lunedì 21 gennaio 2013

CONFITEOR DI CESARE GERONZI - CONGIURA ALLE GENERALI (SECONDA PARTE)I

L'intervista inizia dalla fine, per ora, dell'avventura professionale di Cesare Geronzi il quale si presenta dimissionario la mattina del 6 Aprile 2011 al Consiglio di Amministrazione  straordinario di Generali dopo 337 giorni dalla nomina.
Come e perché perde l'ultima battaglia, signor Geronzi, lei che nella primavera 2011 godeva della più alta considerazione di Silvio Berlusconi (con tutti i favori e le sponde che gli ha fatto), di Massimo d'Alema (idem, ma meno........di favori), del Segretario di Stato vaticano, cardinal Bertone (ne parleremo in seguito soprattutto in relazione alla figura di Marco Simeon), del Presidente di Intesa San Paolo, Giovanni Bazoli (con il quale c'era un rapporto di reciproca stima di vecchia data)
Risposta: Vincere, perdere. Io in effetti non ho perso........perché non ho combattuto. Era quello che temevano i congiurati, Nagel e Pelliccioli in testa, quando entrarono nella mia stanza a comunicarmi che si era formato uno schieramento che voleva il mio avvicendamento, come del resto mi aveva comunicato poco prima telefonicamente Francesco Gaetano Caltagirone. Ma il Presidente non lo fece, non lo volle fare. Perché, chiede Mucchetti Perché non si possono presiedere le Generali che amministrano 400 miliardi e godono di prestigio e autorevolezza mondiali se non lo si è richiesto da parte di tutto il consiglio e da parte della maggioranza dell'assemblea. Vero in linea di principio ma Geronzi ha fatto quello che si fa in questi casi. Quando si vede che i giochi sono fatti ci si dimette senza aspettare la mozione di sfiducia.
I congiurati raccontano della sua sorpresa di fronte al precipitare degli eventi
Romanzano: sapevo da settimane della congiura e ne seguivo gli sviluppi (Assolutamente credibile; Geronzi ha sempre saputo in anticipo le mosse dei suoi avversari, non solo in questa specifica situazione. E la sua più grande abilità è sempre stata quella di saper fiutare il vento e "sfilarsi" dalle situazioni di pericolo o affrontarle avendole chiare davanti.
E la conferma la avevo avuta la sera prima. Bollorè (francese che rappresenta in consiglio investitori di quel paese) mi aveva invitato a cena: Ci sarà anche Caltagirone............e Caltagirone non era venuto.........era in Mediobanca.
Considera un tradimento la scelta di campo di Caltagirone?
Non mi ha fatto certamente piacere, continuo a consideralo un errore, ma non riesco a vedere in Caltagirone un congiurato.
C'è una lunga frequentazione tra i due, Caltagirone è l'uomo più liquido d'Italia, è il suocero di Casini, meglio glissare, non si sa mai.
Chi sono i congiurati?
C'è un mandato (Della Valle della Tods che credeva di essere un mandante) e due mandanti principali ( Nagel A.D. Di Mediobanca e Pelliccioli della De Agostini)
Della Valle che ha sempre visto Geronzi come il principale esponente dei "poteri marci ma che Geronzi ridimensiona al rango di piccolo industriale marchigiano che scalpita,  Nagel con il quale si era scontrato in Mediobanca per il passaggio dal duale al consiglio di Amministrazione unico e per l'imposizione di Marco Simeon come responsabile delle relazioni esterne, Pelliccioli, uomo di fiducia del proprietario della De Agostini
E poi Giovanni Perissinotto, Amministratore Delegato delle Generali, che credeva di far parte della schiera dei mandanti
Non ne dimentica un altro, Fabrizio Palenzona? Maranghiano di ferro. Tra i firmatari della lettera di convocazione del consiglio c'è anche Miglietta, Segretario Generale della fondazione CRT. Se Miglietta ha firmato, Palenzona sapeva e benediva.
E come per Caltagirone anche per Palenzona il giudizio non è pesante, quasi volesse tenersi una via di uscita.
Capace, abile, il Dr.Palenzona non è mai un comprimario............Tolga Palenzona da Mediobanca e vedrà che resta poco.
E i consiglieri indipendenti? Professori universitari come Carlo Carraro, rettore di Ca Foscari, Paola Sapienza e Cesare Calari.
Il giudizio sulle singole persone, soprattutto su Carraro, è pesante, e dà modo a Geronzi di indicare un altro mandante principale.
I consiglieri indipendenti si rifanno ad un capo, Domenico Siniscalco, ex Ministro dell'economia.
E dietro Siniscalco c'è Tremonti, osservo io. Ce lo ricordiamo di quando Tremonti teneva come portapenne sulla scrivania una scatoletta di pelati CIRIO?
E di Paolo Scaroni, amministratore delegato dell'ENI, che dice?
E anche su Scaroni il giudizio non è pesante, lo vede addirittura come possibile ministro degli Esteri.
In effetti Scaroni ha relazioni ad ampio spettro e a livello internazionale (soprattutto in Russia e nelle Repubbliche ex URSS, che hanno gas e petrolio ) In sintesi con Caltagirone, Palenzona e Scaroni si tene una via di uscita, non rompe. Li vede sulla scena anche dopo (le elezioni) e non rompe. Invece racconta di un episodio del 2009 quando nel suo ufficio in Mediobanca ricevette la visita di Nagel,Pelliccioli e Drago, il principale azionista della De Agostini che gli proposero un progetto di riforma della governance in Generali. In pratica gli si chiedeva di "far fuori" prima della naturale scadenza l'anziano Presidente Bernheim per far posto a Gabriele Galateri di Genola (che ha sempre orbitato nella galassia Fiat). Geronzi dichiara di essersi opposto e di aver sollecitato invece di studiare a fondo il problema di nominare il Presidente delle Generali con un mandato triennale alla naturale scadenza del mandato di Bernheim. I tre si ritirano in buon ordine ma ci riescono l'anno dopo. Defenestrato Geronzi chi diventa presidente di Generali? Gabriele Galateri di Genola, ovviamente 
Come altrettanto ovviamente Mucchetti fa osservare a Geronzi che forse si era opposto alla defenestrazione di Bernheim perchè al suo posto voleva andarci lui, Geronzi e poi perché silurare Bernheim senza informare e ottenere l'assenso di Bollorè avrebbe irritato i francesi e di conseguenza indebolito Geronzi in Mediobanca.      
Questo il quadro, dettagliato, delle forze, degli interessi e dei poteri  che hanno posto fine, per il momento, alla attività professionale di Geronzi
Preferisco terminare qui la seconda parte del commento che rischierebbe di diventare troppo lungo. Tengo a precisare che quello che sto scrivendo può interessare gli "addetti ai lavori" o chi abbia la curiosità di capire il "dietro le quinte" della finanza e del potere finanziario. Non pretendo che le casalinghe e i casalinghi di Voghera debbano trovare analogo interesse
                                                                                    


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