martedì 29 dicembre 2009

LA FINANZIARIA 2010 - PRIMA PARTE

Come avevo anticipato, dedicherò i prossimi post alla finanziaria 2010, licenziata in forma definitiva dal senato il 22 Dicembre.
Faccio una premessa: il presidente del senato Schifani ha sottolineato con compiacimento che il governo non ha posto la fiducia in aula evidenziando la circostanza come esempio di rispetto delle minoranze e del ruolo del parlamento. Da parte mia comincio con l'osservare che questa dovrebbe essere la prassi normale in una democrazia parlamentare come la nostra; compiacersene evidenzia che "di norma" questo rispetto non c'è.
Mi sono posto il problema "metodologico" di come trattare l'argomento. Sono giunto alla conclusione che la cosa migliore sia trattare analiticamente il testo della finanziaria con brevi eventuali commenti sui singoli punti. Alla fine tenterò una sintesi ed esprimerò il mio giudizio complessivo sulla manovra e sulla politica finanziaria del governo.
Cominciamo con il dire che la finanziaria si compone di due soli articoli; l'articolo 1 che tratta dei "risultati differenziali del bilancio dello stato"(poi spiegherò cosa vuol dire) e l'articolo 2 intitolato "disposizioni diverse" e composto di 253 commi nel quale ci sono i dettagli della manovra.
Per una corretta comprensione del tutto ritengo comunque utile ricordare e riepilogare quale è la situazione delle finanze pubbliche alla fine del 2009 che sta terminando. I dati che riporterò sono tratti da documenti ufficiali (Bankitalia e Istat).
a) DEBITO PUBBLICO: il debito pubblico a fine ottobre era di 18o1 miliardi di euro con un incremento di 138 mld rispetto ai 1.663 del dicembre 2008. A fine anno la cifra non dovrebbe far registrare sostanziali variazioni in quanto nei due mesi finali lo stato può contare sull'autotassazione. Al riguardo, a titolo esemplificativo, nel 2008 i 1.669 mld di fine ottobre si sono posizionati a 1.663 a fine anno. Nel 2007 il debito scese dai 1.628 mld di novembre ai 1.599 di fine anno. E' utile illustrare come è composto il debito e chi sono i detentori dello stesso. Una attenta riflessione sulle cifre che sto per dare è a mio avviso necessaria per capire in quale contesto il governo e per lui il ministro Tremonti si muove:
1) composizione del debito: i 1.801 mld sono così ripartiti: 152 mld di monete (sono le banconote che ciascuno di noi ha in tasca) e depositi di cui 30 mld di raccolta postale, 165 mld di titoli a breve termine (BOT), 1.348 mld di titoli a medio e lungo termine (BTP eCCT) di cui 160 mld di CCT), 131 mld di prestiti di Istituzioni Finanziarie Monetarie residenti, Cassa depositi e prestiti, Banca europea per gli investimenti, 5 mld di altre passvità . Si evince che la maggior parte del debito è a medio e a lungo termine(1.484 mld che sono la somma di 1.348 + 131 + 5 ) e che solo 2,7 mld sono espressi in valuta diversa dall'euro. Entrambi questi due ultimi elementi (debito in gran parte a medio/lungo e limitatissima esposizione in valuta) sono da valutare positivamente. Ricordo al riguardo che il costo medio dell' indebitamento a medio/lungo
è per il nostro paese del 4,10 % contro un 3,20 della Germania
2) distribuzione del debito: i dati completi sono aggiornati al 30 Giugno in quanto Bankitalia recepisce con un paio di mesi di ritardo i dati sul debito "in mano" a non residenti. A fine giugno l'indebitamento era di 1.752 mld così ripartiti: 6O mld in mano alla Banca d'Italia, 465 mld in mano a Istituzioni Finanziarie Monetarie(in pratica banche) 208 mld in mano ad altre Istituzioni Finanziarie residenti, 262 mld ad "altri residenti"( in pratica persone fisiche e giuridiche possessori di titoli di stato), e ben 757 mld in mano a non residenti ( fondi pensione esteri, stati esteri, soggetti vari non residenti)
E' elemento di forte pericolosità il fatto che ben 757 mld siano in possesso di soggetti non residenti perchè se si creasse un clima di sfiducia nei confronti del nostro Paese, da questo fronte verrebbero i pericoli maggiori per la stabiltà del nostro sistema.
B) PRODOTTO INTERNO LORDO : NEL 2009 IL PIL ha fatto segnare una contrazione di circa 5 punti che si sommano al punto di calo del 2008. E' il dato più preoccupante perchè la produzione industriale (indice 2005 = 100) è scesa a 84 a fine ottobre. Fortunatamente la tendenza degli ordini è in soddisfacente risalita, ma è certo che impiegheremo "anni" per tornare ai livelli di produzione anticrisi
C) INFLAZIONE: in questo momento l'inflazione è bassissima ma si notano i primi sintomi di tensione
D) TASSI : dopo l'impennata del settembre/ottore 2008 conseguente allo "scoppio" della crisi internazionale, i tassi sono ai minimi storici (l'EURIBOR A TRE MESI E' ATTUALMENTE ALLO 0,71) Questo favorisce un alleggerimento dellla pressione degli oneri del "servizio del debito". Ma questo elemento in vista di una ripresa del livello dei tassi conseguente alla ripresa delle economie a livello internazionale può rapidamente trasformarsi in un forte elemento di debolezza per i conti dello stato. Rammento al riguardo che nel 2008 la spesa per interessi ha inciso per noi per il 5,1% del PIL contro il 2,8 della Germania e il 2,8 della Francia
E) DEFICIT ANNUALE SUL PIL: quest'anno (2009) il deficit si posizionerà intorno al 5%. Anche altri paesi come Germania e Francia hanno le stesse problematiche ma partono da una situazione molto più favorevole, in particolare hanno uno stock di debito pubblico nettamente inferiore al nostro. A fine 2008 noi il 105,7 del PIL, la Germania il 65,9, la Francia il 68
F) DEFICIT COMPLESSIVO SUL PIL: a fine 2009 il deficit sarà di poco inferiore al 120% con un aumento di 13/15 punti rispetto al 2008 per effetto del combinato tra la forte diminuzione del PIL ed il notevole aumento dell'indebitamento.
E', a mio avviso , l'elemento di maggior preoccupazione: siamo più o meno nella situazione del 1992 quando ci trovammo sull'orlo del baratro; è, più o meno, fatte le dovute proporzioni, la situazione della Grecia che é sotto stretta osservazione da parte della BCE.

Ho ritenuto opportuno fare le premesse di cui sopra perchè solo avendo chiari i punti di partenza si può capire l'impianto della finanziaria e la filosofia che la anima.

FINE DELLA PRIMA PARTE


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