giovedì 2 maggio 2019

BANCA DELLE MARCHE E LE ALTRE

In passato ho dedicato molta attenzione, come ben sanno coloro che  mi seguono con assiduità, alle vicende di Banca delle Marche e delle altre tre banche - Banca Etruria, Cassa di Risparmio di Ferrara e Cassa di Risparmio di Chieti - dichiarate fallite a fine Novembre 2015. Il governo Renzi aveva emanato un decreto in forza del quale le attività in bonis, la rete di sportelii, i dipendenti passavano al Gruppo UBI (e così si salvavano le banche) mentre azionisti e sottoscrittori di obbligazioni subordinate perdevano il capitale investito e le attività in malis venivano concentrate in una bad bank. Successivamente le quattro " new banks" venivano incorporate  in UBI tanto è vero che le insegne che connotano le filiali delle banche sono quelle dell'ubi
Restava da individuare e realizzare un meccanismo di ristoro per i clienti che erano rimasti coinvolti, meccanismo che già il Decreto di fine Novembre 2015 aveva individuato in un rimborso automatico per i clienti con bassi livelli di reddito e di patrimonio mentre i clienti più facoltosi dovevano  passare attraverso un collegio arbitrale.
Il tutto frutto di una logica  che trovo aberrante. Hai modesti redditi annuali, e un modesto patrimonio? allora si presume che tu sia non molto furbo e intelligente e sei senz'altro nelle condizioni di essere stato truffato. Quindi hai diritto ad un rimborso automatico (fino all'80% recitava il decreto). Hai un reddito maggiore (superiore ai 35.000 euro) ed un patrimonio maggiore ailora devi dimostrare ad una commissione arbitrale di essere stato "truffato", commissione arbitrale che giudica caso per caso.
Dal decreto del Novembre 2015 sono passati oltre tre anni senza alcun sostanziale passo in avanti, i risparmiatori sempre più nervosi e irritati per la lentezza delle procedure e sempre più coinvolti in azioni di class action. Il governo non poteva più procrastinare la soluzione del problema, per cui nei primi giorni di Aprile ad iniziativa del Ministro Tria è stato fissato un incontro con i rappresentanti dei risparmiatori(19 associazioni)ai quali è stata illustrata la "soluzione" individuata dal governo, che riprende lo schema e la "filosofia" del decreto del 2015. 
Il rimborso avverrà nella misura  massima del 30% dell'investimento in azioni e del 95% dell'investimento in obbligazioni. Avranno diritto di accedere direttamente ai rimborsi i risparmiatori con un imponibie entro i 35.000 euro annui e un patrimonio mobiliare entro i 100.000 euro. Per gli altri deciderà una commissione arbitrale che esaminerà i casi uno per uno.
A me sembra un provvedimento che non sta in piedi nè giuridicamente nè sul piano dell'equità. E' un provvedimento all'italiana che dà un colpo al cerchio e uno alla botte, come si suol dire.
Perchè:
se vogliamo rispettare i principi di diritto, chi sottoscrive una azione o una obbligazione subordinata sa benissimo che corre rischio diretto di impresa e quindi non si vede perchè dovrebbe essere "ristorato"
se invece si parte dal presupposto che gli Istituti di credito avevano comunicato agli organi di controllo e al mercato dati falsi, e quindi  ci sono i termini per considerare "truffaldine"le operazioni di investimento proposte, non si vede  perchè si debba fare una differenza tra gli investitori "facoltosi" e meno "facoltosi". La logica che sembra emergere è questa: hai un reddito modesto e un patrimonio modesto e allora si presume che tu sia stato raggirato, turlupinato, truffato e quindi ti rimborso in automatico. Sei più facoltoso, guadagni di più. Allora sei tu che mi devi dimostrare che ti hanno ingannato.
Le associazioni dei clienti danneggiati hanno espresso il loro accordo alla soluzione proposta. E non potevano fare altrimenti visto che è passato già molto tempo e molti investitori hanno urgenza  di rientrare in possesso di una parte almeno delle somme. Mi auguro che i tempi siano accettabilmente brevi. Sarebbe mortificante se la soluzione operativa non trovasse realizzazione massimo entro l'estate.
 

Nessun commento:

Posta un commento