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lunedì 31 dicembre 2018

AUGURI

L'anno sta per finire, il nuovo è alle porte e gli auguri sono d'obbligo perchè comunque esprimono la speranza che il futuro sia per tutti meno faticoso, meno costellato di difficoltà, di incomprensioni, di delusioni.
Perciò attraverso questo spazio auguri innanzitutto a coloro che mi seguono, alcuni da parecchio tempo, e che commentano soprattutto attraverso Facebook le mie riflessioni.  E' un modo civile, aggiornato ai tempi, per confrontarsi, per esprimere le proprie opinioni, per proporre le proprie soluzioni. C'è più democrazia nei social che nelle sedi istituzionali che abbiamo sempre ritenuto essere i luoghi naturali in cui la democrazia si esprime. Ma auguri con un grande abbraccio anche a tutti coloro - infinita maggioranza - con i quali condivido solamente il fatto di essere tutti della stessa "specie". Rivalutiamo e focalizziamo il significato della parola "specie". Niente razze, niente culture presunte superiori, niente intregralismi, ma la consapevolezza di essere tutti, noi umani, esseri con pari dignità e pari diritto al rispetto. E riconoscimento di pari dignità e rispetto al mondo animale e al mondo vegetale. DEUS SIVE NATURA: le parole di Spinoza sono sempre di piena attualità e ci possono aiutare a capire oggi come allora chi siamo, da dove veniamo, quale è il nostro destino.
Quest'anno ho scritto poco (80 post contro i 138 del 2017 e i 388 del 2013, l'anno finora più prolifico. Un po' per difficoltà mie, un po' perchè è sconfortante trattare temi economico-politici nel contesto che ci viene proposto giornalmente dal dibattito tra le varie forze, un po' per la sensazione dell'inutilità di fondo del tutto.
Conseguentemente mi sto orientando a spostare la mia attenzione, per il seguito, sui grandi temi che da sempre caratterizzano la presenza dell'uomo su questo pianeta. E' ovvio che saranno riflessioni di un dilettante con nessuna pretesa se non quella di fare riflessioni ad alta voce da condividere con chi vorrà farlo. Lo vedo come un modo per riprendere in parte le abitudini di un tempo quando la gente dava molto più spazio al dibattito su queste problematiche. In passato questi temi hanno condizionato pesantemente ed eccessivamente, a mio avviso, la vita delle generazioni che ci hanno preceduto. Ma tra il troppo di allora e il niente di oggi dovrebbe esserci una via mediana per riflettere pacatamente e serenamente su noi stessi  CONOSCI TE STESSO affermava 2.400 anni fa Socrate. Sollecitazione sempre e sempre più valida.
AUGURI DI BUON 2019

sabato 29 dicembre 2018

L'ITALIA COME ERA, L'ITALIA COME E', L'ITALIA COME SARà

https://www.facebook.com/staccioli/videos/10215774813195596/?t=0

Sul sito che raccoglie le esperienze ed i ricordi degli ostrensi rimasti a vivere lì o andati a vivere altrove è stato pubblicato un video di notevole portata storica, a mio avviso. Un filmato dell'Istituto Luce del Giugno 1952 che ha per protagonista il Ministro Amintore Fanfani nel giorno della assegnazione in proprietà e della consegna ad agricoltori del luogo, fino ad allora braccianti, di 17 case e di terre fino ad allora appartenute ad una grande proprietà terriera. Un passaggio importante della politica economica del governo di quegli anni che tendeva ad assegnare la proprietà delle terre a chi le lavorava e a smembrare il latifondo o la grande proprietà terriera in un ottica di aumento della produttività dell'intero settore. Consiglio di vedere il filmato almeno un paio di volte e con attenzione ai particolari perchè ci offre ampio materiale per capire cosa fosse l'Italia dei primi anni '50, per capire quanto forte sia stato lo sviluppo del successivo quarto di secolo, e per individuare la direzione verso la quale va il Paese.
L'Italia dei primi anni 50' era un Paese tremendamente povero come lo era stato negli ultimi secoli. Industria praticamente inesistente, la maggior parte della popolazione viveva nelle campagne dove la forma principale di impiego era il bracciantato. Dall'unità d'Italia (1861) all'avvento del fascismo (1922) erano emigrate più di ventimilioni di persone e non dalle sole regioni del Sud. Uscita dalla guerra ulteriormente fiaccata, i volti che riempiono il video  esprimono con immediatezza lo stato del Paese alla fine del periodo bellico. Volti di uomini e di donne abituati a "tirar la cinghia" - non ci sono obesi - a lavorare molto e ad ottenere poco, poco o per nulla abituati a frequentare aule scolastiche, a stento in grado di soddisfare i bisogni primari.
Venticinque anni dopo il venticinque Aprile una situazione completamente rovesciata. Un Paese industriale, una crescita del PIL a due cifre, uno stato sociale messo in piedi in pochi anni, infrastrutture nuovissime, un livello di consumi costantemente crescente.
Il tutto per l'effetto sinergico dell'impegno e delle abilità di una classe imprenditoriale (grande, media, piccola industria) motivata e capace, del massiccio intervento delle partecipazioni statali (IRI, ENI, EFIM), del contributo delle multinazionali che delocanizzavano da noi, del piano Marshall che accelerò i tempi della ricostruzione.
La fase espansiva cessò a fine anni '60; seguirono anni nei quali il tenore di vita fu sostenuto da un crescente indebitamento pubblico e caratterizzati da sempre maggiori difficoltà a tenere le posizioni, Ed infine  si aprì la fase che abbiamo chiamato "globalizzazione" che altro non è che un gigantesco trasferimento di siti produttivi, di produzione e di capacità di creare ed accumulare knowhow dall'Europa all'estremo oriente. E che la principale causa, ma non l'unica, delle difficoltà della nostra economia e di altri Paesi dell'UE
Che fare?
Cercherò di motivare le mie posizioni nel prossimo post.


domenica 23 dicembre 2018

NATALE

Un altro Natale si sta avvicinando a marcare le tappe e i tempi della nostra storia individuale e di quella collettiva. Sono nato abbastanza tempo fa per avere chiara percezione dei mutamenti che negli ultimi decenni hanno caratterizzato i rapporti con questa che, insieme alla Pasqua, è la ricorrenza sulla quale poggia la civiltà occidentale.
A metà del secolo scorso, epoca alla quale risalgono i miei primi ricordi, il Natale aveva una forte connotazione religiosa; il cattolicesimo era fortemente radicato nella nostra società, specialmente nelle piccole comunità, e i tempi della liturgia scandivano il divenire della vita di tutti. Il Natale era preceduto da quattro settimane di "avvento"nel corso delle quali, man mano che ci si avvicinava alla data, cresceva l'attesa e si creava un clima di partecipazione convinta. Il Natale di quegli anni, come lo ricordo io, aveva come punti focali la messa di mezzanotte del 24, le succulente specialità culinarie del 25 e del 26 e la sensazione di calore familiare che riempiva quei giorni.
Il clima era più freddo, l'inquinamento minore, praticamente inesistente, e la camminata verso la Chiesa pochi minuti prima della mezzanotte era spesso accompagnata da una silenziosa e soffice nevicata che favoriva il raccoglimento.
Il giorno di Natale e quello di Santo Stefano avevano il cibo come elemento caratterizzante. Da noi, almeno nella mia famiglia, non si festeggiava a tavola "la vigilia"; ma erano d'obbligo i "vincisgrassi" a pranzo il giorno di Natale, seguiti da carne in umido, e cappelletti in brodo seguiti dalla carne con la quale si era fatto il brodo(biancostato, cappone, gallina) e verdure cotte il giorno di Santo Stefano. Come dolce rigorosamente il panettone.
Poi i tempi sono cambiati, nel corso dei decenni successivi la componente religiosa ha perso gradualmente peso e il Natale e i giorni che lo precedono si sono trasformati in una gigantesca corsa all'acquisto per se stessi, alla scelta di regali più o meno utili per chiunque con il quale si avesse un minimo di confidenza, alla fuga verso mete più o meno esotiche, più o meno costose. Il Natale non si sente più, si cominciò a dire, e i comportamenti a livello collettivo si modificarono radicalmente.
E siamo ai giorni nostri; in una società come la nostra ripiegata su se stessa e piena di incertezze siamo talmente "liquidi" e senza punti di riferimento che il Natale non sappiamo più cosa sia, come viverlo, cosa da lui sperare, cosa in suo nome augurare.
Ognuno cerca la sua soluzione che in genere non soddisfa.
Da parte mia credo che la cosa migliore sia ricordare le parole di Cicerone nel "De Amicitia".
"Cura ut valeas, et nos ames et tibi persuadeas te a me fraterne amari"
Iniziare la giornata con una telefonata o chiudere una mail con le parole di Cicerone penso sia il modo migliore per rafforzare sentimenti e legami di compartecipazione, condivisione, confronto con coloro che consideriamo amici. Cominciamo con gli amici, tutto l'anno, non solo il 25 Dicembre.
 
 

venerdì 21 dicembre 2018

LA POLITICA ECONOMICA DEL GOVERNO E LA DEINDUSTRIALIZZAZIONE DELL'ITALIA

Il governo sta enfatizzando l'accordo concluso con le autorità europee in ordine al bilancio 2019. E' comprensibile che lo faccia visto che la comunicazione è strumento importante dell'attività politica, è vero che siamo riusciti ad evitare la procedura di infrazione, è vero che siamo riusciti ad ottenere qualche decimale in più di deficit, ma questi sono tutti pannicelli caldi perchè il vero e unico problema è che non riusciamo ad arrestare la deindustrializzazione del Paese. Ve ne do qualche esempio:
Magneti Marelli: la Magneti Marelli, leader nel settore della componentistica automobilistica, è passata recentemente dal Gruppo Fiat ad un Gruppo giapponese, Calsonic kansei.
La società ha sede a Corbetta, hinterland milanese, ha fatturato nel 2017 8,2 mld di euro ed occupa 43.000 dipendenti. Cosa ha inntenzione di fare il Gruppo giapponese?.La produzione rimarrà a Corbetta? Nulla possiamo sapere.
COMAU: dopo Magneti Marelli il Gruppo Fiat metterà sul mercato, a Gennaio, la COMAU., CAPOGRUPPO DI UN GRUPPO DI SOCIETA' CHE SI OCCUPANO DI ROBOTICA INDUSTRIALE E PROCEDURE INNOVATIVE. Un settore strategico di grande valore aggiunto e all'avanguardia per il know how che è in grado di creare.
La Comau ha sede a Grugliasco (Torino), occupa 14.500 dipendenti in 15 Paesi( 9.000 in Italia) ed ha fatturato nel 2017  1,24 mld     
Chi la compererà? Gruppi cinesi o giapponesi, a mio avviso. Che cosa ne faranno? boh
PERNIGOTTI  della Pernigotti hanno ampiamente parlato i media nelle ultime settimane. Azienda dolciaria conosciutissima fondata nel 1868, è passata recentemente in mano a capitali turchi . La nuova proprietà ha intenzione di ridurre drasticamenre se non chiudere le attività in Italia. Per il momento Cassa Integrazione straordinaria per 100 dipendenti, poi si vedrà-. Ha fatturato nel 2017 51,7 mln (57,4 nel 2016) con una perdita di 8,2 mln.
CMC di Ravenna
I media hanno dato scarso rilievo alla richiesta di ammissione al concordato preventivo dela CMC. La CMC, con sede a Ravenna, è una delle più importanti aziende a livello internazionale del settore dei grandi lavori (lineeTAV, autostrade, dighe, impianti idroelettrici); nel primo semestre 2018 ha fatturato 514 mln ed è in forte crisi di liquidità per via dei ritardi di pagamento da parte di molti committenti. Supererà questo momento così difficile? Non è facile dirlo. Comunque è un patrimonio del Paese che rischia di andare perduto.
Mi fermo qui finora ma se Di Maio pensa di risolvere il problema della mancata crescita del Paese e della mancanza di lavoro con il reddito di cittadinanza e il potenziamento delle Agenzie per il lavoro, o va annoverato tra i "furbetti del quartierino" o tra gli incompetenti e non adatti. Oppure in entrambe le categorie.

IL 2,4 IL 2,04 I FURBETTI DEL QUARTIERINO


Nei giorni scorsi è stato arrestato Giovanni Statuto, uno degli immobiliaristi che qualche anno fa furono al centro delle attenzioni della cronaca per le loro  ardite operazioni finanziario/immobiliari, scalate ad Istituti di credito, azioni di lobbing e quant'altro. Immobiliaristi e finanzieri che furono chiamati con espressione quanto mai felice e divertente "i furbetti del quartierino". Ho pensato istintivamente a loro, a Ricucci, a Fiorani, a Statuto, osservando lo stile di comunicazione con il quale il governo ed i primis in due vicepremier, Gianni e Pinotto alias Salvini e Di Maio, hanno presentato all'opinione pubblica (in Parlamento ci stanno andando adesso, con calma) i termini dell'accordo raggiunto con la Commissione Europea. Confidando sull'assunto che la gente, il popolo, le greggi, hanno memoria corta, ci capiscono poco, si confondono, sono venuti incontro alle richieste dell'UE proponendo uno schema di legge di bilancio con il deficit al 2,04 del PIL. Perchè 2,04  e non 2,05 o 2. Secondo me perchè in prima istanza avevano richiesto di poter arrivare al 2,4 - cifra che era entrata nella testa della gente in settimane di bombardamento mediatico - ed ora,  trovandosi nella necessità di non poter eludere le richieste dell'Unione Europea e nel contempo non perdere la faccia di fronte al loro elettorato, è sembrata cosa furba, quasi macchiavellica, far girare nei social, nelle varie catene televisive (nei giornali no che non li legge più nessuno),la cifra del 2,04 che si legge, se si vuole, con  un po' di malizia, esattamente come 2,4.
Contenta la Commissione Europea che ha ottenuto dal nostro Paese una riduzione del deficit di 0,36 punti percentuali rispetto all'ipotesi iniziale, contenti i due dell'Avemaria  che hanno confermato davanti a loro stessi e al loro elettorato l'abilità, la fermezza con la quale sostengono i nostri interessi, la furba intelligenza che sempre li sostiene nel loro operato, contento il popolo che non si sofferma certo a chidersi se  il numero 4  - nel contesto -  è un decimale o no.
A me viene da pensare, invece, che, se non ci fosse da piangere, ci sarebbe solo da ridere.

 

domenica 9 dicembre 2018

OSTRA E CORINALDO OI BIOI PARALLELOI

Ostra e Corinaldo sono due Paesi fotocopia. Stesso impianto urbanistico(borgo medievale costruito sulla sommità di un colle e circondato da mura), stessa altezza sul livello del mare (192 metri Ostra -  203 Corinaldo  dimensioni e popolazione simili( 4.927 abitanti Corinaldo, 6.472 Ostra)stessa cucina, stesse attività economiche (artigianato, piccolissima industria, agricoltura in particolare produzione di vino).Corinaldo più dinamico e con popolazione più giovane. Ostra più "posata" Corinaldo orgoglioso di aver dato i natali a  Maria Goretti, e di essere stato nominato nel 2007 come borgo più bello d'Italia, Ostra fiera di aver avuto tra i suoi cittadini Taddeo Taddei, l'architetto tra le cui opere figura il ponte di Rialto a Venezia.
Due Paesi da sempre tranquilli abitati da gente che è apparsa sempre rispettosa delle norme.
Ora Corinaldo è al centro delle attenzioni della cronaca per la tragedia del locale "Lanterna Azzurra" (ad Ostra c'è la "Lanterna Verde) ed emerge che in un locale che poteva contenere 469 persone  l'altra sera c'erano più di 1.400 persone, che il pubblico era costituito in gran parte da "giovanissimi"difficilmente defininibili ragazzi(a 12 -13 anni si è ancora praticamente bambini) che le misure di sicurezza non erano adeguate, che a parte lo spray al peperoncino che sembra essere stato il detonatore della tragedia e che- è stato detto - è una presenza abituale,  nel locale non era ignota la presenza di sostanze che è intollerabile siano proposte a soggetti così giovani senza che il gestore del  locale, le forze dell'ordine, le famiglie si accorgano di nulla.
E ne esce un'altra immagine dei nostri Paesi, non così ingenui e puliti come ci piacerebbe considerarli. Non sono un moralista e non voglio fare il moralista ma non serve a niente reagire con le solite frasi (.....non si può morire così....... episodi di questo genere non debbono più accadere) se non ci si chiarisce le idee su quello che vogliamo la nostra convivenza civile sia, sulle regole che vogliamo darci e, soprattutto, sui controlli e sulle sanzioni per chi quelle regole non rispetta.
Una prima regola che metterei è che non si può entrare in locali come la Lanterna Azzurra prima dei sedici anni, che in caso di accertata presenza di sostanze, siano pesanti le sanzioni amministrative (chiusura del locale  per un certo periodo di tempo, e alla terza infrazione chiusura definitiva), che i controlli sulla sicurezza nei locali debbano essere periodici e sufficientemente ravvicinati.
E le famiglie dovrebbero autoregolarsi e imparare a rispondere con dei "no" a richieste dei loro figli palesemente rischiose in relazione ad età, esperienze, maturità degli stessi.
Non muore nessuno se un dodicenne non può uscire di sera e cominciare la serata a mezzanotte per rientrare a casa all'alba.
Invece continuiamo a piangere dei morti per non aver saputo dire "NO"
                                                           

venerdì 7 dicembre 2018

7 DICEMBRE 2018 - PRIMA ALLA SCALA ATTILA DI GIUSEPPE VERDI

Non sono un patito dell'opera lirica; ho discrete conoscenze in materia ma apprezzo tutta la musica che ritengo "bella", da Mozart a Brahms da Vasco a Frank Sinatra. Non sono un melomane (persona che nutre una viscerale passione per l'opera lirica o per la musica in generale, così i Dizionari) ma il 7 Dicembre mi piace mettermi in poltrona e assistere in televisione alla prima alla Scala, quest'anno ATTILA di Verdi diretta dal maestro Chailly.
Un'opera giovanile di Verdi con forti richiami patriottici diretti a sollecitare le coscienze, come in altre Opere del periodo, al riscatto dell'Italia, all'indipendenza di quello che oggi chiameremmo Nord-Est dal giogo austriaco, al formarsi di una coscienza nazionale.
A mio avviso ATTILA è stata scelta con particolare attenzione vista la fase che sta attraversando il Paese e non ho trovato per nulla senza significato il lungo, caldo, intenso applauso che ha accolto il Presidente Mattarella e la partecipazione con la quale il pubblico in sala ha cantato l'inno nazionale. Un chiaro, a mio avviso, messaggio ai cittadini, ai partiti, all'UE, alle cancellerie, ai mercati, alle società di rating: l'Italia c'è, ha un grande passato ed ha chi con forza e prestigio difende le istituzioni, i princìpi democratici cui è ispirata la nostra Costituzione, l'adesione ai valori che hanno portato il nostro Paese ad essere tra i fondatori dell'Unione Europea. Un messaggio che trovo estremamente importante e che trasmetto soprattutto ai giovani.
Che dire dela serata: bellissime voci, in particolare il protagonista che da titolo all'opera e il personaggio femminile, ma tutti gli altri sono stati all'altezza ed hanno dato vita ad una produzione di alto livello. Eccellente il maestro Chailly che ha fatto emergere tutte le sfumature della partitura.
La regia: di solito non sono per nulla favorevole a stravolgimenti spaziotempo delle Opere liiriche; questa volta debbbo dire che la regia non mi ha deluso, a parte piccoli dettagli di riferimento ad anni a noi vicini che sono stati proposti con clichès ormai stantii, ma ci sono molte idee intelligenti che vanno apprezzate.
In sintesi una serata che ha confermato l'eccellenza del nostro Paese in tanti settori
Dovremmo ricordarci più di frequente che un popolo che ha espresso un compositore capace di creare musica di una bellezza assoluta come l'ouverture dell'Attila non può non riprendere coscienza del proprio passato e delle proprie potenzialità. C'è bisogno di una nuova ripartenza. Cerchiamo tutti quanti di volare più alto

martedì 4 dicembre 2018

L'ITALIa di fine 2018 DA DOVE VIENE DOVE E' DOVE ANDRA'

Si sono intensificati in questi giorni gli incontri con le autorità europee, gli incontri istituzionali, le prese di posizione onde addivenire a licenziare una legge di bilancio 2019 che tenga conto dei vincoli europei e non faccia perdere la faccia alle due componenti del governo che molto hanno promesso e molte difficoltà hanno a mantenerle, le promesse, anche perchè formulate "a braccio" in campagna elettorale senza nessuna seria analisi delle compatibilità, della fattibilità, dei costi e delle coperture. I nostri due dioscuri sono un po' meno "duri", Di Maio è immerso fino al collo in maleodoranti liquami di famiglia, Salvini se l'è cavata un po' meglio, anche perchè si era riservato il ruolo più facile per accattivarsi consensi, ma anche lui non può non dare una qualche risposta al tradizionale elettorato delle piccole imprese e dei piccoli imprenditori del centro nord nonchè all'elettorato del centro sud che di recente ha iniziato a riconoscere la LEGA, non più solo Nord, come punto di riferimento. Si arriverà ad un compromesso perchè anche l'UE ha i suoi problemi di tenuta e la recente evoluzione dei fatti  in Francia conferma che il malessere è diffuso in tutta Europa. Anche la Germania, sappiamo, ha qualche difficoltà
Ma il problema vero non è quello di indicare negli impegni qualche decimale in meno di deficit o qualche misura più o meno efficace per "fare la manovra".
Il problema vero è che l'economia italiana non riesce ad arginare il processo di deindustrializzazione che la caratterizza ormai da tempo e che erode continuamente posti di lavoro.
Per averne conferma sarebbe sufficiente  entrare in un qualsiasi negozio di prodotti elettronici e guardarsi intorno. La settimana scorsa sono entrato nel negozio Mediaworld di Gallarate in occasione del "black friday". Il semplice impatto visivo era sufficiente a confermare l'affermazione di cui sopra. Pochissimi prodotti  "made in Italy" (pochi in verità anche quelli prodotti dagli altri Paesi europei).
Corea, Cina, Giappone ed altri Paesi dell'estremo Oriente dominano il mercato:
- televisori Oled di ultima generazione di tecnologia LG(coreana) e venduti anche da SAMSUNG (Corea) e SONY(Giappone)
-elettrodomestici bianchi (frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie.......) in prevalenza a marchio SAMSUNG, LG. iDEM per i condizionatori
- Smartfhone Samsung, LG, Apple, Huawei con la timida presenza della nostra BRONDI che cerca spazio tra questi colossi (ma ce la può fare solo sui prodotti di tecnologia più semplice)
- computers portatili efissi  ASUS (cinesi di Taiwan) ed altri marchi orientali
- piccoli  elettrodomestici e prodotti elettromedicali della BEURER (Germania) LAICA (finalmente un'azienda tutta italiana con sede a Vicenza).
Potrei continuare a lungo. E' evidente che negli ultimi decenni l'Europa ha perso la sfida con l'estremo oriente in un settore in continua evoluzione che produce notevoli quantità di PIL.
Il regresso del nostro Paese è evidente anche in altri settori portanti ed estremamente importanti (settore automobilistico, siderurgico, cantieristica, chimico ecc.) per non parlare del settore "fashion" ormai quasi totalmente in mani estere). Il gruppo Fiat, è notizia recente, dopo aver venduto la magneti Marelli ha messo in vendita anche la COMAU azienda di robotica tecnologicamente all'avanguardia
Rimagono competitive la meccanica di precisione, l'agroalimentare di alta gamma e, soprattutto, continuiamo ad avere il più vasto e importante patrimonio storico, artistico, culturale del mondo che non sfruttiamo come dovremmo e potremmo.
E quale è la ricetta del governo per rilanciare il Paese?
- il reddito di cittadinanza che altro non è che una indennità di disoccupazione che viene erogata ad un soggetto nell'attesa che una AGENZIA PER IL LAVORO gli proponga un lavoro che non può rifiutare
- riduzioni fiscali per autonomi e partite IVA che già le imposte non le pagano.
. la vendita del patrimonio dello stato per finanziare la manovra.
Ma, domanda: quale imprenditore si rivolgerà ad una Agenzia per offrire opportunità di lavoro se manca completamente la capacità di "produrlo" il lavoro
- perchè chi finora ha evaso dovrebbe diventare "virtuoso" visto che si continua ad andare avanti a condoni
- questo "misterioso" patrimonio da vendere da cosa è costituito e chi dovrebbe comprarlo? Non è che dovrebbe intervenire la solita Cassa Depositi e Prestiti?
L'UE ha tutte le ragioni per giudicare la legge di bilancio in preparazione inadeguata.
E, per finire, i BTP in scadenza ogni mese chi ce li rinnova?