Poco meno di un mese fa, un sabato mattina, abbiamo visto levarsi un fumo denso e acre da un appartamento al primo piano di un condominio davanti al nostro. Stavamo per telefonare ai vigili del fuoco ma pochi secondi dopo sono arrivati, evidentemente allertati da qualcun altro, insieme ad una ambulanza e a una pattuglia della vigilanza del comune. Un vigile del fuoco ha sfondato la portafinestra che dà sul balcone ed in pochissimi secondi ha spento le fiamme. Purtroppo era già troppo tardi per la signora di circa 70 anni, quindi non particolarmente anziana ma con problemi di deambulazione, che vi abitava da sola. La quale era già morta, non si sa ancora con precisione se soffocata e poi aggredita dalle fiamme o aggredita dalle fiamme ancora lucida. Il giorno dopo è comparso un cartello a cura dell'impresa di pompe funebri nel quale si comunicava che la signora................"era mancata all'affetto dei suoi cari" e che "i funerali si sarebbero fatti a data da destinarsi."
Passo di lì tutti i giorni e, avendo constatato che dopo tre settimane il cartello era ancora lì, mi sono permesso di telefonare all'Agenzia segnalando la cosa e accompagnando la segnalazione con la valutazione che mi sembrava inopportuno e indelicato che una persona morta in circostanze così dolorose fosse anche vista come abbandonata da tutti. Il titolare dell'Agenzia ha convenuto con me tanto è vero che il cartello è stato poi rimosso, ma, veda, mi ha detto, il cartello è ancora lì perché i funerali non si sono ancora svolti. E perché, ho chiesto io? Ma perché, mi ha risposto, la signora non aveva parenti stretti e quelli alla lontana rintracciati non intendono accollarsi le spese del funerale. Oltretutto - ha continuato - la signora era in affitto per cui c'è il problema di stabilire chi deve accollarsi i danni arrecati all'appartamento. Comunque - ha terminato - proprio stamattina ero in Comune per definire il tutto. E' ovvio, ma non per tutti scontato, che in questi casi debba essere la municipalità a farsi carico del problema .
In sintesi, in attesa di definire la parte economica e fare i funerali, la signora, morta bruciata, è "parcheggiata" nella cella frigorifera dell'agenzia.
L'episodio mi ha fatto riflettere. Premesso che storie di solitudine totale come questa sono più frequenti di quanto non si creda, mi pongo questa domanda. Ma di questa solitudine chi è il maggior responsabile? L'odierna organizzazione sociale che ha ridotto gli spazi e i tempi per una maggiore reciproca conoscenza o la televisione che trattiene la gente in casa, soprattutto gli anziani, e riduce di molto le possibilità di incontro e di confronto, oppure - e questa è la mia opinione - sono le singole persone a rinchiudersi in se stesse per malinteso senso di decoro e dignità precludendosi da sole una soddisfacente vita di relazione.
Ecco, io credo che man mano si avanza sul sentiero della vita ci debba essere da parte di tutti noi un atteggiamento di sempre maggiore apertura, di sempre maggior curiosità nei confronti del mondo che cambia, di duttilità di carattere, di capacità di ascolto e di comprensione dei problemi degli altri perché - credetemi - quando Cicerone nel "De senectute"afferma :" Le grandi cose non si fanno con la forza o con la velocità o con la agilità del corpo, ma con la saggezza, con l'autorità, con il prestigio; delle quali virtù vecchiaia di solito non ne è priva ma anzi ne è arricchita"
possiamo anche far finta di crederci ma non è proprio così. E solo non nascondendo le nostre debolezze e ammettendo che in certi momenti abbiamo bisogno degli altri che creiamo un ambiente favorevole alla comprensione, alla condivisione, all'amicizia che sono i maggiori nutrienti dell'anima
Passo di lì tutti i giorni e, avendo constatato che dopo tre settimane il cartello era ancora lì, mi sono permesso di telefonare all'Agenzia segnalando la cosa e accompagnando la segnalazione con la valutazione che mi sembrava inopportuno e indelicato che una persona morta in circostanze così dolorose fosse anche vista come abbandonata da tutti. Il titolare dell'Agenzia ha convenuto con me tanto è vero che il cartello è stato poi rimosso, ma, veda, mi ha detto, il cartello è ancora lì perché i funerali non si sono ancora svolti. E perché, ho chiesto io? Ma perché, mi ha risposto, la signora non aveva parenti stretti e quelli alla lontana rintracciati non intendono accollarsi le spese del funerale. Oltretutto - ha continuato - la signora era in affitto per cui c'è il problema di stabilire chi deve accollarsi i danni arrecati all'appartamento. Comunque - ha terminato - proprio stamattina ero in Comune per definire il tutto. E' ovvio, ma non per tutti scontato, che in questi casi debba essere la municipalità a farsi carico del problema .
In sintesi, in attesa di definire la parte economica e fare i funerali, la signora, morta bruciata, è "parcheggiata" nella cella frigorifera dell'agenzia.
L'episodio mi ha fatto riflettere. Premesso che storie di solitudine totale come questa sono più frequenti di quanto non si creda, mi pongo questa domanda. Ma di questa solitudine chi è il maggior responsabile? L'odierna organizzazione sociale che ha ridotto gli spazi e i tempi per una maggiore reciproca conoscenza o la televisione che trattiene la gente in casa, soprattutto gli anziani, e riduce di molto le possibilità di incontro e di confronto, oppure - e questa è la mia opinione - sono le singole persone a rinchiudersi in se stesse per malinteso senso di decoro e dignità precludendosi da sole una soddisfacente vita di relazione.
Ecco, io credo che man mano si avanza sul sentiero della vita ci debba essere da parte di tutti noi un atteggiamento di sempre maggiore apertura, di sempre maggior curiosità nei confronti del mondo che cambia, di duttilità di carattere, di capacità di ascolto e di comprensione dei problemi degli altri perché - credetemi - quando Cicerone nel "De senectute"afferma :" Le grandi cose non si fanno con la forza o con la velocità o con la agilità del corpo, ma con la saggezza, con l'autorità, con il prestigio; delle quali virtù vecchiaia di solito non ne è priva ma anzi ne è arricchita"
possiamo anche far finta di crederci ma non è proprio così. E solo non nascondendo le nostre debolezze e ammettendo che in certi momenti abbiamo bisogno degli altri che creiamo un ambiente favorevole alla comprensione, alla condivisione, all'amicizia che sono i maggiori nutrienti dell'anima
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