Il Presidente della Repubblica ha pronunciato alla "Biennale democratica" di Torino un importantissimo discorso il cui testo integrale è stato riportato da tutti i quotidiani ed è scaricabile su Internet.
Il discorso è, a mio avviso, una pietra miliare dei principi e dei valori che ispirano e regolano il nostro sistema democratico, nato dal sacrificio di coloro che combatterono e in molti casi sacrificarono la vita, per l'abbattimento della dittatura fascista e per il ritorno del Paese alla democrazia e alla libertà.
In questa sede mi limterò a sottolineare alcuni passaggi che mi sembrano particolarmente significativi:
a) afferma, il Presidente, che la Costituzione non è una specie di residuato bellico come da qualche parte talvolta si vorrebbe far intendere, ma costituisce le fondamenta solide in una prospettiva di lunga durata sulle quali poggia l'edificio dell'Italia democratica
b) la Costituzione non è una semplice carta dei valori , ma è legge suprema che segna i limiti entro i quali può svolgersi ogni potere costituito, limiti che non possono essere ignorati nemmeno in forza del'investitura popolare, diretta o indiretta, di chi governa
c) rispettare la Costituzione significa rispettare il ruolo fondamentale del controllo di costituzionalità e dunque l'autorità delle Istituzioni di garanzia che non debbono essere viste come elementi frenanti del processo decisionale, ma come presidio legittimo di quella dialettica istituzionale che in definitiva assicura trasparenza, correttezza,tutela dei diritti dei cittadini
d) tutto quello che precede non deve intendersi come una visione statica della CARTA che può per contro essere modificata dal Parlamento con le procedure previste nei punti della sua seconda parte che possono essere emendati per assicurare una migliore governabilità
e) citando Norberto Bobbio, il Presidente ricorda che la denuncia della ingovernabilità tende a suggerire soluzioni autoritarie ( il riferimento alle "lamentele" dell'attuale Premier è evidente), un monito, sottolinea il Presidente, che non si dovrebbe dimenticare mai e dal quale va ricavata l'esigenza di di tener sempre ferma la validità e irrinunciabilità delle principali istituzioni del liberalismo , libertà di espressione e di stampa, divisione dei poteri, pluralità dei partiti, tutela elle minoranze politiche, indipendenza della magistratura e centralità del Parlamento che risulta invece fortemente indebolito in assenza di valide procedure di formazione delle candidature e di meccanismi atti ad ancorare gli eletti al rapporto con il territotrio e con gli elettori (il riferimento al "Porcellum" é evidente)Infine il ruolo del Capo dello stato come "potere neutro"
f) in definitiva, conclude il Presidente, non si può ricorrere a semplificazioni di sistema e a restrizioni di diritti in nome del dovere di governare.
Un discorso, quello di Napolitano, che lancia un messaggio forte e chiaro al presidente del consiglio, al quale ricorda quali sono i paletti che in democrazia limitano i poteri di CHIUNQUE perchè le moderne democrazie occidentali si basano tutte su un sistema di pesi e contrappesi che impedisce tentazioni autoritarie e scorciatoie illiberali.
Ed è importante che il discorso sia stato fatto nell' imminenza del 25 Aprile
Ma trovo preoccupante che il Presidente della Repubblica abbia ritenuto necessario farlo: evidentemente è forte la preoccupazione per una deriva autoritaria che viene avvertita dalla parte migliore del Paese ma della quale la maggior parte dei cittadini sembra non rendersi minimamente conto.
L'invito a vigilare è chiaro e forte. Nessuno potrà dire in seguito di non essere stato allertato. Il Paese ha i mezzi democratici per respingere la minaccia
Nessun commento:
Posta un commento