Vasco Rossi ha compiuto ieri sessanta anni. La 7 ha messo in onda un bel servizio con spezzoni di registrazioni musicali e video dagli albori, infanzia e prima giovinezza a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta, fino ai primi successi e poi fino alla consacrazione definitiva a livello nazionale ed internazionale. Non sapevo che Giulio Santagata, che ho conosciuto come braccio organizzativo della "Fabbrica del Programma" di Prodi nel 2006, fosse stato anche lui nel gruppo dei musicisti dell'inizio carriera del nostro. Che da quasi quaranta anni piace a molti e piace anche a me. Mi sono chiesto perché: apparentemente non ci sono persone più diverse: tanto lui è "fuori di testa", come dice lui stesso e come dicono i suoi amici, tanto io sono "di testa" troppo razionale e in definitiva noioso, tanto lui è trasgressivo tanto io sono ligio alle regole, tanto la sua vita è stata spericolata tanto la mia lo è stata troppo poco. Abbiamo in comune le radici in piccoli paesi della provincia italiana, siamo anagraficamente piuttosto vicini - cinque anni di differenza non sono molti - ma altro apparentemente non c'è. Eppure.
Io ho particolare feeling con due città, Bologna e Genova, e guarda caso sono entrambe il centro di irradiazione dei migliori cantanti-autori del nostro panorama musicale. Genova più intimista con una accentuata vena melanconica (Lauzi, Paoli, Bindi, e, soprattutto, De Andrè), più carnale Bologna e l'Emilia (Guccini, Ligabue, Vasco appunto) Il quale Vasco nei suoi ultimi album ha elaborato testi di straordinario spessore, almeno a mio avviso, che uniti ad un sound sempre incisivo, danno come risultato pezzi di cui è piacevole l'ascolto e il riascolto.
"Vivere o niente", che mi risulta sia l'ultimo album pubblicato ha pezzi che sono emblematici di una maturazione sia umana che artistica. "Vivere non è facile": VIVERE NON E' FACILE,/ SAREBBE MOLTO SEMPLICE/SE ALMENO AVESSI UN COMPLICE/COL QUALE CONDIVIDERE/QUEST'AVVENTURA INUTILE.....e il secondo pezzo" Manifesto futurista della nuova umanità"è tutto da ascoltare e da meditare. Ma tutto l'album è bello.
E dall'album "Il mondo che vorrei" menziono due pezzi: il primo pezzo che dà il titolo a tutto l'album e "E adesso tocca a me".........."E adesso che sono arrivato/fin qui grazie ai miei sogni/che cosa me ne faccio/della Realtà"............ E dall'album "Buoni e cattivi" "Un senso".........."Voglio trovare un senso a questa vita/anche se questa vita un senso non ce l'ha".
In definitiva trovo negli ultimi album un Vasco disincantato e nichilista come qualcuno arrivato su una spiaggia dopo aver lottato tutta la vita contro un mare in tempesta, stanco ma non esausto, uno che ha vissuto come gli pareva: mica poco.
Vasco piace un po' a tutti ai ragazzini adolescenti ora, ai loro compagni un po' più grandi ed anche ai "vecchietti" della mia generazione.
VALE, VASCO, E CONTINUA A VIVERE COME VUOI E PUOI.
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