domenica 27 febbraio 2011

MARIO DRAGHI GOVERNATORE DELLA BANCA D'ITALIA

Il governatore Mario Draghi è una delle persone più stimabili e stimate di questo sgangherato Paese. Stima che varca i confini nazionali se è vero come è vero che presiede a livello internazionale il "Financial Stability Forum" ed è in corsa per sostituire il francese Trichet  al vertice della Banca Centrale Europea. Il governatore ha la mia stima incondizionata per mille ragioni che cercherò qui di sintetizzare; perchè:
a) è uno studioso di livello internazionale con consolidate e vastissime competenze maturate in oltre quaranta anni di studio e di lavoro. E' nato nel '47.
b) è una persona seria ed intellettualmente onesta
c) non grida ma argomenta con lucida razionalità tanto da apparire ad alcuni troppo freddo.
d) interviene con continuità ad ammonire in merito ai tanti problemi del sistema Italia proponendo soluzioni concrete
e) non racconta balle e perciò è inviso al Ministro Tremonti che è invece esperto nel volgere a suo favore ogni situazione, ogni dato, ogni circostanza. Per non parlare del premier che dell'imagination au pouvoir ha fatto il suo carattere distintivo, imagination che sconfina frequentissimamente nella folie au pouvoir. Di qui le tante analogie con Carlo VI di Francia.
Ieri il governatore, parlando ad un convegno a Verona, ha sottolineato per l'ennesima volta i punti di debolezza del sistema Italia:
a) la crescita è ferma da almeno quindici anni; il Paese è stanco, vecchio, senza energie propulsive e questa situazione sta penalizzando soprattutto i giovani che hanno davanti a loro prospettive incerte, confuse, precarie
b) i salari di ingresso dei giovani sono fermi da almeno 10 anni e la disoccupazione giovanile ha raggiunto il 30%. Al Sud questa percentuale sale drammaticamente
c) l'inflazione è al di sopra degli obbiettivi Bce e corre il rischio di infiammarsi se il prezzo del petrolio continuerà a crescere per effetto del combinato tra la crisi di molti paesi produttori e la pressione di economie come la Cina, l'India, la Corea, il Brasile in rapido sviluppo e affamate di energia
d) la pressione fiscale è di tre punti sopra la media UE e il federalismo fiscale può elevarla ultriormente
e) il debito pubblico rispetto al PILha superato a fine 2010 il 120%
g) il sistema di istruzione (scuola e università) non premia il merito, è carente sotto il profilo qualitativo e quantitativo e si accrescono le differenze tra il livello medio dei nostri studenti e quello dei parì età di altri Paesi.
i) le prospettive sono pesanti
Chi mi segue sa che sono le cose che anche io dico da tempo e le valutazioni che faccio da tempo. In particolare sottolineo con orgoglio che da più di un anno sostengo che il debito pubblico sale a ritmi più elevati di quello che i vari organismi internazionali prevedono, nessuno dei quali aveva ipotizzato la percentuale del 120% a fine 2010,  e che  non si spiega perchè il debito sale così tanto in un contesto di tassi bassissimi, di tagli feroci ai bilanci dei singoli ministeri e ai trasferimenti agli enti territoriali.
Il risultato finale, secondo me, è chiaro e inevitabile:
a) il Titanic Italia incontrerà prima o poi il suo iceberg
b) ci sono fin d'ora le condizioni e gli elementi per un nuovo "Processo di Norimberga" a carico dei gerarchi di questo ventennio che, come il primo, ha portato il Paese al disastro morale, economico e sociale.
Mi auguro  che ci si possa fermare prima di precipitare nell'abisso con un governo di salute pubblica che metta insieme tutte le forze veramente "responsabili"guidate da Mario Draghi.

2 commenti:

  1. Gentile Pirani,

    Caro Pirani,

    Ha ragione sui salari dei giovani. L'ultimo anno prima dell'€ assumevo i neolaureati in ingegneria a tempo indeterminato e 38.000.0000. Oggi, dopo più di 10 anni, li assumiamo a tempo determinato a 22.000.

    Mi saprebbe spiegare chi si è mangiato la la crescita di produttività di questi anni (internet, globalizzazione,..) ? Forse la nostra cleptocrazia?

    HK

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  2. Sono onorato di essere letto da una persona di livello come HK che da uomo d'azienda abituato alla concretezza dello stare sul mercato e alla valutazione pronta dei rapporti costi/benifici sia a breve termine che sul medio/lungo, concorda con Draghi che uno dei punti di debolezza del sistema Italia sono le scarse opportunità offerte alle nuove generazioni che corrono il rischio di utilizzare loro malgrado le università come aree di parcheggio senza sbocchi operativi. Chi si è mangiato la crescita? La risposta è complessa ma in primis, a mio avviso, la nostra cleptocrazia. E' stato ed è un gigantesco assalto alla diligenza. Ma di oro nella diligenza non ce ne è più e siamo alla frutta.La questione morale non è moralismo: se si saccheggia tutto non rimane più niente. Questo non è un paese per giovani ma nemmeno per vecchi (relativi) come me e presumibilmente come HK. Solo un colpo d'ala può salvare il Paese da una sempre più rapida decadenza. Nel '45 ce l'abbiamo fatta ma c'era Degasperi a guidare il Paese, persona non abilissima nel raccontare barzellette ma uno statista vero. Per fortuna Banca d'Italia e Presidenza della Repubblica sono in mano ora come allora a persone di assoluta tempra morale: ce la faranno? Mah!

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