Torniamo a parlare di economia. In questi ultimi mesi sono stato piuttosto ondivago trattando temi vari che hanno modificato la natura e la struttura di questo blog. Blog che è nato essenzialmente per affrontare temi economici. Mi riprometto pertanto di dedicare ampio spazio a fare il punto sulla crisi anche in considerazione del fatto che sta crescendo il dibattito sul perché la crisi non passa, sulle responsabilità politiche della situazione, su chi deve porvi rimedio. Stanno riemergendo gli estimatori del defunto(politicamente) Silvietto nostro, ben supportati dagli editoriali dei giornali di famiglia, all'interno del PD la minoranza cerca disperatamente di sopravvivere alla "asfaltatura"da parte di Renzi il quale a sua volta viene sommerso di critiche per non aver saputo risolvere i tanti problemi sul tappeto, i 5 stelle sembrano diventati l'unica speranza per molti italiani. Situazione complessa ed interessante. Numererò i post in modo che sia più facile rintracciarli.
LA CRISI
mi autocito con il richiamare alcuni passaggi della prefazione al mio libro "Sulla crisi e dintorni" che scrissi e pubblicai nel Gennaio 2011.
"Sono convinto che l'attuale crisi finanziaria internazionale, complessivamente in via di superamento ma non per tutte le economie, ............non sia affatto congiunturale per il nostro Paese. Il sistema Italia non più concorrenziale nei prodotti manufatturieri ad alto utilizzo del fattore lavoro e scarsamente presente nei settori tecnologicamente avanzati, si trova fortemente condizionato, nel contesto di una economia ormai irreversibilmente globalizzata, dai vincoli di un debito pubblico enorme, di un ritardo evidente nell'aggiornamento delle infrastrutture, di un apparato pubblico sia a livello centrale che periferico, farraginoso e pesante che ostacola oggettivamente l' attività di impresa e quindi le possibilità di ripresa del ciclo........
"è una crisi di riposizionamento dell'economia del nostro Paese nel panorama internazionale dalla quale l'Italia uscirà ridimensionata e lascerà il suo posto in prima fascia tra le economie del mondo a paesi ben più dinamici come Cina, India, Corea, Brasile.
" In sintesi - questa la conclusione - io rimango fortemente pessimista anche perché ritengo la questione morale centrale per il futuro del nostro Paese; non mi pare, invece, che sia tra le priorità delle forze politiche presenti in parlamento."
Il mio pensiero in merito alla crisi ruota intorno a questi punti forti:
a) non è una crisi congiunturale
b) in questi ultimi 30 anni l'Italia si è deindustrializzata nell'indefferenza pressoché totale.
c) l'enorme debito pubblico è una palla al piede che assorbe risorse ed ostacola la ripresa
c) stretto è il sentiero attraverso il quale il sistema Italia può muoversi
d) la QUESTIONE MORALE è centrale e pregiudiziale.
Nessun commento:
Posta un commento