Ho letto i primi due capitoli, il primo "Il potere della politica", il secondo "Il potere della Chiesa"; due poteri forti , anzi i più forti. E che cosa ne vien fuori? Aria fritta. Acqua calda. Non c'è un solo passaggio in cui la testimonianza di Bisignani porti qualcosa di nuovo, non c'è un solo momento in cui il lettore non abbia la sensazione di leggere delle banalità.
Il giornalista fa le domande, Bisignani risponde, ma gli argomenti sono così marginali che si ha la sensazione che il nostro uomo ci stia prendendo in giro. Apprendiamo, è vero, cose di cui non avevamo conoscenza: per esempio che Berlusconi non sopporta l'aglio e che il suo piatto preferito è la tagliata, che ama regalare cravatte e foulards di Marinella (anche io di tanto in tanto ne compero qualcuna nel negozio in fondo a via Magenta dove la via incrocia via Meravigli; mi fanno in genere uno sconto del 10% per cui le pago 90 euro) che papa Francesco tifa per la squadra del San Lorenzo de Almagro. Inoltre apprendiamo che il papa a fine pasto beve sempre un "mate", una bevanda argentina conosciuta come il tè dei gesuiti. Inoltre, e questa ci mancava, apprendiamo che il cardinale Bertone da giovanissimo giocò terzino nella squadra dell'oratorio Valdocco di Torino. A parte ciò una serie di episodi, anche minimi, che lo vedono aver conosciuto questo o quest'altro.
A questo punto ritorna la domanda. Quale la finalità del libro-intervista?
Io vedo tre possibili motivazioni:
a) prima ipotesi: il nostro ha bisogno di un po' di denaro ed ha ritenuto che pubblicando un libro intervista tanti, tra cui io, incuriositi dalla fama dell'autore di essere al centro di mille intrighi e di mille crocevia, l'avrebbero comperato a scatola chiusa.
b) seconda ipotesi: il nostro vuole attraverso il libro lanciare messaggi a chi sa lui. Guardate che io so tutto, conosco tutto e tutti e ho una particolare predisposizione ad interessarmi di quello che c'è dietro la facciata di ognuno. Io faccio il bravo, mi limito a raccontare aneddoti ed episodi di nessun conto, ma anche voi fate i bravi che........è meglio anche per voi
c) terza ipotesi: Bisignani conosce tutti e tutto, questo è vero, ma in fondo si è limitato ad essere partecipe della sola superficie dei tanti personaggi con i quali è venuto in contatto, cioè - in definitiva - non ha mai contato niente.
Sono curioso di vedere come evolve il libro, e quale di queste ipotesi sia quella valida oppure se c'è un'altra chiave di lettura
Continua....
A questo punto ritorna la domanda. Quale la finalità del libro-intervista?
Io vedo tre possibili motivazioni:
a) prima ipotesi: il nostro ha bisogno di un po' di denaro ed ha ritenuto che pubblicando un libro intervista tanti, tra cui io, incuriositi dalla fama dell'autore di essere al centro di mille intrighi e di mille crocevia, l'avrebbero comperato a scatola chiusa.
b) seconda ipotesi: il nostro vuole attraverso il libro lanciare messaggi a chi sa lui. Guardate che io so tutto, conosco tutto e tutti e ho una particolare predisposizione ad interessarmi di quello che c'è dietro la facciata di ognuno. Io faccio il bravo, mi limito a raccontare aneddoti ed episodi di nessun conto, ma anche voi fate i bravi che........è meglio anche per voi
c) terza ipotesi: Bisignani conosce tutti e tutto, questo è vero, ma in fondo si è limitato ad essere partecipe della sola superficie dei tanti personaggi con i quali è venuto in contatto, cioè - in definitiva - non ha mai contato niente.
Sono curioso di vedere come evolve il libro, e quale di queste ipotesi sia quella valida oppure se c'è un'altra chiave di lettura
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