Le biografie storiche mi hanno sempre interesssato perchè attraverso le vicende di un personaggio storico di rilievo si ha la possibilità di ricostruire vita politica, vita quotidiana, modi di pensare, abitudini del periodo nel quale il personaggio è vissuto.
Particolarmente interessanti, secondo me, le biografie degli imperatori romani che l'abbondante materiale storico pervenutoci principalmente attraverso le opere di Tacito e Svetonio consentono siano tratteggiate con vivezza. E tra gli imperatori romani Tiberio è uno dei più interessanti.
In fondo Tiberio è il primo vero imperatore romano visto che considero Augusto un personaggio a parte. Inquadriamolo, il nostro Tiberio . Figlio adottivo di Otavviano Augusto e figlio naturale di Livia Drusilla,terza moglie di Ottaviano, fu imperatore dal 14(morte di Ottaviano) al 37 d.c. ; gli succedette Caligola. Sposò in prime nozze Vipsania Agrippina e negli ultimi anni della sua vita visse praticamente sempre a Capri dove aveva fatto costruire Villa Jovis della quale anche oggi si possono vedere le vestigia. All'ingresso della villa qualche decennio fa fu posta una lapide marmorea con questa scritta.
IMP.TIBERIO CAESARI AUG./QUI SENECTUTEM SECURAM HIC AGEBAT/SENATUS POPULUSQUE CAPRENSIS/INFAMES POSTERIORUM FABULAS DETESTATI/OPTIMO PRINCIPI VIRO GRAVISSIMO/A.D.MCMXII HOC MON.POS(UIT)
La targa voleva riabilitare la memoria dell'imperatore che era stato accusato da Tacito e Svetonio delle più gravi nefandezze. Infatti si dice che nella sua vechiezza, morì a 78 anni, solo, depresso, si abbandonò a giochi erotici sempre più perversi.
Tacito, che certo non lo amava, accusa Tiberio di comportarsi a Capri con l'immoralità sconfinata di un satrapo orientale, sottomettendo giovani nobili alle sue perverse violenze sessuali, agli atti di libidine cui si abbandonava in un vorticoso erotismo senile. Eccitavano le sue voglie non soltanto la bellezza e la perfezione delle forme fisiche degli efebi prescelti, ma anche la pudicizia propria degli adolescenti e perfino la fama dei loro antenati.
Svetonio, che lo ama anche meno, scrive che il sovrano, lontano dagli sguardi dell'Urbe, diede libero sfogo a tutti i vizi che fino a quel momento aveva mal dissimulato. Racconta che da giovane negli accampamenti militari Tiberio lo chiamavano Biberius e Calidus, perchè le abbondanti libagioni lo riscaldavano. Sempre Svetonio racconta che una volta l'umperatore trascorse una notte e due giorni con Pomponio Flacco e con Lucio Pisone. Al termine della due giorni nominò il primo governatore della Siria ed il secondo Prefetto dell'Urbe. Un'altra volta accettò l'invito di un vecchio vizioso, tal Sestio Gallo, a condizione che il pranzo fosse servito da fanciulle completamente nude. Tiberio, ci dice Svetonio, fece allestire una grande stanza con certi sedili disposti tutto intorno alle pareti nella quale faceva condurre greggi di ragazze e di invertiti. Le coppie di ragazzi giovani le faceva unire in sua presenza, a tre a tre (triplice serie connexi), una fanciulla sotto un ragazzo e quest'ultimo sotto un altro ragazzo. L'edificio in cui si svolgevano queste performances erotiche veniva chiamato Villa delle Sellarie. Mi fermo qui ma Tacito e Svetonio ci danno tantissimi altri particolari.
Come ho scritto nei giorni passati, è un periodo che ascolto molto Mahler (in questo momento sto ascoltandolo) e mentre parte la quinta mi viene davanti agli occhi la scena del film di Visconti, Morte a Venezia", tratto dall'omonima novella lunga di Thomas Mann, nella quale il vecchio scrittore Aschembach, con le guance di un leggero rosso carminio e le labbra color fragola,dopo essere passato sotto le mani di un parruchiere truccatore, si strugge a vedere da lontano Tadzio, l'adolescente polacco simbolo della giovinezza perduta e non più afferrabile. E penso che nella storia degli uomini, dei popoli, delle Nazioni, tutto tende a ripetersi ed a ripresentarsi immutato sotto diverse spoglie.
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