sabato 24 giugno 2017

CONTINUIAMO A PARLARE DI BANCHE - BANCA POPOLARE DI VICENZA E VENETO BANCA

E' un periodo in cui sto scrivendo poco di banche - in verità scrivo poco di tutto - in quanto mi sembra di trovarmi davanti a scenari talmente prevedibili, previsti ed ovvi, da non destare la più piccola meraviglia.
Delle due banche venete avevo scritto in numerose occasioni in passato, l'ultimo articolo è di pochi giorni fa, le avevo definite due "buchi neri" la cui sorte  era segnata. Aspettavo di vedere di quale escamotage il governo si sarebbe servito per salvare "capra e cavoli", salvare cioè l'attività operativa delle due banche, che hanno una quota di mercato assolutamente preponderante nel nord est che rimane l'area produttiva ed industriale più dinamica del Paese e che verrebbe messo in ginocchio dalla cessazione dell'attività dei due istituti, e nel contempo agire in conformità  con le normative europee che vietano il salvataggio a carico dello Stato di fronte a situazioni come quelle delle due banche in questione.
Mi sembra che soluzione trovata confermi la notevole fantasia del governo in materia. Mi spiego:
in passato Bankitalia - di fronte a situazioni della specie -convocava i vertici di uno dei maggiori Istituti del Paese e, nel contesto di una efficace attività di "moral suasion", "imponeva" loro di rilevare l'Istituto in difficoltà. CARIPLO, ad  esempio, si trovò a rilevare la Cassa di Risparmio di Calabria, quella di Puglia, ed altre. BANCA MEDITERRANEA fu affibbiata al Gruppo guidato da Cesare Geronzi. L'acquirente rilevava attivi e passivi, si stendeva un velo pietoso e tutto proseguiva sereno.
Ora i vincoli europei ed un mutato approccio non consentono soluzioni così facili, occorre lavorare di fantasia e trovare soluzioni personalizzate.
Sta per uscire un decreto che consentirà la cessione a INTESA SAN PAOLO, l'unica che ha manifestato interesse (ma no), di acquistare "per un euro" gli "assets" delle due banche. Ciò consentirà lunedì la regolare attività degli sportelli, la difesa dei posti di lavoro (ma poi si creerà un rilevante problema di esuberi, del resto inevitabile) ed una parvenza di salvataggio. Crediti non performing e assets deterioriati verranno fatti confluire in una bad bank (si parla di 10/12 miliardi) di proprietà pubblica.
MA QUESTO NON E' AIUTO DI STATO?, chiedo sommessamente alle autorità di Bruxelles che ce lo chiedono sempre
In definitiva chi pagherà?
a) gli azionisti delle due banche che vedranno azzerato il loro investimento
b) i sottoscrittori di obbligazioni subordinate che a mio avviso dovrebbero perdere tutto viste le dimensioni dl crac, ma c'è un problema di uniformità di trattamento con le quattro banche fallite:verrà risolto in qualche modo anche questo)
c) tutti noi cittadini italiani nella nostra qualità di contribuenti.
E Zonin e soci? Non è dato sapere.

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