giovedì 21 ottobre 2010

LO IOR

Ho dedicato allo IOR due post, uno del 24 settembre ed uno del 26 settembre.
Sostengo da tempo che l'Istituzione Chiesa è una delle Istituzioni più ciniche del pianeta e che lo IOR, la banca vaticana, è una specie di buco nero nel quale sprofondano capitali di dubbia origine, triangolazioni di ogni genere, operazioni border line da parte di soggetti che, essendo rigorosamente credenti, dovrebbero dare esempio di onestà, trasparenza, rispetto di principi etici. Ed invece.
Leggo sulla stampa odierna, ma me lo aspettavo da tempo, che ci sono evoluzioni nella inchiesta della Procura della Repubblica  di Roma sulle operazioni messe in piedi dallo IOR ed in particolare sulla somma di 23 milioni di euro depositata su un conto del Credito Artigiano già posta sotto sequestro(sequestro confermato dal Tribunale del riesame) e che i vertici dello IOR, Gotti Tedeschi e Cipriani, avrebbero voluto trasferire quanto a 20 miloni alla Jp Morgan di Francoforte e quanto a 3 milioni alla banca del Fucino. L'indagine della Procura ha fatto emergere centinaia di operazioni per contanti disposte negli ultimi anni dallo IOR eche configurano l'ipotesi di reato di "riciglaggio". Inoltre, più specificatamente, sono state poste sottola lente di ingrandimento alcune operazioni effettuate recentemente:
1) nel novembre del 2009 da un conto acceso presso Banca Intesa risultano prelevati  dai vertici IOR 600.000 euro in contanti con destinazione sconosciuta( su quel conto lo IOR ha movimentato nel solo 2009 oltre 140 milioni di euro)
2) sempre nel 2009 vengono bonificati da  una banca di San Marino(altro paradiso fiscale) 300.000 euro su un conto Unicredit (ex Bancaroma) intestato ad un monsignore. A parte il fatto che l'operazione non viene giustificata si scopre che il reale beneficiario non è il monsignore ma un imprenditore e una signora, tale Maria Rossi, che risulta essere un nome di fantasia.
3) sempre nel 2009 su un conto IOR acceso presso Banca Intesa vengono versati due assegni, per un importo di poco inferiore ai 50.000 euro, da Don Evaldo Biasini, tratti su unconto che lo stesso Biasini ha acceso presso la Filiale di via Romagna 11a Roma di Banca delle Marche, guarda caso la stessa filiale dove hanno conto Angelo Balducci e Diego Anemone e, soprattutto, le società consortili che si sono aggiudicate gli appalti del G8 della Maddalena(Imatec, la Maddalena e l'Arsenale), del mondiale di nuoto del 2009 (la Cosport e la Musport), dell'areoporto di Perugia (( Consortile Sant'Egidio). Ricordo che i due personaggi sopracitati sono al centro di inchieste per appalti truccati; la stampa ha attribuito loro il nome, ben azzeccato, "LA  CRICCA"
E allora basta fare qualche approfondimento sulla Banca delle Marche ( io sono marchigianoi di origine) e si può cominciare a fare qualche riflessione. Diciamo che Banca delle Marche di Roma, Filiale via Romagna, era stata scelta da  Don Biasini, Anemone e Balducci, come la banca più comoda per apporgiarvi le loro operazioni. Chissamai perchè.

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