giovedì 13 dicembre 2012

ERASMO DA ROTTERDAM - ELOGIO DELLA FOLLIA

L'"elogio della follia" di Erasmo da Rotterdam lo ho letto decenni fa e non lo ho più toccato anche perché il solo fatto che "quello là" affermasse che era il suo libro preferito, "son livre de chevet", come direbbero in Francia, me ne rendeva ostico un ulteriore approccio.
Poi il ritorno in campo del cavaliere, un esame serio della mia personalità, una serie di altre valutazioni me ne hanno resa quasi necessaria la rilettura.
Perché mi sto chiedendo. Ho iniziato a muovere i primi passi sul blog praticamente tre anni fa, all'inizio con una certa incertezza (cacofonico ma efficace) sia stilistica che di contenuti. Gradualmente il blog si è irrobustito ed ho potuto iniziare a realizzare quello che era il mio obbiettivo, quello di aiutare chi mi leggesse a capire le cose dietro le quinte, a capire i nessi tra i vari accadimenti, a non limitarsi ad una analisi superficiale della realtà, il tutto allo scopo di gettare semi e portare un piccolo contributo per una società più giusta, più equa, moralmente meno bacata. Non ho mai voluto fare e non voglio fare il moralista, mi meraviglio con difficoltà, ma è sotto gli occhi di tutti che non si può più andare avanti a questi livelli di corruzione, di immoralità, di individualismo cinico, di arraffamento di risorse pubbliche per fini privati, non per altro, perché non ci sono più margini.
Ho scritto 960 post in cui ho parlato di Verdini( avete visto gli ultimi sviluppi), di Tanzi, di Geronzi, di Andreotti, di Bossi, di Tremonti, di bilanci truccati, di manovre finanziarie sospette, di tecniche finanziarie "border and over line", ho parlato di Banche e di Vaticano, di Ior e di Montepaschi, di Banca delle Marche e di Popolare di Lodi. Per non parlare dello spazio dedicato a Silvio Berlusconi.
Ebbene, la sensazione è che, tranne a un numero ristretto di persone, di tutto questo non gliene freghi niente a nessuno, che per tutti vada bene così, salvo poi lamentarsi se il tenore di vita si abbassa, se la società è sempre più sfilacciata, se c'è insicurezza e se si prospetta la fine di quella situazione di relativa agiatezza che ha caratterizzato il dopoguerra.
Ho portato lo sguardo su realtà, sia della sfera pubblica che della sfera privata, a mio avviso pesanti, o che tali sembrano a me ho aperto porte, liberato spazi, non è successo niente.
E mi sono chiesto Ma chi te lo fa fare? Perché cerchi di modificare realtà e situazioni che evidentemente vanno bene così? Bene, prima di darmi una risposta è necessario che rilegga Erasmo, per verificare, per capire, per trovare una rotta

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