mercoledì 4 aprile 2012

COSA DEVE FARE MONTI PER RIMETTERE IN CARREGGIATA I CONTI PUBBKICI

Ho appena assistito alla seconda parte (prima ero fuori) di una interessantissima puntata di Ballarò nella quale sono stati trattati i temi più scottanti della nostra economia.  I vari partecipanti hanno ciascuno espresso il loro parere. L'ex ministro dello sviluppo economico Paolo Romani, direttore di televisioni locali (Telelombardia  la più importante) che il premier uscito Berlusconi portò ad assumere l'incarico di Ministro dello Sviluppo Economico dopo esserne stato sottosegretario e viceministro, ritiene che la cosa da fare sia vendere il patrimonio dello Stato quantificato in 400 miliardi di euro. E' la solita manfrina che non porta a niente. In primis perché perfezionare le procedure di vendita di un tale coacervo di cespiti richiederebbe anni e secondariamente perché per vendere occorre che qualcuno acquisti e non mi sembra che ci siano in giro detentori di capitali di siffatta entità pronti a comperare. Sono venti anni che si parla di vendere caserme, altri beni demaniali, magari la Fontana di Trevi. Non è stato venduto niente se non gli appartamenti di proprietà di INPS, INPDAPD ed altri enti trasferiti a SCIP 1 e SCIP 2 (esempi eclatanti della finanza creativa di Tremonti) e che sono stati acquistati a prezzi stracciati dagli amici, dagli amici degli amici, dal generone romano oltreché  dagli affittuari che hanno approfittato dei prezzi in genere bassi per diventare proprietari degli appartamenti in cui vivevano magari da decenni..Basta raccontare balle: la stagione Tremonti é tramontata (calembour) definitivamente. Il ministro dell'economia uscito ci ha lasciato una bella eredità: un debito pubblico superiore ai 1.900 miliardi pari al 120% del PIL( é opportuno ricordare che Padoa-Schioppa aveva fatto scendere il rapporto al 103), 70 miliardi di debiti verso fornitori dello Stato non onorati e perdite sui derivati per almeno trenta miliardi, sembra. Il ministro uscito Romani sollecita il governo a pagare gli arretrati ai fornitori in quanto la mancata erogazione sta strozzando tante imprese. Ci vuole una bella faccia tosta a fare una tale proposta sorvolando che "l'eredità" di tale debito è tremontiana, e quindi dei governi Berlusconi, con l'aggravante che era stata tenuta nascosta. Per quanto attiene ai derivati ricordo che nei giorni scorsi il comune di Milano ha sottoscritto un accordo con le banche con le quali a suo tempo furono stipulati i contratti che farà affluire nelle casse del comune 455 milioni. Suggerimento al governo: perché non valutare se non sia il caso che analoghe iniziative vengano assunte dal governo in prima persona per quanto attiene ai derivati stipulati dal ministero dell'economia? Ricordo che nei primi giorni di gennaio il ministero dell'economia ha dovuto versare a Morgan Stanley 3,2 miliardi di dollari per chiudere un derivato fatto negli anni 90. Esborso passato sotto silenzio e di cui Tremonti si era ben guardato di fare cenno.
La professoressa Kostoris  che, lo ricordo, è la vedova di Padoa-Schioppa, ha sostenuto che è fondamentale  la riforma dei contratti di lavoro. Anche questo è un altro mantra di cui va sfatata la valenza. La modifica del mercato del lavoro non porterà nessun beneficio diretto ed immediato; se c'è un mercato del lavoro flessibile è quello del nostro Paese e finiamola di dire che gli investitori esteri non investono perché c'è l'articolo 18. Gli investitori esteri non investono per altri motivi. Perché molta parte dell'economia deve fare i conti con la malavita organizzata, non solo nelle regioni del sud ma anche al nord. Perché per avere una sentenza che definisca se hanno ragione o torto nelle controversie debbono attendere tempi non tollerabili, perché una burocrazia asfissiante pone continuamente lacci e laccioli all'attività di impresa, perché il costo del lavoro per unità di prodotto da noi è più alto che in molti altri Paesi, perché le infrastrutture (strade, aeroporti, porti, rete ferroviarie) sono in larga parte obsolete.
Encomiabile l'intervento della rappresentante dello SPI CGIL che con veemenza e passione ha posto tra l'altro all'attenzione il problema degli "esodati"di cui il ministro Fornero  non aveva colto l'importanza. Si tratta di 350.000  persone, molte del settore bancario le cui problematiche ritengo di conoscere approfonditamente.
Il governo deve fare, a mio avviso, tre sole cose:
rimessa al centro di tutta l'azione politica la questione morale deve concentrarsi su:
a) lotta senza quartiere all'evasione. L'evasione fa mancare entrate annuali nelle casse dello stato quantificate in 160/170 miliardi. Personalmente approvo pienamente i blitz che Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza  fanno ormai con cadenza settimanale. E apprezzo l'approccio di Monti che giudica l'evasione fiscale il  problema centrale della nostra finanza pubblica.
b) lotta senza quartiere alla corruzione che costa, è stato quantificato, almeno 60 miliardi l'anno. Corruzione dilagante e dilagata soprattutto nella sanità e nei lavori pubblici ma presente in ogni ganglio della amministrazione pubblica. Ed i corrotti vanno licenziati subito, salvo il reintegro nel caso venga accertata successivamente una responsabilità minore o inesistente rispetto a quella inizialmente emersa.
c) lotta senza quartiere agli sprechi, presenti in ogni apparato amministrativo del Paese.
Ma è mai possibile, osservo, che debbano essere STRISCIA LA NOTIZIA o LE IENE o BALLARO' o SERVIZIO PUBBLICO di SANTORO o REPORT della Gabanelli a denunciare sprechi, inefficienze, responsabilità varie e gli organi di controllo non riescano a far niente?
Oggi con l'utilizzo delle più recenti applicazioni informatiche si può fare tutto. Basta volerlo.
E al centro di tutto e prima di tutto c'è un solo problema : LA QUESTIONE MORALE
Il livello morale cui siamo scesi ci pone nel novero dei Paesi centroamericani o sudamericani o africani di più bassa affidabilità. E allora lo sbocco sarà un livello di vita e di reddito pari a quello di detti Paesi. Tertium non datur.

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