Leggo da un trafiletto di stampa che Bruno Vespa avrebbe ricevuto per anni, attraverso una società riconducibile a lui e alla sua famiglia, 1,2 miliardi di lire l'anno per redigere la rivista "Capitalia" che veniva distribuita a noi dipendenti.
La rivista me la ricordo: patinata, la sfogliavo appena me la consegnavano e poi la buttavo nel cestino visto che non c'era praticamente niente che mi interessasse.
Comunque, mi son detto, Geronzi è ricco, se voleva spendere un miliardo e due l'anno per la rivista, fatti suoi.
Poi mi si è accesa una lampadina: vuoi vedere che il miliardo e due lo pagava Capitalia? perhè se così fosse, e mi sa che così è, la pagavo anche io, come dipendente e come azionista. Beata ingenuità, la mia: guarda che strade si debbono percorrere per aiutare gli amici. In quegli anni Geronzi era tanto amico di Silvio, e anche Vespa era amico di Silvio. Parafrasando Renato Zero :"il trianogolo no, non lo avevo considerato" e come si fa a dimostrare riconoscenza agli amici? Con una consulenza tarocca, finanziando una rivista inutile. o dando un fido sapendo fin dall'inizio che non rientrerà mai.
Andreotti lo ha sempre detto (a proposito ma non muore mai Belzebù?) "a pensar male si va all'inferno, che per sua fortuna non esiste, ma ci si azzecca sempre"
Dalle Terrazze di Cunardo 25 Maggio 2012 ore 8,15
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