lunedì 11 marzo 2013

ANCORA SU BANCA DELLE MARCHE (POST INTERLOCUTORIO)

Un gentile, colto ed informato signore marchigiano mi ha mandato una mail nella quale, dopo aver espresso apprezzamenti sui miei articoli riguardanti Banca delle Marche - per i quali lo ringrazio - mi ha posto una domanda: vedo che non parla mai del ruolo in tutta la questione della massoneria locale alla quale i vertici di Banca Marche appartengono. Ho risposto che la massoneria, a mio avviso, è da sempre il potere vero nel nostro Paese e che se si va a leggere a ritroso quello che ho scritto si trovano numerosi esempi dell'assunto. Non sapevo invece che i vertici locali, immagino il Presidente Costa in primis, fossero massoni; per questo non ne parlavo.
Ed ho sottoposto a lui e lo sottopongo a chi mi legge un piccolo "fil rouge" dipanando il quale si scopre, sempre a mio avviso,  che le vicende del Montepaschi e di Bancamarche sono strettamente intrecciate.
D'Alema, Piccini, Dell'Aquila, Bianconi, Petroni e, dulcis in fundo, De Bustis il cui percorso : BNL, Banca del Salento (diventata Banca 121) Montepaschi, DeutscheBank, Banca Popolare di Bari ha un filo conduttore e un marchio nella "finanza creativa" che lo accomuna al capo della Direzione Finanza del Montepaschi, Baldassarri, e al re della Finanza creativa, l'ex Ministro dell'economia Tremonti, il miglior giudizio sul quale rimane, a mio avviso, quello espresso da Cesare Geronzi.
Giulio Tremonti, rispose alla domanda del giornalista Aldo Cazzullo del Corriere della Sera che lo intervistava (Dicembre 2011): "è definito da tutti intelligente, geniale, uomo quindi capace di tutto ...............per questo meno adatto (UNFIT avrebbero detto nel mondo anglosassone) a gestire istituzioni pubbliche"
Parole sante, dico io, parole profetiche; spero solo che non abbia coperto di derivati e con derivati il nostro debito pubblico. Perché se così fosse.................tutti gli altri problemi sarebbero "pinzillacchere"come avrebbe detto Totò.

Nessun commento:

Posta un commento