giovedì 19 gennaio 2012

UMBERTO BOSSI E ROBERTO MARONI A VARESE

Ho appena finito di assistere in televisione al comizio che Umberto Bossi e Roberto Maroni hanno tenuto a Varese.
L'intervento di Bossi, che ha parlato dopo Maroni, si è concluso con un "sempre uniti" che fa sorridere considerato che non ci crede nessuno e visto che si sta consumando ad opera di Maroni quello che si potrebbe chiamare con linguaggio psicoanalitico "omicidio del padre" Ma Maroni non ha bisogno di affondare la lama, almeno in questo momento, per cui le idi di Marzo sono rimandate, di poco secondo me.
Dell'intervento di Bossi, che è ormai irreversibilmente condizionato  dai suoi problemi fisici, ho rimarcato alcuni passaggi che qui sintetizzo:
- che lui a Roma ci sta male tanto è vero che di fatto conosce solo il Parlamento. Mai vista la Cappella Sistina (non ne dubitavo), e mai la Lega approverà di "dare soldi" per il Colosseo, come richiesto dal sindaco Alemanno, dove "sono morti tanti Galli"(sic).
Sinceramente ho provato un sentimento di umana comprensione per questi poveri Galli Cisalpini, anche a distanza di così tanto tempo, vittime fin da allora di "Roma ladrona?
Osservo poi che la maggior parte dei Galli era insediata a nord delle Alpi ( Omnia Gallia divisa est in partes tres  quarum.................) ma riconosco che ricondurre i padani ai celti della Gallia Cisalpina è corretto. Non dimentico inoltre di essere nato a poco più di 10 chilometri di distanza da Senigallia, fondata dai Galli Senoni.
Maroni ha fatto un intervento di maggior spessore anche se, debbo dire, non mi sembra abbia le phisique du role del Gallo/Celta, che venivano descritti come alti, vigorosi e di bell'aspetto. ha richiamato l'intuizione e il sogno (I have a dream) dell'europa dei popoli, ha rivendicato la sua trentennale militanza accanto al Bossi/boss, si è detto pronto a mettersi in gioco per una lega "autonoma" che vada da sola( e lì Bossi non è per niente d'accordo) e per tornare ad essere la Lega del territorio vicina al territorio
Ma soprattutto ha lanciato l'anatema: "Fuori dalla Lega chi cerca d farmi fuori dalla Lega".
Formalmente ha in più passaggi riconosciuto la leadership del vecchio leader ma è chiaro che la parabola di Bossi è giunta al termine. Poveri quelli del cerchio magico, la guardia palatina del boss guidata dal trota.
Vedremo quando le idi di Marzo faranno uscire di scena il vecchio Boss.
Per ora mi limito ad osserv are che se l'Italia, o  anche la sola Padania, vogliono sopravvivere alla sfida globale, ci sarà forse bisogno di leaders di maggior peso e di maggior spesssore

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