venerdì 12 aprile 2013

L'ITALIA SI SCOPRE POST-POLITICA

Mi è stato segnalato un articolo apparso sul quotidiano "La Stampa" di Torino dell' 8 Aprile a firma Daniele Marini che riferisce di una recente ricerca, un sondaggio commissionato da La Stampa , promosso da Community Media Research e realizzato da Questlab
Il sondaggio mirava a conoscere le opinioni degli intervistati in merito alla classe dirigente del Paese. Ne è uscito un quadro che si può così sintetizzare: ormai la distinzione destra/sinistra, in politica, ha praticamente perso di qualsiasi significato. I cittadini hanno una opinione bassissima del personale politico che viene accomunato tutto in un unico fascio; analogo giudizio fortemente negativo sul sindacato e sul mondo delle banche che, addirittura, è quello che gode di minori consensi Positivo, per contro, il giudizio su coloro che si impegnano in attività di volontariato e associative e sulle "elites" del mondo della cultura e dell'Università In mezzo una serie di giudizi intermedi su altre "categorie" di classi dirigenti (magistrati, gerarchie ecclesiastiche,  dirigenti di industria, giornalisti). In sintesi l'Italia - da questo studio -  si scopre post-politica, avendo i partiti storici perso la loro capacità di rappresentanza e non emergendo più le differenze ideologiche cancellate da un giudizio netto e impietoso che fa accomunare tutti in una palude indistinta che porta alla ricerca di nuove forme di rappresentanza.
La "gente" chiede questo alla classe dirigente presente e futura del Paese:
- capacità di visione strategica, la capacità quindi di vedere con largo anticipo "dove va il mondo" per adottare per tempo i correttivi per affrontare e risolvere al meglio i problemi
- competenza
- l'essere dotata di senso morale. Una forte dimensione etica nell'operare
Se ci pensate bene, chi di voi segue il mio blog, è esattamente quello che sostengo da tempo e con dovizia di interventi (il post che state leggendo è il numero 1.103). La cosa mi fa enorme piacere perché ciò vuol dire che non sono un "isolato", ma che il mio è anche il "sentiment" di gran parte degli italiani. E dice un'altra cosa, quello che la gente chiede: che la reazione non è "antipolitica"(io, ad esempio, non ho mai considerato il movimento "5 stelle" come espressione di antipolitica) ma "post-politica" I più giovani sopratutto chiedono altre lenti per leggere la realtà, altre forme di rappresentanza ma non sono caratterizzati da un nichilismo assoluto.
E siccome, aggiungo io, il mondo è loro e non di noi "vintage", secondo una felice espressione recentemente coniata, sono loro, i giovani, a doversi mettere in gioco,  prendere in mano il loro futuro e creare nuove forme di  partecipazione e rappresentanza.
Certo è che anche le cronache politiche di questi giorni confermano l'assoluta inadeguatezza dell'attuale sistema dei partiti che sembrano completamente estranei rispetto alla vita e ai problemi dei cittadini.
L'articolo è accompagnato da una serie di tabelle che non posso qui riprodurre. Chi fosse interessato ad approfondire, basta andare sul sito de "La Stampa" 

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