martedì 13 agosto 2013

ANCORA SU BANCA DELLE MARCHE

Mi auguravo di poter far passare Ferragosto senza dover parlare ancora di Banca delle Marche ed invece vedo che non è possibile. Perché adesso è il mondo della "politica" a muoversi freneticamente o reclamando maldestramente la primogenitura nell'aver individuato la situazione reale della banca ( i grillini) o "reclamando" - adesso, non prima -  indagini approfondite e senza sconti per nessuno che accertino le responsabilità della passata gestione (è il caso del pd, prima con l'intervento del Consigliere Regionale Marangoni     ed ora con l'intervento del senatore Morgoni - pd ex pci - che ha rilasciato una lunga intervista a Marco Ricci di Cronache Maceratesi)
A questo punto mi sembra opportuno mettere qualche puntino sulle i e qualche punto fermo ad evitare che le acque si intorbidino ulteriormente e che i marchigiani si perdano nel cercar di capire "chi ha ragione". I punti fermi a mio avviso sono i seguenti:
a) quasi dieci anni fa, nell'Aprile 2004, arriva a fare il Direttore Generale in BDM un giovane e brillante dirigente, Massimo Bianconi. Chi è Massimo Bianconi e chi lo manda nelle Marche. 
Bianconi nasce a Norcia nel 1954. Entra in Banco di Santo Spirito dove è seguito e valorizzato dal Vicedirettore Generale Paolo Accorinti l'uomo che di fatto ha in mano l'Istituto  In Banco Santo Spirito arriva ad essere condirettore affari della Sede di Torino nel momento dl fusione del Santo Spirito con Cassa di Risparmio di Roma(1991)
Nel 1995 la Banca Nazionale dell'agricoltura viene rilevata dl Gruppo Banca di Roma e il Dr. Accorinti va ad occupare la carica di Presidente. Negli stesse settimane lascia Banca di Roma anche il Direttore Centrale Mario Petroni che va ad occupare il ruolo di Direttore generale della Banca Agricola Mantovana. Bianconi va ad affiancarlo come Condirettore Generale. Nel 98 Bianconi lascia la Agricola Mantovana e va ad affiancare Accorinti come Amministratore Delegato della BNA.  
Il passo successivo, pochi mesi dopo, lo porta a ricoprire il ruolo di Direttore Generale in Cariverona.
Nel Settembre 2000 viene nominato Direttore Generale del Credito italiano.
Nel Dicembre 2001 viene nominato direttore Generale della costituenda "Private bank" del Gruppo Unicredit
Pochi mesi e nell'ottobre 2002 entra al San Paolo/Imi come responsabile del coordinamento commerciale e del marketing strategico
Nell'Aprile 2004 viene finalmente nominato Direttore Generale di Banca delle Marche
Curriculum strano e sospetto il suo. Non si è mai visto nella storia del sistema bancario italiano un tale vorticoso giro di cariche( e forse mi è sfuggito qualche passaggio) di estremo prestigio in capo ad una sola persona come se quella persona fosse una pedina che qualcuno, Geronzi a mio avviso con l'avallo di Bazoli e di Bankitalia, manovrava a suo piacimento in un momento di estrema turbolenza del sistema impegnato in fusioni e acquisizioni varie e in una feroce lotta di potere.
Arrivato nelle Marche prende le misure, vede che può tenere in mano tutto e tutti  continua a fare quello che aveva fatto nei precedenti incarichi. Fare cioè gli interessi propri con i denari della Banca (affidamenti al Gruppo Casale, affidamenti spropositati al Gruppo Lanari e così via.) Questa è storia più recente e ne ho già parlato
Per aver mani libere si circonda di tre vicedirettori generali di sua ssoluta fiducia ed ottiene l'appoggio di tutto o parte del CDA; in primis quello del Presidente Lauro Costa.
Chi lo ha fatto arrivare nelle Marche? Secondo me - lo ho appena detto - la massoneria e i poteri forti del settore bancario (Geronzi e Bazoli) con la presenza attiva dei DS che controllano MPS e cercano di aumentare la loro presenza nel settore bancario (non è un caso che MPS rilevi la Agricola Mantovana ben prima dell'Antonveneta). E ce lo ricordiamo tutti il ......................." ma allora abbiamo una banca .............." di Fassino al telefono con Consorte durante il tentativo di scalata alla BNL. Banca delle Marche si inserisce, a mio avviso, in questa strategia: non dimentichiamo che a fare il Vicedirettore Generale di Banca delle Marche arriva Claudio dell'Aquila, legatissimo al sindaco di Siena Piccini.
Quindi Bianconi per più di otto anni nell'assoluto silenzio dei sindacati( tutto andava bene, madama la marchesa), delle forze politiche (che si svegliano solo adesso), delle Fondazioni, che avevano il controllo della banca senza doverci mettere un euro, dei piccoli azionisti (la banca andava bene),degli organi di controllo, della Banca d'Italia, degli organi di informazione, che per anni hanno presentato, e lo hanno fatto fino al'ultimo, una situazione idilliaca, Bianconi, dicevo, per più di otto anni ha fatto il bello ed il cattivo tempo. I bilanci erano falsi, perché non venivano  fatti i dovuti accantonamenti, gli affidamenti venivano concentrati su pochi grandi "prenditori"con i quali il Direttore Generale aveva "rapporti d'affari personali"(nel senso che lui dava o faceva dare affidamenti e loro in cambio o vendevano immobili "a prezzi stracciati" a società riconducibili alla famiglia Bianconi o trovavano qualche altra forma per manifestare il loro apprezzamento).
Bianconi ha fatto ciò che in questi ultimi venti anni molti hanno fatto: sicuri dell'impunità e anzi del plauso di chi apprezza i "vincenti" ha fatto soldi, come altri, approfittando delle cariche che ha ricoperto, tutte attribuite per cooptazione dalla casta.
Unici a rompere le uova nel paniere, l'Espresso, che ha dedicato alla BDM vari articoli in tempi non sospetti, "Cronache Maceratesi" che da tempo ha focalizzato l'attenzione  sulle problematiche della banca marchigiana e che ha fatto un ottimo giornalismo di inchiesta, la Gabanelli che ha dedicato alla Banca una trasmissione addirittura nel 2007. Di me non parlo perché non conto e poi perché basta andare a ritroso su questo blog per farsi una opinione.
Questo mi sembra il punto della situazione alla vigilia di Ferragosto, altro che errori tencici, e ritengo sia opportuno, per il bene dell'economia marchigiana e dei risparmiatori marchigiani, che tutti i protagonisti giochino d'ora in poi a carte non truccate.
Non c'è più tempo per le furbizie ed i rimpalli.

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