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sabato 29 dicembre 2018

L'ITALIA COME ERA, L'ITALIA COME E', L'ITALIA COME SARà

https://www.facebook.com/staccioli/videos/10215774813195596/?t=0

Sul sito che raccoglie le esperienze ed i ricordi degli ostrensi rimasti a vivere lì o andati a vivere altrove è stato pubblicato un video di notevole portata storica, a mio avviso. Un filmato dell'Istituto Luce del Giugno 1952 che ha per protagonista il Ministro Amintore Fanfani nel giorno della assegnazione in proprietà e della consegna ad agricoltori del luogo, fino ad allora braccianti, di 17 case e di terre fino ad allora appartenute ad una grande proprietà terriera. Un passaggio importante della politica economica del governo di quegli anni che tendeva ad assegnare la proprietà delle terre a chi le lavorava e a smembrare il latifondo o la grande proprietà terriera in un ottica di aumento della produttività dell'intero settore. Consiglio di vedere il filmato almeno un paio di volte e con attenzione ai particolari perchè ci offre ampio materiale per capire cosa fosse l'Italia dei primi anni '50, per capire quanto forte sia stato lo sviluppo del successivo quarto di secolo, e per individuare la direzione verso la quale va il Paese.
L'Italia dei primi anni 50' era un Paese tremendamente povero come lo era stato negli ultimi secoli. Industria praticamente inesistente, la maggior parte della popolazione viveva nelle campagne dove la forma principale di impiego era il bracciantato. Dall'unità d'Italia (1861) all'avvento del fascismo (1922) erano emigrate più di ventimilioni di persone e non dalle sole regioni del Sud. Uscita dalla guerra ulteriormente fiaccata, i volti che riempiono il video  esprimono con immediatezza lo stato del Paese alla fine del periodo bellico. Volti di uomini e di donne abituati a "tirar la cinghia" - non ci sono obesi - a lavorare molto e ad ottenere poco, poco o per nulla abituati a frequentare aule scolastiche, a stento in grado di soddisfare i bisogni primari.
Venticinque anni dopo il venticinque Aprile una situazione completamente rovesciata. Un Paese industriale, una crescita del PIL a due cifre, uno stato sociale messo in piedi in pochi anni, infrastrutture nuovissime, un livello di consumi costantemente crescente.
Il tutto per l'effetto sinergico dell'impegno e delle abilità di una classe imprenditoriale (grande, media, piccola industria) motivata e capace, del massiccio intervento delle partecipazioni statali (IRI, ENI, EFIM), del contributo delle multinazionali che delocanizzavano da noi, del piano Marshall che accelerò i tempi della ricostruzione.
La fase espansiva cessò a fine anni '60; seguirono anni nei quali il tenore di vita fu sostenuto da un crescente indebitamento pubblico e caratterizzati da sempre maggiori difficoltà a tenere le posizioni, Ed infine  si aprì la fase che abbiamo chiamato "globalizzazione" che altro non è che un gigantesco trasferimento di siti produttivi, di produzione e di capacità di creare ed accumulare knowhow dall'Europa all'estremo oriente. E che la principale causa, ma non l'unica, delle difficoltà della nostra economia e di altri Paesi dell'UE
Che fare?
Cercherò di motivare le mie posizioni nel prossimo post.


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