giovedì 22 agosto 2013

RICOMINCIAMO A PARLARE DI MONTEPASCHI

Dopo aver tanto parlato di Banca delle Marche, ma ci sarà da parlare ancora parecchio,  è il caso di ritornare a parlare di Montepaschi. I due "casi" del resto, come ho avuto modo di affermare in passato, sono più intrecciati di quanto non sembri. In questi giorni si sta cercando il nuovo Presidente della Fondazione, e sembra che Bini Smaghi - di cui si era fatto il nome - si sia defilato. Emergono attraverso la stampa i verbali di alcune dichiarazioni, deposizioni fatte alla magistratura da alcuni dei protagonisti del caso. E' soprattutto "Il fatto Quotidiano" a parlarne ma anche altri organi di informazione hanno ricominciato ad interessarsi della storica banca senese ridotta ad un colabrodo da una gestione che chiamare dissennata è dir poco.
Ricostruiamo gli avvenimenti. Il glorioso Montepaschi, fondato nel 1472, si ritrova ad essere a metà degli anni '90 una grande banca regionale con una presenza fortissima in Toscana ma scarsa nelle altre Regioni. Inizia una politica di acquisizioni, politica che, in sé, è del tutto condivisibile, ma.
- nel 1999 acquisisce dal Gruppo Semeraro di Lecce per 2.500 miliardi di lire, una follia, la Banca 121 - già Banca del Salento. L'ha voluta chiamare così il Direttore Generale De Bustis per stare ad indicare che la fregatura te la davano personalizzata (onetoone). Contratti capestro al limite della truffa e nefandezze di ogni specie. per cui si apre un contenzioso a non finire con la clientela. Probabilmente l'hanno comprata a scatola chiusa. Accortisi di cosa avevano comperato invitano De Bustis a lasciare (in cambio di quale corrispettivo?), cercano di nascondere le falle e nel 2010 la incorporano in Montepaschi. De Bustis se ne va in Deutsche Bank dove inonda di derivati "farlocchi" comuni, provincie, regioni, enti ed aziende. Altro contenzioso a non finire. Da lì passa alla Popolare di Bari.
Domanda: chi ha deciso il prezzo? Chi ha fatto le trattative?
- quasi contemporaneamente acquisisce Banca Agricola Mantovana, delle tre acquisizioni la meno sciagurata, che avrebbe dovuto assicurare una presenza forte nel nord-est. E' la banca della razza padana, dei Colaninno, di Chicco Gnutti, dei Marcecaglia, dei Lonati. Chissà cosa ci hanno trovato dentro. Comunque anche BAM viene successivamente incorporata
- finalmente nel 2007 il capolavoro. Acquista da Banco Santander la Antonveneta per la bella cifra d 16,7 miliardi tra prezzo pattutito (10,1 mld) ed accollo di debiti che la banca acquistata aveva nei confronti di ABN AMRO. Ricordiamo tutti che qualche mese prima Antonveneta era stata oggetto di una feroce guerra tra la Popolare di Lodi guidata da Fiorani e la olandese ABN. Alla fine av eva prevalso ABN che pochi mesi dopo la aveva rivenduta a Santander per 6,5 miliardi. Santander la rivende poco dopo a tre volte tanto ai furbi toscani.
A questo punto ci si chiede. Chi ha condotto le trattative? Chi ha determinato il prezzo? E' stata fatta una "due diligenze"? Emergono particolari interessanti:
- il Presidente di Montepaschi Mussari, interrogato dalla Procura di Siena risponde: "Non ricordo come si svilupparono le trattative per l'acquisizione della Antonveneta" Cristo, osservo io: questo spende 16 miliardi di euro e passa, è il Presidente della banca e non si ricorda. Peccato che il "padrone" di Santander, Botin, abbia invece dichiarato "che la trattativa è stata fatta al telefono con Mussari."
Dunque a chi credere? A Mussari che non si ricorda o a Botin che dice di aver trattato con lui al telefono?
Sarà stata fatta una "due diligence"? mi chiedo io. Sembra proprio di no perchè "c'era fretta di chiudere in quanto bisognava sconfiggere la concorrenza di BNP Partibas , anch'essa interessata." Botin invece dice che non si è mai parlato di una offerta concorrente  di BNP.
Esilarante poi la deposizione della dottoressa Tarantola, allora capo della vigilanza di Bankitalia - ora Presidente della Rai - la quale riferisce che in un colloquio intervenuto con i vertici di Montepaschi "si era raccomandata di far bene l'acquisizione" Testuali parole; mi ricorda mia mamma che quando da ragazzino andavo a giocare a pallone mi diceva sempre: copriti e non sudare.
Anche Saccomanni, poi, allora Direttore Generale Bankitalia - ora Ministro dl'economia - che dichiara:"Non so se fu fatta una due diligence per l'acquisto di Antonveneta. Peraltro per prassi  Bankitalia caldeggia sempre che sia fatta la "due diligence" E finisce lì. A cosa serve una vigilanza Bankitalia fatta così non lo so . E infatti in un imminente futuro la vigilanza sarà fatta dalla BCE, si spera con migiori risultati.
E il cda, mi chiedo? Hanno votato alla unanimità: saranno stati informatisimi. Nemmeno per sogno. Mussari aveva detto che bisognava fare in fretta e tutti hanno convenuto con lui. A parte il fatto, osservo io, che la maggior parte dei componenti del CDA di queste cose non capiscono un acca per cui anche se fossero stati informati dettagliatamente sarebbe cambiato poco. L'attuale President della Fondazione, Gabriello Mancini, ad esempio è ragioniere alla ASL di Poggibonsi. Con tutto il rispetto. ............Ma è in quota Margherita......e allora tutto va a posto.
Questa è la classe dirigente del Paese. Altro da aggiungere, oggi, non ho.

2 commenti:

  1. Patrizio, Luxembourg23 agosto 2013 alle ore 12:38

    Doverosi i complimenti per questa dettagliata e completa ricostruzione; mi domando anche com'é che 'sto De Bustis abbia continuato a mietere allori e prebende nonostante i disastri disseminati.
    Qui parliamo di miliardi, c'è pero' un piccolo episodio di 500 euri accaduto l'altro giorno a Napoli che mi sembra dare il colpo di grazia a questo nostro disgraziato Paese.
    Ma ti sembra possibile che uno vada in Banca e venga derubato dalla guardia giurata ?
    E' un ossimoro, una contraddizione in termini, un segno che la febbre ha rotto il termometro.

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  2. Ti rispondo a distanza di qualche giorno, caro Patrizio. Ti domandi come mai De Bustis abbia continuato a mietere allori e prebende nonostante i disastri disseminati? La risposta è semplice: De Bustis è un banchiere dalemiano. In fatti adesso sta a far danni alla Popolare di Bari

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