sabato 25 giugno 2016

IL BREXIT - POST N.3

Qualche settimana fa avevo previsto Castiglioni come sindaco di Busto ed era uscito Antonelli; ieri pensavo che i cittadini UK avrebbero scelto di "remain" nell'UE ed invece si è affermato il "brexit". Evidentemente come profeta comincio ad avere dei problemi; eppure ero ragionevolmente sicuro che "i sudditi" di Elisabetta seconda avrebbero valutato i rischi di una "uscita"dall'Unione europea visto che l'economia UK ruota intorno alle attività finanziarie sulla piazza di Londra. Si è verificato invece quello che spesso accade: le generazioni più anziane, i ceti economicamente più deboli e con livelli  culturali più bassi, vedono in ogni "  novità" che modifichi il quadro dell'esistente un pericolo dal quale difendersi. Questa la loro priorità e costante la Incapacità di visione prospettica, di visione lunga. L'adesione all'UE è stata vista come una minaccia non come una opportunità. E la Gran Bretagna è uscita. Non credo che per questo si ricreino le condizioni per una nuova guerra dei cento anni, nè che apparirà all'orizzonte una nuova Giovanna d'Arco;le conseguenze saranno prevalentemente economiche in un quadro di rafforzamento delle barriere
Economicamente i primi contraccolpi sono stati violenti. Personalmente avevo quattro operazioni in leva lunga (al rialzo) in piedi, tre sono state chiuse in stop loss dalla peocedura determinandomi un perdita "significativa". Fortunatamente Milena aveva in essere una operazione in"leva corta" - al ribasso - che ho coperto con un "gain" di € 1.744. Ma il problema non è questo; il problema è che il progetto  di "federare" il continente si è rivelato una utopia.
Stamattina, prima di mettermi a scrivere queste note mi son visto Giorgio Albertazzi nella sua interpretazione dell'imperatore Adriano a villa Adriana a Tivoli. Era lì registrato da tempo ma non lo avevo mai "visto". E' stata la giornata più opportuna.
Un grande, grandissimo attore italiano (Albertazzi), un grande imperatore spagnolo (Adriano), una grande scrittrice francese (Marguerite Yourcenar). E allora pensi a Leonardo ingaggiato da Francesco I come ingegnere e pittore di Corte che chiude i suoi giorni ad Amboise a Shakespeare che ha ambientato in Italia la gran parte delle sue commedie e tragedie, al greco Ulisse che volle spingersi oltre le colonne (estremo lembo meridionale di Spagna), a Dante che tutto riassume, e a "Manon Lescaut" musicata da Puccini ma anche da Massenet, e, vivo come non mai, l'inno alla gioia dalla nona di Beethoven che è stato scelto come inno dell'Unione.
L'Europa c'è, da sempre e in molteplici forme. I giovani non lo dimentichino mai. L'Europa è per la generazione dei ragazzi dell'Erasmus, è quella dei voli "low cost", dei concerti di Vasco e dei Pink Floyd, è quella della curiosità a conoscere, ad ampliare gli orizzonti e il confronto. E con l'inglese come lingua franca come lo è stato il latino per tanto tempo. 
                                          OPEN OUR MINDS

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