In passato ero solito commentare tutti i mesi i dati sul debito publico che la Banca d'Italia pubblica a metà mese nel suo supplemento al bollettino. I dati confermavano con monotonia quello che era evidente a tutti gli osservatori intellettualmente onesti: considerata la struttura dell'economia italiana, dell'impianto dei conti della Stato non c'era alcuna possibilità che il debito cominciasse a scendere. Poi ho rallentato i commenti, da un lato perchè mi sembrava di essere ripetitivo, dall'altro perchè era tutto così banale e scontato che occuparsene sebrava una perdita di tempo.
Ora, da qualche mese, abbiamo un nuovo governo che afferma di aver licenziato una legge di bilancio che rilancerà l'economia, ridurrà la disoccupazione e abolirà la povertà (quella in verità la hanno già abolita). Il reddito di cittadinanza, dicono, farà miracoli e quota 100 è perfettamente sostenibile.
Intanto ieri sono stati pubblicati da ISTAT i dati sulla produzione industriale, pesantemente negativi: (-2,6 su base annua - Novembre 2018 su Novembre 2017 e -1,6 su base mensile) ed oggi sono stati pubblicati i dati sul debito pubblico riferito al mese di Novembre 2018. Inoltre il ministro Tria ha dovuto ammettere, e non poteva fare altrimenti, che l'Italia è in STAGNAZIONE. Non in recessione allora, mi dirà qualcuno. Rammento che si parla di recessione quando il PIL cala per due trimestri di seguito. Meno 0,1 + meno 0,1 fa meno 0,2 ed è recessione. meno 0,1 + zero fa meno 0,1 ed è stagnazione. Non ci vedo differenza. la sostanza è che il Paese è fermo e considerate le difficoltà di molti importanti economie, in primis la Germania, è prevedibile un peggioramento del quadro nei prossimi mesi. Altro che "boom", finanziaria espansiva, drastica riduzione della disoccupazione e quant'altro, come recita Di Maio il quale, avendo studiato economia al A.I.T.(Afragola Institute of Tecnology) ha qualche difficoltà a liberarsi dall'approccio "campano" alle problematiche.
Ma torniamo ai dati sul debito pubblico:
a fine Novembre il debito pubblico ha toccato un nuovo massimo assoluto(2.345 mld) con un aumento di 10 mld su Ottobre e di 82 miliardi su fine 2017 quando si posizionò a 2.263 mld. La voce più importante è quella dei titoli a medio e lungo termine (BTP e CCT): 2045 mld.
Quanto ai soggetti detentori 701 mld sono posseduti da soggetti non residenti. Niente di nuovo sotto il sole. Chi volesse approfondire cerchi sul sito Bankitalia il "supplemwnto al bollettino" pubblicato oggi 15 Gennaio. con particolare riferimento alle tavole 4 e 5.
Questi sono i dati, queste sono le cifre. A ciascuno la libertà di interpretarli.
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