La foto che ho postato due giorni fa protagonisti la Rotonda a mare
di Senigallia e la famiglia Pirani ha suscitato un certo interesse non solo
tra gli ostrensi, i senigalliesi e limitrofi ma anche di molte altre persone
che trovano interessante tutto ciò che attiene alle "radici", alla ricrca
delle stesse e al tener viva la memoria. Mi semra pertanto utile
acxcompagnare la foto con alcune osservazioni, valutazioni, giudizi che
aiutino a sottolineare il contesto e che possono offrire spunto ai
giovani della movida per rendersi conto che esistono altre ere
geologiche e altri approcci per esempio nei rappporti con la natura ed il
mare.
Sessantacinque anni fa (a Settempre ne faccio settantatre di anni, i conti
sono giusti) mio padre gestiva insieme a suo fratello ad Ostra un lanificio
di lana cardata(orrenda) che veniva utilizzata prevalentemente per
confezionare capi d intimo o per golf, gilet eccetera.
Nè mio padre nè mio zio sentivano l'esigenza di "andare al mare"in estate
(il nostro mare di rferimento è la belissima spiaggia di Senigallia. A mia
madre invece piaceva. La stagione era organizzata così. Nei mesi di giugno
luglio e fino a Ferragosto si andava al mare a Senigallia, non tutti i
giorni, dipendeva dal tempo meteoreologico, dalla voglia e da altre
variabili. Diciamo due o tre volte la settimana. Come ci spostavamo. Mio
padre "fermava"(in ostrense significaprenotava, riservava) una "macchina di
piazza" - la parola TAXI non si era ancora affermata - che veniva a
prenderci a casa. Vi salivano mia madre, una operaia a turno che dava una
mano a gestire la giornata, io che sono nato nel '47 e mio fratello Carlo
che è nato nel '50. Si partiva tardi , diciamo alle 10, si arrivava a
Senigallia alle 10,30 (a quei tempi tutti andavano con calma) e lì ci
attendevano le prime due tappe. La prima un ambulante di frutta e verdura
dovew si compravano pesche, albicocche ed altra frutta) e il negozio di
Mancinelli dove prendevamo pizza, crescia e magari un panino al prosciutto
(il rischio di morire di fame nelle successive due/tere ore era elevato e
bisognava prendere le opportune contromisure.Finalmente arrivavamo al mare.
Noi andavamo al primo "bagno" della riviera di levante, il primo dopo il
molo in direzione sud, dove o. A A. Aggi c'è il PAPETE. Non c'era ancora
Uliassi. A proposito di Papete mom è che btrilliamo in fantasia.
Salvini va al Papete, a Seni gallia c''è il PAPETE e chissà in quale altra
località. Eppure vi assicuro che Papete è uno dei posti più brutti che ho
visto nella mia vita tanto è vero che quando decisi di fratturarmi cinque
costole in Polinesia lo feci nell'atollo di Rangiroa che è tutta un'altra
cosa.
Ora la giornata poteva cominciare, con tre problemi fondamentali da
affrontar e risolver
- LA CREMA PROTETTIVA, IL COSTUME DA BAGNO, IL BAGNO.
LA CREMA PROTETTIVA
Ai tempi non si erano ancora affermati i prodotti con filtri solari pe cui
si utilizzava la CREMA NIVEA, prodotto ottimo di per se ma ch,e non
contenengo FILTRI amplificava le scottature che il sole a picco dell'ora e
della stagione provocava
IL COSTUME DA BAGNO
I costumi da bagno erano in lana, pettinata e non cardata, di qualità di
gran lunga superiore, lane che acquistavamo da lanifici piemontesi;: anche i colori erano accettabili . Ma c'era un problema: essendo fatti di lana si entrava in acqua con un peso, diiciamo, di 35 chili, ci si immergeva e quand si usciva dall'acqua il peso era salito a 43 con il rischio concreto che il costume da bagno, così appesantito, ..........si sfilasse
IL BAGNO.
C'era una regola ferrrea in tutto il mare adriatico: non si può fare il bagnp se non sono opassate almeno tre ore dalla colazione del matttino o dall'aissunzione di cibo Ora, se noinon riuscivamo a metterci in moto prima delle undici, poi era normale giocare con p secchielo.Quindi la pausa "rifocillarsi" poi dovevamo passare le tre oee canoniche verso l'una/una e mezzo tenta dovevamo ripartire(il pranzo lo si consumava a casa) il bagno, noi, quando lo facevamo? Risolsi con una proposta geniale. La frutta, la pizza, il panino si mangiavano dopo il bagno - il che aveva un senso (prima si bruciavano le energie e pooi si ricostituivano
E, aggiungevo, così potevamo che evitare il pranzo. Proposta che non fu mai accettata. Saltare il pranzo ci avrebbe esposti ad un concreto rischio diDEPERIMENTO
Questo il edele resoconto di una giornata tipo d'estate ai tempi nei quali il CORONAVIRUS non c'era . Il telwgiornale informava ogni tanto, in quegli anni, che erano stati individuati focolai di colera, soprattutto a Napoli. E devo riconoscere che U VIBRIONE è di gran lunga più simpatico deL coronavirus