I francesi usano una bella espressione per indicare il libro che sentono loro più vicino in un certo periodo della loro vita o il libro che, in assoluto, accompagna la loro vita intera. Lo chiamano "livre de chevet", il libro da capezzale. Chevet, infatti, è il nostro capezzale.
Il mio "livre de chevet" è, da quando l'ho scoperto, tanto tempo fa, MEMORIE DI ADRIANO di Marguerite Yourcenar.
Adriano è l'imperatore romano del secondo secolo nel corso del quale ROMA raggiunse il massimo della sua espansione territoriale e si affermò definitivamente come potenza egemone.
Roma che, dopo le guerre civili del primo secolo a.c., il passaggio al regime imperiale con Augusto a cavallo dell'era cristiana, l'affermarsi convulso del nuovo regime con i primi imperatori della dinastia claudia (Tiberio 14-37), Caligola (37-41), Claudio (41-54), Nerone (54-68) e della dinastia flavia : Vespasiano (69-79), Tito (79-81) Domiziano (81-96), trovò in alcuni imperatori di origine spagnola la guida per l'affermarsi definitivo della romanità e della "pax romana"Non a caso uno dei capitoli del libro ha titolo "Tellus stabilita"
Li voglio ricordare uno per uno:
- Traiano (98-117) che con una serie di guerre portò l'espansione dell'impero al suo massimo
- Adriano 17-138 che completò l'opera di Traiano
- Antonino Pio (138-161)
- Marco Aurelio (161-180) l'imperatore filosofo sotto il quale Roma raggiunse l'apice del suo predominio politico, militare ma anche del suo predominio etico e culturale
- con Commodo (180-192), l'ultimo imperatore della dinastia, inizia la decadenza di Roma che in tre secoli portò al disfacimento definitivo dell'impero culminato nella resa dell'ultimo imperatore, Romolo Augustolo, che nel 476 fu deposto da Odoacre, il primo dei governanti di barbara origine.
La Yourcenar immagina che Adriano, giunto al termine della sua esperienza terrena, scriva al nipote Marco, il futuro Marco Aurelio, mettendosi a nudo e facendo un bilancio con se stesso della sua vita, delle sue opere, dei suoi giorni.
Il fascino che trovo in questo libro risiede nella capacità introspettiva della scrittrice che con uno stile asciutto, che non indulge ad alcuna ricerca di effetto, ripercorre con lucidità l'esperienza di vita dell'imperatore, che è l'esperienza di vita di ognuno di noi-
E' un libro sulla vita, è un libro sulla morte e di come ciascuno si pone davanti alla vita e davanti alla morte.
E' un libro sulla vita, è un libro sulla morte e di come ciascuno si pone davanti alla vita e davanti alla morte.
Non voglio entrare nei dettagli ma sarei felice se riuscissi che uno solo di voi che mi leggete leggesse la Yourcenar. Mi limiterò a sottolineare tre passaggi, anche se mi rendo conto che, decontestualizzati, perdono parecchia della loro efficacia.
- come il viaggiatore che naviga tra le isole dell'Arcipelago vede levarsi a sera i vapori luminosi e scopre a poco a poco la linea della costa, così io comincio a scorgere il profilo della mia morte
- Ciò non pertanto, sono giunto a quell'età in cui la vita è, per ogni uomo, una sconfitta accettata.
ed infine i versi per i quali il libro è identificato
Animula, vagula, blandula
Hospes comesque corporis,
quae nunc adibis in loca
Pallidula,rigida, nudula,
Nec, ut soles,dabis iocos
Come si può vedere non c'è nulla della speranza cristiana, non c' la resurrezione di cui Paolo fa il centro del tutto, l'anima di ciascuno di noi sarà sola e smarrita al momento e i luoghi verso cui è diretta sono freddi e incolori. Così Adriano, così la Yourcenar, così io. Mi sono sempre sentito più incline alle soluzioni basate sulla razionalità, sulla realtà dei fatti e non sulle ilusioni, perchè "siamo fatti della stessa sostanza della quale sono fatti i sogni"................ non lo dico io, l'ha detto lui.
E se poi volete proprio che mi accompagnino le note di un requiem, scegliete quello di Gabriel Faurè. Niente "dies ira" ma "only light and peace, please. Thank you.
- come il viaggiatore che naviga tra le isole dell'Arcipelago vede levarsi a sera i vapori luminosi e scopre a poco a poco la linea della costa, così io comincio a scorgere il profilo della mia morte
- Ciò non pertanto, sono giunto a quell'età in cui la vita è, per ogni uomo, una sconfitta accettata.
ed infine i versi per i quali il libro è identificato
Animula, vagula, blandula
Hospes comesque corporis,
quae nunc adibis in loca
Pallidula,rigida, nudula,
Nec, ut soles,dabis iocos
Come si può vedere non c'è nulla della speranza cristiana, non c' la resurrezione di cui Paolo fa il centro del tutto, l'anima di ciascuno di noi sarà sola e smarrita al momento e i luoghi verso cui è diretta sono freddi e incolori. Così Adriano, così la Yourcenar, così io. Mi sono sempre sentito più incline alle soluzioni basate sulla razionalità, sulla realtà dei fatti e non sulle ilusioni, perchè "siamo fatti della stessa sostanza della quale sono fatti i sogni"................ non lo dico io, l'ha detto lui.
Grazie per l'incoraggiamento.....l'ho iniziato non molto tempo fa e poi sospeso. Un buon motivo per riprenderlo. Ciao, Alberto. Vanna
RispondiEliminaSono felice che sia tu la prima persona che approfondirà il libro. Noi due, cara Vanna, siamo stati colpiti duramente - tu molto più di me - nel corpo, ma quanto a grinta, coraggio e forza morale non ci batte nessuno. Vale, Vanna, Vale e ricorda al noto intellettuale, nonchè tuo marito, Mario Brambilla Pisoni che se non sbrighiamo ad andare nel Perigord a vedere il castello di Montaigne, poi diventa tari.
RispondiEliminaPrecisazione: il commento parte dal presupposto che a scrivere sia stata Vanna di Busto. Se invece era Vanna di Genova, allora il commento è assolutamente fuori linea
RispondiElimina