martedì 10 gennaio 2017

DALLA CATTEDRA DI ISTITUZIONI DI DIRITTO ROMANO DEL PROFESSOR ENZO NARDI ALLA SOCIETA LIQUIDA DI ZYGMUND BAUMAN

Sono passati cinquanta anni dall'esame di istituzioni di diritto romano che sostenni con il professor Nardi nel Febbraio '68 e del quale ho riferito nel mio ultimo post. La morte di Bauman sollecita una riflessione e induce a porsi una domanda: cosa è cambiato in questi ultimi cinquanta anni? Risposta TUTTO
La società del '68 - mi riferisco al nostro Paese ma sono considerazioni che valgono un po' per tutto l'Occidente -  era una società ideologizzata ( ci si riconosceva come comunisti, cattolici conservatori, cattolici progressisti, liberali, socialisti ..), gerarchizzata, strutturata. Il lavoro aveva al suo centro "lo stabilimento" dove netta era la differenzazione tra operai, impiegati, dirigenti. Anche negli uffici era sempre ben evidente la gerarchia. I contratti erano in prevalenza a tempo indeterminato, scarsa era la mobilità sul lavoro (si entrava in FIAT a 16 anni e se ne usciva in pensione come "anziano Fiat"). In questo contesto i sindacati avevano un potere di rappresentanza forte. Anche nell'ambito della famiglia i ruoli erano definiti con netta prevalenza del ruolo del marito. Notevole era il condizionamento sociale per l'importanza che si dava  a giudizi di parenti e vicini e forte il potere di indirizzo e di intervento delle autorità religiose a livello locale e della gerarchia. Conseguenza una morale "sentimentale" e "sessuale"fortemente condizionate da questi fattori esterni Nel complesso una società abbastanza statica, ingabbiata dove però la gabbia offriva indirizzi comportamentali e luoghi e occasioni di riparo nelle traversie della vita.
Cinquanta anni dopo, tutto cambiato. Per effetto combinato di globalizzazione, nuove tecnologie, abitudine consolidata a spostarsi sul territorio, la situazione è quella di una società in cui regna l'incertezza, non ci sono punti di riferimento, si è fondamentalmente più soli, più liberi ma più soli.Una società liquida, appunto. Dove le nuove generazioni debbono giocoforza abituarsi a navigare in mare aperto contando quasi esclusivamente sulle proprie forze senza bussole di orientamento. Con molta tecnologia a disposizione ma senza bussole. Io non ci riuscirei mai, mai io sono "vecchio". A loro cosa si può dire: usate la tecnologia ma non fatevi usare, le bussole cercatele in voi stessi con una forte tensione etica e razionale che vi aiuti a percorrere il vostro percorso di vita liberi ma non avulsi dalla storia e non dimentichi che la vita è stata difficile per tutte le generazioni che si sono succedute nella storia. E consapevoli che per tutti vivere ha significato sentirsi "unici"e, soprattutto, ha significato "sentirsi". L'autocoscienza è ciò che ci contraddistingue; nessun computer e nessuna intelligenza artificiale potrà "raggiungerci" su questo terreno. Che bella avventura quella della specie umana nell'Universo

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