giovedì 7 novembre 2019

FIAT, WHIRLPOOL ILVA FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA SECONDA PARTE

 delle quali si coglie immediatamente l' e ccomunque
Questo post avrei potuto titolarlo "C'era una volta la siderurgia...........in Italia" con un sottofondo di musiche di Ennio Morricone, oppure "La siderurgia in Italia........chi l'ha vista?" oppure in qualsiasi altro modo fossi riuscito a far percepire    il declino di questo importantissimo settore negli ultimi decenni. Rammento, en passant, che per fare il cemento armato occorre l'acciao e che l'industeria meccanica ha ancora l'acciao come componente di base
Negli anni '60 avevamo una industria siderurgica fiorentissima che competeva con quella della Germania e della Francia e dove operavano soggetti pubblici e privatidi grandissimo livello. Gli stabilimenti produttivi erano circa 250-
Lo stato era presente massicciamente con l'IRI e la holding di settore FINSIDER.Principale azienda operativa la ITALSIDER con stabilimenti a Genova, a Terni, a Torino, a  Napoli, a Taranto
I privati erano di standing assoluto.
la FALCK con il mitico stabilimento CONCORDIA di Sesto San Giovanni che era chiamata la "Stalingrado d'Italia," la Breda Siderurgica, la Cogne, la Magona,Lucchini, gruppo bresciano, ed altri minori Il. nuovo secolo ha visto l'acciaio europeo in forte difficoltà per la comparsa sul mercato globale di nuovi "players"(la indiana Mittal ad esempio) e di nuovi Paesi(il Brasile ad esempio), un riposizionamento della domanda e gli effeti della cris del 2007/2008- Sono calati i prezzi e la redditività
Quale è la situazione attuale. La siderurgia italiana si è confermata nel 2018 il secondo produttore di acciaio dietro la Germania. Dati aggiornatial 25 Ottobre scorso indicano una produzione nei primi 9 mesi del 2019  di 17,6 milioni di tonnellate con un calo del 3% rispetto allo stasso periodo del 2018. La Germania, prima in Europa, ha prodotto 30,55 milioni  con un calo del 4%.  La Francia ha prodotto11,2 milioni con un calo del 3,2. Non sta andando malissimo per l'acciao prodotto in Italia anche se non sono più le percentuali degli anni  passati. Tanto per dire, la Cina ha prodotto nei primi 9 mesi 747 milioni di tonnellate(avete letto bene), l'India 84,2, il giappone 75,6 e la Corea del Sud 54,2, la Russia 53,7, gli USA 66,2, la Turchia 25,2.
L'acciao viene prodotto nel nostro Paese nei seguenti principali siti:
- Piombino (ex gruppo Luccchini) . Nel 2005 il Gruppo Lucchini è stato rilevato dal Gruppo russo Severstal, Occupa 3.200 dipendenti. Dal 2012 è in amministrazione straordinaria; dall'inizio del corrente anno è stata dichiarata insolvente dal tribunale di Livorno
 - AST Terni: dopo vari passaggi di proprietà è  finita sotto il controllo dei finlandesi della Outokumpu: Futuro incerto perchè è in perdita e perchè l'antitrust europeo ha imposto ai finlandesi la vendita. Occpa 2.270 dipendenti
- Taranto della ILVA. è il più grande stabilimento europeo per la produzione dell'acciao. Occupa 13.000 dipendenti più l'indotto, è la più grande azienda del nostro mezzogiorno. Gli eventi di questi ultimi giorni riempiono con le loro vicende i nostri media.Dopo un periodo di commissariamento è stata rilevata da una joint venture Sacilor(Francia) - Mittal (India) che lo scorso anno ha sottoscritto degli impegni e redatto un piano industriale nel quale assumevano particolare importanza quelli relativi alla bonifica del sito. Lo stabilimento di Taranto è uno dei più inquinati e forte è l'incidenza dei tumori nella zona. Nel frattempo il mercato mondiale dell'acciao è diventato ancor più difficile da affrontare anche per i dazi  introdotti dall'amministrazione Trump. Gli acquirenti sono probabilmente giunti alla determinazione di non andare avanti nell'operazione  e prendendo anche spunto dal fattto che nell'ultimo provvedimento governativo era stato tolto lo scudo penale per responsabilità pregresse hanno dichiarato  che non possono continuare a valutare il mantenimento  dell'investimento se non a fronte  di 5.000 esuberi, richiesta che, posta in questi termini, il governo non può accettare. Chi ha ragione? Hanno ragione entrambi. Il governo a richiamare agli impegni, gli acquirenti a sottolineare che lo scudo penale, che per loro ha particolare importanza, è stato inserito e tolto più volte nei provvedimenti più recenti lasciandoli in una situazione di incertezza e mancanza di chiarezza che dal punto di vista industriale non può essere accettata.
Come finirà? Acelor-Mittal si sfileranno. Subentrerà un periodo interlocutorio, probabilmente un nuovo commissariamento, e poi l'esito sarà o una nuova cordata o l'intervento diretto dello Stato. Personalmente sono convinto  da sempre che nei settori strategici la presenza diretta dello Stato non è per niente inopportuna, anzi auspicabile. Ma ci si arriverà con enorme fatica, enorme spreco di tempo e di risorse e con il fondato dubbio che i vertici aziendali saranno scelti tra gli uomini di apparato dei partiti e dei movimenti  e non tra i managers migliori.
Questa valutazione mi porta a fare un'altraosservazione.  Ai tavoli dele trattative e ai tavoli di crisi, in tutto il mondo, la mano pubblica è sempre stata rappresentata da uomini politici e da managers di lunga e consolidata esperienza, capaci - sulla base del loro vissuto- di capire immediatamente tattiche e strategie dei loro interlocutori, di cogliere inganni e tentativi di mistificazione, insomma di persone navigate, senza alcun residuo di ingenuità, emotivamente freddi. Mi viene da pensare, uno per tutti, ad Enrico Mattei. Ora si assiste invece, sconcertati, a dichiarazioni, prese di posizione, atteggiamenti di persone spesso giovani delle quali si coglie immediatamente inesperienza e mancanza di memoria storica. Tra Mattarella e di Maio, o Renzi, o Salvini, preferisco Mattarella. Mi da più garanzie di equilibrio e di capacità di valutazione degli effetti di ogni gesto, ogni atto, ogni dichiarazione. Per non parlare degli innumerevoli giovani esponenti dei 5 Stelle, della Lega delle formazioni minori, ma anche delle maggiori, che danno l'impressione di rilasciare dichiarazioni e prendere posizioni dettate dalle strutture di partito senxa alcuna visione prospettica o di insieme.

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