Il permesso di ieri mi deve aver fatto proprio bene perchè stamattina mi sono svegliato alle 6,45, cosa che non capita praticamente mai. Approfittando del fatto che i miei due compagni di stanza dormivano, ho fatto con calma quelle che Francesco Guccini definirebbe "le piccole e grandi abluzioni del mattino" e quindi sono uscito nel corridoio dove ho dato e ricevuto il buongiorno di Mihail, l'infermiere professionale rumeno, e di Anna, la signora moldava occupata come personale di supporto. Abbiamo parlato del più e del meno ed Anna mi ha chiesto un giudizio sulla partita di calcio Russia- Italia. Ho risposto che non mi occupo di calcio visto che è un ambiente corrotto espressione di un Paese corrotto. "Certo - le ho detto- voi due venite da Paesi che non sono mica messi meglio!"
Risposta :"i nostri governanti dovrebbero essere passati a mitraglia perchè, mentre il popolo soffre la fame, loro si arricchiscono alle spalle di tutta la nazione".
" Allora- ho ripreso- vi leggo questo scritto che fa proprio al caso nostro!"
" Ognuno afferrava quello che poteva, strappava, rubava. Tutto si divise in parti e quelli dilaniavano lo Stato che stava tra loro. Lo Stato veniva governato dall'arbitrio di pochi. Avevano in mano il tesoro, le province, le cariche, le glorie e i trionfi. Gli altri cittadini erano oppressi dalla povertà, oberati dal servizio nelle legioni. I capi spartivano le prede con pochi, mentre le persone venivano cacciate dalle loro terre se, per disgrazia, queste erano desiderate da un potente vicino."
A chi si deve attribuire questo scritto? A Beppe Grillo? No, sono frasi delle "Historie" di Sallustio, scritte nel I sec. a.C., riportate nella prefazione di Gian Antonio Stella - quello che ha scritto LA CASTA , tanto per capirci - alle " Verrine" di Ccerone, pubblicate questa settimana dal "Corriere della sera".
Il senatore Verre fu per tre anni ,dal 73 al 70 a.C. pretore di Roma in Sicilia e approfittò del suo incarico per arraffare tutto quello che poteva. Protetto da Silla, infatti, riteneva di tutto potere e di godere di assoluta impunità. E pensare che in precedenza era stato inviato in Asia dove anche lì ne aveva fatte di tutti i colori! Accusato da Cicerone nelle famose Verrine, dovette andare in esilio e nel 43 fu proscritto da Antonio.
Sembra un fatto dei nostri giorni; evidentemente è una costante del nostro dna..
Terminati questi discorsi, ho fatto il mio solito giro mattutino per sciorgliermi e al rientro in camera li trovo entrambi intenti ad accudire ai miei due compagni di stanza che hanno bisogno di essere assistiti in tutto e sottolineo tutto. Intelligenti pauca, dicevano i latini. Parlavano tra di loro in una lingua che non ero sicuo di aver individuato." In che lingua parlavate?"
" In rumeno,- mi risponde lei- perchè Mihail con il russo non se la cava molto bene".
" In rumeno,- mi risponde lei- perchè Mihail con il russo non se la cava molto bene".
E allora ho davanti a me una signora gradevole di circa 45 anni che parla russo come lingua madre, parla benissimo il rumeno - me lo conferma Mihail - parla benissimo l'italiano - ve lo dico io - e sembra che se la cavi discretamente con il francese e con l'inglese. Ed è qui da noi ad accudire, espressione eufemistica, i nostri anziani.. Non dovrebbe essere motivo di riflessione? Per me lo è e lo sottopongo al Vostro giudizio ed alle vostre valutazioni.
Dalla terrazza di via Fagnano 27 Busto Arzio Domenica 3 Giugno 2012 ore 14,15
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