La mia lettera aperta alla senatrice del Partito Democratico Erica D'Adda, il suo conseguente intervento, hanno avuto un discreto riscontro e suscitato un certo interesse su "Face Book", l'unico "social" che frequento. Ovviamente l'interesse ha trovato principale alimento dalla notorietà di cui Erica gode in città ed in provincia per la lunga attività sul territorio e per il ruolo istituzionale ricoperto. E perché i problemi sollevati vengono "sentiti" dai cittadini/elettori/lettori come cruciali per il futuro del Paese.
Ritengo pertanto non inutile riprendere i temi in discussione approfondendo alcune riflessioni. Ponendoci alcune domande:
A) Cosa significa essere di sinistra oggi in Italia, e allargo, in Europa
Non ho cambiato opinione al riguardo: significa, come sempre, essere sostenitori di una società il più possibile equilibrata, nella quale una equa politica redistributiva assicuri anche ai soggetti più deboli un livello di welfare soddisfacente in relazione al livello medio del Paese. Una società così è anche e soprattutto una società più serena, una società nella quale - egoisticamente - si vive meglio. E qui finisce. Perchè dobbiamo convincerci una volta per tutte che se, in primis, non si è capaci di produrre PIL, non c'è politica redistributiva che possa assicurare un tenore di vita soddisfacente ai cittadini. In Italia in questo momento il problema economico centrale non è "il lavoro" ma il regresso nella capacità di produrre merci, beni e servizi competitivi sul mercato interno e sui mercati internazionali. La mancanza di lavoro è la conseguenza, non la causa. Se ci riflettiamo, siamo usciti completamente dal novero dei "produttori" in molti, troppi, settori.
Nel settore automobilistico c'era il Gruppo Fiat; non c'è più. Le gomme le forniva la Pirelli; non c'è più e comunque è passata in mani straniere. Il Gruppo Pesenti, che ha fornito all'Italia del boom il cemento per costruire strad, autostrade, edilizia pubblica e privata, è stato rilevato da capitali tedeschi La Olivetti ha fornito macchine da scrivere e le prime macchine prodromiche ai PC a tutta Italia e a tutta Europa, non c'è più. Il settore farmaceutico ci vede quasi completamente assenti. L'elettronica di consumo ci vede completamente assenti. Non parliamo dei settori elettronici di ricerca e di innovazione nei quali le nostra presenza è di nicchia in alcuni comparti e finisce lì. Le partecipazioni statali non esistono più con conseguente eliminazione di numeri altissimi di posti di lavoro in settori portanti come il settore cantieristico, siderurgico, petrolchimico, meccanico.
La grande distribuzione è tutta non italiana con uniche eccezioni ESSELUNGA e COOP. Le acque minerali parlano francese o una delle lingue che si parlano in svizzere, PARMALAT è francese. La gran parte dei marchi della moda è in mano a capitali esteri. Persino INTER e MILAN sono diventate "asiatiche".
Cosa voglio dire: che essere di sinistra significa centrare il focus sulla necessità assoluta di una politica industriale che abbia obbiettivi realistici e chiari. Cantare BELLA CIAO alle manifestazioni è molto bello ma non serve a niente. Gli 80 euro di Renzi servono a nascondere un po' di polvere sotto il tappeto ma non risolvono alcun nodo.
VEDOCHE IL DISCORSO STA PRENDENDO UNA PIEGA COMPLETAMENTE DIVERSA DALLA MIA INTENZIONE ORIGINARIA. PERO MI INTRIGA. PERCIO' PUBBLICO E SPEZZO IL DISCORSO.
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