Anno
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1966 (I sessione)
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Autore
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Seneca
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Tratto dall’Opera
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Lettere, 104, 19-21
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Titolo
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Dentro di noi sono le cause dei mali
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Nullum est, mihi crede, iter quod te extra cupiditates, extra iras, extra
metus sistat; aut si quod esset, agmine facto gens illuc humana pergeret.
Tamdiu ista urguebunt mala macerabuntque per
terras ac maria vagum quamdiu malorum gestaveris causas.
Fugam tibi non prodesse miraris?
Tecum sunt quae fugis.
Te igitur emenda, onera tibi detrahe et eluenda
desideria intra salutarem modum contine; omnem ex animo erade nequitiam.
Si vis peregrinationes habere
iucundas, comitem tuum sana.
Haerebit tibi avaritia
quamdiu avaro sordidoque convixeris; haerebit tumor, quamdiu superbo
conversaberis.
Numquam saevitiam
in tortoris contubernio pones.
Si velis vitiis exui, longe a
vitiorum exemplis recedendum est.
Avarus, corruptor, saevus,
fraudulentus, multum nocituri si prope a te fuissent, intra te sunt.
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Non c'è nulla, credimi, che ti porti fuori dai sentimenti, dalla
rabbia, dal timore; o se ci fosse, l'umanità vi si dirigerebbe in massa.
Questi mali ti incalzeranno e ti turberanno nei tuoi peregrinaggi per
terra e per mare finché ne porterai con te i motivi.
Ti meravigli che fuggire non ti serva?
I mali che fuggi sono in te.
Correggiti, dunque, lìberati dai pesi che porti, e delimita i tuoi
desideri convenienti; strappa dall'anima ogni cattiveria.
Se vuoi fare dei viaggi lieti, sana chi ti accompagna.
L'avarizia ti resterà appiccicata addosso, finché vivrai con un avaro
tirchio; e così l'orgoglio, finché frequenterai un superbo; non ti libererai
della tua cattiveria, se stai con un carnefice; l'amicizia degli adùlteri
accenderà la tua libidine.
Se vuoi spogliarti dei vizi, devi stare lontano da esempi di vizi.
L'avaro, il corruttore, il crudele, il truffatore, che già
nuocerebbero molto se ti fossero vicini, tu li hai in te.
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