martedì 14 giugno 2011

LETTURE SICILIANE

In questi primi dieci giorni di vacanze al mare ho letto due libri:
"La linea d'ombra" di Joseph Conrad
"Scuote l'anima mia Eros" di Eugenio Scalfari
Faccio una premessa: Repubblica ed il Corriere ed altri organi di informazione stanno facendo un'opera meritoria. Pubblicano a costi assolutamente contenuti testi di notevole importanza che avvicinano alla lettura e fanno riprendere spazio ad una attività - quella del leggere - che aveva perso importanza negli ultimi decenni nelle giornate di tutti noi.
LINEA D'OMBRA
Non l'avevo letto ed è mia impressione che sia uno di quei libri che si devono leggere prima dei vent'anni o a vent'anni quando ancora non sai quello che vuoi dalla vita e sei al di qua della tua linea d'ombra. Leggerlo a oltre sessanta, quando la tua linea d'ombra l'hai varcata da un pezzo, dà poco e serve a poco. Ho apprezzato di più la prefazione di Roberto Saviano che il racconto di Conrad. Ciò non toglie che lo consiglierei ad un giovane di oggi, di quelli che hanno a cuore il loro futuro e sono alla ricerca di se stessi. Sono di più di quanto si pensi ma, a mio avviso, una minoranza all'interno della loro generazione
SCUOTE L'ANIMA MIA EROS 
Faccio una premessa. Ho grandissima stima nei confronti di Eugenio Scalafari, per quello che ha fatto, per quello che fa, per quello che farà. Mi ritrovo a pensare come pensa lui su quasi tutti i temi.
Oltretutto lo ammiro perchè ha saputo dare spazio ad una nuova generazione, rappresentata da Mauro e Giannini, al momento opportuno e per aver dedicato tutta la sua vita all'approfondimento di temi filosofici ed etici che ne fanno un punto di riferimento penso per molti e sicuramente per me che mi sto avviando a quella fase della vita in cui meno si agisce ma più si pensa e si fanno bilanci.
Scalfari è un uomo di cultura che si colloca a buon titolo nell'ambito di una corrente di pensiero definibile latu sensu "illuminista". Non credente e razionalista. Laico nell'accezione più nobile del termine.
Essere uomini di cultura significa, a mio avviso, oggi, aver molto letto, aver molto memorizzato (senza una buona memoria non si va da nessuna parte), aver molto metabolizzato, essere di conseguenza in grado di fare collegamenti, trovare le linee conduttrici, essere ritornati ad essere uomini del rinascimento nella misura i cui (toh chi si rivede) la cultura cosiddetta umanista deve essere accompagnata da conoscenze non superficiali in campo scientifico e da dimestichezza con i mezzi elettronici che ci facilitano la vita da un paio di decenni.
Scalfari è tutto questo ed è perciò una specie di guru del pensiero laico. Debbo aggiungere che ho sempre condiviso le sue analisi economiche; anche in questo campo mi ritrovo a pensare come lui e a vedere il futuro con gli stessi occhi.
Detto questo, il libro non mi ha convinto, come non mi aveva convinto "Per l'alto mare aperto" che ho commentato in un post  del 22 Maggioo 2010.                               ..
Il perchè esattamente non lo so ma la mia impressione è che siano entrambe le opere dei "divertissements" intellettuali dell'autore di cui io, per mio difetto indubbiamente, non riesco ad afferrare il centro e, soprattutto, la finalità, se non quella di esorcizzare, da parte dell'autore, la paura della morte.Nell'alto mare aperto il centro era la modernità, la nascita del pensero moderno che da Montaigne in poi ha cambiasto radicalmente il modo di concepire la vita e i rapporti personali e sociali dell'uomo europeo, in quest'ultimo lavoro il centro mi sembra la dicotomia istinti/ragione e un approccio psicanalitico che va alla ricerca dei rapporti tra di loro ed alla luce di questi definisce le proprie posizioni . Senza rischiare di cedere alla tristezza e alla solitudine, l'ultraottantenne Scalfari può permettersi di scoprirsi - ma non troppo - AVENDO RAGGIUNTO QUELLO SPAZIO IMMOBILE, QUEL TEMPO SOSPESO CHE GLI PERMETTERE DI ACCOGLIERE DENTRO DI SE LE COSE DEL MONDO INVECE DI INVADERLE E POSSEDERLE (ho ripreso dalla seconda di copertina). Un baedeker per la vecchiaia il libro di Scalfari, del quale rimarrà sempre impressa nella mia memoria, sopra ogni cosa, quella citazione scespiriana che avevo dimenticato e che è risalita dal profondo in superficie:
"siamo fatti della stessa stoffa di cui sono fatti i sogni e da un sonno è racchiusa la nostra piccola vita".
Il tempo, il tempo e il finis terrae che ci attende

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