Un gentile, colto ed informato signore marchigiano mi ha mandato una mail nella quale, dopo aver espresso apprezzamenti sui miei articoli riguardanti Banca delle Marche - per i quali lo ringrazio - mi ha posto una domanda: vedo che non parla mai del ruolo in tutta la questione della massoneria locale alla quale i vertici di Banca Marche appartengono. Ho risposto che la massoneria, a mio avviso, è da sempre il potere vero nel nostro Paese e che se si va a leggere a ritroso quello che ho scritto si trovano numerosi esempi dell'assunto. Non sapevo invece che i vertici locali, immagino il Presidente Costa in primis, fossero massoni; per questo non ne parlavo.
Ed ho sottoposto a lui e lo sottopongo a chi mi legge un piccolo "fil rouge" dipanando il quale si scopre, sempre a mio avviso, che le vicende del Montepaschi e di Bancamarche sono strettamente intrecciate.
D'Alema, Piccini, Dell'Aquila, Bianconi, Petroni e, dulcis in fundo, De Bustis il cui percorso : BNL, Banca del Salento (diventata Banca 121) Montepaschi, DeutscheBank, Banca Popolare di Bari ha un filo conduttore e un marchio nella "finanza creativa" che lo accomuna al capo della Direzione Finanza del Montepaschi, Baldassarri, e al re della Finanza creativa, l'ex Ministro dell'economia Tremonti, il miglior giudizio sul quale rimane, a mio avviso, quello espresso da Cesare Geronzi.
Giulio Tremonti, rispose alla domanda del giornalista Aldo Cazzullo del Corriere della Sera che lo intervistava (Dicembre 2011): "è definito da tutti intelligente, geniale, uomo quindi capace di tutto ...............per questo meno adatto (UNFIT avrebbero detto nel mondo anglosassone) a gestire istituzioni pubbliche"
Parole sante, dico io, parole profetiche; spero solo che non abbia coperto di derivati e con derivati il nostro debito pubblico. Perché se così fosse.................tutti gli altri problemi sarebbero "pinzillacchere"come avrebbe detto Totò.
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