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venerdì 29 novembre 2019

30 NOVEMBRE 2019 GIORNATA NAZIONALE DELLA MALATTIADI PARKINSON

Faccio seguito al mio post del 19 per rammentare che domani 30 Novembre si celebra la giornata nazionale della malattia di Parkinson, iniziative in tutta Italia Abbondante materiale informativo sul web.                              Da parte mia vorrei fornire un piccolo contributo sottoponendo all'attenzione di chi mi legge quello che è scritto su un cartello che mi hanno regalato qualche tempo fa e che tengo appeso in casa, in genere in camera da letto.

"Non è il momento di pensare a quello che non hai. Pensa a quello che puoi fare con quello che hai.

 Lo ritengo un concentrato di saggezza ed uno strumento non banale per un  giusto approccio con la realtà. Vedere il bicchiere mezzo pieno e non desolatamente vuoto aiuta non poco a dare il giusto peso alle cose, ad apprezzare quanto di buono ci riserva la vita, a non assumere atteggiamenti da vittima che non giovano al malato e che, alla lunga, indispongono coloro che con lui interfacciano. Tutto questo facile a dirsi, meno facile............

Pertanto senza nessun ottimismo di facciata proporrei per la giornata di domani:

- la partecipazione ad una delle tante manifestazioni in programma

- una giornata calma e serena con le persone care incentrata su un pranzo di livello(in casa o fuori) con una torta alla cioccolata di Campi per finale per chi abita a Busto Arsizio.

- l'ascolto di buona  musica come sottofondo di tutta la giornata. Ad esempio Mozart(a scelta), Rachmaninov,(concerto per pianoforte n. 2) Mahler(la quinta), Beethoven( la settima)Puccini(la Scala inaugura la stagione con la Tosca), Wagner(Lohengrin) Verdi (Attila), Vasco (tutto), FRank Sinatra(tutto), I Pink Floyd(tutto) musica Chillout come contorno

- qualche telefonata agli amici cari

E, visto che domani è anche la giornata del banco alimentare, un passaggio all'ESSELUNGA" o alla CARREFOUR non può far male.

mercoledì 27 novembre 2019

CHI SIAMO DA DOVE VENIAMO DOVE ANDIAMO - POST N 6

Il mio approccio - come ho in precedenza anticipato  - cercherà di partire dal presente per risalire al passato. Ciò non toglie che è senz'altro utile, per una migliore comprensione, ora all'inizio, richiamare alla memoria i concetti forti elaborati nel corso dei secoli dalle filosofie e dalle religioni qui in occidente
Per farlo ricorrerò all'aiuto degli antichi egizi che hanno elaborato nel corso dei secoli concetti, visione del mondo e miti che hanno influenzato tutte le culture successive e che, per la luinghissima durata  della loro civiltà, per l'enorme numero di reperti e di testimonianze che ci hanno lasciato, costituiscono la più conosciuta, la più interessante, la più complessa, delle antiche civiltà .
Oltretutto gli egiziani  mi  aiutano meglio di chiunque altro ad affrontare la prima deile riflessioni che intendo fare insieme a chi avrà interessse a leggermi.
Tutti i popoli antichi, in primis gli Egizi appunto, hanno dato grande importanza al rapporto con la morte, che è stata sempre fortemente presente nella sfera individuale e sociale  di tutti; spesso individui e popoli hanno vissuto praticamente solo in funzione di quello che si voleva o si temeva sarebbe successo "dopo". I duemila anni di Cristianesimo che abbiamo alle spalle hanno proposto gli stessi schemi. La "certezza" di una vita ultreterrena, il timore di un giudizio finale e delle conseguenti "fiamme" dell'inferno hanno condizionato la vita di individui e popoli e costituito un efficacissimo "instrumentum regni" nelle mani delle classi dominanti. Solamente a partire dal 600 con Spinoza e dal 700 con l'illuminismo l'impalcatura ha cominciato a presentare le prime crepe e le prime brecce ma solamente negl ultimi decenni il fenomeno ha assunto dimensioni di massa
Qusto percorso è ricostruito in maniera chiara e con un linguaggio accessibile a tutti in un bel libro di Philippe Ariès dal titolo "l'uomo e la morte dal medioevo ad oggi" che io ho nell'edizione Oscar MOndadori e che consiglio a tutti.
Mi fermo qui; ho sperimentato in passato che se i post sono troppo lunghi subentra un calo  d'attenzione

lunedì 25 novembre 2019

CHI SIAMO, DA DOVE VENIAMO,DOVE ANDIAMO POST N.5

All'inizio dell'anno, riflettendo sul blog, ero giunto alla conclusione che per il seguito avrei dato meno spazio a temi di economia, di politica e di attualità e molto più spazio a temi di maggior spessore e più ampio respiro sui quali, a mio avviso, si parla e si discute poco. Come se avessimo deciso di esorcizzare dubbi, paure, angosce accantonando completamente la riflessione su temi di fondo che, per contro, sono stati, nel passato di tutti i popoli, assolutamentente primari, Avevo scrittoquattro articoli (1 Gennaio, 3 Gennaio, 5 Gennaio, 20 Marzo) che ho riletto e dai quali riparto. Con una precisazione: vorrei affrontare le problematiche non risalendo dal  profondo della storia ai giorni nostri ma partendo dalle attuali conoscenze per cercare di capire i meccanismi mentali dei nostri predecessori. Approccio presuntuoso e velleitario; vediamo cosa ne viene fuori. Abbiate pazienza se i tempi non saranno brevi e cercate di non dimenticare che chi scriveè in materia un dilettante assoluto.

martedì 19 novembre 2019

30 NOVEMBRE -GIORNATA NAZIONALE DELLA MALATTIA DI PARKINSON

Ogni anno, da più di dieci anni, viene individuato un giormo del mese di Novembre per celebrare ia giornata nazionale della malatttia di Parkinson; quest'anno  il 30 Novembre. C'è anche una giornata mondiale;l'ultima l'11 Aprile scorso Io sono solito segnalare l'evento della giornata nazionale con qualche giorno di anticipo im modo che coloro che fossero interessati all'argomento possano documentarsi sulle iniziative che vengono prese in tutta Italia, sui centri specializzati nella cura della malattia, sui progressi della ricerca scientifica.Su internet c'è materiale informativo in abbondanza. 

Il Parkinson e le altre malattie neurodegenerative (Sclerosi, Alzheimer in primis) sono un problema sociale che si aggrava di anno in anno:sono malattie croniche, invalidanti, colpiscono anche soggetti giovani, richiedono cure continue e costose e devastano la vita non solo di coloro che ne vengono colpiti ma in pari  misura dei familiari e di coloro che si prendono cura di loro. I "care givers" svolgono un ruolo pesante, impegnativo, stressante e sono insostituibili nella loro funzione  di costituire un punto di riferimento per il malato che la malattia rende  debole e fragile. Tant'è che in precedenti occasioni ho detto e scritto, per riconoscerle l'importanza che chiamerei la giornata

GIORNATA NAZIONALE DELLA MALATTIA DI PARKINSON DEI MALATI E DEI LORO "CARE GIVERS"

E vorrei sottolineare con forza che le crescenti difficoltà del servizio sanitario nazionale stanno facendo crescere il rischio  di un abbassamento dell'azione di contrasto ad una malattia che colpisce attualmente in Italia 250.000 persone, lede corpo, spirito e mente e  richiede già di per se, per essere affrontata,  riserve notevoli di energie e di motivazioni


sabato 16 novembre 2019

ILVA TUTTO COME PREVEDIBILE E PREVISTO

Come prevedibile e previsto, ARCELORMITTAL va diritta per la sua strada e sta attuando tutti i passi necessari per il suo disimpegno.
Nei giorni scorsi aveva comunicato ufficialmente il recesso dal contrattto d'affitto dell'acciaieria; ieri ha comunicato ai sindacati che l'area a caldo verrà chiusa entro le prossime settimane, più precisamente l'altoforno 2 entro il 13 Dicembre, l'altoforno 4 entro il 31 Dicembre, l'altoforno 1 entro metà Gennaio, Alcuni impianti, come le cokerie, chiuderanno subito. 
Ai sindacalisti l'AD di ArcelorMitall ha motivato la chiusura con l'eliminazione dello scudo penale considerato pregiudiziale e questo conferma due cose: che la loro linea a difesa della loro decisione poggerà sul fatto che l'eliminazione dello scudo ha snaturato il contratto e che la maggioranza al governo, in particolare i 5 stelle, hanno servito su un piatto d'argento alla jointventure una validissima motivazione per ritirarsi. E con la comunicazione di ieri Arcelor ha voluto anche smentire le voci secondo le quali avrebbe gestito l'acciaieria fino a Giugno. No vogliono uscire e uscire subito da un accordo che per loro si stava rivelando una trappola  ed un cattivo affare viste le mutate prospettive del mercato.
E non hanno paura, francesi e indiani, dell'esito del giudizio del tribunale che verrà chiamato a giudicare sulla controversia. I loro uffici legali li hanno evidentemente rassicurati al riguardo. Ma, secondo me, hano commesso anche loro un errore grave, di presunzione. Comunicando che spegneranno gli altoforni hanno fatto qualcosa che non è nei loro poteri facendo crescere il sospetto che tutto sia stato messo in opera per eliminare un concorrente Possono riconsegnare l'acciaieria  e non pagare più l'affitto ,ma non possono di iniziativa spegnere l'impianto che non è loro. Questo ultimo passaggio raffforza la posizione "Italia". Ed infatti è stato subito fatto ricorso contro la decisione di spegnere gli altoforni.
Quindi sgombriamo subito il campo: la jointventure francoindiana, al punto al quale sono arrivate le cose, non rientrerà più . La controversia rimane esclusivamernte civilistica.
Cosa succederà?! Va innazitutto osservato che i tempi sono strettissimi e che la chiusura dell'acciaieria avrebbe ripercussioni pesantissime su tutto il sistema industriale del nostro Paese. Inoltre il problema della bonifica ambientale è centrale e prioritario; non si può continuare a mettere a rischio la salute dei tarantini. Se la bonifica non la fa Arcelor, qualcuno dovrà farla Chi?: ma lo Stato evidentemente, perchè è chiaro che nessuno vorrà impelagarsi in un affaire così complicato in un momento in cui il mercato dell'acciaio presenta molteplici peroblematiche. La nazionalizzazione o l'intervento comunque prevalente dello Stato rimane l'unica opzione realistica. E forse tra qualche mese arriveremo a concludere che, non volendo, sarà stata realizzata la soluzione migliore.
Complimenti a tutti gli esponenti politici che nelle settimane scorse hanno creato le condizioni per un tal pateracchio. Al riguardo vorrei fare una valutazione di carattere generale: il personale politico di ultima generazione è convinto che occorra sempre mostrare  la faccia dura nei confronti degli interlocutori e delle controparti. Senza pensare troppo al fatto che una cosa si possa o non si possa fare, senza valutare minimamente quali reazioni susciterà un provvedimento amministrativo o legislativo, senza alcuno sforzo di cercar di capire le varie implicazioni di ciascun dossier.
Cari leghisti, 5 stelle, flli d'Italia, nostalgici di Benito Mussolini o di Lenin, non è così che si governa   Così si distrugge il presente e si distruggono le possibilità  di riscatto delle future generazioni. Troppi dilettanti e troppi immaturi. GOD SAVE ITALY

sabato 9 novembre 2019

QUALCHE ALTRA NOTAZIONE IN ORDINE ALLA VICENDA ILVA

Ieri  il Presidente del Consiglio Conte è andato a Taranto per incontrare la città. Non poteva non farlo, è lui il Presidente del Consiglio e a lui toccava farlo. E' stato detto e scritto da molti che "ci ha messo la faccia";anche questo gli toccava ma va sottolineato con forza che ci ha messo la faccia al posto di molti altri che hanno responsabilità precedenti alle sue. A Taranto Conte si è trovato di fronte una parte che chiede la bonifica del sito e la prosecuzione dell'attività produttiva e un'altraparte che chiede la chiusura dello stabilimento e la conseguente bonifica per gli eccessivi rischi per la salute dei tarantini. Il movimento 5 stelle in campagna elettorale si era schierato per questa opzione. Il Presidente del Consiglio, dopo aver premesso che una soluzione allo stato non ce l'ha(dichiarazione che gli fa merito, del resto Sacilor/Mittal si sono sfilati due/tre giorni fa), mi sembra orientato a cercare una soluzione che salvi ambiente e posti di lavoro. Perchè si fa presto a dire la salute innanzitutto (come si può non condividere) ma bisogna mai dimenticare che che senza fonti di reddito adeguate e continuative un cittadino non è un cittadino. La Costituzione inizia con un articolo che recita "l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro" ponendolo al vertice del nostro mondo valoriale. E il lavoro non si inventa(vedi reddito di cittadinanza), anzi è più facile perderlo che trovarlo.
Per capire meglio, rivediamo la storia dello stabilimento di Taranto, Costfruito dall'IRI nel 1961 nel contesto dei massicci investimenti del dopoguerra nell'industria pesante per creare posti di lavoro e un volano di posti di lavoro al Sud, occupa un'area di 15.450.000 metri quadrati confinante con il quartiere Tamburi che conta 18.000 abitanti e che risulta il più esposto ai danni ambientali più volte certificati,
Dal 1961 al 1995 è stato gestito direttamente dallo Stato(stabilimento Italsider); nel 1995 è stato rilevato dal Gruppo Riva. Nel 2012, dopo diciassette anni di gestione dei Riva, l'acciaieria si trova al centro di una inchiesta per disastro ambientale. Numerose perizie accertano emissioni abnormi di sostanze inquinanti, scattano arresti, sequestri e provvedimenti cautelativi.
Nel 2013 Taranto viene commissariata dal governo Letta che nell'Agosto di quell'anno emana un decreto per l'avvio dell'attività di bonifica
- nel 2015 si apre una nuova fase di commissariamento 
- nel 2016 viene pubblicato il bando per la vendita dell'Ilva
- nel 2018 il Ministro Calenda trova un accordo con la Jointventure ArcilorMittal per  la vendita di Ilva alla Jointventure. L'accordo è perfezionato dal ministro Di Majo. L'accordo prevedede un temporaneo "afitto" dell'acciaieria
- il parlamento nei giorni scorsi toglie lo scudo penale che era stato introdotto fin dal 2015 per tutelare i futuri acquirenti per responsabilità penali dei loro predecessori
- il 4 Novembre scorso ArcelorMittal comunica di recedere dall'acquisto dell'Ilva
Lo stabilimento occupa attualmente 8.200 di pendenti più 3.000/3.500 di indotto diretto.
Questa è l'attuale situazione dalla quale si evince che:
i problemi vengono da lontano e i gravi poroblemi di inquinamento sono tutti di responsabilità Italsider e , soprattutto, del Gruppo Riva
 - la popolazione ha tutto il diritto di pretendere una bonificarapida e totale
- Lo scudo penale, in un tale contesto non è nè anomalo nè scandaloso
- aver tolto lo scudo penale con un colpo di spugna  e con arroganza ha dato pretesto agli acquirenti di sfilarsi in un momento in cui i dazi di Trump e segnali recessivi in Europa fanno presagire un quadro  per il mercato dell'acciaio sfavorevole
Adesso bisognerà rimediare; come non lo so.Certo è che si ha sensazione che problematiche gravi e complesse vengano gestite da veri e propri dilettanti  allo sbaraglio, Non lo era di meno chi, come Silvio Berlusconi, adesso lancia accuse di inadeguatezza. E lui dove era?

giovedì 7 novembre 2019

FIAT, WHIRLPOOL ILVA FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA SECONDA PARTE

 delle quali si coglie immediatamente l' e ccomunque
Questo post avrei potuto titolarlo "C'era una volta la siderurgia...........in Italia" con un sottofondo di musiche di Ennio Morricone, oppure "La siderurgia in Italia........chi l'ha vista?" oppure in qualsiasi altro modo fossi riuscito a far percepire    il declino di questo importantissimo settore negli ultimi decenni. Rammento, en passant, che per fare il cemento armato occorre l'acciao e che l'industeria meccanica ha ancora l'acciao come componente di base
Negli anni '60 avevamo una industria siderurgica fiorentissima che competeva con quella della Germania e della Francia e dove operavano soggetti pubblici e privatidi grandissimo livello. Gli stabilimenti produttivi erano circa 250-
Lo stato era presente massicciamente con l'IRI e la holding di settore FINSIDER.Principale azienda operativa la ITALSIDER con stabilimenti a Genova, a Terni, a Torino, a  Napoli, a Taranto
I privati erano di standing assoluto.
la FALCK con il mitico stabilimento CONCORDIA di Sesto San Giovanni che era chiamata la "Stalingrado d'Italia," la Breda Siderurgica, la Cogne, la Magona,Lucchini, gruppo bresciano, ed altri minori Il. nuovo secolo ha visto l'acciaio europeo in forte difficoltà per la comparsa sul mercato globale di nuovi "players"(la indiana Mittal ad esempio) e di nuovi Paesi(il Brasile ad esempio), un riposizionamento della domanda e gli effeti della cris del 2007/2008- Sono calati i prezzi e la redditività
Quale è la situazione attuale. La siderurgia italiana si è confermata nel 2018 il secondo produttore di acciaio dietro la Germania. Dati aggiornatial 25 Ottobre scorso indicano una produzione nei primi 9 mesi del 2019  di 17,6 milioni di tonnellate con un calo del 3% rispetto allo stasso periodo del 2018. La Germania, prima in Europa, ha prodotto 30,55 milioni  con un calo del 4%.  La Francia ha prodotto11,2 milioni con un calo del 3,2. Non sta andando malissimo per l'acciao prodotto in Italia anche se non sono più le percentuali degli anni  passati. Tanto per dire, la Cina ha prodotto nei primi 9 mesi 747 milioni di tonnellate(avete letto bene), l'India 84,2, il giappone 75,6 e la Corea del Sud 54,2, la Russia 53,7, gli USA 66,2, la Turchia 25,2.
L'acciao viene prodotto nel nostro Paese nei seguenti principali siti:
- Piombino (ex gruppo Luccchini) . Nel 2005 il Gruppo Lucchini è stato rilevato dal Gruppo russo Severstal, Occupa 3.200 dipendenti. Dal 2012 è in amministrazione straordinaria; dall'inizio del corrente anno è stata dichiarata insolvente dal tribunale di Livorno
 - AST Terni: dopo vari passaggi di proprietà è  finita sotto il controllo dei finlandesi della Outokumpu: Futuro incerto perchè è in perdita e perchè l'antitrust europeo ha imposto ai finlandesi la vendita. Occpa 2.270 dipendenti
- Taranto della ILVA. è il più grande stabilimento europeo per la produzione dell'acciao. Occupa 13.000 dipendenti più l'indotto, è la più grande azienda del nostro mezzogiorno. Gli eventi di questi ultimi giorni riempiono con le loro vicende i nostri media.Dopo un periodo di commissariamento è stata rilevata da una joint venture Sacilor(Francia) - Mittal (India) che lo scorso anno ha sottoscritto degli impegni e redatto un piano industriale nel quale assumevano particolare importanza quelli relativi alla bonifica del sito. Lo stabilimento di Taranto è uno dei più inquinati e forte è l'incidenza dei tumori nella zona. Nel frattempo il mercato mondiale dell'acciao è diventato ancor più difficile da affrontare anche per i dazi  introdotti dall'amministrazione Trump. Gli acquirenti sono probabilmente giunti alla determinazione di non andare avanti nell'operazione  e prendendo anche spunto dal fattto che nell'ultimo provvedimento governativo era stato tolto lo scudo penale per responsabilità pregresse hanno dichiarato  che non possono continuare a valutare il mantenimento  dell'investimento se non a fronte  di 5.000 esuberi, richiesta che, posta in questi termini, il governo non può accettare. Chi ha ragione? Hanno ragione entrambi. Il governo a richiamare agli impegni, gli acquirenti a sottolineare che lo scudo penale, che per loro ha particolare importanza, è stato inserito e tolto più volte nei provvedimenti più recenti lasciandoli in una situazione di incertezza e mancanza di chiarezza che dal punto di vista industriale non può essere accettata.
Come finirà? Acelor-Mittal si sfileranno. Subentrerà un periodo interlocutorio, probabilmente un nuovo commissariamento, e poi l'esito sarà o una nuova cordata o l'intervento diretto dello Stato. Personalmente sono convinto  da sempre che nei settori strategici la presenza diretta dello Stato non è per niente inopportuna, anzi auspicabile. Ma ci si arriverà con enorme fatica, enorme spreco di tempo e di risorse e con il fondato dubbio che i vertici aziendali saranno scelti tra gli uomini di apparato dei partiti e dei movimenti  e non tra i managers migliori.
Questa valutazione mi porta a fare un'altraosservazione.  Ai tavoli dele trattative e ai tavoli di crisi, in tutto il mondo, la mano pubblica è sempre stata rappresentata da uomini politici e da managers di lunga e consolidata esperienza, capaci - sulla base del loro vissuto- di capire immediatamente tattiche e strategie dei loro interlocutori, di cogliere inganni e tentativi di mistificazione, insomma di persone navigate, senza alcun residuo di ingenuità, emotivamente freddi. Mi viene da pensare, uno per tutti, ad Enrico Mattei. Ora si assiste invece, sconcertati, a dichiarazioni, prese di posizione, atteggiamenti di persone spesso giovani delle quali si coglie immediatamente inesperienza e mancanza di memoria storica. Tra Mattarella e di Maio, o Renzi, o Salvini, preferisco Mattarella. Mi da più garanzie di equilibrio e di capacità di valutazione degli effetti di ogni gesto, ogni atto, ogni dichiarazione. Per non parlare degli innumerevoli giovani esponenti dei 5 Stelle, della Lega delle formazioni minori, ma anche delle maggiori, che danno l'impressione di rilasciare dichiarazioni e prendere posizioni dettate dalle strutture di partito senxa alcuna visione prospettica o di insieme.

martedì 5 novembre 2019

FIAT, WHIRLPOOL ILVA FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA

In queste ultime settimane il panorama economico ed industriale del nostro Paese è stato dominato da tre casi  che, a mio avviso, sono facce della stessa medaglia e la rappresentazione plastica della continua erosione del nostro sistema industriale in questi ultimi decenni.
FIAT - WHIRLPOOL - ILVA 
FIAT : l'accordo con PSA è l'ultima fase di un processo che parte da lontano e che segna la definitiva scomparsa del Gruppo Fiat come gruppo industriale italiano, non solo del settore auto ma di altri comparti meccanici e metalmeccanici.
Gli Agnelli da tempo avevano scelto di "uscire". La produzione da  tempo era stata spostata in gran parte all'estero, im particolare in Polonia, la costituzione di FCA era stata accompagnata dal trasferimento dela Sede Legale in Olanda con il conseguente spostamento del pagamento degli oneri fiscali in quel Paese, non erano stati fatti investimenti nel settore delle aiuto elettriche e ibride Oggi FCA ha in Italia i seguenti siti produttivi:
- Mirafiori a Torino(presenza simbolica) dove viene prodotta la MASERATI LEVANTE
- GRUGLIASCO dove vengono prodotte la MASERATI 4 porte e la MASERATI GHIBLI
- CASSINO dove vengono prodotte le ALFAROMEO Giulia, Giulietta e Stelvio
 - POMIGLIANO dove viene prodotta la PANDA
 - MELFI dove viene prodotta la FIAT 500
-  VAL DI SANGRO dove viene prodotta la FIAT DUCATO
 Cosa rimarrà del Gruppo Fiat nel nostro Paese? Poco o niente. A Cassino non vedo possibilità di mantenimento della produzione delle Alfa Romeo le quali hanno difficoltà a stare sul mercato. Rimarrà probabilmente  lo stabilimento di Melfi, che produce la 500 che è l'unico modello che va, e Pomigliano, finchè la Panda regge. E la FERRARI a Maranello
Se si pensa che negli anni 60 gli stabilimenti Fiat in Italia occupavano più di 100.000 addetti(Mirafiori a Torino il più grande) e che in quegli anni FIAT copriva il 70% del mercato automobilistico nazionale con auto prodotte tutte in Italia, che montavano gomme Pirelli(prodotte a Milano Bicocca) ed erano alimentate da batterie MAGNETI MARELLI(stabilimento a Milano) è plastica la visione di quanto sia stato perduto.
E non si deve dimentiicare che Fiat nel corso degli anni era uscita da altri importanti settori:
SETTORE FERROVIARIO: NEL 2000 la dismissione di Fiat Ferroviaria
SETTORE AERONAUTICO: Fiat Avio ceduta nel 2003
SETTORE COSTRUZIONI:FIAT iMPRESIT  confluita in Impregilo nel 1989 
SETTORE GRANDE DISTRIBUZIONE: RINASCENTE ed altre attività del settore cedute a Auchan nel 1997
SETTORE TELECOMUNICAZIONI: Telettra ceduta ad Alcatel nel 1990
SETTORE MILITARE: cedute tutte le attività nel settore nel 1994
Le due ultime operazioni; la vendita di Comau e di Magneti Marelli nei mesi scorsi
La Fiat è stata per un secolo la più grande azienda italiana; non c'è praticamente più
WHIRPOOL
Un altro caso emblematico:
fondata nel 1944 da Guido Borghi e dai suoi figli, divenne ben presto leader nel settore degli elettrodomestici bianchi, in particolare frigoriferi, con il marchio IGNIS che divenne noto a livello mondiale anche per la sponsorizzazione della fortissima squadra di basket.Nel 1960 aveva il 38% del mercato degli elettrodomestici del nostro Paese.Nel 1972 fu rilevata dalla Philips che cambiò in IRE la ragione sociale. Nei suoi tabilimenti in Italia lavoravano più di 10.000 persone ed era il secondo produttore italiano di elettrodomestici dopo la Zanussi. Nel 1988 il 50% di IRE fu acquisito dalla statunitense Whirpool che in seguito la rilevò integralmente: la IRE divenne WShirpool Italia e poi Whirpool Emea
E veniamo ai nostri giorni: Whirpool comunica nel 2017 che intende chiudere la sede di Comerio (lago di Varese) dove la società è nata, e chiude. A varese rimane solamente il grande stabilimento di Cassinetta di Biandronno. Fino a quando?
Intanto la multinazionale statunitense ha comunicato poche settimane fa, che intende chiudere lo stabilimento di Napoli. I dipendenti si sono mobilitati, i politici affermano che non permetteranno mai che............Che speranze ci sono di salvare lo stabilimento e l'occupazione? Nessuna. La multinazionale statunitense ha deciso e non c'è niente e nessuno che glielo possa impedire.
ILVA
E' il dramma più grande, per le dimensioni dello stabilimento, per il numero di occupati, per i problemi ambientali e per ciò che significa ILVA per la città di Taranto, per la Regione Puglia e per il sud del nostro Paese. L'argomento va trattato a parte. Lo farò con il prossimo post.