sabato 17 marzo 2012

I DERIVATI SUL DEBITO PUBBLICO SOVRANO DEL NOSTRO PAESE

Lo avevo scritto in più occasioni. Il debito pubblico è una voragine ed auguriamoci che non siano stati fatti artifici contabili o impostate operazioni derivate sul nostro debito per nascondere la realtà che è già tragica così come appare.
- nel post del 17 Dicembre nel quale commentavo l'intervista di Aldo Cazzullo a Cesare Geronzi  c'è un passaggio. Il giornalista chiede a Geronzi: che giudizio dà di Tremonti. Risposta del banchiere: è definito da tutti intelligente, geniale, uomo capace di tutto..(Anche a falsificare i conti dello stato, chiosavo io?) Per questo meno adatto a gestire istituzioni pubbliche, chiudeva il banchiere
In altri vari articoli, soprattutto in quelli nei quali commento mensilmente i dati sul debito pubblico, ho sempre ricordato il pericolo rappresentato dalla "finanza creativa" del Ministro dell'economia Tremonti. Uno per tutti un post del 13 Luglio 2010.
Ebbene, sembra proprio che avevo fatto bene a non fidarmi. Oggi la stampa conferma quello che avevo già anticipato, cioè che all'inizio di Gennaio il nostro Paese ha rimborsato a Morgan Stanley 3,4 miliardi a chiusura di contratti derivati impostati negli anni 90 perché per l'Italia era diventato meno costoso cancellare i contratti piuttosto che rinnovarli. Ma ciò che è più grave è che, sembra, le perdite complessive sui derivati ammonterebbero a 31 miliardi, una cifra impressionante. Per maggiori dettagli rimando all'articolo su Repubblica di oggi a firma Elisa Martinuzzi e Nicholas Dunbar
Non voglio approfondire in questa sede la "tecnicità" dei derivati, materia di difficile comprensione e di difficile illustrazione. Ridotto in pillole attraverso i derivati, tecnicamente degli swap sui tassi di interesse, il tesoro ha cercato di ristrutturare il proprio debito riducendo il rischio tasso e spostando nel tempo l'onere del pagamento degli interessi avendo un vantaggio immediato in termini di minor onere di interessi nella prima parte dell'operazione compensato da maggior onere nella parte finale del contratto. E' un modo a mio avviso "truffaldino" di presentare i conti nascondendo la reale situazione del debitore che scarica sul "futuro" i maggiori oneri ed è disonesto nei confronti delle future generazioni. Ai derivati della specie hanno ricorso Regioni, Provincie, comuni (tra i quali Busto Arsizio con un derivato di 55 milioni). Ma, tornando all'Italia, avendo il derivato natura speculativa e comportando sempre un "floor", cioè un tasso minimo che andava pagato comunque, quando i tassi sugli swap hanno iniziato a calare, anzi a crollare, dopo il 2008, l'Italia si è trovata nella condizione di dover pagare alle proprie banche delle somme spaventosamente alte date dalla differenza tra il tasso "floor" del contratto e i tassi di mercato.
Quind, in sintesi, dobbiamo al lascito del precedente governo un debito di 1.900 miliardi di euro, pagamenti ritardati nei confronti dei fornitori per circa 70 miliardi  e perdite sui derivati per 31 miliardi di dollari
Se vi sembra che la finanza pubblica sia stata già risanata, pensatelo pure. Secondo me ci vogliono almeno 20 anni di gestione correttada parte di persone capaci. Lunga vita al premier Mario Monti

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