In questi giorni i media stanno dedicando notevole attenzione alla presa di posizione di Giulio Tremonti che, inaspettatamente in apparenza, ha rivalutato il posto fisso tessendone gli elogi e sollevando un vespaio di polemiche soprattutto all'interno del PDL, dove Brunetta e Sacconi hanno subito espresso il loro no secco alla proposta mentre il premier Berlusconi , inaspettatamente in apparenza, si è schierato a favore della posizione di Tremonti.
Le interpretazioni si sprecano, lo sconcerto cresce perchè che il Premier e il Ministro dell'economia si siano trovati d'accordo su una posizione in antinomia con l'impostazione direi quasi filosofica dei governi di centro destra di questi anni, desta indubbiamente scalpore.
Cercherò, allora di dare la mia, di interpretazione, premettendo che per forma mentis cerco sempre di chiedermi il perchè delle cose e che sono da sempre convinto che "a pensar male" - come affermava un illustre uomo politico - si va forse all'inferno ma, in genere, ci si "azzecca", come suole dire un altro politico di grana più grossa e di mente "meno raffinata" rispetto al primo.
GIULIO TREMONTI
Premetto che ho da sempre grandissima stima e grandissimo apprezzamento per l'intelligenza, l'acume tattico e strategico del ministro e per l'indubbia competenza soprattutto in campo fiscale, meno in quello macroeconomico. Di contro non scommetterei un cent sulla sua onestà intellettuale che ritengo assolutamente inesistente; considero Tremonti il principale responsabile, dopo e insieme al premier, ovviamente, del disastro economico e sociale del Paese e questa responsabilità c'è e rimane, chiara, precisa e indelebile. Oltretutto considero che l'intelligenza superiore, se volta al male, sia un'aggravante nel giudizio che si può dare di una persona.
Vediamo dunque perchè, secondo me, Tremonti ha fatto "l'uscita" che ha fatto:
a) Tremonti sa benissimo che le casse dello Stato sono vuote e che artifici e raggiri non riescono più a nascondere la reale situazione
b) da tempo lancia messaggi di invito alla prudenza e, malgrado una apparente sicurezza e una evidente sicumera, appare, agli osservatori più attenti, fortemente preoccupato. Del resto in un anno, quello in corso, caratterizzato da un crollo del PIL di oltre il 5%, da un deficit corrente supriore al 5% e da uno stock di debito pubblico che si posizionerà a fine anno intorno al 120%(questa è la mia valutazione), nonchè da un crollo del fatturato delle imprese manufatturiere di oltre il 20% e da un crollo verticale degli ordini, c'è poco da essere ottimisti. La crisi industriale, secondo me, ha appena iniziato a manifestare i suoi effetti sull'occupazione e nei prossimi mesi crescerà in maniera esponenziale sia il numero di aziende in difficoltà sia il livello di disoccupazione.
c) di fronte ha un premier che per sua formazione e per sua impronta caratteriale, oltre che per la evidente perdita di senso della realtà che lo contraddistingue, si sente come Babbo Natale che distribuisce doni e regali al popolo di bambini che siamo. Panem et circenses, Silvio non ha inventato niente di nuovo
d) Tremonti non vuole rimanere con il "cerino in mano" e passare alla storia come il ministro della bancarotta.
e) conseguentemente ha, come direbbe Bossi, "sparigliato" mettendosi in rotta di collisione con il premier al quale ha tolto "sponda" e creando i presupposti per essere avvicendato, massima sua aspirazione in questo momento, ma salvando forme e faccia e senza pregiudicare le sue chances per la fase del "dopo Berlusconi". Insomma una sorta di exit strategy
f) i gerarchetti sopracitati non hanno capito niente e si sono lanciati ad occupare gli spazi sterminati che intravedono davanti a loro
SILVIO BERLUSCONI
Premetto che considero da sempre Silvio Berlusconi persona pericolosa a sè, agli altri, e, soprattutto, alle Istituzioni democratiche del nostro Paese per la assoluta mancanza di senso dello stato, per la non conoscenza e condivisione dei principi e dei valori sui quali si reggono le moderne ed evolute democrazie occidentali, per i lati del suo carattere che hanno fatto dire a sua moglie, peraltro con molta pacatezza, che va trattato come un malato. Per contro gli riconosco carattere, personalità, capacità di azione, carisma e un indubbio ascendente sia sul popolo minuto che sulle persone che lo circondano più da vicino. Inoltre ha una indubbia superiore capacità di prendere decisioni rapide ed efficaci e di "rovesciare" il tavolo quando occorre. In sintesi una persona di livello nettamente superiore al resto della compagnia di cortigiani che lo circondano. Ma per lui valgono le stesse considerazioni fatte per Tremonti; se un' intelligenza superiore viene volta al male, questa è una aggravante
Berlusconi aveva due alternative:
1) fare la voce grossa e approfondire il solco con il Ministro dell'economia cedendo all'impulso di avvicendarlo, impulso che cova da mesi
2) molto più subdolamente prendere posizione di pieno appoggio al ministro, rimandando così la palla nel campo avversario e guadagnando tempo . Ha scelto la seconda alternativa. Adesso la prossima mossa tocca a Tremonti.
Come finirà secondo me?
Tremonti lascerà il ministero con suo grande sollievo entro tempi ragionevolmente brevi, magari per andare a coprire un incarico internazioale E' già successo nella precedente legislatura e allora fu trovata come sostituto una persona di livello come Siniscalco.
Stavolta nessuna persona di livello e di buon senso sarebbe così folle da accettare l'incarico nell'attuale contesto.
Bisognerà trovarla tra quelli che ci sono già. Cribbio, dirà Silvio. Quale dei due? Quello più piccolo e più convinto delle proprie grandi qualità, dico io. Del resto l'altro non fa che fare figure meschine( cfr. mio post a commento della trasmissione "Ballarò"di qualche giorno fa)
Chi vivrà vedrà. Se non ci fosse da piangere ci sarebbe solo da sbellicarsi dalle risate di fronte alla soluzione che intravedo
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