sabato 25 aprile 2015

25APRILE 1945 - 25 APRILE 2015

Oggi, lo sappiamo tutti, ricorre il settantesimo anniversario della liberazione e della fine della guerra. Bene ha fatto il Presidente della Repubblica a ricordare con fermezza che la nostra Repubblica trova la sua genesi e affonda i suoi valori nella Resistenza e nel sacrificio di coloro che anche a prezzo della vita per l'affermazione di quei valori si sono battuti. E bene ha fatto a ribadire che, nel dovuto rispetto per tutti davanti al sacrificio della vita, sul piano politico e sul piano storico nessuna equiparazione possa essere fatta tra forze nazifasciste e chi si è messo in gioco per ridare al Paese dignità, libertà e democrazia. Dopo che per venti anni avevamo dovuto sopportare i comportamenti inqualificabili di un presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, che, totalmente ignaro della storia del nostro Paese e in possesso di categorie mentali e culturali primitive, si era sistematicamente rifiutato di partecipare a cerimonie commemorative, l'intervento di Mattarella serve se non altro a ridare dignità alle Istituzioni.
Ciò premesso e ricordato, al di fuori di ogni retorica, che la Resistenza è stato un fenomeno limitato ad alcune regioni del Centro-Nord e numericamente esiguo, occorre a mio avviso ripensare al modo di trasmettere la memoria alle nuove generazioni.
Stamattina sono stato al Tempietto Civico qui a Busto dove si teneva la cerimonia commemorativa. Poche persone, sempre quelle, ogni anno meno, scarsissima partecipazione della società civile, pochissimi giovani, atmosfera "distratta". La sensazione che anche i valori della Resistenza si stiano sfarinando e che gli accadimenti degli anni '40 poco interessino ai cittadini e praticamente niente a quelli più giovani. E questo è grave, estremamente grave perché se un Paese perde la capacità di individuare le basi, i princìpi, i valori sui quali si regge il patto sociale che tutti ci lega, perde anche la capacità di immaginare il futuro, progettare il modello di società che intende realizzare e di agire di conseguenza. La mancanza di memoria contiene in sè un altro grave pericolo: la manipolazione delle coscienze da parte di chi è in grado di controllare i canali informativi, il regresso a sudditi dei cittadini, rischi per la democrazia.
La memoria aiuta a vigilare, a capire - ad esempio - l'effetto dirompente di una legge elettorale come l'Italicum, ad avere posizioni autonome.
Mattarella ha detto che Resistenza è anche mettere in atto una convinta, capillare, sistematica lotta alla corruzione. Sono d'accordo su tutta la linea. Parole sulle quali è opportuno riflettere.
 

1 commento:

  1. come ogni anno abbiamo " partecipato" al 25 Aprile - Legnano P.zza S. Magno - i bambini delle sc. elem. hanno cantato l'inno naz. - c'era anche la mia nipotina - Discorso "scialbo " del Sindaco -più "storicamente consono" quello del pres. dell'ANPI- Commovente la presenza dell'ultima partigiana di Legnano Piera Pattano-operai tessile;gli altri ci hanno lasciato-
    I cittadini prersenti,sempre pochi-Contavo che erano di più i genitori ed i nonni dei bimbi che le presenze del sentirsi Resistente- Il resto...l'indifferenza di una città indifferente-
    Chi si ricorda del 1860 e dell'Italia del 1861? Chi si ricorda dei garibaldini? e di Giuseppe Garibaldi che a pochi metri dalla Piazza aveva parlato ai Legnanesi , affacciandosi da una finestra di una casa che ora non c'è più?
    Perdere la memoria persino del sangue versato per la libertà? E' questo il prezzo che dobbiamo pagare?
    Ma gli studenti dovranno continuare a sapere quante furono le guerre Puniche o quanti italiani/e furono massacrati e deportati dai nazi-fascisti ?

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