domenica 6 novembre 2016

THE YOUNG POPE di PAOLO SORRENTINO

Mia moglie ed io in genere abbiamo approcci televisivi differenti; in particolare io non riesco a stare a lungo davanti al televisore, mi annoio facilmente, cambio canale, poi mi alzo dalla poltrona, vado a leggere qualcosa, metto su un CD (con le cuffie o vado in un'altra stanza)..........insomma sono più irrequieto e questo non mi piace. Lei, più metodica e ordinata mentalmente, quasi teutonica sebbene nata ad Ortigia, ha un approccio di gran lunga più positivo.
Ma in questi giorni siamo in perfetta sintonia nel vedere con grande concentrazione e grande attenzione gli episodi de "The young Pope" una serie in 10 episodi scritta e diretta da Paolo Sorrentino, coprodotta da SKI e da SKI trasmessa, due episodi alla settimana. Sei gli episodi finora trasmessi. Sorrentino ha la capacità di capire e "penetrare" la romanità come nessun altro attualmente. Ne aveva data chiara dimostrazione con "La grande bellezza", con questa serie la conferma. La stessa capacità che aveva Luchino Visconti di capire e penetrare la cultura mitteleuropea.
Non ne commenterò la trama; mi limito a precisare che l'ambiente è quello della chiesa cattolica, apostolica e romana e delle sue problematiche e sottolineo soltanto che si è immersi in una atmosfera scespiriana dove le pulsioni, le passioni, le azioni che caratterizzano la presenza dell'uomo su questo pianeta sono ben presenti, si contrappongono, si sovrappongono, si intersecano tutte. Sete di potere, sete di denaro, pulsioni sessuali, razionalità e follia, lealtà e tradimenti, solitudine e delirio da esposizione mediatica, c'è tutto. La serie contiene riferimenti continui alla realtà contemporanea,a personaggi giornalmente all'attenzione dei media, ai problemi di maggiore rilievo della Chiesa Cattolica, che la fanno risultare intrigante e capace di catturare l'attenzione e l'interesse dello spettatore. Un episodio per tutti, l'incontro tra Matteo Renzi - ben interpretato da Stefano Accorsi - e il giovane Papa.
Ben diretta e sceneggiata, la serie; ottimi gli attori. in primis lo statunitense Jude Law nei panni dell'enigmatico Pio XIII, Diane Keaton nelle vesti della suora che "ha fatto crescere" il futuro Papa rimasto orfano in giovanissima età, il già citato Stefano Accorsi. Una citazione a parte per Silvio Orlando, semplicemente perfetto nelle vesti di segretario di Stato (Bertone direi, il riferimento).
Unica perplessità: mi sembra di aver capito che la prima serie di 10 episodi sarà seguìta il prossimo anno da una seconda serie. Capisco le esigenze  del business ma argomenti e problematiche di tale peso non possono essere piegati ai ritmi narrativi di una serie televisiva qualunque. Mi auguro che Paolo Sorrentino ne abbia anche lui chiara consapevolezza.
La visione di "The young Pope" mi ha fatto andare con la memoria  ad alcuni post che ho scritto in passato. Ne pubblico nuovamente uno dal titolo "Marco Simeon - chi era costui" che la maggior parte dei miei attuali lettori probabilmente non ha letto a suo tempo.

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