giovedì 19 maggio 2011

LA CRISI A CHE PUNTO E'?

Oggi riprendo a parlare di temi economici generali. Chi mi legge sa che considero la crisi della nostra economia strutturale e non congiunturale e conseguenza di fattori sia esterni (effetti della globalizzazione) che, soprattutto, interni:  livello scandalosamente inadeguato della classe politica, corruzione a livelli da Bananas Republics", evasione fiscale diffusa, allargamento  dei divari sociali conseguenza delll'aver lasciato impoverire larghi strati di popolazione che non sono più in grado di sostenere la domanda interna, scadimento della scuola e quindi delle capacità delle nuove generazioni, intere regioni nelle mani della criminalità organizzata, infiltrazioni della stessa dappertutto( un esempio per tutti l'operazione antimafia di ieri che ha confermato, se mai ce ne fosse stato bisogno, quanto sia profonda la presenza di mafia e stidda nella nostra città) e, non ultime "il venir meno della voglia di intraprendere da parte del sistema delle imprese" e "la scarsa reattività dei cittadini che rifuggono dall'impegno innanzitutto informativo e conseguenetemente non sanno o non vogliono selezionare, fare scelte . Basti pensare all'astensionismo di un cittadino su tre, e a scelte o di stanca conferma di quello che si è sempre fatto o di mera protesta. L'apparente resipiscenza che proviene dai risultati elettorali, non a Busto dove niente cambia, è solo apparente, a mio avviso Il tutto con un debito pubblico che è un macigno enorme che pesa soprattutto sulle nuove generazioni. E con la scandalosa aggravante che la crisi prima è stata negata dall'attuale governo, poi si è passati al sì c'è ma ci riprenderemo presto, all'attuale fase di silenzio sull'argomento.
In attesa che finisca la tornata elettorale con i ballottaggi e in attesa della manovra di manutenzione dei conti pubblici che Tremonti sarà costretto a fare in Giugno (6/7 miliardi secondo me) osservo che:
 - il governo è sempre piu debole e diviso. La lega teme di andare a fondo legata a filo doppio al Cavaliere. La base della lega lo dice ogni giorno e sollecita uno sganciamento dal PDL; ma per andare con chi, dico io.
-  i "responsabili" sono passati all'incasso e non avendo trovato quello che era stato loro promesso, tendono agguati ogni cinque minuti. La leadership del cavaliere è chiaramente incrinata( vedansi le dimezzate
preferenze a Milano) ma l'agonia sarà lunga, le migliori menti se ne vanno all' estero (Draghi uno per tutti) e la
Confindustria nel bollettino mensile del suo ufficio studi uscito ieri fotografa impietosamente la stagnazione del nostro Paese mentre le economie occidentali più solide, in primis la Germania, hanno ripreso a correre.
A che punto è la crisi? Ci siamo sempre più in mezzo e ci affondiamo come nelle sabbie mobili e non vedo in giro salvatori anche perchè il salvataggio deve essere collettivo e a livello collettivo mancano forze, motivazioni, ideali e anche contenitori in grado di incanalarle se ci fossero.
Questo è il quadro, secondo me, ed è un quadro non roseo. Ma io probabilmente sono troppo pessimista, o volo troppo alto, come dice il mio amico Peppino. Chi vivrà, vedrà

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