rischia di essere un vulnus alla Costituzione.
- FLLI D'ITALIA  esprimerà gli stessi concetti di Forza Italia ma con molto minor vigore.
Al punto il Presidente della Repubblica si interrogherà e interrogherà la Costituzione che gli impone di fare tutti gli accertamenti necessari per verificare se ci sono i numeri in Parlamento per la costituzione del nuovo governo e non potrà che rispondere affermativamente. Farà però presente che vista la situazione internazionale e i problemi che ci sono a livello Unione europea, l'Italia deve dare una immagine di se ispirata alla continuità e a una convinta adesione ai principi dell'Unione. Pertanto in questa fase, suggerirà, la figura di Paolo Gentiloni appare come quella che meglio si adatta a questa esigenza in questa fase storica.
A questo punto Di Maio capirà - lo ha già capito - che può stare fermo un giro (il tempo gioca a suo favore). Il Partito Democratico non potrà che essere favorevole, sia quello di scuola e di rito renziano che la minoranza. Anche perchè non riesco immaginarmi un PD all'opposizione per tutta la legislatura. Liberi e uguali non potrà non starci.
Forza Italia griderà all'attentato alla Costituzione, al golpe occulto ma Forza Italia non conta niente e il suo leader (si fa per dire) è bollito come uno stracotto piemontese.
La Lega, dopo aver assaporato la mela del giardino dell'Eden, dovrà prendere atto che ancora è un partito del 17% e che deve ancora scontare i debiti di riconoscenza che il Partito e molti dei suoi esponenti di vertice degli anni passati debbono al Cavaliere (ex). Salvini è giovane anche lui e si convincerà che anche per lui il minore dei mali è stare fermo un giro.
L'Italia avrà un governo, il Presidente Mattarella troverà conferma che per l'Italia non c'è di meglio che un approccio "democristiano", il PD uscirà dall'angolo ma non credo che trarrà insegnamento da ciò che è accaduto, Gentiloni sarà ovviamente contento, a Bruxelles tireranno un respiro di sollievo.
Così mi pare. I prossimi giorni diranno se "mi pareva bene"

lunedì 16 aprile 2018

DESTINAZIONE DELL'8%° DEL 5 X000 DEL 2X000 IN SEDE DI DHIARAZIONI DEI

Si sta avvicinando il periodo della Dichiarazione dei redditi e ciascuno di noi comincia a raccogliere il materiale per compilare il 730 da presentare a mezzo caf o direttamente via web all'Agenzia delle entrate.
Mi riprometto di dedicare alll'argomento una serie di post. Comincio oggi riferendomi alla possibilità data al cittadino di destinare una quota dell'IRPEF a suo carico a enti, organizzzazioni, associazioni scelti dal cittadino stesso tra quelli accreditati.
Premetto che sono completamente favorevole ad una scelta diretta da parte del cittadino che consente di destinare gli importi a soggetti conosciuti e apprezzati e un controllo diretto dell'uso che viene fatto delle somme. Entro in dettaglio.
DESTINAZIONE DELL'8 PER MILLE. 
Il citaadino può scegliere di destinare l'8 per mille dell'Irpef a suo carico a:
1) Stato 2) Chiesa Cattolica 3) Chiesa Avventizia del settimo giorno 4) Assemblee di Dio in Italia 5) Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi 6) Chiesa Evangelica Luterana in Italia 7) unione delle comunità ebraiche in Italia 8) Unione buddista italiana 9) Unione induista italiana 10) Chiesa apostolica in Italia 11) Istituto Buddista Italiano 12) Unione cristiana evangelica in Italia 13) Sacra Diocesi Ortodossa in Italia
Il gettito Irpef non fatto oggetto di scelta si ripartisce tra i 13 destinatari in proporzione alla percentuale da ciascuna ottenuta sul complesso delle scelte effettuate.
Qualche cifra: nel 2016 hanno fatto una scelta solamente il 42,70 dei contribuenti. La parte del leone, tra le scelte effettuate, l'ha fatta la Chiesa Cattolica con oltre l'80% del totale.
DESTINAZIONE DEL 5 PER MILLE
Il 5% può essere destinato a soggetti ed enti operanti nel settore della ricerca scientifica e universitaria, della ricerca sanitaria, ad onlus, ad enti che si occupano di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico, a società sportive dilettanti e al comune di residenza per le sue attività sociali.. La scelta si fa indicando il codice fiscale del beneficiario e firmando a convalida. L'elenco completo degli enti accreditati è rintracciabile in rete
DESTINAZIONE DEL 2 PER MILLE
Il due per mille può essere destinato ai partiti politici indicati in calce alle istruzioni per la compilazione del 730. Non c'è il Movimento 5 stelle. Scelta che mi sembra coerente con altre (esempio l'abilizione dei vitalizi) fatte dal movimento.
Che scelte farò io?
- l'8 per mille ai valdesi che giudico seri e affidabili. La Chiesa Cattolica è già ampiamente beneficiaria delle scelte
- 5 per mille alla "Fondazione Grigioni per il morbo di Parkinson"
- il 2 per mille: nessuna scelta  


sabato 14 aprile 2018

Alberto Pirani: SILVIO BERLUSCONI E LA SENTENZA DELLA CORTE DI CAS...

Alberto Pirani: SILVIO BERLUSCONI E LA SENTENZA DELLA CORTE DI CAS...: Avevo terminato il mio ultimo post con l'invito, a chi fosse interessato, a leggere l'articolo apparso su "Repubblica" il...

IL DELINQUENTE UMILIA SALVINI,INSULTA I 5STELLE E SPERA NEL PD

Questo il titolo dell'editoriale del 13 Aprile di Marco Travaglio su "Il fatto quotidiano". Parole forti come forti sono state le espressioni di Di Battista, dei 5 Stelle, che ha definito Silvio Berlusconi il male assoluto. Il tutto a commento del coup de theatre del cavaliere disarcionato (cfr Italo Calvino) che ha accompagnato da par suo le dichiarazioni lette da Salvini a nome di tutto il Centrodestra all'uscita dalle consultazioni con il Presidente Mattarella. Travaglio ha poi ripreso l'argomento nell'editoriale di stamane 14 dove, rivolgendosi all'avvocato Ghedini che aveva annunciato immediate azioni legali, scrive testualmente che "il titolo di ieri era largamente lacunoso, per motivi di spazio. La giusta definizione di B. è delinquente naturale o, meglio, dotato di una "naturale capacità a delinquere". precisando che la definizione è un passaggio della sentenza emessa il 26 10 2012 dal Tribunale di Milano nel processo sulle frodi fiscali per 368 milioni di dollari perpetrate per anni da B. facendo acquistare da Mediaset diritti cinematografici dalle major Usa a prezzi gonfiati tramite sue società Offshore. Sentenza che condannò il nostro a 4 anni di reclusione per le frodi(7,3 milioni di euro) sopravvissute alla prescrizione da lui stesso dimezzata con la legge Cirielli a processo in corso. Sentenza confermata identica dalla Corte d'appello nel 2013 e dalla Cassazione nel 2014 che è costata a SB l'espulsione dal senato, l'affidamento ai servizi sociali per scontare la pena extra indulto nella casa di riposo di Cesano Boscone, la perdita del "cavalierato" e la perdita dei diritti politici con conseguente inellegibilità-
Questa la sentenza più grave che ha tarpato le ali al personaggio il quale, però, ostinato come è, con un ego ipetrofico che non è mai venuto meno, malgrado età e  decenza, non vuole uscire di scena e continua ad occuparla con iniziative patetiche che ancora vengono apprezzate da una parte del suo elettorato.
E allora per ricordare le dinamiche che hanno portato alla sentenza, ritengo non inutile pubblicare nuovamente  un mio vecchio scritto sull'argomento

LE POLITICHE FISCALI

Il precedente articolo ha destato un certo interesse in chi mi legge. Ritengo pertanto utile fare un confronto tra le aliquote in vigore e quelle da me ipotizzate mantenendo ferme le detrazioni:
a) reddito di 15.000 euro: con le attuali aliquote imposta di Euro 1.570 con la mia ipotesi euro 600
b) reddito di 20.000 euro attualmente 2.920 - mia ipotesi 1.600
c) reddito di 30.000 euro attualmente 5.840 - mia ipotesi 4.300
d) reddito di 50.000 euro attualmente 13.440 mia ipotesi 11.100
e) reddito di 100.000 euro attaualmente 34.290 mia ipotesi 32.400
f) reddito di 200.000 euro attualmente 77.290 mia ipotesi 77.400 
Come si può rilevare la curva alleggerisce i redditi più bassi e i redditi medi, diventa neutra intorno ai 200.000 euro e penalizza i redditi superiori. A qualcuno sembrerà non sufficientemente "di sinistra". A me pare equa  considerando che oggi un reddito di 50.000 euro non è un reddito "da ricchi" (non dimentico che le aliquote sono state fissate in un periodo di forte inflazione.) e che non si può andare oltre una aliquota del 45% anche per redditi molto alti perchè lo Stato non può essere nè dare l'impressione di essere una "sanguisuga" delle risorse dei cittadini e, a mio avviso, una aliquota marginale del 45% realizza pienamente il principio di progressività. Inoltre pongo come pregiudiziale che rimodulazione debba essere accompagnata da  una lotta strenua all'evasione. 
Mi limito a far notare che con la flat tax al 23% un reddito di 200.000 euro sconterebbe una imposta di 46.000 contro i 77.000  a conferma che la flat tax nell'attuale contesto produrrebbe grossi vantaggi solamente ai redditi alti e molto alti. Per contro un reddito di 30.000 euro lordi, nella cui fascia si ritrovano gran parte della classe impiegatizia, insegnanti, forze dell'ordine, impiegati dell'industria e del commercio, con la flat pagherebbe 6.900 euro di imposta contro i 5.840 delle attuali aliquote.

mercoledì 11 aprile 2018

FLAT TAX - PROGRESSIVITA' DELLE IMPOSTE- POLITICHE FISCALI

Le politiche fiscali toccano un nervo scoperto ed estremamente sensibile dei cittadini sia qui da noi che un po' dappertutto. Basti pensare alla centralità della politica fiscale nel programma di Trump. Da noi direi che è il problema dei problemi fin dalla nascita della Repubblica. L'articolo 53 della nostra Costituzione recita: "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività"
Dobbiamo ricordare che la Costituzione è nata dal concorso di forze politiche "popolari" che si sono trovate naturalmente d'accordo nel riconoscere e nell'affermare che chi più ha più deve contribuire al finanziamento della macchina statale e degli enti territoriali (scuola, forze dell'ordine, sanità, ministeri e altri enti territoriali, enti previdenziali, esercito ecc)
Personalmente sono stato sempre favorevole e senza riserve al principio di "progressività"perchè ritengo migliore una società più equa, con ridotte disparità sociali e con minori motivi di recriminazione da parte dei cittadini nei confronti dello Stato e degli altri concittadini
Le norme attualmente in vigore prevedono cinque aliquote per l'IRPEF, l'imposta che grava sui redditi delle persone fisiche, realizzando una progressività forse attualmente eccessiva ma aderente alla lettera e allo spirito della Carta Costituzionale.
Le cinque aliquote, ricordo, sono le seguenti:
- 23% fino a 15.000 euro di reddito
- 27% da 15,000 a 28.000
- 38% da 28000 a 55.000
- 41% da 55.000 a  75.000
- 43% oltre 75.000
La no tax area è fissata a 8.174 euro. Sotto quell'importo non si paga Irpef 
Non è progressiva, invece, l'IRES, l'imposta sul reddito delle società ( aliquota unica del 24% ma era il 27,6% fino al 2016) che si applica a società di capitali, a persone giuridiche, ad enti. Trovo giusto e opportuno ridurre la pressione fiscale sulle società di capitale che sono il motore dell'economia e i maggiori creatori di posti di lavoro.
La progressività non si applica nemmeno alle imposte indirette (l'IVA è al 22%) alle accise(l'imposta di fabbricazione ad esempio) alle imposte di bollo. C'è una aliquota "secca"anche sui dividendi, le cedole, i capital gain (26%), sulle cedole dei titoli di Stato (12,5%). Anche l'IMU non è influenzata dal reddito complessivo del titolare dell'immobile ma varia in funzione della sua "tipologia" o del suo uso. 
La materia è talmente "sensibile" che partiti e leaders politici hanno dato enfasi nei loro programmi a proposte e promesse in genere fortemente demagogiche di interventi a favore dei cittadini nel campo delle politiche fiscali.
Tutti quanti ricordiamo il "patto" con gli Italiani firmato da Berlusconi  negli studi televisivi di Porta a Porta che prevedeva  due sole aliquote 23 e 33%. Mai realizzzato.
Nell'ultima campagna elettorale il centro destra ha concentrato tutte le sue energie e i suoi sforzi mediatici nella promessa di una "flat tax", cioè una aliquota unica Irpef che la Lega vorrebbe fissare al 15% e Forza Italia al 23. Sostengono infatti che la riduzione del carico fiscale libererà energie e risorse che rimetteranno in moto meccanismi economici inceppatisi negli ultimi anni per effetto della crisi con conseguente impatto positivo sulle entrate fiscali. Berlusconi lo ha sostenuto con convinzione durante la campagna elettorale: "ha funzionato la flat tax dovunque sia stata applicata"............per esempio ad Hong Kong".Così l'ineffabile cavaliere disarcionato non più tardi di qualche settimana fa.
Da parte mia, rimango saldamente convinto che solamente un equilibrato approccio basato sulla progressività delle imposte consenta di affrontare realisticamente e concretamente i problemi di finanziamento del funzionamento dello Stato. Un po' di cifre
Nell'ultimo bilancio approvato le entrate fiscali sono ammontate a 479,8 miliardi di euro, cifra che si ridurrebbe drasticamente con applicazione della "flat tax". Ciò malgrado abbiamo un debito pubblico enorme (2.256 miliardi di euro a fine 2017) e un rapporto debito/pil intorno al 133%,(i parametri di Maastricht fissano al 60% il limite massimo) e stentiamo a contenere entro il 3% il deficit annuo come previsto dagli impegni presi nei confronti dell'Unione Europea. Sottolineo inoltre che abbiamo inserito in Costituzione gli impegni del Fiscal Compact, in pratica il rientro nei parametri di Maastrich nei prossimi venti anni e il paregggio di bilancio. e non dimentico che la politica monetaria  dalla Banca Centrale Europea guidata da Mario Draghi - in particolare il Quantitative Easing - ha permesso al nostro Paese ed anche ad altri di superare senza troppi danni le fasi e i momenti più pesanti della crisi  è destinata ad esaurirsi nei prossimi mesi.
Quali secondo me i punti fermi di una correzione delle politiche fiscali:
- priorità assoluta ad una lotta sistematica e convinta alla evasione fiscale. L'imponibile evaso è enorme, a giudizio uanime, ed un significativo recupero risolverebbe gran parte dei problemi. Ci sono gli strumenti informatici e tecnologici per farla
- mantenimento della progressività con allargamento della no tax area che potrebbe essere portata a 12.000 euro dando respiro alle fasce di reddito più deboli.  
- rimodulazione degli scaglioni che potrebbero essere così modificati:
1 scaglione: da 12.000 a 20.000  con un aliquota del 20%
2^ scaglione: da 20.000 a 30.000 con una aliquota del 27%
3^ scaglione: da 30.000 a 50.000 con una aliquota del 34%
4^ scaglione:  da 50.000 a 80.000 con una aliquota del 41
5^ scaglione: oltre80.000 euro con una aliquota del 45%.
Non pretendo di aver trovato la soluzione magica per tutti i problemi ma c'è necessità di una minor pressione sui ceti medi da compensare con il recupero della evasione
A questi provvedimenti andrebbero affiancate misure ancor più incisive di quelle attualmente in vigore a sostegno dei lavoratori autonomi, che non hanno copertura in caso di malattie e infortuni e dovrebbero poter godere di una  fiscalità di favore rispetto ai lavoratori con contratto, a tempo determinato o indeterminato. Sono molto meno caldo,invece, nei confronti di provvedimenti come gli 80 euro che sono ovviamente graditi a chi li riceve ma rischiano di diventare stimolo a consumi di beni importati (penso ai prodotti dell'elettronica di consumo)senza alcun riflesso positivo sull'economia del Paese. Si deve incentivare la produzione dell'industria nazionale piuttosto che i consumi, sempre più orientati - e questo è il problema principale del sistema Italia - verso prodotti esteri.
Non mi fascerei invece la testa se ci fosse la necessità di aumentare di un paio di punti l'aliquota dell'Iva.
L'inflazione è tenuta a bada dalla grande concorrenza che c'è in tutti i settori commerciali con continue promozioni, offerte speciali,piani finanziari personalizzati che rendono irrilevanti uno o due punti di IVA.
Ciò che reputo intollerabile è utilizzare le problematiche fiscali per imbonire i cittadini/elettori con roboanti promesse di provvedimenti che poi in pratica non potranno essere mai presi. Si sta avvicinando la stagione della dichiarazione dei redditi; ognuno avrà occasione di fare le proprie riflesioni. Ma una riflessione la faremo tutti:" con tutto quello che lascio giù.............cosa ricevo in cambio dallo Stato?
E qui si apre l'altro grande problema:: come vengono spesi i nostri soldi, che servizi riceviamo, quali i costi delle opere, perchè tante opere incompiute, perchè tanti episodi di malaffare, corruzione, malversazione, conflitto di interessi, rapporti di reciproco scambio, ecc.ecc.
C'è materiale per infinite riflessioni 

domenica 8 aprile 2018

IL GOVERNO CHE VERRA'

Dovremo tornare alle urne o un governo si farà? Ritengo che un governo si farà. Nessuno vuole si torni davanti al giudizio degli elettori in questo momento e con questa legge elettorale. In primis il Presidente della Repubblica che non può far perdere al Paese mesi preziosi in un contesto politico ed economico internazionale che si preannuncia complicarsi nei prossimi mesi e che farà di tutto per evitare lo stallo. Ma non può andare al voto Forza Italia che rischierebbe di sprofondare ulteriormente; per gli stessi motivi non può farlo il Partito Democratico. Ma non può andarci nemmeno  il 5stelle che ha bisogno di consolidare lo straordinario successo che ha avuto e rischierebbe tagliarsi le gambe da solo con una fuga in avanti. Potrebbe avere interesse la Lega ma, ammesso e non concesso che incrementi ulteriormente i consensi, rimane un partito del 20% che da solo non sa dove andare. Ma quale governo e con quali numeri? Se ci si pensa bene l'unica formula che ha i numeri e' quella di un governo 5stelle/Partito Democratico. Una soluzione che farebbe tra l'altro comodo ad entrambi. Ai 5stelle che si troverebbero ad avere come partner un partito consolidato e strutturato come tale che potrebbe assicurare alla compagine governativa un buon numero di ministri di consolidata esperienza ed eviterebbe al movimento capeggiato da Di Maio un "bagno" dovuto ad inesperienza e a un non perfetto controllo dei meccanismi. Un Di Maio lungimirante dovrebbe percepire che attendere un giro non potrebbe che far bene a lui stesso e al movimento. Il Partito democratico avrebbe un ancor maggiore interesse. Verrebbe accantonata definitivamente l'ipotesi di una alleanza organica con Berlusconi e la sua Forza Italia(anche Renzi si è reso conto che Berlusconi è bollito, che ormai non conta più niente) e il Partito rimarrebbe al governo(sempre meglio che stare all'opposizione, concetto chiaro a tutte le componenti del PD: lasciano il tempo che trovano le dichiarazioni di alcuni suoi esponenti). Inoltre consentirebbe al PD di avere l'opportunità di recuperare una parte del suo elettorato.
E Presidente del Consiglio? Paolo Gentiloni che ha operato bene con il suo governo, è persona di equilibrio e di esperienza, è percepito come elemento stabilizzante a livello di Unione Europea e nelle cancellerie internazionali, è ben visto da Mattarella. La nomina di Gentiloni consentirebbe inoltre a Renzi di prendersi il suo periodo sabbatico senza l'onta di una sconfessione ufficiale da parte del suo partito.
Mi si potrebbe obbiettare: ma tutto questo è una follia, al limite dell'attentato alla Costituzione, perchè le due forze principali del Centro Destra che insieme a Fratelli d'Italia hanno riportato il maggior numero di consensi rimarrebbero completamente escluse.
Rispondo all'obbiezione ricordando che l'articolo 94      della Cosituzione recita: "il governo deve avere la fiducia delle due camere".
Il governo è legittimo se è legittimato dalla volontà popolare manifestata attraverso gli organi deputati ad esprimerla (deputati e senatori). Così si esprime la Costituzione e così si individua la rappresentanza.