Il post che state leggendo è il numero 2.000 del blog. Chi l'avrebbe mai detto che avrei macinato tanto scrivere quando decisi di cimentarmi con uno strumento di comunicazione nuovo che con il tempo è diventato il mio "giornale", il mio "diario", lo spazio in cui esprimo le mie idee e le confronto, il mezzo attraverso il quale tengo contatti con amici vecchi e nuovi.
Partito con l'idea di trattare prevalentemente problemi di economia, si è trasformato nel tempo in una specie di zibaldone, un pentolone in cui metto un po' di tutto. I miei lettori dicono che il tutto è interessante ed io continuo finchè potrò e fino a che verificherò che l'interesse permane.
A chi dedicare il post 2000? Lo dedico alla mia terra, alle mie radici perchè quando un percorso si avvia alla conclusione, quando il cerchio comincia a chiudersi, punto di partenza e punto di congiunzione si avvicinano sempre più, quasi si cercano, fino al momento in cui si toccheranno.
Per aiutare chi non conosce i miei luoghi a cercare di capirli, penso che il miglior modo sia quallo di pubblicare nuovamente un post del 9 Maggio 2015
E' li', nell'Italia della fine degli anni quaranta e degli anni cinquanta, che si tracciano le mie prime esperienze di vita, che inizia la mia formazione.
E subito, al ricordo, appare il volto dei miei amici di infanzia, alcuni dei quali purtroppo non ci sono più ma che per la stragrande maggioranza sono ancora vivi e pimpanti.
Noi del 47 siamo numerosi, siamo i figli della rinnovata speranza, parto da loro e mi fermo con loro perché altrimenti l'elenco sarebbe lunghissimo Senza un ordine preciso e sperando di non dimenticare qualcuno.
Parto da Cesare Sagrati che mi attaccò, o gli attaccai,(la circostanza è irrilevante) il morbillo in seconda elementare, o da Alberto Sgariglia con il quale feci il mio primo torneo di tennis, un doppio che ci vide eliminati al primo turno a Jesi. O da Luciano Bergami con il quale facevamo delle "recite" applauditissime(per merito prevalentemente suo) all'oratorio. O da Roberto Civerchia con li quale si giocava a bazzica al Circolo Cittadino. E poi Giovanni Francescangeli, democristiano doc, Giampiero Olivetti, mio vicino di casa con l'aria un po' dinoccolata che lo faceva apparire "lento", Gesualdo Purziani che con quel nome non poteva che fare il sacerdote nella vita., Flaviano Mazzanti che si menava sempre con Vinicio o Vittorio Paradisi, il fiolo della lupinara(sua madre vendeva lupini e semi di zucca) O Gabriele Mariotti, mio compagno di banco alle medie, che ci ha lasciati quando avevamo trenta anni. Per non parlare di Fabrizio Antoncecchi figlio di Tristano che gestiva il bar in piazza e che negli anni 50 era convintissimo che "dovesse arrivare baffo'" leggasi Stalin e quindi il comunismo inverato anche da noi.O Enzo Bacchiocchi che abitava all'inizio del Paese venendo da Casine.
Ci accomuna l'imprinting che ci hanno lasciato le nostre colline, esperienze di vita e ricordi come quando, rimasti senza benzina e con 95 lire in tasca in quattro,(chi guidava era più anziano di qualche anno) chiedemmo al benzinaio di darcene 95 lire e non di più (c'era il governo Tambroni e la benzina era sotto le cento lire al litro) e lui ci rispose gentile: ve la devo mettere tutta nel serbatoio, ragazzi, o un po' ve ne incarto?
Tutto questo ritorna alla mente nitido dopo tanto tempo; Quest'anno sono cinquanta anni che ho "fatto" la maturità classica al Perticari di Senigallia. Era un'estate calda come questa, ero soddisfatto perchè era andata bene. Avevo tutta la vita davanti.
Non voglio indulgere alla melanconia e all'AMARCORD. La mia generazione non è ancora al capolinea; mi auguro pertanto di poter commentare anche il post numero 3000 poi, come è nella natura delle cose, essa farà parte tutta del flusso senza fine dell'universo
Parto da Cesare Sagrati che mi attaccò, o gli attaccai,(la circostanza è irrilevante) il morbillo in seconda elementare, o da Alberto Sgariglia con il quale feci il mio primo torneo di tennis, un doppio che ci vide eliminati al primo turno a Jesi. O da Luciano Bergami con il quale facevamo delle "recite" applauditissime(per merito prevalentemente suo) all'oratorio. O da Roberto Civerchia con li quale si giocava a bazzica al Circolo Cittadino. E poi Giovanni Francescangeli, democristiano doc, Giampiero Olivetti, mio vicino di casa con l'aria un po' dinoccolata che lo faceva apparire "lento", Gesualdo Purziani che con quel nome non poteva che fare il sacerdote nella vita., Flaviano Mazzanti che si menava sempre con Vinicio o Vittorio Paradisi, il fiolo della lupinara(sua madre vendeva lupini e semi di zucca) O Gabriele Mariotti, mio compagno di banco alle medie, che ci ha lasciati quando avevamo trenta anni. Per non parlare di Fabrizio Antoncecchi figlio di Tristano che gestiva il bar in piazza e che negli anni 50 era convintissimo che "dovesse arrivare baffo'" leggasi Stalin e quindi il comunismo inverato anche da noi.O Enzo Bacchiocchi che abitava all'inizio del Paese venendo da Casine.
Ci accomuna l'imprinting che ci hanno lasciato le nostre colline, esperienze di vita e ricordi come quando, rimasti senza benzina e con 95 lire in tasca in quattro,(chi guidava era più anziano di qualche anno) chiedemmo al benzinaio di darcene 95 lire e non di più (c'era il governo Tambroni e la benzina era sotto le cento lire al litro) e lui ci rispose gentile: ve la devo mettere tutta nel serbatoio, ragazzi, o un po' ve ne incarto?
Tutto questo ritorna alla mente nitido dopo tanto tempo; Quest'anno sono cinquanta anni che ho "fatto" la maturità classica al Perticari di Senigallia. Era un'estate calda come questa, ero soddisfatto perchè era andata bene. Avevo tutta la vita davanti.
Non voglio indulgere alla melanconia e all'AMARCORD. La mia generazione non è ancora al capolinea; mi auguro pertanto di poter commentare anche il post numero 3000 poi, come è nella natura delle cose, essa farà parte tutta del flusso senza fine dell'universo
Per ora siamo ancora qui e allora va bene il ricordo che ci aiuta a comprendere meglio la vita e quello che la vita ancora ci riserva. Ma Sguardo(con la esse maiuscola) sempre avanti con lo spirito di Ulisse, con la curiosità di sperimentare il nuovo e sempre con la consapevolezza che "siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni"........................"
GRAZIE MARCHE, GRAZIE ANCORA
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