mercoledì 11 giugno 2014

I DAVID DI DONATELLO

La RAI ha trasmesso la cerimonia di consegna ddei "David di Donatello", gli Oscar del nostro cinema. Certamente la nostra produzione cinematografica non ha le dimensioni e l' importanza di quella statunitense nè di quella indiana, è un mondo piccolo dove si conoscono tutti, un mondo di artigiani dal quale escono di tanto in tanto delle "perle", dei capolavori assoluti, che scavano , scavano nelle cose e ne fanno emergere i lati più nascosti. La parte del leone, nell'aggiudicazione dei premi, il bellissimo, a mio avviso "La grande bellezza". Sono andato a ripescare il post che ho scritto a caldo. Ve lo ripropongo


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mercoledì 5 marzo 2014

PAOLO SORRENTINO - LA GRANDE BELLEZZA

Stasera su canale 5 hanno "dato" "La grande bellezza". Non l'ho visto a suo tempo, ha vinto l'Oscar, mi era dispiaciuto perderlo quando è uscito, bene, alle 21 mi siedo in poltrona, due dita di rum Zacapa in un bicchiere e mi metto nelle condizioni migliori per goderlo. Lo hanno giudicato in molti modi, qualcuno ha detto che è troppo lungo, altri che è  troppo lento, altri che gli americani, che dell'Italia hanno una visione stereotipata, l'hanno premiato perché non ci hanno capito niente ma gli ricordava tanto Fellini. Ecco, anche io ci trovo tanto Fellini dentro, con riferimenti in particolare a due films, "La dolce vita" e "Roma"..E delle opere di Fellini vedo la evoluzione estetica e l'evoluzione narrativa che riflettono il cambiamento della società italiana e di Roma in particolare negli ultimi cinquanta anni. C'è molto Fellini ma tutto molto più "putrido" anzi più "putrefatto". Ecco, il termine "putrefatto" mi sembra quello che rende meglio l'atmosfera del film. Nella "Dolce vita" c'erano i segni della putrefazione ma il sorriso della giovanissima Valeria Ciangottini nella scena finale lanciava un messaggio di speranza. Nel cinico scetticismo di Toni Servillo non c'è speranza, la impalcatura su cui si regge una società, qualunque sia, è marcia e pronta a collassare del tutto. Il ritmo è lento, certo, perché lento il processo, il film è lungo perché la decadenza non ha tempi brevi, ma riflette in modo magistrale, a mio avviso, il momento attuale del nostro Paese. Che dire d'altro. Un'altra interpretazione magistrale di Servillo, una regia perfetta con una fotografia di una bellezza folgorante (ritorna il titolo) che contrappone la Roma eterna e bella da lasciarci il respiro alla pochezza degli attuali inquilini. Bellissime le musiche. La scena più bella, secondo me: il fugace incontro(la scena dura cinque secondi) del protagonista con Fanny Ardant, donna la cui bellezza ritengo assoluta assoluta. Il film sa di morte  e di morte si nutre. Dopo tre ore di visione, mi alzo dalla poltrona; il mio collo, il mio punto debole in questo momento, è dolorante e dolente.....

3 commenti:

  1. Caro Alberto, stavolta il tuo commento è veramente illegibile. Se lo sistemi, sarò feice di leggelo, altrimenti devo rinunciarci, purtroppo.
    Ciao ciao
    Carlo

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  2. Hai ragione, Carlo; osservo però che la data è pienamente leggibile e quindi si può crcarlo attraverso la daa. Il fatto è che ho fatto un copis/incolla che sembrava venir bene. Vedrò di correggerlo, se ci rieso

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    1. Grazie. Non avevo guardato la data ed ero convinto fosse datato 11 giugno.Scusami se ti ho rotto.
      A presto
      Carlo

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