In attesa di immergermi nelle problematiche dell' "Abbozzo di un teoria generale dei rapporti tra etica, politica ed economia"(ma chi me lo ha fatto fare) dove cercherò di volare il più alto che mi sarà possibile, parliamo di economia spicciola, ma mica tanto. Ormai da ogni parte cani e porci, compresi Brunetta e la Santanchè, sfornano giornalmente ricette per il rilancio dell'economia, per far aumentare rapidamente il PIL e far ripartire l'Italia. Una delle ricette che va per la maggiore, e sono d'accordo, è che la leva maggiore ed immediata è il rilancio del turismo e del turismo culturale in particolare. E allora cosa c'è di meglio di Giuseppe Verdi, conosciuto in tutto il mondo. Il MET ha continuamente in cartellone sue opere e così l'Operà ed il Covent. E poi patriota: pensate che i nostri patrioti risorgimentali, che poi erano un po' di nobili e qualche borghese "liberal", gridavano "VIVA VERDI" per dire "Viva Vittorio Emanuele Re d'Italia" (come da tale stirpe sia poi uscito Lavitola, questo - come direbbe il senatore Razzi - lo ignoro). E pensate che i servizi segreti austriaci, furbissimi anche loro, lo avevano capito subito.
Dunque avanti con Verdi. Ma per vendere un prodotto bisogna innanzitutto conoscerlo come direbbe Monsieur de La Palisse (bello il castello non lontano da Ginevra) il quale "le jour avant de mourir etait encore en vie".
Siamo proprio sicuri di conoscerlo bene il Peppino Nazionale? Secondo me no; e allora vi propongo due ouvertures una più conosciuta ma l'altra sconosciuta ai più e bellissima.
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