Non avrei mai pensato, lo confesso, di avere opportunita' e occasione di "riesumare" il "mio" Carlo Vi, re di Francia dal 1386 al 1422, che mi era stato parecchio utile in passato, viste le notevoli analogie tra i due personaggi, per commentare le vicende di Silvio nostro sceso in campo nel 1994, per grazia di Dio e volontà della nazione, a usbergo del popolo italiano.
Ritenevo che l'età ormai avanzata (Cicerone sentenziava "senectus ipsa morbus"), le vicende non esaltanti che avevano caratterizzato la fine dell'avventura, il senso del ridicolo, avrebbero consigliato il "cavaliere rampato"e chi gli è vicino, a limitarne il ruolo a quello di padre nobile, di riferimento ideologico, lasciando ad altri l'operatività.
E invece no. Ha dichiarato che si presenterà alle elezioni europee del prossimo Maggio per ergersi a baluardo "contro i rischi del sovranismo, del pauperismo, del populismo, dello statalismo, del giustizialismo" cinque "smo"cinque, mica uno. Stavolta non c'è il riferimento al pericolo che il Paese cada in mano ad una sinistra "comunista, giustizialista e profondamente illiberale", queste le dichiarazioni del 1994, anche perchè avrebbe fatto qualche fatica a farlo credere a qualcuno ma c'è un appello forte come quello che Don Strurzo lanciò il 18 Gennaio 1919 - cento anni fa preciso preciso - agli uomini liberi e che segnò l'inizio della partecipazione dei cattolici alla vita politica del Paese. La storia gli forniva un assist formidabile ...........e LUI non ce l'ha fatta a resistere.
Attendiamoci perciò per i prossimi mesi un quadro spumeggiante e pieno di sorprese e colpi di scena. Certo è che sarà una bella lotta quella con di Maio e ci si chiede fin d'ora: "ma Salvini, SALVINI, come si muoverà? Vedremo; per ora, per aiutare chi mi legge a rimettere a fuoco la figura di Carlo VI di Francia, pubblico nuovamente un post che pubblicai il 14 Aprile 2013 Historia, magistra vitae.
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