Nel mio post del 28 Luglio in cui prendevo in esame la situazione della Banca di Credito Cooperativo Fiorentino e l'operato del suo Presidente Denis Verdini, affermavo tre cose in evidenza tra le altre:
a) che Bankitalia, come spesso le è accaduto in passato, si era accorta della situazione di sostanziale decozione del piccolo istituto di credito toscano solo dopo che era scoppiato lo scandalo relativo all'operato complessivo del coordinatore del PDL e quindi quando i buoi erano già scappati, tanto per usare un detto di antica memoria e di sempre valida attualità
b) che l'Istituto era stato spolpato da una politica clientelare e truffaldina del suo presidente( e del consiglio di amministrazione) e che il cuore della truffa andava cercato nelle 13 posizioni "grandi rischi" nei confronti delle quali l'Istituto aveva una esposizione di ben 125 milioni di euro su un totale di 405
c) che questi "soldi" erogati con truffaldina leggerezza erano destinati a non rientrare.
Leggo dalla stampa ferragostana che:
1) nella banca sono state trovate "gravissime irregolarità" (ispezione Bankitalia effettuata dal 25 febbraio al 21 maggio)
2) che Denis Verdini si è reso responsabile di un"conflitto di interessi" di 60 milioni di euro ( al riguardo osservo che gli italiani dovrebbero cominciare a prestare un po' più di attenzione ai vari conflitti di interesse da cui il Paese è appesantito) per affidamenti concessi a società con le quali intratteneva rapporti d'affari personali, in particolare al Gruppo BTP dell'imprenditore Riccardo Fusi
3) che le norme antiriciclaggio erano diciamo "ignorate", in particolare per le operazioni riconducibili a Flavio Carboni (guarda chi si rivede)
Denis Verdini ha ovviamente smentito qualsiasi suo coinvolgimento in operazioni meno che trasparenti, il PDL si è mosso a sua difesa con dichiarazioni di autorevoli (autorevoli perchè occupano ruoli di rilievo non certo per spessore morale o peso intellettuale) esponenti del partito. E' stata adottata la solita "tattica" di rovesciare le carte in tavola ed accusare di persecuzione chiunque (stampa, opposizione, società civile, organi di garanzia) "ostacola" il governo del fare.
Io non so se Verdini si dimetterà o no da coordinatore ( io penso di no) e debbo dire che la cosa mi sembra irrilevante, di ben altro importanza essendo i problemi del Paese e gli equilibri politici in atto.
Certo che il Verdini mi sembra veramente uno dei personaggi emblematici della "classe dirigente" di cui il Premier si circonda: un "pisquano" furbo, senza scrupoli, di basso profilo culturale e professionale, un maneggione di paese irrimediabilmente prono e"servo" nei confronti di chi lo ha fatto assurgere a ruoli ed incarichi ai quali mai avrebbe potuto aspirare in un Paese normale.
La banca di Campi Bisenzio è stata commissariata, verrà fatta assorbire da un Istituto pù grande, probabilmente rimarrà aperto anche il famoso "bar" a disposizione della clientela. gratuitamente, bisogna ricordarlo, nella Filiale principale dell'Istituto. Un altro giro di giostra, parafrasando il titolo di un libro di un toscano di ben altro spessore quale era Tiziano Terzani, avanti il prossimo dalle parole di una bella canzone di Riccardo Cocciante
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