Mi trova invece perplesso il fatto che per votare alle primarie gli elettori dovranno sottoscrivere un appello pubblico e iscriversi all'albo degli elettori. A parte le modalità tecniche (si voterà nelle sedi dei partiti o anche ai gazebo? la possibilità di iscriversi come sarà regolata?) la norma dovrebbe servire ad evitare infiltrazioni di persone rappresentanti interessi e partiti diversi se non incompatibili, come a Napoli, Palermo, ed in altri importanti centri, è avvenuto alle ultime elezioni. Io, proprio per questo, sono invece del parere che l'accesso al voto dovrebbe essere consentito ai soli iscritti. Si perde - lo riconosco -la possibilità di allargare la platea dei simpatizzanti e di coinvolgere un maggior numero di persone, ma ritengo che il pericolo delle infiltrazioni sia superiore e più grave e il PD non può correre il rischio di condizionamenti o di sospetti di condizionamenti.
Sono invece ovviamente favorevole al doppio turno e al fatto che al secondo turno possa votare solamente chi ha votato nel primo. Sempre con la finalità di ridurre al minimo i rischi di condizionamenti esterni. Come, altrettanto ovviamente, sono favorevole alle primarie di coalizione.
Fatte queste premesse, confesso che non mi scalda più di tanto la "gara" Bersani/Renzi e degli altri come la Puppato che vorranno mettersi in gioco.
Credo che sia molto più importante fare il punto, invece, su quello che il Partito è oggi nell'Italia 2012, sui chiari e sugli scuri di una esperienza che ormai si sviluppa da cinque anni (il partito è stato fondato il 14 Ottobre 2007), sul ruolo che il PD è chiamato a svolgere e oggettivamente svolge nel Paese
Quando il PD è nato ed ho deciso di iscrivermi, al Partito chiedevo essenzialmente tre cose, non per me- io non ho bisogno di niente - ma per il Paese e per le nuove generazioni:
a) che diventasse il contenitore solido di tutte le forze che si riconoscono nei principi dell'89:"libertè, egalité, fraternitè" sinteticamente chiamate "progressiste". E che partisse dalle esperienze feconde delle forze cattoliche, socialiste, laiche, per guardare avanti e costituire un saldo punto di riferimento per i cittadini.
b) che avesse una linea di politica economica "oggettivamente" di sinistra. Io intendo "di sinistra" tutte quelle idee, quelle posizioni, quelle politiche, che "concretamente" operano per il benessere di strati di popolazione il più larghi possibile. Quindi niente utopie se non come atteggiamento mentale ed "economia di impresa in un contesto di responsabilità sociale della impresa stessa."
c) che ponesse " la questione morale" al centro di tutto perché ritengo - e lo ripeterò fino allo sfinimento - che non c'è alcuna misura di politica economica, alcun "salvatore della Patria" che possano assicurare "concretamente" la realizzazione dei principi che ho sopra enunciato se chi governa non ha senso dello Stato e se non concepisce la politica come "servizio" alla polis.
Ora possiamo dire che questi obbiettivi sono stati raggiuunti? No, se riflettiamo con animo sereno e senza retropensieri, oggettivamente no o perlomeno solo in parte.
a) il contenitore non è per niente solido e subisce continuamente scossoni sia dall'interno che dall'esterno che rischiano continuamente di romperlo. Le forze che componevano il partito allo stato nascente non si sono per niente fuse e troppi sono ancora gli ancoraggi al precedente modo di essere e di pensare in politica. Per fortuna alcune persone che erano "incompatibili" con i valori del Partito non ci sono più (penso una per tutti alla Binetti) ma il lavoro da fare é ancora tanto
b) la linea di politica economica oscilla tra vecchie utopie e visioni divaricate circa "il da farsi". Oggettivamente tra le posizioni di Fassina e quelle di Ichino, tanto per fare un esempio, c'è un abisso. Ma, comunque, la visione non é chiara e la percezione del futuro è confusa tanto è vero che non si è compreso fino in fondo e per tempo dove l'Italia stava precipitando sotto la "gestione" Berlusconi/Tremonti. e non si è suonato per tempo l'allarme. Non perdonerò mai ai massimi dirigenti del partito, in primis a Dalema, di non aver capito chi Berlusconi fosse e chi rappresentasse, che con Berlusconi hanno cercato "l'inciucio", che non hanno preso le distanze subito e"senza se e senza ma"
c) la questione morale. Anche se c' un abisso tra il livello morale del PD e dei suoi esponenti e quello del PDL e dei suoi esponenti, e in queste ultime settimane abbiamo avuto numerose e vergognose conferme di ciò, si deve purtroppo riconoscere che anche il PD non è stato immune da grosse responsabilità. Sul caso Penati il partito è stato incerto e balbettante e Lusi era il tesoriere della Margherita, non di altri. Ci sono poi tantissimi episodi minori di quanto vado dicendo.
Il bilancio quindi non è positivo come avrebbe potuto e dovuto essere. Ciò detto, reputo comunque il PD l'unica forza organizzata e responsabile che possa assumere la guida del Paese sulle macerie morali e materiali del "berlusconismo".
Quindi dopo le elezioni politiche della primavera prossima, governo sì politico espressione delle forze che avranno avuto il consenso dei cittadini sovrani,( ed il PD dovrebbe confermarsi come il primo partito) ma la guida del governo dovrà essere lasciata per tutto il tempo necessario a chi ha il necessario prestigio internazionale che rassicuri gli altri partners dell'Unione e i mercati.
In Italia ci sono tre persone che possiedono queste caratteristiche: Draghi, Prodi e Monti. Guarda caso tre economisti.
Draghi sta bene alla BCE, per ora, Prodi va bene per il Quirinale, per il governo rimane Monti.
Questo Bersani - che vincerà le primarie del centrosinistra - dovrà capirlo e lo capirà.
E smettiamola di di re che Monti fa una politica di destra. Monti ha preso il Paese sull'orlo del precipizio e con la febbre a quaranta. E' stato voluto essenzialmente dai nostri partners che hanno fatto pressioni indicibili perché fosse avvicendato il "bien-aimé. Ed io confido che superata l'emergenza,(ma i conti dovranno essere monitorati continuamente) il governo Monti sarà in grado di prendere, e questo entro breve, le misure per un riequilibrio economico e sociale. Come?
a) con la lotta all'evasione sul fronte delle entrate( è stata sottovalutata a mio avviso la norma che impone alle banche di inviare alla Agenzia delle entrate gli estratti conto di noi tutti.) Già si parla di un primo "tesoretto". Io confido, anzi ne sono certo, che sul fronte della lotta all'evasione avremo nei prossimi mesi riscontri estremamente positivi
b) con una severa applicazione dei principi di deficit spending- Anche su questo fronte penso che dopo il primo impatto brutale che è servito se non altro ad iniziare a schiodare vecchie e radicate sacche di privilegio - avremo una ripartizione più equa dei carichi e della distribuzione delle risorse.
c) quanto alla questione morale, sottolineo che l'unica cosa di cui è stato accusato finora Monti è quella di aver cenato a Palazzo Chigi il 31 Dicembre scorso.............utilizzando il gas e la luce del popolo sovrano (per il cibo la signora Monti era invece passata in rosticceria e aveva pagato con la sua carta di credito). Se ben ricordo è una delle tante idiozie del chirurgo-mascellare delle valli bergamasche.
Quindi la mia linea è chiara: severità e rigore sui conti perché solo con i conti a posto si può fare una vera politica sociale, intransigenza sulla questione morale, sostegno al PD e all'interno del PD alle forze più responsabili, Monti alla guida del Paese finché sarà necessario, Prodi al Quirinale come garante della difesa delle Istituzioni
Ma di tutto questo avremo modo di parlare ampiamente nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.
Fatte queste premesse, confesso che non mi scalda più di tanto la "gara" Bersani/Renzi e degli altri come la Puppato che vorranno mettersi in gioco.
Credo che sia molto più importante fare il punto, invece, su quello che il Partito è oggi nell'Italia 2012, sui chiari e sugli scuri di una esperienza che ormai si sviluppa da cinque anni (il partito è stato fondato il 14 Ottobre 2007), sul ruolo che il PD è chiamato a svolgere e oggettivamente svolge nel Paese
Quando il PD è nato ed ho deciso di iscrivermi, al Partito chiedevo essenzialmente tre cose, non per me- io non ho bisogno di niente - ma per il Paese e per le nuove generazioni:
a) che diventasse il contenitore solido di tutte le forze che si riconoscono nei principi dell'89:"libertè, egalité, fraternitè" sinteticamente chiamate "progressiste". E che partisse dalle esperienze feconde delle forze cattoliche, socialiste, laiche, per guardare avanti e costituire un saldo punto di riferimento per i cittadini.
b) che avesse una linea di politica economica "oggettivamente" di sinistra. Io intendo "di sinistra" tutte quelle idee, quelle posizioni, quelle politiche, che "concretamente" operano per il benessere di strati di popolazione il più larghi possibile. Quindi niente utopie se non come atteggiamento mentale ed "economia di impresa in un contesto di responsabilità sociale della impresa stessa."
c) che ponesse " la questione morale" al centro di tutto perché ritengo - e lo ripeterò fino allo sfinimento - che non c'è alcuna misura di politica economica, alcun "salvatore della Patria" che possano assicurare "concretamente" la realizzazione dei principi che ho sopra enunciato se chi governa non ha senso dello Stato e se non concepisce la politica come "servizio" alla polis.
Ora possiamo dire che questi obbiettivi sono stati raggiuunti? No, se riflettiamo con animo sereno e senza retropensieri, oggettivamente no o perlomeno solo in parte.
a) il contenitore non è per niente solido e subisce continuamente scossoni sia dall'interno che dall'esterno che rischiano continuamente di romperlo. Le forze che componevano il partito allo stato nascente non si sono per niente fuse e troppi sono ancora gli ancoraggi al precedente modo di essere e di pensare in politica. Per fortuna alcune persone che erano "incompatibili" con i valori del Partito non ci sono più (penso una per tutti alla Binetti) ma il lavoro da fare é ancora tanto
b) la linea di politica economica oscilla tra vecchie utopie e visioni divaricate circa "il da farsi". Oggettivamente tra le posizioni di Fassina e quelle di Ichino, tanto per fare un esempio, c'è un abisso. Ma, comunque, la visione non é chiara e la percezione del futuro è confusa tanto è vero che non si è compreso fino in fondo e per tempo dove l'Italia stava precipitando sotto la "gestione" Berlusconi/Tremonti. e non si è suonato per tempo l'allarme. Non perdonerò mai ai massimi dirigenti del partito, in primis a Dalema, di non aver capito chi Berlusconi fosse e chi rappresentasse, che con Berlusconi hanno cercato "l'inciucio", che non hanno preso le distanze subito e"senza se e senza ma"
c) la questione morale. Anche se c' un abisso tra il livello morale del PD e dei suoi esponenti e quello del PDL e dei suoi esponenti, e in queste ultime settimane abbiamo avuto numerose e vergognose conferme di ciò, si deve purtroppo riconoscere che anche il PD non è stato immune da grosse responsabilità. Sul caso Penati il partito è stato incerto e balbettante e Lusi era il tesoriere della Margherita, non di altri. Ci sono poi tantissimi episodi minori di quanto vado dicendo.
Il bilancio quindi non è positivo come avrebbe potuto e dovuto essere. Ciò detto, reputo comunque il PD l'unica forza organizzata e responsabile che possa assumere la guida del Paese sulle macerie morali e materiali del "berlusconismo".
Quindi dopo le elezioni politiche della primavera prossima, governo sì politico espressione delle forze che avranno avuto il consenso dei cittadini sovrani,( ed il PD dovrebbe confermarsi come il primo partito) ma la guida del governo dovrà essere lasciata per tutto il tempo necessario a chi ha il necessario prestigio internazionale che rassicuri gli altri partners dell'Unione e i mercati.
In Italia ci sono tre persone che possiedono queste caratteristiche: Draghi, Prodi e Monti. Guarda caso tre economisti.
Draghi sta bene alla BCE, per ora, Prodi va bene per il Quirinale, per il governo rimane Monti.
Questo Bersani - che vincerà le primarie del centrosinistra - dovrà capirlo e lo capirà.
E smettiamola di di re che Monti fa una politica di destra. Monti ha preso il Paese sull'orlo del precipizio e con la febbre a quaranta. E' stato voluto essenzialmente dai nostri partners che hanno fatto pressioni indicibili perché fosse avvicendato il "bien-aimé. Ed io confido che superata l'emergenza,(ma i conti dovranno essere monitorati continuamente) il governo Monti sarà in grado di prendere, e questo entro breve, le misure per un riequilibrio economico e sociale. Come?
a) con la lotta all'evasione sul fronte delle entrate( è stata sottovalutata a mio avviso la norma che impone alle banche di inviare alla Agenzia delle entrate gli estratti conto di noi tutti.) Già si parla di un primo "tesoretto". Io confido, anzi ne sono certo, che sul fronte della lotta all'evasione avremo nei prossimi mesi riscontri estremamente positivi
b) con una severa applicazione dei principi di deficit spending- Anche su questo fronte penso che dopo il primo impatto brutale che è servito se non altro ad iniziare a schiodare vecchie e radicate sacche di privilegio - avremo una ripartizione più equa dei carichi e della distribuzione delle risorse.
c) quanto alla questione morale, sottolineo che l'unica cosa di cui è stato accusato finora Monti è quella di aver cenato a Palazzo Chigi il 31 Dicembre scorso.............utilizzando il gas e la luce del popolo sovrano (per il cibo la signora Monti era invece passata in rosticceria e aveva pagato con la sua carta di credito). Se ben ricordo è una delle tante idiozie del chirurgo-mascellare delle valli bergamasche.
Quindi la mia linea è chiara: severità e rigore sui conti perché solo con i conti a posto si può fare una vera politica sociale, intransigenza sulla questione morale, sostegno al PD e all'interno del PD alle forze più responsabili, Monti alla guida del Paese finché sarà necessario, Prodi al Quirinale come garante della difesa delle Istituzioni
Ma di tutto questo avremo modo di parlare ampiamente nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.
Ciao Alberto. Sai che ti leggo sempre (durante gli intervalli).
RispondiEliminaSul PD sono molto più pessimista.
Linea politica: tra Vendola e Renzi c'è un abisso. Incolmabile. E Bersani non colma la distanza.
Questione morale: mi aspettavo le dimissioni di tutti i consiglieri PD del Lazio - o sono incapaci o collusi. Non c'è altra scelta. Vale anche per altre regioni? Sembra di sì, ma non vedo una parola di autocritica.
Monti. Il Benamato Cavaliere cavalcherà a fondo questa ipotesi o altra analoga? Il PD si metterà in competizione sullo stesso terreno?
Per ora sta pensando a litigare sulle primarie.... alle scelte per il Paese ci penseremo dopo.
Che tristezza.
Caro Peppino, vale sempre il motto: "ottimismo della volontà, pessimismo della ragione"
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